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“Parole di pace”
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Canzoni contro la guerra
Antiwar Songs
Chansons contre la guerre
Antikriegslieder
Canciones contra la guerra
Canções contra a guerra
Cântece împotrivă războiului
Avτιπoλεμικά τραγούδια
Anti-oorlog lieden
Sonioù a-enep d’ar brezel
Militkontraŭaj kantadoj
Volume 5
2003
Canzoni contro la guerra
Antiwar Songs
Chansons contre la guerre
Antikriegslieder
Canciones contra la guerra
Canções contra a guerra
Cântece împotrivă războiului
Avτιπoλεμικά τραγούδια
Anti-oorlog lieden
Sonioù a-enep d’ar brezel
Militkontraŭaj kantadoj
452. ANDREA
Fabrizio de André
Andrea s'è perso s'è perso e non sa tornare
Andrea s'è perso s'è perso e non sarà tornare
Andrea aveva un amore Riccioli neri
Andrea aveva un dolore Riccioli neri.
C'era scritto sul foglio ch'era morto sulla bandiera
C'era scritto e la firma era d'oro era firma di re
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.
Occhi di bosco contadino del regno profilo francese
Occhi di bosco soldato del regno profilo francese
E Andrea l'ha perso ha perso l'amore la perla più rara
E Andrea ha in bocca un dolore la perla più scura.
Andrea raccoglieva violette ai bordi del pozzo
Andrea gettava Riccioli neri nel cerchio del pozzo
Il secchio gli disse - Signore il pozzo è profondo
più fondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto.
Lui disse - Mi basta mi basta che sia più profondo di me.
Lui disse - Mi basta mi basta che sia più profondo di me.
453. TOM TRAUBERT’S BLUES
Tom Waits
Ricordiamo questa allucinata canzone anche nell’interpretazione di Maggie Holland.
Wasted and wounded, it ain't what the moon did
I got what I paid for now
see ya tomorrow hey Frank can i borrow
a couple of bucks from you, to go
Waltzing Mathilda, waltzing Mathilda, you'll go waltzing
Mathilda with me
I'm an innocent victim of a blinded alley
and I'm tired of all these soldiers here
no one speaks English and everything is broken
and my Stacys are soaking wet
to go waltzing Mathilda, waltzing Mathilda, you'll go
waltzing Mathilda with me
now the dogs are barking
and the taxi cabs parking
a lot they can do for me
I begged you to stab me
you tore my shirt open
and I'm down on my knees tonight
Old Bushmills I staggered
you buried the dagger in
your siluette window light to go
Waltzing Mathilda, waltzing Mathilda, you'll go waltzing
Mathilda with me
now I've lost my St. Christopher
now that I've kissed her and the
one armed bandit know, and the
maverick Chinaman, and the cold blooded signs
and the girls down by the strip tease shows go
waltzing Mathilda, waltzing Mathilda, you'll go waltzing
Mathilda with me
No, I don't want your sympathy
the fugitives say that the streets aren't for dreaming now
manslaughter dragnets and the ghost that sell memories
they want a piece of the action anyhow go
waltzing Mathilda, waltzing Mathilda, you'll go waltzing
Mathilda with me
and you can ask any sailor
and the keys from the jailor
and the old men in wheelchairs know
that Mathilda's the defendant, she killed about a hundred
and she follows whatever you may go
waltzing Mathilda, waltzing Mathilda, you'll go waltzing
Mathilda with me
and it's a battered old suitcase
to a hotel someplace
and a wound that will never heal
no prima donna the perfume is on
an old shirt that’s stained
with blood and whiskey
and goodnight to the streets sweepers
the night watchman flame keepers
and goodnight Mathilda too.
*
IL BLUES DI TOM TRAUBERT
Versione italiana di Riccardo Venturi
Sconvolto e ferito, e non è certo un caso,
di certo ho avuto quel che ho pagato
a domani, ciao Frank, che mi presti
un par di dollari per andare
a ballare Waltzing Mathilda, Waltzing Mathilda, che ci vieni
a ballare Waltzing Mathilda insieme a me?
Sono vittima innocente di un vicolo cieco
e ne ho abbastanza di tutti ‘sti soldati qui
nessuno parla inglese e tutto quanto è distrutto
e i miei scarponi sono bagnati fradici
per ballare Waltzing Mathilda, Waltzing Mathilda, che ci vieni
a ballare Waltzing Mathilda insieme a me?
e ora i cani abbaiano
e i tassi’ che parcheggiano
posson fare tante cose per me
ti ho pregato di pugnalarmi
mi hai fatto uno strappo alla camicia
e stasera sono giù come una bestia
barcollavo in preda all’Old Bushmills [*]
e tu hai seppellito il pugnale
il tuo profilo alla finestra illuminata per andare
a ballare Waltzing Mathilda, Waltzing Mathilda, che ci vieni
a ballare Waltzing Mathilda insieme a me?
Ora ho perso il mio San Cristoforo
ora che l’ho baciata e che
il bandito monco sa,
e che il dissidente cinese, i segnali a sangue freddo
e quelle spogliarelliste laggiù vanno
a ballare Waltzing Mathilda, Waltzing Mathilda, che ci vieni
a ballare Waltzing Mathilda insieme a me?
No, non voglio la tua simpatia
i fuggitivi dicono che le strade non son fatte per i sogni ora
stragi retate di polizia e il fantasma che vende ricordi
tutti vogliono un pezzo d’azione e comunque vanno
a ballare Waltzing Mathilda, Waltzing Mathilda, che ci vieni
a ballare Waltzing Mathilda insieme a me?
e puoi chiedere a qualunque marinaio
e anche le chiavi al carceriere
e i vecchi in carrozzina sanno
che Mathilda è l’imputata, ne ha ammazzati un centinaio
e ti vien dietro ovunque vada
a ballare Waltzing Mathilda, Waltzing Mathilda, che ci vieni
a ballare Waltzing Mathilda insieme a me?
è come una vecchia valigia ammaccata
da qualche parte in un albergo
e una ferita che non guarirà mai
nessuna primadonna, il profumo
è su una vecchia camicia macchiata
di sangue e whiskey
e buonanotte agli spazzini
al metronotte ai guardafiamma
e buonanotte pure a Mathilda.
[*] marca di whisky (irlandese)
454. SPIRITS PAST
Gil Scott Heron
It's getting to be the time of the year
When people once spoke of love and good cheer
With peace on the earth and good will to all men
And we all believed that there'd come a day
When peace would be more than on its way
'Cause peace has been on its way since I don't know when
And the folks who decide what will be
Haven't confided in me
And I don't think that everybody can wait till then
It makes me sad that my kids won't see
Christmas the way it used to be
I was so excited though we didn't have a dime
But that seems like such a long time ago
And i am still a child i know
But it seems like we've lost much more than the time
And the folks who decide what will be
Haven't confided in me
And i don't think that everybody can wait till then.
*
SPIRITI DEL PASSATO
Versione italiana di Riccardo Venturi
Sta arrivando la stagione dell’anno
in cui, una volta, la gente parlava d’amore e d’allegria
con la pace sulla terra e e buona volontà per tutti
e tutti credevamo che sarebbe venuto un giorno
in cui la pace sarebbe stata più che in cammino
perché la pace è in cammino da non so quanto tempo
Ma quelli che decidono cosa accadrà
non hanno avuto fiducia in me
e non penso che ognuno possa aspettare fino a allora
Sono triste perché i miei figli non vedranno
Natale com’era una volta
ero cosi’ eccitato malgrado non avessimo un quattrino
ma questo sembra oramai tanto lontano
e io sono ancora un bambino, lo so,
ma mi sembra che abbiamo perso molto più che il tempo
E quelli che decidono cosa accadrà
non hanno avuto fiducia in me
e non penso che ognuno possa aspettare fino a allora.
455. IL SILURAMENTO DELLO “SGARALLINO”
“Mago Chiò”
(1943)
Il 12 settembre 1943, quattro giorni prima del rovinoso bombardamento che distrusse la città di Portoferraio, all’Isola d’Elba, assieme a tutte le sue installazioni industriali, un siluro tirato da una fregata inglese distrusse “per errore” (cosi’ affermò il capitano dell’unità militare) il postale “Andrea Sgarallino”, che assicurava ancora il servizio passeggeri tra Piombino e il capoluogo elbano. Si era soli quattro giorni dopo l’armistizio dell’otto settembre, e gli elbani, che crepavano letteralmente di fame, erano andati in massa in continente per cercare di trovare qualcosa da mangiare. Si tratta, insomma, di quello che oggi si definisce uno “spiacevole effetto collaterale”. Dei quasi mille passeggeri ammassati sul piroscafo, ne morirono 830; praticamente ogni famiglia elbana (compresa la mia) ebbe almeno un morto, quel giorno, sulla maledetta nave.
“Mago Chiò” era un popolare cantastorie e rimatore portoferraiese che fino alla sua morte continuò a comporre canzoni (senza strumenti, perché non conosceva la musica), strofe e stornelli popolari. In realtà era una figura talmente nota nell’Elba di quell’epoca, che ogni nuova canzone gli veniva automaticamente attribuita. Non è quindi certo che la seguente canzone sia stata da lui effettivamente scritta. Ringrazio mio cugino Renzo Dini di San Piero che me la ha fatta avere, conservata ancora in un vecchio quaderno di mia zia Sebastiana (" Bastiana la Titta”, morta nel 1995). A San Piero, tra l’altro, il caffé sulla Piazza della Chiesa (la stessa dove ogni anno, a fine agosto, si tiene una “Serata De André”) si chiama ancora proprio “Mago Chiò”.
Il dodici settembre
partiva da Piombino
ben carico di gente
l’ “Andrea Sgarallino”
Il dodici settembre
ben carico di gente
partiva da Piombino
ched’è sul continente
Erano tutt’a bordo, erano ben stipati
Erano quasi mille, non sono più tornati
Nel mezzo del canale
che c’era il sole in cielo
qualcun vede qualcosa
movendo l’acqua a pelo
Nel mezzo del canale
passate le tonnare
qualcun vede qualcosa,
non si poté sbagliare.
Erano tutt’a bordo, erano ben stipati
Erano quasi mille, non sono più tornati
Si sentono le grida
si sentono le urla
si chiama il capitano
e non è certo burla
Si sentono le grida
nessuno è più al sicuro:
“Buttarsi tutt’a mare,
Che sta a arrivà un siluro!”
Erano tutt’a bordo, erano ben stipati
Erano quasi mille, non sono più tornati
Ma non féciono in tempo,
nessun s’era buttato;
che ci fu l’esplosione
dell’ordigno scoppiato
Ma non féciono in tempo,
nessun s’era salvato;
per ottocentotrenta
il tempo s’è fermato
Erano tutt’a bordo, erano ben stipati
Erano quasi mille, non sono più tornati
Aspetta aspetta al molo
la gente ‘un vé arrivare
la nave di ritorno
e inizia a lagrimare
Aspetta aspetta al molo
la gente ode vociare
che l’Andrea Sgarallino
or giace in fondo al mare
Erano tutt’a bordo, erano ben stipati
Erano quasi mille, non sono più tornati
“Sia maladetto ‘l giorno
che son venuto in terra,
Sia maladetto l’omo
che vòrse (*) questa guerra”
“Sia maladetto l’omo,
sia maladetto Iddio,
ché a bordo c’era mamma
e pur l’amore mio”.
