Le abitudini alimentari scorrette sono un importante ...



Ann Ig. 2007 Jul-Aug;19(4):315-24. [pic]Links

[Evaluation of the effectiveness of a nutrition education intervention performed by primary school teachers]

[Article in Italian]

Agozzino E, Esposito D, Genovese S, Manzi E, Russo Krauss P.

Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Seconda Università degli Studi di Napoli. erminia.agozzino@unina2.it

This study values the effectiveness of nutrition education interventions carried out by teachers with active didactic methodologies. The research was carried out by administering a frequency of food intake questionnaire, before and after the intervention. To compare the answers given before and after the educational intervention the Wilcoxon-test was applied to dependent data. Our research confirmed that a substantial percentage of children do not show a correct nutrition and therefore nutrition education interventions are opportune and necessary. In the group with "insufficient execution" particular variations are not taken place. In the group with "sufficient execution" increase the number of subjects having breakfast, particularly with milk and biscuits, and decrease the snakes intake. Moreover there is a general decrease of intake food as meat, fish, vegetables, salami and legumes. So this educational intervention seems to have only partial effectiveness.

PMID: 17937324 [PubMed - indexed for MEDLINE]

Valutazione d’efficacia di un intervento di educazione alimentare condotto da insegnanti di scuola media inferiore

Valutazione di efficacia, studio prima-dopo, educazione alimentare,

Effectiveness evaluation, before-after study, nutrition education,

Riassunto

Il lavoro valuta l’efficacia di un intervento di educazione alimentare di tipo attivo; la ricerca è stata effettuata su un campione di 28 classi (644 studenti) di scuole medie inferiori mediante somministrazione di un questionario di frequenza sul consumo degli alimenti prima e dopo l’intervento educativo.

Successivamente, in base a criteri predefiniti di valutazione, lo svolgimento del progetto è stato considerato “sufficiente” od “insufficiente”; le risposte, date prima e dopo l’intervento educativo, sono state elaborate con programma PC/SPSS/9.0 e confrontate con test di Wilcoxon.

La nostra ricerca conferma che una percentuale consistente di bambini non segue una corretta alimentazione e che, quindi, gli interventi di educazione alimentare sono quanto mai opportuni e necessari.

Nel gruppo “svolgimento insufficiente” non si verificano particolari variazioni. Nel gruppo “svolgimento sufficiente” aumentano i soggetti che fanno prima colazione, con latte e biscotti in particolare, e diminuisce il consumo di merendine.

L’intervento educativo, data la diminuzione generalizzata dell’assunzione di alimenti come carne, salumi, legumi e merendine, sembra avere un’efficacia solo parziale.

Finalità

Le abitudini alimentari scorrette sono un importante fattore di rischio di molte patologie (malattie cardiovascolari, tumori, diabete ecc.) (11), per cui si raccomanda di iniziare già dall’infanzia un’alimentazione equilibrata, povera di grassi saturi e ricca di vegetali, frutta e legumi (7).

Numerosi sono, quindi, gli interventi di educazione alimentare, soprattutto in ambito scolastico, per la facilità d’attuazione, perché le abitudini alimentari si acquisiscono in età infantile e, quindi, un’efficace prevenzione deve iniziare fin dall’età giovanile ed infantile(9).

Gli interventi più efficaci sembrano essere quelli di più lunga durata, basati sul coinvolgimento attivo degli studenti, condotti da personale opportunamente preparato, facendo uso di sussidi didattici (opuscoli, giochi ecc.), coinvolgendo le madri ed associati ad interventi di comunità (1, 4).

Purtroppo, la gran parte degli interventi attuati non prevede una valutazione d’esito e, per quanto riguarda quelli che danno il ruolo di attori principali agli insegnanti, spesso manca un controllo sull’effettiva realizzazione dello stesso da parte del docente (4, 5).

Obiettivo del presente lavoro è valutare l’efficacia di un intervento di educazione alimentare su scala metropolitana, basato su metodologie didattiche attive e condotto dagli insegnanti, in relazione all’effettiva realizzazione del progetto.

Il progetto educativo.

