Se il Signore non costruisce la casa

[Pages:25]DON LUCIANO S. ? "Se il Signore non costruisce la casa". Meditazioni sul Salmo 126

?Se il Signore non costruisce la casa...?

Meditazioni sul Salmo 126

INTRODUZIONE

C'? un vecchio proverbio tedesco che dice: ?An Gottes Segen ist alles gelegen? che, tradotto suona all'incirca : "Ogni cosa dipende dalla benedizione di Dio". E a tutti voi ? familiare, almeno di nome, la citt? scozzese di Edimburgh. Lo stemma della citt? reca il motto latino ?Nisi Dominus Frustra?, ossia: "Senza il Signore tutto ? invano, fallisce". Che bello sapere che questa frase appare in tutti i documenti ufficiali della citt?!

Benjamin Franklin, uno dei padri dell'indipendenza americana, una volta in un discorso al Congresso, citando le parole d'apertura del salmo 126 disse: "Come possiamo pensare di non aver pi? bisogno dell'aiuto di Dio? Pi? vado avanti con gli anni, pi? vedo prove convincenti di questa verit?: che Dio dirige il corso della vicenda umana.... senza il concorso del suo aiuto costruiremo questo nostro edificio politico alla stessa maniera dei costruttori di Babele".

Il Salmo 126 ? una preghiera-riflessione su due degli aspetti pi? importanti della nostra vita, quelli che prendono la maggior parte del nostro tempo e ci causano le maggiori preoccupazioni. E sono anche gli aspetti che determinano, in fondo, la nostra felicit?: il lavoro e la famiglia.

Senza le giuste priorit?, vana ? la nostra fatica. Se Dio non benedice i nostri sforzi, se Lui non ? parte integrante di quello che facciamo, il nostro agire frenetico non porta ad alcun risultato. La vita, senza Dio a far parte della fotografia, perde i suoi colori. Siamo chiamati a scegliere tra fede e inutilit?, fiducia in noi stessi o abbandono in Dio. La fiducia in noi stessi sfocia sempre nella delusione, l'abbandono fiducioso in Dio d? uno scopo e un senso alla vita. Il Salmo 126 ? il salmo che insegna come disporre correttamente le priorit? della nostra vita e ci fa insegna anche a pregare fiduciosamente per queste due importanti responsabilit?.

Queste semplici riflessioni sul Salmo 126 nascono dalla meditazione personale e dalla predicazione. Non hanno alcuna pretesa esegetica. Il linguaggio e i concetti sono volutamente semplici, perch? non riesco a parlare a me stesso in maniera complicata e, spero, nemmeno ai poveri che accosto ogni giorno.

Molte volte scrivendo queste pagine ho dovuto in primo luogo applicarle a me stesso e alla mia vita in comunit? - che ? la mia famiglia. Il Signore, inoltre, mi ha dato la grazia di vivere assieme agli street children, che sono un prezioso aiuto per capire e sperimentare l'abbandono e lo spirito di famiglia che don Calabria voleva presenti in ogni sua casa.

Che Dio vi benedica!

don Luciano S.

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DON LUCIANO S. ? "Se il Signore non costruisce la casa". Meditazioni sul Salmo 126

SALMO 126

[1] Canto delle ascensioni. Di Salomone. Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la citt?, invano veglia il custode.

[2] Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne dar? ai suoi amici nel sonno.

[3] Ecco, dono del Signore sono i figli, ? sua grazia il frutto del grembo.

[4] Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza.

[5] Beato l'uomo che ne ha piena la faretra: non rester? confuso quando verr? a trattare alla porta con i propri nemici.

Versetto 1a - ?Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori?

1. Avete mai montato una tenda? La prima volta che ne ho montata una in vita mia ? stato durante un campeggio con la parrocchia. Avevo forse 11 o 12 anni. In tenda si stava per fasce di et?, e noi eravamo i "giovanissimi" - ossia i "bambini" del campo. Ci diedero 3 sacchi di varie dimensioni: uno con dentro una tenda canadese a 8 posti, uno con i tubi e dei paletti di sostegno, e uno con corde e picchetti. Nessuno di noi giovanissimi aveva la pi? pallida idea di come montare una tenda. Cercavamo di spiare i ragazzi pi? grandi, senza per? farci troppo notare, per non vergognarci. Finalmente la "casa" che doveva ospitarci e proteggerci fu montata. Il responsabile del campo guard? il "mostro" traballante che avevamo creato, lev? un paio di picchetti dal terreno, diede una spintarella alla tenda che si afflosci? impietosamente al suolo. Poveri ragazzi - avevamo lavorato duro - e croll? sotto i nostri occhi in un attimo. Quante volte, in seguito, mi ? toccato sperimentare di nuovo gli stessi sentimenti di allora...