Erano a bordo, e non avran domani
Erano quasi mille, ed eran tutti elbani.
(*) volle
456. L’ECCIDIO DI ANCONA
Anonimo
(1914)
Il fatale sette giugno
proprio il dì dello Statuto,
degli onesti avean voluto
seriamente protestar
contro i capi e le feroci
compagnie di disciplina;
ma il prefetto alla mattina
Malatesta fé arrestà.
Il comizio fu inibito
ed allora a Villa Rossa
quella gente alquanto scossa
dal rifiuto, si adunò,
Tutti quanti gli oratori,
già d'accordo nel parlare
stabiliron di iniziare
una seria agitazion.
Nell'uscire i comizianti
dal local tranquilli e buoni,
fur purtroppo testimoni
di una scena di terror.
Spinti, oppressi e circondati,
assaliti qual canaglia,
dello stato la sbirraglia
contro il popolo sparò.
Fu per l'orrida tragedia,
che nel mondo non v'è uguali,
tre compagni 'a noi più cari
morti caddero nel suol.
Maledetta la sbirraglia
che ci ha immersi nel dolore!
Lì per li, colpita al cuore,
tutta Italia protestò.
Ma non basta la protesta,
non è nulla il nostro pianto,
per coloro che soffron tanto,
che hanno perso i lor figliol.
457. NAPOLEONE
Stornelli popolari toscani
(1814)
Guarda, o Napoleone, quel che fai:
la meglio gioventù tutta la vòi
che le ragazze te le friggerai.
Napoleone, fa' le cose giuste,
falla la coscrizion delle ragazze,
pigli le belle e lascia star le brutte.
Napoleone, te ne pentiraii,
la meglio gioventù tutta la vòi,
della vecchiaia che te ne farai?
Quando Napoleone mosse battaglia
fece tremar d'ogn'albero la foglia,
cannonate tirava di mìtraglia.
Napoleon, non ti stimar guerriero,
a Mosca lo trovasti l'osso duro,
all'isola dell'Elba prigioniero.
459. REGAZZINE VI PREGO ASCOLTARE
Canzone popolare romana
(1918)
Regazzine vi prego ascoltare
la mia storia con giusta ragion,
io la voglio davver raccontare,
che mi trovo ne li gran dolor.
Da quel dì dalla morte crudele
fianco mio l'amor mi rapì,
a pensar ch'ero tanto fedele,
trovo pace né notte e né di'.
Mi voleva per Pasqua sposarmi
ma il destino non volle così:
non avendo compiuto i vent 'anni
che sul Piave innocente morì.
Mi ricordo dei cari suoi baci
che mi dava stringendo al mio sen;
mi diceva: sei bella, mi piaci,
sulla terra sei nata per me.
Regazzine che fate all'amore,
capirete quant'è il mio soffrir:
non c'è al mondo più grande dolore
di vedere l'amante a morir.
Son rimasta nel mondo smarrita,
senza aver la mia gioia al sen;
prego Dio che mi tolga la vita
per andare a viver con sé.
Così disse con voce tremante,
per tre volte così replicò;
chiuse gli occhi dolenti all'istante
poi in cielo con lui se ne andò.
459. SON MARITATA GIOVANE
Anonimo
(1896)
Son maritata giovane,
son maritata giovane,
son maritata giovane,
l'età di quindici anni,
l'età di quindici anni,
l'età di quindici anni.
Mio marito è morto,
è morto militar.
E son rimasta vedova
con due figli al cuor.
Uno lo tengo in braccio
e l'altro per la man.
Uno si chiama Pietro
e l'altro Franceschin.
Tutte le ore che passano
mi sento di morir,
E de'o andare in 'Merica,
'Merica a lavorar.
'Merica, 'Merica, 'Merìca,
'Merica a lavorar.
460. LA BADOGLIEIDE
Nuto Revelli
[ Musica di L. Bianco ]
(1945)
O Badoglio, o Pietro Badoglio
ingrassato dal Fascio Littorio,
col tuo degno compare Vittorio
ci hai già rotto abbastanza i coglion.
T’ l’as mai dit parei,
t’ l’as mail dit parei,
t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait,
t’ l’as mai dit parei,
t’ l’as mai dilu: sì sì
t’ l’as falu: no no
tutto questo salvarti non può.
Ti ricordi quand’eri fascista
e facevi il saluto romano
ed al Duce stringevi la mano?
sei davvero un gran porcaccion.
Ti ricordi l’impresa d’Etiopia
e il ducato di Addis Abeba?
meritavi di prendere l’ameba
ed invece facevi i milion.
Ti ricordi la guerra di Francia
che l’Italia copriva d’infamia?
ma tu intanto prendevi la mancia
e col Duce facevi ispezion.
Ti ricordi la guerra di Grecia
e i soldati mandati al macello,
e tu allora per farti più bello
rassegnavi le tue dimission?
A Grazzano giocavi alle bocce
mentre in Russia crepavan gli alpini,
ma che importa ci sono i quattrini
e si aspetta la grande occasion.
L’occasione infine è arrivata,
è arrivata alla fine di luglio
ed allor, per domare il subbuglio,
ti mettevi a fare il dittator.
Gli squadristi li hai richiamati,
gli antifascisti li hai messi in galera,
la camicia non era più nera
ma il fascismo restava il padron.
Era tuo quell’Adami Rossi
che a Torino sparava ai borghesi;
se durava ancora due mesi
tutti quanti facevi ammazzar.
Mentre tu sull’amor di Petacci
t’affannavi a dar fiato alle trombe,
sull’Italia calavan le bombe
e Vittorio calava i calzon.
I calzoni li hai calati
anche tu nello stesso momento,
ti credevi di fare un portento
ed invece facevi pietà.
Ti ricordi la fuga ingloriosa
con il re, verso terre sicure?
Siete proprio due sporche figure
meritate la fucilazion.
Noi crepiamo sui monti d’Italia
mentre voi ve ne state tranquilli,
ma non crederci tanto imbecilli
di lasciarci di nuovo fregar.
No, per quante moine facciate
state certi, più non vi vogliamo,
dillo pure a quel gran ciarlatano
che sul trono vorrebbe restar.
Se Benito ci ha rotto le tasche
tu, Badoglio, ci hai rotto i coglioni;
pei fascisti e pei vecchi cialtroni
in Italia più posto non c’è.
T’ l’as mai dit parei,
t’ l’as mail dit parei,
t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait,
t’ l’as mai dit parei,
t’ l’as mai dilu: sì sì
t’ l’as falu: no no
tutto questo salvarti non può.
461. NON TI RICORDI IL 31 DICEMBRE
Canto partigiano piemontese
(1943)
Non ti ricordi il 31 dicembre,
quella colonna di camion per Boves
che trasportavano migliaia di tedeschi,
contro sol cento di noi partigian.
Che trasportavano migliaia di tedeschi,
contro sol cento di noi partigian.
E da San Giacomo e poi la Riboira
Castellare, Madonna dei Boschi
la s'infuriava la grande battaglia
contro i tedeschi, fascisti traditor.
La s'infuriava la grande battaglia
contro i tedeschi, fascisti traditor.
Dopo tre giorni di lotta accanita
tra vasti incendi e vittime borghesi
non son riusciti con la loro barbaria
noi partigiani poterci scacciar.
Non son riusciti con la loro barbaria
noi partigiani poterci scacciar.
Povere mamme che han perso i lor figli
povere spose che han perso i mariti
povera Boves ch'è tutta distrutta
sotto quei colpi del vile invasor.
Povera Boves ch'è tutta distrutta
sotto quei colpi del vile invasor.
462. SE IL CIELO BIANCO FOSSE DI CARTA
Ivan della Mea
(1965)
Se il cielo fosse bianco di carta
e tutti i mari neri d’inchiostro
non saprei dire a voi, miei cari,
quanta tristezza ho in fondo al cuore,
qual e il pianto, qual è il dolore
intorno a me.
Si sveglia l’alba nel livore
dì noi sparsi per la foresta,
a tagliar legna seminudi,
coi piedi torti e sanguinanti;
ci hanno preso scarpe e mantelli,
dormiamo in terra.
Quasi ogni notte, come un rito,
ci danno la sveglia a bastonate;
Franz ride e lanci una carota
e noi, come larve affamare,
ci si contende unghie e denti
l’ultima foglia.
Due ragazzi sono fuggiti:
ci hanno raccolti in un quadrato,
uno su cinque han fucilato,
ma anche se io non ero un quinto
non ha domani questo campo...
ed io non vivo..,
Questo è l’addio
a tutti voi, genitori cari,
fratelli e amici,
vi saluto e piango.
Chaìm.
463. PARA TODOS TODO
(No morirá la flor de la palabra)
por el subcomandante Marcos
No morirá la flor de la palabra. Podrá morir el rostro oculto de quien la
nombra hoy, pero la palabra que vino desde el fondo de la historia y de la
tierra ya no podrá ser arrancada por la soberbia del poder.
Nosotros nacimos de la noche. En ella vivimos. Moriremos en ella. Pero la
luz será mañana para los demás, para todos aquellos que hoy lloran la
noche.
Para quienes se niega el día. Para quienes es regalo la muerte. Para
quienes está prohibida la vida.
Para todos la luz. Para todos todo.
Para nosotros la alegre rebeldía. Para nosotros nada.
Nuestra lucha es por la vida y el mal gobierno oferta muerte como futuro.
Nuestra lucha es por la justicia y el mal gobierno se llena de criminales
y asesinos.
Nuestra lucha es por la historia y el mal gobierno propone olvido.
Nuestra lucha es por la paz y el mal gobierno anuncia muerte y destrucción.
Para todos la luz. Para todos todo.
Para nosotros la alegre rebeldía. Para nosotros nada.
Aquí estamos. Somos la dignidad rebelde. El corazón olvidado de la patria.
*
PER TUTTI, TUTTO
Versione italiana di Riccardo Venturi
Non morirà il fiore della parola. Potrà morire il viso nascosto di chi oggi la dice, ma la parola che è venuta dal profondo della storia e della terra non potrà essere strappata via dal potere e dalla sua superbia. Della notte noi siamo nati. In essa viviamo, in essa moriremo. Ma domani, per gli altri, vi sarà la luce, per tutti coloro che, oggi, piangono la notte.
Per coloro cui viene negato il giorno. Per coloro cui la morte è un regalo. Per coloro cui la vita è proibita.
Per tutti la luce. Per tutti tutto.
Per noi l’allegra ribellione. Per noi, niente.
La nostra lotta è per la vita, ed il malgoverno offre morte come futuro.
La nostra lotta è per la giustizia, e il malgoverno si riempie di criminali ed assassini.
La nostra lotta è per la storia, e il malgoverno propone dimenticanza.
La nostra lotta è per la pace, e il malgoverno annuncia morte e distruzione.
Per tutti la luce. Per tutti, tutto.
Per noi l’allegra ribellione. Per noi, niente.
Qui stiamo. Siamo la dignità ribelle. Il cuore dimenticato della patria.