Il progetto “alimentazione” è parte di un progetto più ampio, riguardante anche la prevenzione del tabagismo e l’igiene orale, rivolto a tutte le 94 scuole medie inferiori di Napoli e promosso dall’ASL Napoli 1, dal Comune di Napoli, dalla Lega per la Lotta Contro i Tumori e dall’Associazione Dentisti Italiani. Le scuole sono informate del progetto e invitate a parteciparvi tramite una lettera inviata prima del periodo di programmazione delle attività scolastiche e tramite comunicati sui giornali cittadini. Le scuole che aderiscono ad uno dei 3 progetti inviano un’adesione scritta, sottoscritta dal direttore d’istituto e dai docenti interessati, nella quale questi ultimi si impegnano a partecipare al corso di formazione, a svolgere la programmazione educativa ed a compilare la scheda di monitoraggio.

Il corso di formazione (12 ore) prevede lezioni sui seguenti argomenti: “Perché fare educazione sanitaria”; “Finalità e principi di educazione sanitaria”; “Nutrienti e fabbisogni alimentari” “Alimentazione e salute”; “Il comportamento alimentare”; “Metodologia, strategie e tecniche di educazione alla salute”; “Didattica dell’educazione alla salute”.

Ai partecipanti viene fornita una copia del testo “Guida per l’insegnante”, che contiene nozioni basilari di alimentazione, una programmazione educativa con un dettagliato itinerario didattico e i materiali da utilizzare con gli studenti. Tale testo è stato scritto da un gruppo di lavoro formato da insegnanti, pediatri e medici esperti in educazione alla salute.

Durante lo svolgimento del progetto educativo vengono consegnate agli insegnanti copie di un opuscolo informativo e di una locandina “Consigli per una corretta alimentazione” per i genitori di ciascun alunno coinvolto nel progetto. Inoltre, per rafforzare od integrare i messaggi dell’insegnante, viene tenuto in ciascuna classe un intervento da parte di un medico o di un dietista adeguatamente formati sull’educazione alimentare e sulla comunicazione efficace.

La proposta educativa dà un ruolo attivo agli studenti, facendo loro compiere concrete esperienze educative. L’itinerario didattico prevede discussioni, letture, interviste, ricerche, esercitazioni, giochi, esperimenti ed è strutturato in 3 unità didattiche: alimentazione e mass media, storia e geografia delle abitudini alimentari, alimentazione e salute.

La proposta educativa è articolata secondo il seguente schema didattico, che si rifà alle teorie cognitiviste:

1) suscitare l’interesse;

2) far emergere conoscenze, opinioni e credenze;

3) mettere in crisi i concetti e le opinioni ostacolanti;

4) fornire conoscenze, fare esperienze;

5) facilitare la rielaborazione delle conoscenze;

6) formalizzare le conoscenze;

7) indurre a prendere impegni.

Materiali e metodi

Il campione. Hanno aderito al progetto 25 scuole, distribuite tra i 10 distretti sanitari in cui è divisa la città di Napoli, per un totale di 165 classi.

La ricerca è stata effettuata su un campione di 28 classi (644 studenti), ottenuto tramite estrazione a sorte delle classi tra quelle partecipanti.

Il questionario. La ricerca è stata effettuata somministrando un questionario di frequenza di consumo degli alimenti (6) (figura 1), prima (nel mese di dicembre) e dopo l’intervento educativo (maggio). Il questionario è stato consegnato agli studenti nelle loro classi da 5 medici non coinvolti nell’intervento educativo, secondo una procedura standardizzata (presentarsi, spiegare le finalità del questionario e le modalità di compilazione, consegnare i questionari, verificare che gli studenti non comunichino tra loro, ritirare i questionari).

La scheda di monitoraggio. A fine anno scolastico gli insegnanti hanno compilato una scheda di monitoraggio che indagava su aspetti relativi allo svolgimento del progetto (quali sezioni erano state svolte, quali materiali didattici usati, ore impiegate ecc.). Gli insegnanti potevano compilare la scheda al momento della loro consegna o successivamente; in tal caso veniva ritirata da un operatore oppure inviata via fax. Solo 14 delle 28 schede sono state riconsegnate.