La Parola di Dio che ? scritta nel salmo 126 ci spiega come tu e io dovremmo fare le cose... e perch? queste ci crollano addosso quando le facciamo sbagliate. O per essere pi? precisi, quando ? la persona sbagliata a costruire. Il salmo dice: "Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la citt?, invano veglia il custode. Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne dar? ai suoi amici nel sonno."

Questo ? il Salmo per le persone che lavorano duro, uomini e donne che sgobbano e che vogliono vedere il lavoro finito - il tipo di persone capaci di gestire un'attivit?, che sanno come far funzionare le cose, che hanno grinta di fronte ai problemi. E' un Salmo per tipi probabilmente come me e te. Vediamo che le cose non si muovono... che i problemi rimangono l? e nessuno che si d? una mossa per risolverli. Cos? la nostra risposta ? molto spesso quella di iniziare a lavorare prima, di staccare dopo, o di lavorare pi? duro per fare in modo che le cose siano a posto. E abbiamo la tendenza di sbilanciare completamente la nostra vita perch? se non ci diamo una mossa noi, nessuno ci d? una mano. Cos? finiamo per essere stressati, nervosi, e trascuriamo la nostra famiglia, il sonno, il nostro tempo con il Signore, la S. Messa. Lavoriamo, lavoriamo, lavoriamo - ma la nostra tenda continua

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lo stesso a crollare.

Ma il Signore non ti dice: "Lavora di pi?!" - Lui ti dice: "Confida di pi?!" Forse ti comporti come se fossi tu il costruttore. La verit? ? invece che il Signore usa i tuoi sforzi, il tuo lavoro - ma il successo del tuo lavoro non dipende dai tuoi sforzi. Ges? ti dice che tu sei appena un tralcio: i frutti vengono attraverso di te, ma non da te. Lui ? la Vite - ? lui che produce i frutti, non i tuoi disperati sforzi. "Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perch? senza di me non potete far nulla" (Giovanni 15, 5). E' Lui che costruisce la casa, non il tuo incessante lavorare giorno e notte. Spesso i nostri sforzi non sono altro che un'esibizione di orgoglio - "sono io che faccio andare avanti le cose". Ne sei proprio sicuro?

Ricordo una frase di Chiara Lubich, la fondatrice dei Focolarini: "Lavorare come facchini, pregare come angeli". Ossia: lavora come se tutto dipendesse da te, ma prega come se tutto dipendesse solo da Lui.

Forse Dio vuole che tu legga oggi queste parole perch? magari stai dipendendo troppo dai tuoi sforzi, ti stai basando solo sulle tue forze per costruire qualcosa o qualcuno - e non sta funzionando. Pi? lavori, meno ottieni. Perch? non ti dai un attimo di pace e smetti di comportarti come se tu fossi l'unico che ha a cuore i tuoi problemi? Se il Signore costruisce, non cadr?. E tu non sarai lasciato l? in piedi, sconsolato, a guardare la tua tenda che si affloscia vergognosamente al suolo. Quel problema su cui ti stai tanto sforzando lo stai toccando solo con mani umane - deve essere toccato con le mani di Dio. Forse non concludi niente perch? chi sta lavorando ? il costruttore sbagliato.

2. Come faccio a capire se la mia casa ? costruita dal Signore?

Un giovane studente, conosciuto da tutti come un fervente cattolico, stava discutendo la sua tesi in ingegneria. Uno dei membri esaminatori volendo metterlo in imbarazzo, chiese: "Cos? dunque lei vuole diventare un costruttore?" Il giovane immediatamente rispose: "No professore, io voglio essere un ingegnere."

"Ma non sono forse la stessa cosa?" replic? il docente. "No professore. Per quanto mi riguarda, sono due cose ben distinte". Replic? allora il docente: "Oh, davvero? E che differenza ci sarebbe?" Lo studente rispose : "L'ingegnere ha un'idea di partenza, disegna il progetto, decide persino i dettagli del materiale da usare. In una parola, ? la mente. I costruttori invece sono molti: dal muratore al falegname. I costruttori sono le macchine; l'ingegnere la forza che le mette insieme e le fa funzionare".