*
FOR ALL THE PEOPLE, EVERYTHING
Versione inglese di Riccardo Venturi
The flower of the word will not die. Maybe, the hidden face of all those, who say it now, will die, but the word coming from the depths of history and of the earth cannot be uprooted by the arrogance of power. From the night we came. In the night we live, in the night we shall die. But, tomorrow, the ligh will shine for the others, for all those who are crying in the night, today.
For all those who are denied the daylight. For all those who see death as a welcome gift. For all those who are forbidden to live.
For all the people, the light. For all the people, everything.
For us, the gay rebellion. For us, nothing.
Our struggle is for life, and a bad government gives us death for the future.
Our struggle is for justice, and a bad government is filled with criminals and assassins.
Our struggle is for memory, and a bad government offers oblivion.
Our struggle is for peace, and a bad government announces death and destruction.
For all the people, the light. For all the people, everything.
For us, the gay rebellion. For us, nothing.
Here we are. We bear the dignity of rebellion. We are the the forgotten heart of our fatherland.
*
TOUT POUR TOUT LE MONDE
Versione francese di Riccardo Venturi
La fleur de la parole ne mourra pas. Ce qui peut mourir, c’est seulement la face cachée de ceux qui la disent aujourd’hui, mais la parole venue du profond de l’histoire et de la terre ne pourra pas être arrachée par le pouvoir et par son arrogance. Nous sommes nés de la nuit. Dans la nuit nous vivons, dans la nuit nous mourrons. Mais, demain, la lumière brillera pour tous ceux qui, aujourd’hui, pleurent la nuit.
Pour tous ceux à qui le jour est nié. Pour tous ceux qui voient la mort comme un beau cadeau. Pour tous ceux à qui la vie est interdite.
La lumière pour tout le monde. Tout pour tout le monde.
Pour nous, la joyeuse rébellion. Pour nous, rien.
Notre combat est pour la vie, et un gouvernement méchant nous offre la mort pour l’avenir.
Notre combat est pour la justice, et un gouvernement méchant se remplit de criminels et d’assassins.
Notre combat est pour l’histoire, et un gouvernement méchant nous propose l’oubli.
Notre combat est pour la paix, et un gouvernement méchant annonce la mort et la ruine.
La lumière pour tout le monde. Tout pour tout le monde.
Pour nous, la gaie rébellion. Pour nous, rien.
Nous sommes là. Nous sommes la dignité de la rébellion. Le cœur oublié de la patrie.
*
ALLES FÜR ALLE
Versione tedesca di Riccardo Venturi
Die Blume des Wortes wird nicht sterben.
Non morirà il fiore della parola. Potrà morire il viso nascosto di chi oggi la dice, ma la parola che è venuta dal profondo della storia e della terra non potrà essere strappata via dal potere e dalla sua superbia. Della notte noi siamo nati. In essa viviamo, in essa moriremo. Ma domani, per gli altri, vi sarà la luce, per tutti coloro che, oggi, piangono la notte.
Per coloro cui viene negato il giorno. Per coloro cui la morte è un regalo. Per coloro cui la vita è proibita.
Per tutti la luce. Per tutti tutto.
Per noi l’allegra ribellione. Per noi, niente.
La nostra lotta è per la vita, ed il malgoverno offre morte come futuro.
La nostra lotta è per la giustizia, e il malgoverno si riempie di criminali ed assassini.
La nostra lotta è per la storia, e il malgoverno propone dimenticanza.
La nostra lotta è per la pace, e il malgoverno annuncia morte e distruzione.
Per tutti la luce. Per tutti, tutto.
Per noi l’allegra ribellione. Per noi, niente.
Qui stiamo. Siamo la dignità ribelle. Il cuore dimenticato della patria.
*
ALLES VOOR ALLEMAAL
Versione olandese di Eliza Wouters-Dijksmuide
De bloem van het woord zal niet sterven. Wat kan sterven is het verborgen gezicht van wie vandaag het zegt, maar het woord, dat uit het diepst van de geschiedenis en van de aarde is gekomen, kan niet meer ontworteld worden door de verwaandheid van de macht. Uit de nacht komen we. In de nacht leven we, in de nacht zullen we sterven.
Maar morgen, voor de anderen zal er licht zijn, voor allen die vandaag in de nacht huilen.
Voor allen die van de daglicht worden beroofd. Voor allen, die de dood voor een geschenk houden. Voor allen, aan die het leven is verboden.
Licht voor allemaal. Alles voor allemaal.
Voor ons, een vrolijke opstand. Voor ons, niets.
Ons gevecht is voor het leven, en een boze regering geeft dood als toekomst.
Ons gevecht is voor het recht, en een boze regering vult zich met misdadigers en moordenaars.
Ons gevecht is voor het herinneren, en een boze regering biedt ons het vergeten aan.
Ons gevecht is voor de vrede, en een boze regering kondigt dood en verwoesting aan.
Licht voor allemaal. Alles voor allemaal.
Voor ons, een vrolijke opstand. Voor ons, niets.
Hier zijn we. Wij zijn de menselijke waardigheid, die staat op. Het vergeten hart van het vaderland.
*
KEMENT TRA EVIT AN HOLL
Versione bretone di Gwenaëlle Rempart
Ne varvo ket bleuñv ar gomz. Gallout a ray mervel bizaj kuzh ar re hiziv o lavar anezhi, met ne c’hall ket ken ur galloud rok diframmañ ar gomz deut eus donder an istor hag an douar.
Ganet e oamp bet eus an noz. Enni e bezomp, enni e varvimp. Met warc’hoazh e vo gouloù evit ar re all, evit ar re holl a ouel hiziv en noz.
Evit ar re a ziouer gouloù an heol. Evit ar re a dremen ar marv evel ur prof. Evit ar re a zo difennet ouzh bevañ.
Ar gouloù evit an holl. Kement tra evit an holl.
Evidomp, ar reveulzi laouen. Evidomp, netra.
Hon emgann a zo evit ar vuhez, hag ur gouarnamant drouk a ginnig deomp marv e-giz dazont.
Hon emgann a zo evit ar reizh, hag ur gouarnamant drouk a garg gant torfedouroù ha muntrerien.
Hon emgann a zo evit an istor, hag ur gouarnamant drouk a ginnig ankounac’h.
Hon emgann a zo evit ar peoc’h, hag ur gouarnamant drouk a gemenn marv ha dismantr.
Ar gouloù evit an holl. Kement tra evit an holl.
Evidomp, ar reveulzi laouen. Evidomp, netra.
Amañ omp. An dellezekelezh dispac’hel omp. Kalon disoñjet ar vammvro.
464. SINÀN CAPUDÀN PASCIA’
Fabrizio de André
Da Creuza de mä, ovviamente…
Teste fascië 'nscià galéa
ë sciabbre se zeugan a lûn-a
a mæ a l'è restà duv'a a l'éa
pe nu remenalu ä furtûn-a
intu mezu du mä
gh'è 'n pesciu tundu
che quandu u vedde ë brûtte
u va 'nsciù fundu
intu mezu du mä
gh'è 'n pesciu palla
che quandu u vedde ë belle
u vegne a galla (2)
E au postu d'i anni ch'ean dedexenueve
se sun piggiaë ë gambe e a mæ brasse neuve
d'allua a cansún l'à cantà u tambûu
e u lou s'è gangiou in travaggiu dûu
vuga t'è da vugâ prexuné
e spuncia spuncia u remu fin au pë
vuga t'è da vugâ turtaiéu (3)
e tia tia u remmu fin a u cheu
e questa a l'è a ma stöia
e t'ä veuggiu cuntâ
'n po' primma ch'à vegiàià
a me peste 'ntu murtä
e questa a l'è a memöia
a memöia du Cigä
ma 'nsci libbri de stöia
Sinán Capudán Pasciá
E suttu u timun du gran cäru
c'u muru 'nte 'n broddu de fàru
'na neutte ch'u freidu u te morde
u te giàscia u te spûa e u te remorde
e u Bey assettòu u pensa ä Mecca
e u vedde ë Urì 'nsce 'na secca
ghe giu u timùn a lebecciu
sarvàndughe a vitta e u sciabeccu
amü me bell'amü
a sfurtûn-a a l'è 'n grifun
ch'u gia 'ngiu ä testa du belinun
amü me bell'amü
a sfurtûn-a a l'è 'n belin
ch'ù xeua 'ngiu au cû ciû vixín
e questa a l'è a ma stöia
e t'ä veuggiu cuntâ
'n po' primma ch'à a vegiàià
a me peste 'ntu murtä
e questa a l'è a memöia
a memöia du Cigä
ma 'nsci libbri de stöia
Sinán Capudán Pasciá.
E digghe a chi me ciamma rénegôu
che a tûtte ë ricchesse a l'argentu e l'öu
Sinán gh'a lasciòu de luxî au sü
giastemmandu Mumä au postu du Segnü
intu mezu du mä
gh'è 'n pesciu tundu
che quandu u vedde ë brûtte
u va 'nsciù fundu
intu mezu du mä
gh'è 'n pesciu palla
che quandu u vedde ë belle
u vegne a galla
1) Nella seconda metà del XV secolo in uno scontro alle
isole Gerbe tra le flotte della repubblica di Genova e quella turca
insieme ad altri prigionieri venne catturato dai Mori un marinaio di nome Cicala
che divenne in seguito Gran Visir e Serraschiere del Sultano assumendo il
nome di Sinán Capudán Pasciá.
2) Ritornello popolare di alcune località rivierasche tirreniche.
3) Turtaieu: letteralmente "imbuto".
Termine indicante un individuo che mangia smodatamente.
*
SINÀN CAPUDÀN PASCIA’
Versione italiana ripresa dall’album
Teste fasciate sulla galea
le sciabole si giocano la luna
la mia è rimasta dov'era
per non stuzzicare la fortuna
in mezzo al mare c'è un pesce tondo
che quando vede le brutte va sul fondo
in mezzo al mare c'è un pesce palla
che quando vede le belle viene a galla
E al posto degli anni che erano diciannove
si sono presi le gambe e le mie braccia
da allora la canzone l'ha cantata il tamburo
e il lavoro è diventato fatica
voga devi vogare prigioniero
e spingi spingi il remo fino al piede
voga devi vogare imbuto
e tira tira il remo fino al cuore
e questa è la mia storia
e te la voglio raccontare
un po' prima che la vecchiaia
mi pesti nel mortaio
e questa è la memoria
la memoria del Cicala
ma sui libri di storia
Sinán Capudán Pasciá
e sotto il timone del gran carro
con la faccia in un brodo di farro
una notte che il freddo ti morde
ti mastica ti sputa e ti rimorde
e il Bey seduto pensa alla Mecca
e vede le Uri su una secca
gli giro il timone a libeccio
salvandogli la vita e lo sciabecco
amore mio bell'amore
la sfortuna è un avvoltoio
che gira intorno alla testa dell'imbecille
amore mio bell'amore
la sfortuna è un cazzo
che vola intorno al sedere più vicino
e questa è la mia storia
e te la voglio raccontare
un po' prima che la vecchiaia
mi pesti nel mortaio
e questa è la memoria
la memoria di Cicala
ma sui libri di storia
Sinán Capudán Pasciá
E digli a chi mi chiama rinnegato
che a tutte le ricchezze all'argento e all'oro
Sinán ha concesso di luccicare al sole
bestemmiando Maometto al posto del Signore
in mezzo al mare c'e' un pesce tondo
che quando vede le brutte va sul fondo
in mezzo al mare c'è un pesce palla
che quando vede le belle viene a galla.