Valutazione. Lo svolgimento è stato classificato come “sufficiente” o “insufficiente”. Si è considerato “svolgimento sufficiente” quando almeno uno delle 3 unità didattiche era svolta secondo i seguenti criteri:

1) unità didattica (U.D.) “Alimentazione e mass media”: dichiarare di aver svolto tale U.D. e avere utilizzato almeno 1 dei 2 materiali didattici oppure non rispondere alla domanda se ha svolto tale U.D. ma dichiarare di avere utilizzato entrambi i 2 materiali didattici;

2) U.D. “storia e geografia delle abitudini alimentari”: avere utilizzato il materiale didattico “Breve storia dell’alimentazione” e almeno 1 degli altri 6 materiali didattici;

3) U.D. “alimentazione e salute”: dichiarare di aver svolto tale U.D. e avere utilizzato almeno 1 dei 4 materiali didattici; in alternativa per i non rispondenti a tale domanda, dichiarare di avere utilizzato almeno 2 dei 4 materiali didattici.

Tale scelta è stata dettata dalla rilevazione che spesso gli insegnanti utilizzano materiali didattici propri o della scuola e che, quindi, possono non avvalersi di quelli da noi proposti pur svolgendo la relativa unità didattica (valorizzazione della dichiarazione di averla svolta). D’altra parte alcuni insegnanti non rispondono alla domanda “Si è svolta l’unità didattica x?” ma dichiarano di avere utilizzato i materiali didattici ad essa relativi, forse perché ritengono di averla svolta in maniera incompleta o, più semplicemente, perché non ricordano la denominazione dell’unità didattica.

La ricerca è stata effettuata solo su quei questionari di alunni di classi in cui l’insegnante aveva riconsegnato la scheda di monitoraggio compilata. Per tali motivi ha riguardato solo 308 studenti di 14 classi, i dati inseriti in database sono stati elaborati con programma PC/SPSS versione 9.0. Per confrontare le risposte date prima e dopo l’intervento educativo è stato applicato il test di Wilcoxon per dati dipendenti. Poiché 179 studenti erano assenti al momento della compilazione del questionario di uscita, il test è stato effettuato solo su un campione di 129 studenti.

Risultati e Discussione

Il campione analizzato (129 studenti) è molto inferiore a quello previsto (644 studenti). Riteniamo che, comunque, sia rappresentativo e quindi utile per valutare l’efficacia del progetto perché le cause della mancanza dei questionari sono indipendenti dallo svolgimento del progetto stesso. Infatti, sono attribuibili al periodo in cui è stata somministrata la scheda di monitoraggio. In tale periodo molti insegnanti sono presi da impegni non più prorogabili (interrogazioni di studenti con valutazione carente, compiti in classe, chiusura di progetti, relazioni finali ecc.), parecchi studenti sono assenti, intere classi sono impegnate in manifestazioni conclusive sia all’interno della scuola che fuori da questa ecc.

L’esiguità del campione ovviamente riduce la forza del nostro studio.

Dai dati delle tabelle 2, 3, 4 e 5, relative alle abitudini alimentari precedenti l’intervento educativo, emergono alcuni elementi:

• una minoranza consistente (19%) non fa colazione al mattino; alla domanda per quale motivo, il 35% risponde perché non ha l’abitudine a farla, il 35% perché non ha fame, e il 30% per mancanza di tempo;

• il 15% prende a colazione il caffè, quasi sempre nel latte;

• le merendine sono, dopo il latte, l’alimento più frequentemente assunto a colazione (30%) e, per di più, nella metà dei casi ne vengono mangiate due o più; il 57% dichiara di averne mangiata almeno una il giorno precedente e l’11% di averne mangiate 3 o più il giorno precedente;

• l’assunzione di verdure è fortemente carente in una percentuale consistente della popolazione: il 54% non ne ha mangiato il giorno precedente, i1 30% negli ultimi 7 giorni; solo il 3% ne ha consumate più di 4 porzioni negli ultimi 7 giorni;

• notevole è anche il consumo di carni fresche e conservate: il 66% dichiara di aver mangiato carne il giorno precedente (il 6% 2 o più porzioni) e il 51% di aver preso salumi (il 12% 2 o più porzioni).