"Oh, molto bene, signor Ingegnere. E ora, se ? cos? sottile la differenza tra ingegnere e costruttore, mi saprebbe allora dire chi fu l'ingegnere della Torre di Babele?" Lo studente rispose prontamente: "Non ci fu alcun ingegnere professore. Solo costruttori. Per questo ne venne fuori solo confusione".

Lo Spirito Santo, che ha ispirato questo Salmo 126, dice che ci sono case costruite da uomini e case costruite da Dio con l'aiuto degli uomini. Gente che ha scelto di avere Dio per ingegnere.

Cosa vuol dire l'espressione "se il Signore non costruisce la casa" per una coppia cristiana? E' quella dove i genitori passano la maggior parte del loro tempo in preghiera? O leggono un capitolo della Bibbia al giorno? O ? casa costruita dal Signore quella dove entrambi i coniugi sono impegnati in parrocchia - non solo la domenica ma anche nei giorni feriali?

No. Non sono questi i segni che fanno capire che quella casa ? costruita dal Signore. La casa costruita dal Signore ? quella dove Dio abita, e si vede. E' una casa dove si respira l'aria ossigenata

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dallo Spirito Santo. La casa costruita dal Signore ? quella riempita dai "frutti dello Spirito". Ma quali sono i frutti dello Spirito?

San Paolo ce lo dice: "Il frutto dello Spirito invece ? amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bont?, fedelt?, mitezza, dominio di s?; contro queste cose non c'? legge" (Galati 5, 22-23).

Amore La casa costruita dal Signore ? quella dove il marito subordina la sua felicit? a quella della moglie. E la moglie fa esattamente lo stesso verso il marito.

Il marchio di un rapporto costruito dal Signore ? quello che non guarda ai meriti della persona che si ? sposata. Presto o tardi, il marito scopre che non ha come moglie un "dolce angelo innocente". A volte l'angelo si trasforma in un essere umano che mette a dura prova la pazienza del marito. D'altro canto, la moglie scopre che il marito non ? proprio il tanto sognato principe azzurro. Molto presto, purtroppo, scopre che invece ? una persona senza delicatezza ed egoista.

Il rapporto di coppia costruito dal Signore non dipende dalla qualit? del partner. Dipende invece del nostro grado di amore a Dio. Nella misura in cui siamo uniti a Dio, siamo in grado di amare il nostro coniuge.

Il rapporto costruito dal Signore ? un rapporto di amore incondizionato. Non dipende dalla perfezione della persona amata, per poter essere amata. E' l'incondizionata accettazione dell'altro, un amore che incoraggia l'altro e lo spinge a crescere nella fede in Cristo. Questo tipo di amore ? il segno di una casa costruita dal Signore.

Gioia Un altro dei segni per capire se la "casa ? costruita dal Signore" ? la gioia. Gioia non ? da intendersi una cosa bella che ci capita, una circostanza. La gioia ? piuttosto un atteggiamento interiore, uno stile di vita. Gioia ? un profondo senso di soddisfazione interiore che viene dal sapere che Dio ? mio Padre ed ? onnipotente, che ha cura di me e delle persone che amo. E' la certezza che tutte le promesse di Dio si compiranno. Paradossalmente, la gioia viene impreziosita e innalzata al massimo grado dalla sofferenza, che rafforza la nostra speranza e purifica la nostra fede.

Passata la luna di miele ben presto si scopre che la vita in famiglia ? fatta di incomprensioni piccole e grandi, pasti frettolosi, lavori domestici e bambini che piangono alle tre di notte.

Scriveva san Giuseppe Cottolengo: "Voglio che siate allegri, che siate contenti: siamo qui tutti nella casa di Dio, ed appunto perch? siamo nella sua casa, non siavi mai il peccato tra noi; guardatevi solamente dalla colpa e poi siate pure allegri, ch? l'allegria non ha mai guastato la sanit?; ed i Santi sono i pi? contenti di tutti" (in: Fiori e Profumi, raccolti dai detti del Ven. P. Giuseppe Cottolengo, Torino, Tipografia Salesiana, 1892).

La gioia nella vita familiare non pu? essere ancorata al fatto che le cose vadano secondo i nostri progetti (fino a quando?) ma deve essere ancora in Dio e in lui solo - su chi ? e che importanza ha per marito e moglie - "Cerca la gioia del Signore, esaudir? i desideri del tuo cuore" (Salmo 36, 4).