465. THEY DANCE ALONE
Sting
Una celebre canzone dedicata ai desaparecidos cileni e argentini, soprattutto, alle loro coraggiose donne –madri, mogli, compagne, figlie- che non hanno mai cessato di reclamare notizie sulla loro sorte, anche a costo della loro vita e della loro libertà (si pensi solo alle madres de plaza de Mayo argentine). La canzone è sul ritmo di una cueca, una danza popolare cilena.
Why are these women here dancing on their own?
Why is there this sadness in their eyes?
Why are the soldiers here
Their faces fixed like stone?
I can't see what it is that they despise
They're dancing with the missing
They're dancing with the dead
They dance with the invisible ones
Their anguish is unsaid
They're dancing with their fathers
They're dancing with their sons
They're dancing with their husbands
They dance alone, they dance alone
It's the only form of protest they're allowed
I've seen their silent faces they scream so loud
If they were to speak these words they'd go missing too
Another woman on the torture table what else can they do
They're dancing with the missing
They're dancing with the dead
They dance with the invisible ones
Their anguish is unsaid
They're dancing with their fathers
They're dancing with their sons
They're dancing with their husbands
They dance alone, they dance alone
One day we'll dance on their graves
One day we'll sing our freedom
One day we'll laugh in our joy
And we'll dance
One day we'll dance on their graves
One day we'll sing our freedom
One day we'll laugh in our joy
And we'll dance
Ellas danzan con los desaparecidos
Ellas danzan con los muertos
Ellas danzan con amores invisibles
Ellas danzan con silenciosa angustia
Danzan con sus padres
Danzan con sus hijos
Danzan con sus esposos
Ellas danzan solas
Danzan solas
Hey Mr. Pinochet
You've sown a bitter crop
It's foreign money that supports you
One day the money's going to stop
No wages for your torturers
No budget for your guns
Can you think of your own mother
Dancin' with her invisible son
They're dancing with the missing
They're dancing with the dead
They dance with the invisible ones
Their anguish is unsaid
They're dancing with their fathers
They're dancing with their sons
They're dancing with their husbands
They dance alone, they dance alone.
*
BALLANO DA SOLE
Versione italiana di Riccardo Venturi
Perché queste donne stanno ballando da sole?
Perché hanno questa tristezza negli occhi?
Chi sono questi soldati
con la faccia immobile come pietra?
Non posso vedere quel che disprezzano,
stanno ballando con gli scomparsi
stanno ballando coi morti
ballano con gli invisibili
e il loro tormento è indicibile
Stanno ballando coi loro padri
stanno ballando coi loro figli
stanno ballando coi loro mariti
e ballano da sole, ballano da sole
E’ la sola forma di protesta loro permessa
ho visto i loro volti silenziosi gridare a voce altissima
se potessero dire queste parole, scomparirebbero anch’esse
un’altra donna sul banco di tortura, cos’altro possono fare?
Stanno ballando con gli scomparsi
stanno ballando coi morti
ballano con gli invisibili
e il loro tormento è indicibile
Stanno ballando coi loro padri
stanno ballando coi loro figli
stanno ballando coi loro mariti
e ballano da sole, ballano da sole
Un giorno balleremo sulle loro tombe
un giorno canteremo la nostra libertà
un giorno rideremo di gioia
e balleremo
un giorno balleremo sulle loro tombe
un giorno canteremo la nostra libertà
un giorno rideremo di gioia
e balleremo
Ellas danzan con los desaparecidos
Ellas danzan con los muertos
Ellas danzan con amores invisibles
Ellas danzan con silenciosa angustia
Danzan con sus padres
Danzan con sus hijos
Danzan con sus esposos
Ellas danzan solas
Danzan solas
Olà señor Pinochet
hai seminato un seme amaro
è il denaro straniero che sostiene
ma un giorno i soldi finiranno
niente più paghe per i tuoi aguzzini
niente più somme stanziate per le tue armi
e pensa a tua madre
che balla col suo figlio invisibile
Stanno ballando con gli scomparsi
stanno ballando coi morti
ballano con gli invisibili
e il loro tormento è indicibile
Stanno ballando coi loro padri
stanno ballando coi loro figli
stanno ballando coi loro mariti
e ballano da sole, ballano da sole.
466. SHED A LITTLE LIGHT
James Taylor
Let us turn our thoughts today
To Martin Luther King
And recognize that there are ties between us
All men and women
Living on the Earth
Ties of hope and love
Sister and brotherhood
That we are bound together
In our desire to see the world become
A place in which our children
Can grow free and strong
We are bound together
By the task that stands before us
And the road that lies ahead
We are bound and we are bound
There is a feeling like the clenching of a fist
There is a hunger in the center of the chest
There is a passage through the darkness and the mist
And though the body sleeps the heart will never rest
(Chorus)
Shed a little light, oh Lord
So that we can see
Just a little light, oh Lord
Wanna stand it on up
Stand it on up, oh Lord
Wanna walk it on down
Shed a little light, oh Lord
Can't get no light from the dollar bill
Don't give me no light from a TV screen
When I open my eyes
I wanna drink my fill
From the well on the hill
(Do you know what I mean?)
- Chorus -
There is a feeling like the clenching of a fist
There is a hunger in the center of the chest
There is a passage through the darkness and the mist
And though the body sleeps the heart will never rest
Oh, Let us turn our thoughts today
To Martin Luther King
And recognize that there are ties between us
All men and women
Living on the Earth
Ties of hope and love
Sister and brotherhood
*
SPANDI UN PO’ DI LUCE
Versione italiana di Riccardo Venturi
Rivolgiamo i nostri pensieri oggi
a Martin Luther King
e riconosciamo che ci sono dei legami tra di noi
fra tutti gli uomini e le donne
che vivono sulla Terra
Legami di speranza e d’amore
di fratellanza e sorellanza,
che siamo legati assieme
nel desiderio che il mondo divenga
un luogo dove i nostri figli
possano crescere liberi e forti.
Siamo legati assieme
dal compito che abbiamo davanti
e dalla strada che abbiamo dinanzi a noi;
siamo legati, si’, siamo legati.
C’è una sensazione come serrare un pugno
c’è una fame in mezzo al petto
c’è un passaggio tra le tenebre e la nebbia
e anche se il corpo dorme, il cuore non riposa mai
(Coro)
Spandi un po’ di luce, Signore,
per farci vedere
Oh, solo un po’ di luce, Signore,
voglio stare in piedi e alzarmi,
oh, stare in piedi e alzarmi, Signore
voglio camminare su e giù
spandi un po’ di luce, Signore
I dollari non mi danno alcuna luce,
non mi dare luce da un televisore
quando apro gli occhi
voglio bere a sazietà
dal pozzo sulla collina
(Sapete quel che voglio dire?)
(Coro)
C’è una sensazione come serrare un pugno
c’è una fame in mezzo al petto
c’è un passaggio tra le tenebre e la nebbia
e anche se il corpo dorme, il cuore non riposa mai
Rivolgiamo i nostri pensieri oggi
a Martin Luther King
e riconosciamo che ci sono dei legami tra di noi
fra tutti gli uomini e le donne
che vivono sulla Terra
Legami di speranza e d’amore
di fratellanza e sorellanza.
467. SUL CONFINE
Cristiano de André
Passerà questo tempo indeciso
Passerai anche tu
Motori già piu' veloci
Passeranno i tuoi occhi blu
Passeranno le stelle, le notti più scure, le paure
Passeremo anche noi
Passerà questo tempo infelice
Questo battere il piede per terra, la terra col piede
Passeranno canzoni sfinite
Che hanno già camminato nel vento
Non si reggono in piedi
Consumate dal tempo
Passeranno le piogge d'inverno
Dietro ai vetri appannati
E un passare di stelle cadenti
E desideri infiniti
Passeremo anche noi, passeremo anche noi
Si alla fine anche noi, passeremo anche noi
Passerà questa strana fortuna, questa mediocrità
Le invenzioni per pochi denari, questa normalità
Passerà l'occasione portata dal vento
E in un momento passerai anche tu
Passeranno i ricordi del cuore
E le strette di mano
Chi si lega ai ricordi si sa
Non può andare lontano
La squallida stanza di un uomo
Che vive da solo
Passeranno poi tutte le cose
Nel bene e nel male
Nel bene e nel male
Passeranno poi tutte le cose
Nel bene e nel male
Passerà questo tempo indeciso
Passerai anche tu
Passerà un leggero sorriso
Che mi sembrerai tu
Passeranno le emozioni, giornate
E infinite stagioni, passeremo anche noi
Passeremo anche noi
Passereranno canzoni ascoltate
Per un lungo momento
Che ci vivono accanto
A dispetto del tempo
Passeranno le pioggie d'inverno
Dietro ai vetri appannati
E un passare di stelle cadenti
E desideri infiniti
Passeranno i ricordi del cuore
E le strette di mano
Chi si lega ai ricordi si sa
Non può andare lontano
Gli amori cosi' all'improvviso
E di buona fortuna
Passeranno poi tutte le cose
Nel bene e nel male
Nel bene e nel male
468. AIDA
Rino Gaetano
Maledetto incidente stradale che ce lo ha portato via. Grazie, Rino.
Lei sfogliava i suoi ricordi le sue istantanee i suoi tabu'
le sue madonne i suoi rosari e mille mari e alalà
i suoi vestiti di lino e seta le calze a rete Marlene e Charlot
e dopo giugno il gran conflitto e poi l'Egitto e un'altra età
marce e svastiche e federali sotto i fanali l'oscurità
e poi il ritorno in un paese diviso più nero nel viso più rosso d'amore
Aida come sei bella
Aida le sue battaglie i compromessi la povertà
i salari bassi la fame bussa il terrore russo Cristo e Stalin
Aida la costituente la democrazia e chi ce l'ha
e poi trent'anni di safari tra antilopi e giaguari sciacalli e lapin
Aida come sei bella
469. DIE GEDANKEN SIND FREI
Trad.
La conosco cantata in inglese da Pete Seeger, è una vecchia canzone libertaria dell'area alpina di lingua tedesca (Baviera, Austria, Svizzera tedesca, Südtirol - l'avrà fischiettata anche Andreas Hofer contro Napoleone, boh?), avrà trecent'anni, poi s'è diffusa in tutto il mondo di lingua tedesca come emblema dell'anticonformismo e di libertà; i tiranni che la intendevano, non per caso, la bandivano, magari qualcuno è morto per lei, per quello che lei rappresenta. Per Pete Seeger rappresentò la voce di quei molti giusti che si opposero e si oppongono al Vietnam come a tutte le guerre... [Alex Agus dal ng it.fan.musica.de-andre]
In realtà il testo risale a circa il 1780 e fu per la prima volta diffuso su dei fogli volanti.
Die Gedanken sind frei, wer kann sie erraten.
sie fliehen vorbei wie nächtliche Schatten.
Kein Mensch kann sie wissen, kein Jäger sie schießen,
es bleibet dabei: die Gedanken sind frei!
Ich denke was ich will, und was mich beglücket,
doch alles in der Still, und wie es sich schicket.
Mein Wunsch und begehren kann niemand verwehren,
es bleibet dabei: die Gedanken sind frei!