• nutriamo dubbi sulla reale corrispondenza tra quanto dichiarato alla domanda “Quante porzioni di questi alimenti hai mangiato negli ultimi 7 giorni?” e la realtà. Dubbi che sono stati confermati dall’incrocio tra le risposte date a questa domanda e a quella su gli alimenti consumati il giorno precedente (vedi tabella 6). Noi consideriamo più attendibili i dati relativi al giorno precedente perché è facile che una persona non ricordi cosa ha mangiato 5, 6 o 7 giorni prima, mentre è più difficile che non ricordi cosa ha mangiato il giorno prima (6).

Per quel che riguarda la modifica delle abitudini alimentari dopo l’intervento, il nostro progetto di educazione alimentare sembra conseguire i seguenti risultati (Tabella 7):

• aumenta in maniera significativa (p = 0,01) il numero di soggetti che fa la prima colazione. Tale aumento si verifica solo nel gruppo che ha svolto il progetto in maniera sufficiente;

• aumenta in maniera significativa il consumo di latte e di biscotti (p = 0,03 e p = 0,04) e diminuisce il consumo di merendine (p = 0,08). Nel gruppo che ha svolto il progetto in maniera insufficiente si verifica, invece, solo un aumento significativo del consumo di biscotti (p = 0,01);

• si riduce l’assunzione di tutti gli alimenti consumati il giorno precedente nel gruppo “svolgimento sufficiente”; tale riduzione è significativa per quanto riguarda la carne (p = 0,001) i legumi (p = 0,01), i salumi (p = 0,05) e le merendine (p = 0,000). Se tale riduzione è in linea con gli obiettivi dell’intervento per quanto riguarda carne, salumi e merendine, è in contraddizione con essi per quanto riguarda i legumi. Nel gruppo “svolgimento insufficiente”, invece, non si hanno riduzioni o aumenti significativi;

• nel gruppo “svolgimento sufficiente” diminuisce in maniera significativa nei 7 giorni precedenti il consumo dei tre alimenti indagati; tale riduzione è significativa per il pesce (p = 0,004). Nel gruppo “svolgimento insufficiente” non si verificano particolari variazioni.

• la riduzione del consumo di pesce contrasta con gli obiettivi dell’intervento educativo e si inserisce in una generale diminuzione dell’assunzione di alimenti in uscita, sia il giorno precedente sia nei 7 giorni precedenti la rilevazione. Come già detto, noi riteniamo che tale riduzione generalizzata sia da ascrivere ad un errore sistematico;

• Pur ipotizzando l’esistenza di un errore sistematico con una tendenza a una riduzione negli alimenti consumati il giorno precedente nel gruppo “svolgimento sufficiente”, noi siamo propensi a credere che il progetto abbia portato alla riduzione del consumo di carne e merendine perché rientra tra gli obiettivi del progetto e, soprattutto, per l’alta significatività del dato e perché tale riduzione non si verifica nelle classi con svolgimento insufficiente;

• Richiamiamo l’attenzione sul fatto che i dati emersi dalla nostra ricerca sarebbero stati diversi se noi avessimo proceduto ad una valutazione complessiva dell’esito del progetto, senza discriminare gli studenti che hanno realmente partecipato all’itinerario educativo da quelli che vi hanno partecipato in maniera insufficiente.

Conclusioni

La nostra ricerca conferma che una percentuale consistente di bambini non segue una corretta alimentazione e che quindi gli interventi di educazione alimentare sono quanto mai opportuni e necessari (2, 3).

Un intervento di educazione alimentare basato su metodologie didattiche attive e condotto dagli insegnanti (opportunamente formati e supportati) è efficace nel cambiare in un breve periodo di tempo alcune abitudini alimentari, in particolare fare colazione la mattina e mangiare meno merendine. Non del tutto scevro da dubbi è il dato riguardante la riduzione del consumo di carne, mentre poco attendibili sono la riduzione del consumo di salumi e legumi, per la significatività ai limiti e perché rientranti in una poco chiara generale riduzione dell’assunzione degli alimenti.