Pace La Bibbia ci insegna che un'altra delle caratteristiche per capire se "la casa ? costruita dal Signore" ? la pace. Nella Bibbia pace e gioia sono praticamente sinonimi. Non ci pu? essere gioia se non c'? allo stesso tempo anche pace. La pace ? il terreno che permette alla gioia di sbocciare e crescere. La pace ? il riposo della mente e del cuore. Pace ? quella serenit? del cuore che deriva dalla profonda

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consapevolezza che la nostra famiglia, la nostra vita, il nostro futuro sono nelle mani di Dio.

Attraverso quali vie ci viene la pace? In primo luogo dalla nostra riconciliazione con Dio - e qui non posso tacere l'importanza del Sacramento della confessione. Un pap? di famiglia mi diceva: "Quando vedo che la mia famiglia cala di tono, vado a confessarmi. E poi vedo che qualcosa comincia sempre a cambiare in meglio, almeno in me stesso". Quando siamo nel giusto rapporto con Dio si spianano davanti a noi le strade della pace: "Quando il Signore si compiace della condotta di un uomo, riconcilia con lui anche i suoi nemici" (Proverbi 16, 7). E qui si apre l'altro percorso della pace: la riconciliazione con le persone. Ossia l'umilt? di chiedere perdono e di fare sempre il primo passo. Se i nostri rapporti con qualche persona sono falliti o sono un disastro ? perch? da una parte o da entrambe le parti non si ? stati pi? capaci di perdonarsi. Ci sono errori che incrinano profondamente le nostre relazioni, che tolgono la fiducia. Ma ancora pi? grande ? l'errore di non saper perdonare e offrire una nuova possibilit? di riscatto.

C'? un dipinto intitolato "Pace". Il quadro ? dominato dalla presenza di onde impetuose che si infrangono contro scogli aguzzi. Il resto del quadro ? occupato dal cielo in tempesta. Tutto si pensa, tranne che alla pace. Ma in un angolo del quadro, incastrato tra le rocce, un piccolo uccello riposa dentro al suo nido, completamente al riparo dalla furia del cielo e del mare. Questa ? la pace.

E' vero che purtroppo molte famiglie sembrano pi? un campo di battaglia. Gente arrabbiata, musi lunghi, silenzi pesanti. Perch? manca il perdono, che copre tutto. La casa costruita dal Signore ? quella dove marito, moglie e figli hanno il cuore sereno nonostante i problemi quotidiani. Al contrario, la casa costruita dall'uomo ? piena di scontentezza mal repressa, aperti contrasti e frustrazioni croniche.

Pazienza Un ulteriore segno per capire chi sta costruendo la casa (= famiglia) - se tu o Dio - ? la pazienza. Pazienza, lo dice la radice della parola, ? la capacit? di "patire", "soffrire". La pazienza ? l'opposto del nervosismo e dell'ira. La persona paziente non si offende facilmente, anche se seriamente provocata. Sa soffrire. Sa perdonare.

In una casa costruita dalle mani del Signore la pazienza ? palpabile. Nessun matrimonio sopravvive senza il dono spirituale della pazienza. Il marito paziente ? quello che permette alla moglie di piangere senza che se ne senta imbarazzata. E' colui che non paragona sua moglie con quella degli amici o conoscenti. La accetta cos? com'?, cominciando da dov'?, e camminando insieme a lei da quel punto in poi. Non ci sono donne che nascono mogli. Ma tutte lo possono diventare se hanno a fianco un marito paziente. E' un esercizio che dura per tutta la vita.

Anche la moglie deve essere estremamente paziente col marito. Spesso gli uomini sono insensibili. Tendono a dare pi? attenzione al lavoro che non ai bisogni della moglie. E non raramente gli uomini peccano di egoismo. Pi? di qualche volta i mariti pensano pi? al proprio "comfort" e trascurano i bisogni della moglie. O addirittura nemmeno se ne accorgono. A volte i mariti sembrano dei "ritardati": non hanno la pi? pallida idea che hanno ferito la moglie se essa non glielo dice esplicitamente.

La pazienza ? capacit? di perdono. E' il non volersi arrendere o soccombere davanti alle difficolt? e alle prove. La pazienza ? speranza. E' la capacit? di vedere che Dio ha uno scopo in tutte le cose che ci capitano, anche se sono dure da vivere e capire.

Se pu? essere di consolazione, guardate alla famiglia di Ges?. San Luca nel suo Vangelo ci presenta un momento di crisi a cui sono state sottoposte le tre persone che la componevano (Luca 2, 42-51)

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