Und sperrt man mich ein im finsteren Kerker,
daß alles sind rein vergebliche Werke.
Denn meine Gedanken zerreissen die Schranken
und Mauern entzwei; Die Gedanken sind frei!
Drum will ich auf immer den Sorgen entsagen,
und will mich nimmer mit Grillen mehr plagen.
Man kann ja im Herzen stets lachen und scherzen und
denken dabei: die Gedanken sind frei!
Ich liebe den Wein, mein Mädchen vor allem,
sie tut mir allein am besten gefallen.
Ich bin nicht alleine bei meinem Glas Weine:
mein Mädchen dabei, die Gedanken sind frei!
*
MY THOUGHTS ARE FREE
Pete Seeger
Versione inglese di Arthur Kevess
Die gedanken sind frei
My thoughts freely flower
Die gedanken sind frei
My thoughts give me power
No scholar can map them
No hunter can trap them
No man can deny
Die gedanken sind frei
I think as I please
And this gives me pleasure
My conscience decrees
This right I must treasure
My thoughts will not cater
To duke or dictator
No man can deny
Die gedanken sind frei
Tyrants can take me
And throw me in prison
My thoughts will burst forth
Like blossoms in season
Foundations may crumble
And structures may tumble
But free men shall cry
Die gedanken sind frei
*
I PENSIERI SONO LIBERI
Versione italiana (dalla versione inglese) di Alex Agus
I pensieri sono liberi,
i miei pensieri sbocciano liberi,
I pensieri sono liberi,
i miei pensieri mi danno forza,
nessun sapiente può tracciarne la linea,
nessun cacciatore li può catturare,
nessuno lo può negare,
i pensieri sono liberi!
Penso quel che mi va di pensare,
e questo mi piace,
è la mia coscienza che decreta
questo diritto di cui debbo far tesoro,
i miei pensieri non serviranno
duci o dittatori,
nessuno lo può negare,
i pensieri sono liberi!
I tiranni possono catturarmi
e gettarmi in galera,
i miei pensieri sbocceranno
come fiori in estate,
le fondamenta possono sbriciolarsi,
e le costruzioni crollare,
ma gli uomini liberi continueranno a gridare:
i pensieri sono liberi!
470. WHAT’S GOING ON
Marvin Gaye
[Marvin Gaye – Al Cleveland – Renaldo Benson]
Mother, mother
There's too many of you crying
Brother, brother, brother
There's far too many of you dying
You know we've got to find a way
To bring some lovin' here today - Ya
Father, father
We don't need to escalate
You see, war is not the answer
For only love can conquer hate
You know we've got to find a way
To bring some lovin' here today
Picket lines and picket signs
Don't punish me with brutality
Talk to me, so you can see
Oh, what's going on
What's going on
Ya, what's going on
Ah, what's going on
In the mean time
Right on, baby
Right on
Right on
Father, father, everybody thinks we're wrong
Oh, but who are they to judge us
Simply because our hair is long
Oh, you know we've got to find a way
To bring some understanding here today
Oh
Picket lines and picket signs
Don't punish me with brutality
Talk to me
So you can see
What's going on
Ya, what's going on
Tell me what's going on
I'll tell you what's going on - Uh
Right on baby
Right on baby
CHE COSA ACCADE
Versione italiana di Riccardo Venturi
Madre, madre
ci son troppi di voi che piangono
fratello, fratello, fratello
ci son troppi, troppi di voi che muoiono
sapete che dobbiamo trovare un modo
per portare un po’ d’amore qui, si’
Padre, padre
non abbiamo bisogno di escalation
vedi, la guerra non è una risposta
perché solo l’amore può vincere l’odio
sai che dobbiamo trovare un modo
per portare un po’ d’amore qui, si’
Picchettaggi e cartelli
non reprimetemi con brutalità
parlatemi, invece, cosi’ vedrete
oh, che cosa accade
che cosa accade,
si’, che cosa accade
ah, che cosa accade
Nel frattempo
forza, avanti, ragazzo
forza
avanti
Padre, padre, tutti pensano che abbiamo torto
oh, ma chi sono per giudicarci
solo perché abbiamo i capelli lunghi
oh, lo sai che dobbiamo trovare un modo
per portare un po’ di comprensione qui, oggi
oh
Picchettaggi e cartelli
non reprimetemi con brutalità
parlatemi, invece, cosi’ vedrete
oh, che cosa accade
che cosa accade,
si’, che cosa accade
ah, che cosa accade
471. BILLY DON’T BE A HERO
Paper Lace
The marching band came down along main street
the soldiers blue step in behind
I looked across and there I saw Billy
waiting to go and goin’ the line
and with her head upon his shoulder
his young and lovely fiancée
from where I stood I saw she was crying
and through a tear I heard her say:
"Billy don't be a hero,
don't be a fool with your life
Billy don't be a hero,
come back and make me your wife"
and as Billy started to go
she said "keep your pretty head low
Billy don't be a hero come back to me"
The soldiers blue were traped on a hill side
the battle raging all around
The seargent cried "we've got to hang on boys
we've got to hold this piece of land
I need a volunteer to ride up
and bring us back some extra men"
And Billy’s hand was up in a moment
Forgetting all the words she said.
She said:
"Billy don't be a hero,
don't be a fool with your life
Billy don't be a hero,
come back and make me your wife"
and as Billy started to go
she said "keep your pretty head low
Billy don't be a hero come back to me"
I heard his fiancée got a letter
that told how Billy died that day
the letter said that he was a hero
she should be proud he died that way
I heard she threw the letter away.
"Billy don't be a hero,
don't be a fool with your life
Billy don't be a hero,
come back and make me your wife"
and as Billy started to go
she said "keep your pretty head low
Billy don't be a hero come back to me"
*
BILLY NON ESSERE UN EROE
Versione italiana di Riccardo Venturi
La banda percorreva a passo di marcia la strada principale
i soldati in blu venivano dietro
ho guardato in mezzo a loro e ho visto Billy
che aspettava di andare al fronte
e, con la testa sulle spalle
la sua giovane e graziosa fidanzata;
da dove stavo, ho visto che piangeva
e fra una lacrima, ho sentito che diceva:
"Billy, non essere un eroe,
non fare lo stupido con la tua vita
Billy non essere un eroe,
ritorna, e sposami”.
E quando Billy si mise in cammino
lei disse “tieni bassa la tua bella testa,
Billy, non essere un eroe e ritorna da me”
I soldati in blu furono messi in trappola su una collina
e la battaglia infuriava tutto attorno
il sergente urlò: “dobbiamo resistere, ragazzi,
dobbiamo tenere questo pezzo di terra.
Ho bisogno di un volontario che si metta a cavallo
per portarci qualche uomo in più”.
E dopo un momento Billy alzò la mano
dimenticando tutto ciò che lei aveva detto.
Aveva detto:
"Billy, non essere un eroe,
non fare lo stupido con la tua vita
Billy non essere un eroe,
ritorna, e sposami”.
E quando Billy si mise in cammino
lei disse “tieni bassa la tua bella testa,
Billy, non essere un eroe e ritorna da me”
Ho sentito che la sua fidanzata ha ricevuto una lettera
che diceva come Billy era morto quel giorno
la lettera diceva che era un eroe
e che lei doveva essere fiera che fosse morto in quel modo.
Ho sentito dire che lei gettò via la lettera.
"Billy, non essere un eroe,
non fare lo stupido con la tua vita
Billy non essere un eroe,
ritorna, e sposami”.
E quando Billy si mise in cammino
lei disse “tieni bassa la tua bella testa,
Billy, non essere un eroe e ritorna da me”
472. CAN’T FIND OSAMA, BOMB IRAQ
( )
Altogether now,
One... Two... One Two Three Four...
If you cannot find Osama, Bomb Iraq.
If the markets are a drama, Bomb Iraq.
If the terrorists are frisky,
Pakistan is looking shifty,
North Korea is far too risky, Bomb Iraq.
If we have no allies with us, Bomb Iraq.
If we're thinkin' someone's dissed us, Bomb Iraq.
So to hell with the inspections,
Let's look tough for the elections,
Close your mind and take directions, Bomb Iraq.
It's "pre-emptive non-aggression", Bomb Iraq.
Let's prevent this mass destruction, Bomb Iraq.
They've got weapons we can't see,
And that's good enough for me
'Cos it's all the proof I need, Bomb Iraq.
If you never were elected, Bomb Iraq.
If your mood is quite dejected, Bomb Iraq.
If you think Saddam's gone mad,
With the weapons that he had,
(And he tried to kill your dad), Bomb Iraq.
If your corporate fraud is growin', Bomb Iraq.
If your ties to it are showin', Bomb Iraq.
If your politics are sleazy,
And hiding that ain't easy,
And your manhood's getting queasy, Bomb Iraq.
Fall in line and follow orders, Bomb Iraq.
For our might knows not our borders, Bomb Iraq.
Disagree? We'll call it treason,
Let's make war not love this season,
Even if we have no reason, Bomb Iraq.
Hey! The Christian God's on our side, Bomb Iraq.
Bless the weapons, take the ride and Bomb Iraq.
Let the innocents be killed,
And lots of heathen blood be spilled,
To get our fuel tanks cheaply filled, let's BOMB IRAQ!
OSAMA NON SI TROVA, BOMBARDIAMO L’IRAQ
Versione italiana di Riccardo Venturi
Tutti insieme ora,
Uno…due…un due tre quattro…
Se Osama non si trova, bombardiamo l’Iraq.
Se i mercati sono un dramma, bombardiamo l’Iraq.
Se i terroristi sono ovunque,
Se il Pakistan sembra ambiguo,
Se la Corea del Nord è troppo rischiosa, bombardiamo l’Iraq.
Se non abbiamo nessun alleato, bombardiamo l’Iraq.
Se qualcuno non ci soddisfa, bombardiaùp l’Iraq.
E affanculo le ispezioni,
pensiamo piuttosto alle elezioni,
chiudere la mente e prendere istruzioni: bombardiamo l’Iraq.
E’ una “non-aggressione preventiva”, bombardiamo l’Iraq.
Impediamo questa distruzione di massa, bombardiamo l’Iraq.
Hanno armi che non possiamo vedere,
e questo è abbastanza per me
perché sono tutte le prove che mi servono: bombardiamo l’Iraq.
Se non sei mai stato eletto, bombarda l’Iraq.
Se sei un poco giù di corda, bombarda l’Iraq.
Se pensi che Saddam è impazzito
con tutte le armi che aveva
(e ha tentato di ammazzarti il babbo), bombarda l’Iraq.
Se la tua bancarotta cresce, bombarda l’Iraq.
Se vengono a galla i tuoi legami, bombarda l’Iraq.
Se i tuoi politici sono dei buoni a nulla
e nascondono che non sarà facile,
se la tua virilità sta facendo cilecca, bombarda l’Iraq.
State in riga e rispettate gli ordini, bombardate l’Iraq.
Perché la nostra potenza non conosce limiti, bombardate l’Iraq.
Non siete d’accordo? Lo chiameremo tradimento,
e stavolta facciamo la guerra e non l’amore
anche se non abbiamo ragione, bombardiamo l’Iraq.
Uau! Il Dio cristiano è dalla nostra parte, bombardiamo l’Iraq.
Benedite le armi, fate un salto laggiù e bombardate l’Iraq.