La valutazione dell’effettivo comportamento alimentare nella popolazione sana e soprattutto nella popolazione infantile sana presenta notevoli difficoltà. La rilevazione tramite questionari autocompilati dagli alunni presenta possibili distorsioni dovute a chi somministra il questionario (l’insegnante o i medesimi operatori dell’intervento educativo possono orientare, anche senza volerlo, le risposte), al setting (la somministrazione collettiva in aula presenta rischi di risposte uniformi se chi somministra il questionario non è particolarmente vigile), all’eventuale stanchezza degli alunni se il questionario è troppo lungo, al rischio che l’alunno non ricordi cosa ha mangiato o dica il falso (per compiacere l’insegnante o il somministratore, per il gusto di essere trasgressivi ecc.). Noi abbiamo cercato di controllare, per quanto possibile, questi fattori (somministrazione da parte di soggetti esterni consci della necessità del rigore della valutazione e specificamente formati, questionario contenente solo poche domande e tutte chiuse, istruzioni su come compilarlo correttamente ecc.) ma abbiamo commesso l’errore di somministrare il questionario finale e la scheda di monitoraggio in un periodo (fine maggio) nel quale la scuola è presa da altri impegni e preoccupazioni, fatto che ha determinato una drastica riduzione del campione.

Dalla nostra ricerca emerge che non tutti gli insegnanti coinvolti in un progetto di educazione sanitaria lo svolgono in maniera sufficiente, anche se hanno sottoscritto un impegno (a sua volta sottoscritto dal dirigente scolastico), partecipato ad un corso di formazione e ricevuto tutto il materiale didattico e le indicazioni necessarie per svolgerlo. Tale quota non è trascurabile, per cui è necessario non limitarsi ad una valutazione complessiva dell’esito del progetto, ma discriminare gli studenti che hanno realmente partecipato all’itinerario educativo da quelli che non vi hanno partecipato o che vi hanno partecipato in maniera insufficiente, per potere esaminare qual è il grado di svolgimento del progetto (che è un indice della sua facilità di esecuzione) e se l’intervento educativo così come progettato (cioè nella sua interezza) è efficace o meno (8).

Bibliografia

1) Contento IR, Balch G, Bronner YL, Lytle LA, Maolney SK, Olson CM. The effectiveness of nutrition education and implications for nutrion education policy, programs and research: a rewiew of research. Journal Nutrition Education Behaviour 1995; 27: 277-422.

2) Contento IR, Randell JS, Basch CE. Review and analysis of evaluation measures used in nutrition education intervention research. Journal Nutrition Education Behaviour 2002; 34: 2-25.

3) Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione. Linee Guida per una sana alimentazione 2003. Sito: .

4) Kelder SH, Perry CL, Lytle LA, Klepp KI. Community-wide youth nutrition education: long- term outcomes of the Minnesota Heart Health Program. Health Education Research 1995; 10(Suppl. 2): 119-131

5) Lister-Sharp D, Chapman S, Stewart-Brown S, Sowden A. Health promoting schools and health promotion in schools: two systematic review. Health Tecnology Assessment 1999; 3: 22.

6) Manuale di Sorveglianza Nutrizionale (INRAN), 2003.

7) Piano Nazionale Linee Guida. Educazione sanitaria per la promozione di una sana alimentazione: Raccomandazioni. Sito .

8) Resnicow K, Davis M, Smith M, Lazarus-Yaroch A, Baranowski T, Baranowski J, Doyle C, Wang DT. How best to measure implementation of school health curricula: a comparison of three measures. Health Education Research, 1998; 13(Suppl. 2): 239-250

9) Ritchie A: “Nutrition education and promotion in primary schools”, Aust J Holist Nurs, 2001 Oct, 8 (2): 39-44

10) Walter HJ, Hofman A, Vaughan RD, Wynder EL. Modification of risk factors for coronary heart desease. Five-year results of a school-based intervention trial. New England Journal of Medicine 1988; 318(Suppl.17):1093-1100.

11) WHO: Diet and phisical activity: a pubblic health priority: who.int/hpr/nutrition/ExpertConsultationGE.htm.

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