Che degli innocenti siano uccisi
e sgorghi un sacco di sangue pagano
perché i nostri serbatoi sian riempiti a poco prezzo: BOMBARDIAMO L’IRAQ!
473. BAMBINO
Banco del Mutuo Soccorso
(musica: V. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo)
Guarda, guarda bambino
come sono, sono alti gli aeroplani.
Guarda, guarda lontano
quante stelle cadono giù,
grappoli di rose, nel silenzio veloce.
Senti, senti bambino
questa storia che non sa di pane,
che ti arriva nel cuore,
così lieve non fa rumore,
sparano lontano, è una pioggia di stelle.
Come si fa, ma come fanno gli angeli
a volare in un cielo rosso.
Stringimi forte ora, che non mi sento di scappare
questa è una notte vera.
Tu, dimmelo ancora,
tu dimmelo ancora,
tu stringimi ancora,
tu, ancora, ancora.
Come si fa, ma come fanno gli angeli
a volare in un cielo rosso.
Stringimi forte ora, che non mi sento di scappare
questa è una notte vera.
Tu, dimmelo ancora,
tu, dimmelo ancora,
tu, stringimi ancora,
tu, ancora, ancora.
474. RESIST WAR
Chris Brown – Kate Fenner
La canzone si puo' scaricare da dove gli autori invitano a farlo e a diffonderla.
I will resist war
I will not be seduced by hate
I'll live in service
the only enemy is my own heart
should I decide too late
to challenge the very name
for what is war
but rich spending poor inside a game
It's not just the bullets
it's more than cannons in a field
it's the brutal fabric
sewn by every crooked deal
and the loose threads of justice
pulled for this contest we are in
for what is life
if it takes them to die for us to win
Are you listening?
there is a prophet in our midst
it is the corpse
a dead hand curled into a fist
will you ignore
the timeless story of the name
of what war is
and how it all turns out the same
oh truth--what's to be done?
they've made a liar of everyone
And every tyrant
is built a dollar at a time
so here's your Hitler--
standing on nickles and on dimes
oh the crimes
being done everyday
and nothing's changing
it's all perpetuating hate
One more lie
one more battle
one more grave
war without end
and if the willing and the brave
and the deaths of millions
has promised no relief
then I take my life
and place it on the side of peace.
*
RESISTERE ALLA GUERRA
Versione italiana di Riccardo Venturi
Resisterò alla guerra,
non sarò sedotto dall’odio.
Vivrò mobilitato
l’unico nemico è il mio cuore.
Se decidessi troppo tardi
di mettere in discussione il suo stesso nome,
per che cosa è la guerra,
se non un ricco che spende poveri in un gioco?
Non sono solo i proiettili,
è più che dei cannoni su un campo di battaglia
è la stoffa brutale
cucita con ogni losco affare
sono i fili allentati della giustizia
che sostengono questa lotta in cui siamo dentro,
e per cosa mai sarà la vita
se li porta a morire perché noi vinciamo?
State ascoltando?
C’è un profeta in mezzo a noi,
è il cadavere,
una mano morta avvolta in un pugno.
E ignorerete
la storia senza tempo del nome
di ciò che è guerra,
e di come si rivela sempre la stessa cosa?
Oh, la verità…che cosa si deve fare?
Hanno reso ciascuno di noi un bugiardo
E ogni tiranno
è costruito un dollaro alla volta;
eccovi il vostro Hitler
fondato sui quattrini
oh, i crimini
che vengono commessi ogni giorno
e niente cambia,
tutto sta perpetuando l’odio
Ancora una menzogna,
ancora una battaglia
ancora una tomba
guerra senza fine
e se i volonterosi e i coraggiosi
e la morte di milioni
non hanno promesso rinforzi
allora prenderò la mia vita
e la metterò dalla parte della pace.
475. BLA, BLA, BLA
Banco del Mutuo Soccorso
[ Musica e testo : V. Nocenzi ]
Bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla,
bla, bla, bla.
Buongiorno Duca-Sire bonne soire ma guardi buongiorno, sono appena le tre
si ma dopo mezzo dì... Bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla.
Duca stia attento per carità ho detto che e' giorno e giorno sarà...
Mi spiace perché insisto buonasera sire bla, bla, bla. Buonasera, bla, bla,
bla.
Ah, si ! Una pattuglia, dieci plotoni. Cinquanta pattuglie e sei
battaglioni.
Vedremo chi la spunterà...
Felloni a morte è il nostro motto e non ci fermeremo, si sentiranno
poi di averci offeso ma è troppo tardi e non si torna indietro...
No, no... vincerò, superbia.......con quei cannoni non ci fanno un baffo,
lanciamo un missile in tre secondi, fellone in aria salterà...
Bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla,
bla, bla, bla.
Dieci pattuglie, cento plotoni. Mille pattuglie e sei battaglioni.
Vedremo chi la spunterà...
Felloni a morte è il nostro grido e non ci fermeremo si sentiranno
poi d'averci offeso ma è troppo tardi e non si torna indietro. No, no...
476. BUONA NOTTE, SOGNI D’ORO
Banco del Mutuo Soccorso
[musica: V. Nocenzi, G. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi]
Ma cos'è che non va stasera
ma perché quella faccia scura e seria.
Tu magari non hai capito
qualcosa che ti è sfuggito.
C'è sempre chi ne parla male
ma da noi è tutto regolare.
Tutto bene qui in occidente
stai sicura che non succede niente.
Una bomba vorrai scherzare
che ti ammazza e nemmeno fa rumore.
Stai tranquilla non aver paura
questa è una notte sicura.
Buona notte e sogni d'oro
dormi che va bene così.
Buona notte e sogni d'oro
dormi, forse è meglio così.
Dammi retta non ci pensare
il giornale s'inventa tante storie.
Una bomba vorrai scherzare
che ti ammazza e nemmeno fa rumore.
Non guardarmi con gli occhi assenti
siamo sani, noi siamo intelligenti.
Stai tranquilla non aver paura
questa è una notte sicura.
Buona notte e sogni d'oro
dormi che va bene così.
Buona notte e sogni d'oro
dormi, forse è meglio così...
477. BUONE NOTIZIE
Banco del Mutuo Soccorso
[musica: V. Nocenzi, G. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi]
Buone notizie, è calma la città
il tempo è buono, la guerra non si fa
c'è chi ha capito, chi ancora non lo sa
chi vuol sapere che cosa succederà.
Il re ha lasciato stanotte la città
quelli informati hanno detto che non tornerà
c'è chi ci crede, chi dubita si sa
ma per la strada qualcuno ride già.
Buone notizie, la festa ci sarà
anche se è vero che a qualcuno non piacerà
c'è chi discute, chi non dice la verità
ma di sicuro, un accordo si troverà
e tutti quelli che hanno detto sempre no
oggi sono in pochi e si vergognano anche un po'.
Buone notizie che grande novità
solo per oggi, la guerra non si fa,
buone notizie è cosa certa ormai,
c'è sul giornale che sai non sbaglia mai,
qualcuno piange, per cosa per cosa non si sa,
buone notizie domani... se verrà.
478. LA BOMBA
I Nomadi
Nel cielo suona una tromba
o forse invece è una bomba
o forse è solo un temporale
che mi sorprende per le scale
ma cosa dico non ci sento
ora sta cambiando il vento.
Ascolto l'eco dei tuoni
e inseguo ancora i miei sogni
sogni rosa di un bambino
che guarda il mondo da vicino
e che non crede a chi dirà
che astenersi è santità.
Ecco che il vento è cambiato
e un altro tempo ha portato
il tempo della primavera
di un giorno in cui non è mai sera
ma questo giorno non mi dà
che un cielo grigio di realtà
E intanto gocciola il tempo
e sembra privo di senso
ma giù dal cielo una bomba cadrà
sulla terra evaporerà
il riso dei bimbi, il verde dei prati
i sogni d'amore mai giocati.
Ancora il vento è cambiato
e un gran silenzio ha lasciato
con giochi vuoti di parole
sciolte come nebbia al sole
in fondo a tutto resta già
un fatto che è violenza in verità.
Lo so non basta cantare
però io questo so fare
sentirsi un po' più innocente
rispetto al silenzio di tanta gente
portar sorriso quando si muore
quando sulla testa scoppierà un sole.
479. TAXI
Banco del Mutuo Soccorso
[musica: V. Nocenzi, G. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi]
Notte poco adulta sopra un taxi compiacente
taxista riservato, anzi indifferente
"Signore, dica pure, dove vuole andare?"
Dico - scegli tu, vai pure dove ti pare.
E' tutto assai normale
anche i lampioni hanno un respiro regolare.
Notte senza cuore, misteriosa come tante
la radio certe volte non è convincente
speciale notiziario ha invitato gli utenti
"dormite più tranquilli col coltello tra i denti"
è tutto assai normale
anche le stelle stanno ancora a guardare.
Anche se il Presidente con voce naturale
ha detto che domani c'è la guerra mondiale
anche se il Presidente tra un applauso e un evviva
ha detto che stavolta sarà definitiva.
Anche se il Presidente con voce naturale
ha detto che domani c'è la guerra mondiale
anche se il Presidente tra un applauso e un evviva
ha detto che stavolta sarà definitiva.
Notte primo amore, tu che muori domattina
il taxi girotonda in crisi di benzina
ho un libro di Bukowsky sull'eiaculazione
seguire le avvertenze con estrema attenzione
salute al Presidente e anche alla nazione.
E' tutto assai normale
sta a vedere forse avrò capito male.
Anche se il Presidente con voce naturale
ha detto che domani c'è la guerra mondiale
anche se il Presidente tra un applauso e un evviva
ha detto che stavolta sarà definitiva.
480. NOI PARTE DUE
Max Pezzali
So benissimo che la maggior parte delle persone di questo NG vomiterà al sol sentir nominare Max Pezzali.Purtroppo quest'autore, complici anche i singolacci pseudodance che fa uscire ogni anno, è poco considerato e molto molto vittima di luoghi comuni che lo identificano come cantante sfigato per ragazzini brufolosi. Vi devo dire che invece se si comprano i suoi dischi e si eliminano i singoli qualcosa di buono (veramente buono) c'è!
La canzone del subject è stata scritta a quattro mani da Max Pezzali e J.Ax (degli articolo 31); non parla direttamente della guerra (ecco il perchè del punto interrogativo nel subject) ma è piuttosto un inno di rabbia contro tutto quello che c'è di sbagliato, e contro i sogni con cui molti miei coetanei sono stati drogati. Sebbene non si parli di guerra penso possa essere comunque inserita in questo contesto. La parte finale in cui si invita a "scegliere se fare parte dell'ingranaggio o del piano di sabotaggio" è poi un chiaro invito a farsi sentire, un po' come stanno facendo milioni di pacifisti in tutto il mondo.
Rinnegati e illegittimi
figli di anni vuoti e inutili
quegli ottanta che dicono
causa di mali conosciuti e non
mai toccati dall'epoca
dei grandi temi di politica
sospettati di fingerci
o troppo vecchi o troppo giovani.
Addestrati a credere
che bastava crescere
dentro al meccanismo
per aver tutto a portata di mano
o diploma o laurea
carta canta e canterà
ma poi sul piu' bello
scusate tanto avevamo sbagliato.
(Noi) mentre il mondo va
(Noi) in velocità
(Noi) raggiungendoci
(Noi) stritolandoci.
Ci dicevano trovati
un posto fisso e poi sistemati
e da li' chi ti sposterà
poi e' arrivata la mobilità
e noi ultimi reduci
di scuole vecchie ed immutabili
fionde in mano a combattere
nemici con le bombe atomiche.
Con quell'ansia dentro che
non ti fa capire se
sei tu inadeguato
o tutto il mondo che hai intorno e' sbagliato
senso di precarietà
le responsabilità
che hanno un peso sempre
un po' troppo grande per uno già grande.
(Noi) ma non siamo qui
(Noi) per arrenderci
(Noi) mimetizzati
(Noi) poi colpiscili.
[Erano tempi di ansia noi si girava in banda
zero valori ma tele a colori tanta
doppi lavori ai genitori e a noi cartoni manga
promozioni e standa c'erano firme su occhiali
stivali e cambiali in banca.
Anni 80 basta panta zampa, pace, amore e yoga
una generazione alla moda prova i soldi come nuova droga
lavoro sicuro futuro pianificato
qualcuno capiva quanto quel gioco fosse sbagliato
e se non giocavi eri un outsider magari sognavi l'hip hop
e gli States, Michael J.Fox sullo skate era il tuo easy rider
senza una meta precisa o parvenza di etica
scuola obsoleta di decisa appartenenza politica
prepara alla carriera da schiavi puliti e ordinati
sfruttati e gabbati non tutti siamo stati zitti e bravi.
(Noi) nel mondo digitale severo dove sei uno o sei zero
saremo gli ultimi a ricordare la tele in bianco e nero.
E ora che e' finito il rodaggio ci vuole coraggio:
scegliere se fare parte dell'ingranaggio o del piano di sabotaggio
il sistema presenta errori di fondo: chiudiamo il conto
o saremo solo una virgola tra il vecchio e il nuovo mondo.]
(Noi) mentre il mondo va
[e' un'altra guerra per]
(Noi) in velocità
[trema la terra per]
(Noi) raggiungendoci
[ansia che sale per]
(Noi) stritolandoci
[può fare male ma]
(Noi) ma non siamo qui
[solo di passaggio]
(Noi) per arrenderci
[all'ingranaggio]
(Noi) mimetizzati
[giocala di intelligenza]
(Noi) poi colpiscili
[e fai la differenza.]
[Ah... il trentunesimo articolo]
mentre il mondo va
[ottoottotre "S.F."]
in velocità
[sotto il fuoco anche se non lo sai]
raggiungendoci
[e' per la nostra generazione]
stritolandoci
[ancora in piedi]
mentre il mondo va
[e sono fuori di qui]
in velocità
[J.Ax]
raggiungendoci, stritolandoci.
481. LE GRAND CHAMBARDEMENT
Guy Béart
Guy Béart (il cui vero cognome è Béhar) è nato al Cairo il 16 luglio 1930. Assieme a Brel e Brassens forma il cosiddetto trio dei « grandi B » della canzone d’autore francese, anche se Béart non è mai stato conosciuto all’estero quanto gli altri due. Ma, sicuramente, Guy Béart meriterebbe di essere meglio conosciuto anche fuori dalla Francia, anche per i suoi caratteri di assoluta originalità e per la varietà di « stili » (cosa in cui si avvicina ad un altro grande maestro della canzone francese, Serge Gainsbourg) presenti nelle sue canzoni. Figlio di un ingegnere e destinato lui stesso a studi di ingegneria, Guy Béart arriva in francia nel 1947. La morte del padre, nel 1952, lascia tutta la famiglia in ristrettezze economiche, ed il giovane Béart (il cui talento musicale ha già cominciato ad esprimersi) è costretto a sbarcare il lunario in un ufficio. Ma a partire dal 1954 si aprono per lui i cabaret della Rive Gauche ed il mitico teatro Bobino, quello in cui Brassens si è esibito fino alla morte. Juliette Gréco comincia ad ordinargli delle canzoni (tra le quali la spassosa Chandernagor, in cui i nomi dei vecchi « Comptoirs d’Inde » francesi dissimulano le parti del corpo femminile, e Qu’on est bien). Nel 1957 la carriera artistica di Béart prende lo slancio definitivo, quando il produttore Jacquest Canetti gli fa registrare il primo album a cui collabora Boris Vian. Il disco è un successo e gli vale, nel ’58, il Grand Prix de l’Académie du Disque Français. L’anno dopo, Bruno Coquatrix lo fa consacrare all’ Olympia, ed il primo recital resta famoso per le sue folli risate sul palcoscenico e per i suoi « buchi di memoria » durante l’interpretazione delle canzoni ; ma il pubblico, assai caloroso, glieli « copre » cantando a memoria le canzoni assieme a lui.
Analogamente alle canzoni di Georges Brassens, quelle di Béart hanno usualmente una melodia semplice all’ascolto, ma di scrittura complessa. Negli anni ’60, dopo gli inizi folgoranti, la carriera di Béart sembra marcare il passo e le case discografiche cominciano a disinteressarsi di lui, a tal punto che gli diviene difficile registrare dei dischi. E’ per questo che, nel 1963, fonda con l’aiuto di Jacques Canetti la sua propria casa, l’ APAM (Auto Production des Artistes du Micro). Nel frattempo, Béart inizia anche una carriera televisiva, e crea una trasmissione che diverrà assai popolare per tutti gli anni ’60, Bienvenue. Dal 1963 al 1970 sono ospiti della trasmissione i più grandi artisti internazionali, da Duke Ellington a Yves Montand ; va detto che Béart « si serve » della trasmissione anche per far conoscere le proprie canzoni. Nel 1965, la sua compagna Généviève Galéa dà alla luce una figlia : si tratta della nota (e bellissima) attrice Emmanuelle Béart, che fa il suo esordio, ventiduenne, nei due film di Claude Berri ispirati a Jean de Florette e Manon des Sources di Marcel Pagnol.
Come detto, Guy Béart ha « esplorato » un po ‘ tutti gli stili nelle sue canzoni (più di trecento in tutto). Dalle canzoni popolari francesi (Vive la rose, 1971) alla tradizione classica (Les chansons gaies des belles années, 1982), dal futurismo fantascientifico (Futur-fiction fantastique, 1977) all’attualità più cruda (Les nouvelles chansons, 1978). Nelle sue canzoni davvero tutto trova posto : politica, filosofia, amore, religione, scienza, architettura e via dicendo. Nel 1976 la sua poesia seduce una coppia di grandi attori francesi, Madeleine Renaud e Jean-Louis Barrault ; insieme decidono di incidere un album nel quale i due attori leggono una silloge di 31 testi.
Pur soggetto a frequenti « cali » nei favori del pubblico, dovuti senz’altro alla sua estrema complessità ed imprevedibilità, Guy Béart è tuttora attivissimo.
La terre perd la boule
Et fait sauter ses foules
Voici finalement
Le grand le grand
Voici finalement
Le grand chambardement
Un grain de sable explose
Un grain c'est peu de choses
Mais deux mais dix mais cent
Ça c'est intéressant
Voyez messieurs mesdames
Dans l'univers en flammes
Entre les hommes-troncs
La danse des neutrons
C'est l'atome en goguette
Le ping-pong des planètes
La lune fait joujou
Et met la terre en joue
C'est la grande escalade
Les monts en marmelade
Sous le rayonnement
Du grand du grand
Sous le rayonnement
Du grand chambardement
Place pour le quadrille
Des fusées des torpilles
Ce soir c'est le grand bal
La "der des der" globale
Oyez les belles phrases
La Chine table rase
Se crêpant le chignon
A coups de champignons
Sur les montagnes russes
Passées au bleu de Prusse
Les bons gars du Far-West
Ont bien tombé la veste
Regardez qui décide
Ce joyeux génocide
Qui dirige vraiment
Le grand chambardement
Ciel ! Ce sont les machines
Les machines divines
Qui nous crient en avant
En langue de savant
Que les calculatrices
Sur le feu d'artifice
Alignent leurs zéros
Comme des généraux
Elles ont fait merveille
Bravo pour ces abeilles !
Qu'on décore à cette heure
Le grand ordinateur !
Nous finirons la guerre
Avec des lance-pierres
Si nous vivons demain
Nous en viendrons aux mains
Si nous vivons demain
Nous en viendrons aux mains
*
IL GRANDE PARAPIGLIA
Versione italiana di Riccardo Venturi
La terra perde la testa
e fa saltare in aria le folle
ed ecco finalmente
il grande il grande il grande
ed ecco finalmente
il grande parapiglia
Un grano di sabbia esplode
un granello è poca cosa
ma due ma dieci ma cento
diventa interessante
Vedete signore e signori
nell’universo in fiamme
in mezzo ai mutilati
la danza dei neutroni
E’ l’atomo impazzito
il ping-pong dei pianeti
la luna fa cucu’
e punta diretta alla terra
E’ la grande scalata,
i monti di marmellata
sotto l’imperversare
del grande grande grande
sotto l’imperversare
del grande parapiglia
Avanti per la quadriglia
dei missili e dei siluri
stasera c’è il gran ballo,
il gran finale globale
Udite le belle frasi,
la Cina tabula rasa
che fa, che fa a cazzotti
a colpi di funghi atomici
Sulle montagne russe
ripassate al blu di prussia
i ragazzi del Far West
si son già levati la giacca
Guardate chi decide
questo allegro genocidio,
chi dirige veramente
il grande parapiglia
Oh, cielo! Sono le macchine,
le macchine divine
che ci urlano in faccia
con linguaggio da sapienti
Ché i calcolatori
sotto i fuochi d’artificio
allineano gli zeri
come dei generali
Han fatto meraviglie,
che brave queste api!
E che si decori adesso
Il gran Computer!
Finiremo la guerra
con solo delle fionde,
se sopravviveremo
riverremo alle mani
Se sopravviveremo
riverremo alle mani.
482. THOUSANDS OF FEET BELOW YOU
Alice Walker
Thousands of feet
Below you
There is a small
Boy
Running from
Your bombs.
If he were
To show up
At your
mother's
House
On a green
Sea island
Off the coast
Of Georgia
He'd be invited in
For dinner.
Now, driven,
You have shattered
His bones.
He lies steaming
In the desert
In fifty or sixty
Or maybe one hundred
Oily,
slimy
Bits.
If you survive
& return
To your
island
Home
& your
mother's
Gracious
Table
Where the cup
Of
loving kindness
Overflows
The
brim
(&
From which
No one
In memory
Was
ever
Turned)
Gather yourself.
Set a place
For him.
*
QUALCHE MIGLIAIO DI METRI SOTTO DI VOI
Versione italiana di Riccardo Venturi
Qualche migliaio
di metri sotto di voi
c’è un
ragazzino
che sta scappando
dalle vostre bombe.
Se per caso
arrivasse
a casa
di vostra
madre
su una verde
isola
al largo
della Georgia
sarebbe invitato
a pranzo.
Ora, spazzato via,
avete disintegrato
le sue ossa.
Giace in vapore
nel deserto
in cinquanta, sessanta
o forse cento
pezzi
sporchi di petrolio.
Se sopravviverete
e ritornerete
alla vostra
isola
a casa
e la bella tavola
di vostra
madre
dove il calice
dell’amabilità
e della gentilezza
trabocca
dall’orlo
(e
dalla quale
nessuno,
che ci si ricordi,
è mai
stato
mandato via)
Stringetevi.
Fategli
un po’ di posto.
483. WALLFLOWER
Peter Gabriel
6 x 6 - from wall to wall
Shutters on the windows, no light at all
Damp on the floor, you got damp in the bed
They're trying to get you crazy - get you out of your head
And they feed you scraps and they feed you lies
To lower your defences - no compromise
Nothing you can do, the day can be long
Your mind is working overtime, your body's not too strong
Hold on, hold on, hold on, hold on, hold on, hold on
They put you in a box so you can't get heard
Let your spirit stay unbroken, may you not be deterred
Hold on
You have gambled with your own life
And you face the night alone
While the builders of the cages
Sleep with bullets, bars and stone
They do not see your road to freedom
That you build with flesh and bone
They take you out and the light burns your eyes
To the talking room - it's no surprise
Loaded questions from clean white coats
Their eyes are all as hidden as their Hippocratic Oath
They tell you - how to behave, behave as their guest
You want to resist them, you do your best
They take you to your limits, they take you beyond
For all that they are doing there's no way to respond
Hold on, hold on
They put you in a box so you can't get heard
Let your spirit stay unbroken, may you not be deterred
Hold on
You have gambled with your own life
And you face the night alone
While the builders of the cages
Sleep with bullets, bars and stone
They do not see your road to freedom
That you build with flesh and bone
Though you may disappear, you're not forgotten here
And I will say to you, I will do what I can do
You may disappear, you're not forgotten here
And I will say to you, I will do what I can do
And I will do what I can do
And I will do what I can do
*
TAPPEZZERIA
Versione italiana di Riccardo Venturi
1 m x 1m da parete a parete
scuri alle finestre, niente luce
pavimento umido, letto umido
tentano di farti impazzire, di farti andare fuori di testa
E ti danno in pasto porcherie e bugie
per abbassare le tue difese – nessun compromesso,
niente che tu possa fare, e il giorno può essere lungo
la tua mente fa gli straordinari, il tuo corpo non è troppo robusto
resisti, resisti, resisti, resisti
ti mettono in una specie di scatola in modo che non ti sentano
ma fai che la tua mente non si spezzi e che non ti dissuadano
Resisti
hai giocato d’azzardo con la tua vita
e affronti la notte da solo
mentre i costruttori di gabbie
dormono con pallottole, spranghe e pietre
non vedono il tuo cammino verso la libertà
che costruisci col sangue e con le ossa
Ti portano fuori e la luce ti brucia gli occhi
alla stanza dell’interrogatorio – non c’è da stupirsi
domande su domande da parte di camici bianchi puliti
i loro occhi nascosti come il loro giuramento di Ippocrate
ti dicono come comportarti, comportarti da loro ospite
tu vuoi resistergli, fai del tuo meglio
ti portano al limite, ti portano oltre il limite
perché a quello che fanno non c’è modo di rispondere
resisti, resisti
ti mettono in una specie di scatola in modo che non ti sentano
ma fa che la tua mente non si spezzi e che non ti dissuadano
Resisti
hai giocato d’azzardo con la tua vita
e affronti la notte da solo
mentre i costruttori di gabbie
dormono con pallottole, spranghe e pietre
non vedono il tuo cammino verso la libertà
che costruisci col sangue e con le ossa
Anche se puoi scomparire, qui non sei dimenticato
e io ti dico che farò quello che posso
Potrai scomparire, ma qui non sarai dimenticato
e io ti dico che farò quello che posso
che farò quello che posso
che farò quello che posso.
484. SCOLPISCI GUERRA
Marco Parente
Armi di tutto il mondo
Fermatevi a pensare
Se la bellezza è un coltello
Scolpisce la violenza
Che hai in mano
Se la pace ha una pistola
L’obiettivo cambia bersaglio
Quante più cose salverò
Quanto più senso avrò
Quando mi vincerò
Armi di tutto il mondo
Fermatevi a pensare
Se la bellezza è un coltello
Scolpisce un nuovo bersaglio
Quante più cose salverò
Quanto più senso avrò
Quando mi vincerò
Quanto più senso avrò
Quando mi vincerò
Quando mi vincerò
Quando mi vincerò
Quando mi vincerò
Quando mi vincerò
Quando mi vincerò
Quanto più senso avrò
485. PLANEDENN
Gilles Servat
[ Yann-Ber Piriou – Gilles Servat ]
(1975)
Pa rankas dilezel ar ger
Ha mont d'ar brezel da bellvro
Ar c'hleier-galv a vralle taer
Ne zuas ket he gwaz en dro
Pa'c'h eo aet kuit da seitek vloaz
E oa koant' vel ur rozenn wenn
Lizher avat n'he deus bet biskoazh
He merc'h zo kollet da viken
Ha pa laoskas he mab barkoù
Da vont da vervel' vel an tad
An drez a greskas ene brajoù
Gant ar balan hag al linad
Bugale all zo aet da Baris
Bevan aman ne oa ket aes
Bugale all zo aet da Baris
Skeud an Ankou zo war ar maez
He zi bet gwechall leun a vuhez
A zo digor d'an avel foll
A piv a gredo tamall neuze
M'he deus gwinardant war an daol?
Kredit ac'hanon kompagnunez
Evit dastun o fezhioù aour
Un toullad mat eus an aotronez
A oar ober teil gant ar paour
Arc' hoazh e vo kaset d'an ospis
Hec'h-unan gant he c'halon yen
He bugale zo aet da Baris
Pe da lec'h all n'ouzon ket ken
*
[ Versione francese fornita da Paolo Sollier, senza titolo ]
Quand il dut quitter la maison
Et partir à la guerre en pays lointain
L'appel du clocher sonnait violemment
Son homme ne revint jamais
Quand elle est partie à 17 ans
Elle était jolie comme une rose blanche
Aucune lettre elle ne reçut jamais
Sa fille est perdue pour toujours
Quand son fils laissa ses prés
Pour aller mourir comme le père
La ronce poussa dans les champs
Avec le genêt et l'ortie
Les autres enfants sont allés à Paris
Vivre ici n'était pas facile
Les autres enfants sont allés à Paris
L'ombre de la mort est sur la campagne
Sa maison autrefois pleine de vie
Est ouverte au vent fou
Et qui trouvera quelque chose à dir
Si elle a de l'eau-de- vie sur la table
Croyez-moi compagnons
pour amasser leur pièces d'or
Un bon tas de messieurs
Sait faire du fumier avec le pauvre
Demain elle sera mise à l'hospice
Seule avec son coeur froid
Ses enfants sont allés à Paris
Ou ailleurs je ne sais plus
*
DESTINO
Versione italiana [dalla traduzione francese] di Paolo Sollier
Quando dovette lasciare la casa
E partire per la guerra in un paese lontano
Il richiamo del campanile suonava violento
Il suo uomo non tornò mai
Quand'è partita,a 17 anni
Era graziosa come una rosa bianca
Non ricevette mai alcuna lettera,
Sua figlia è perduta per sempre
Quando suo figlio lasciò i suoi prati
Per andare a morire come il padre
I rovi crebbero nei campi
Insieme alla ginestra e all'ortica
Gli altri ragazzi sono andati a Parigi
Vivere qui non era facile
Gli altri ragazzi sono andati a Parigi
L'ombra della morte domina la campagna
La sua casa un tempo piena di vita
E' aperta al vento impazzito
E chi troverà da dire
Se ha dell'acquavite sul tavolo?
Credetemi,compagni
Per accumulare monete d'oro
Un mucchio di signori
Del povero sa fare concime
Domani sarà messa all'ospizio
Sola col suo cuore desolato
I suoi ragazzi sono andati a Parigi
O altrove, non lo so più.
486. CAMBIA IL VENTO
Gang
[Massimo Bubola – Sandro Severini]
(1993)
Come pioggia che laverà queste strade
Come lampo che brillerà sopra il mare
Tieni il tuo spirito più in alto
Che i nostri occhi vedano bene
Questi anni scuri di cobalto
Questi anni lunghi come catene
Non lo senti che cambia il vento
Dai deserti sulle città
Questo fuoco che abbiamo dentro
Fino al cielo si innalzerà
Come neve che scenderà sulla guerra
Come grano che coprirà questa terra
Tieni il tuo cuore ancora sveglio
Che intorna al campo vanno le jene
Le vecchie torri di comando
Stanno crollando sullo scacchiere
Non lo senti che cambia il vento
Dai deserti sulle città
Questo fuoco che abbiamo dentro
Fino al cielo si innalzerà
Tieni il tuo spirito più in alto
Che i nostri occhi vedano bene
Questi anni scuri di cobalto
Questi anni lunghi come catene
Non lo senti che cambia il vento
Dai deserti sulle città
Questo fuoco che abbiamo dentro
Fino al cielo si innalzerà.
487. SE NON CI AMMAZZA I CRUCCHI
I Gufi
Dicono le note del disco che questo testo fu raccolto da Dario Fo da un amico partigiano nell'autunno del '43,in un'osteria di Porto Val Travaglia, presso Varese.
[Paolo Sollier dalla mailing list “Bielle]
Se non ci ammazza i crucchi,
Se non ci ammazza i bricchi,
I bricchi ed i crepacci
E il vento di Marenca,
Se non ci ammazza i crucchi,
Se non ci ammazza i bricchi,
Quando saremo vecchi
Ne avrem da raccontar
Quando saremo vecchi
Ne avrem da raccontar
La mia mamma la mi diceva
Non andare sulle montagne
Mangerai sol polenta e castagne
Ti verrà l'acidità
Mangerai sol polenta e castagne
Ti verrà l'acidità
La mia morosa la mi diceva
Non andare con i ribelli
Non avrai più i miei lunghi capelli
Sul cuscino a riposar
Non avrai più i miei lunghi capellì
sul cuscino a riposar
Se non ci ammazza i crucchi,
Se non ci ammazza i bricchi,
I bricchi ed i crepacci
E il vento di Marenca
Se non ci ammazza i crucchi,
Se non ci ammazza i bricchi,
Quando saremo vecchi
Ne avrem da raccontar
Quando saremo vecchi
Ne avrem da raccontar
Questa notte mi sono insognato
Ch'ero sceso giù ibn città,
C'era mia mamma vestita di rosso
Che ballava col mio papà
C'era mia mamma vestita di rosso
Che ballava col mio papà
C'era i tedeschi buttati in ginocchio
Che chiamavano pietà
C'era i tedeschi buttati in ginocchio
Che chiamavano pietà
C'era i fascisti vestiti da prete
Che scappavan di qua e di là
C'era i fascisti vestiti da prete
Che scappavan di qua e di là
Se non ci ammazza i crucchi,
Se non ci ammazza i bricchi,
I bricchi ed i crepacci
E il vento di Marenca
Se non ci ammazza i crucchi,
Se non ci ammazza i bricchi,
Quando saremo vecchi
Ne avrem da raccontar
Quando saremo vecchi
Ne avrem da raccontar.
488. LA VERA STORIA DI JAN DI LEIDA
Max Manfredi
Prologo
Germania del 1500 : i segni della fine sembrano vicini
La riforma protestante di Lutero va diffondendosi ;
ma un gruppo di fanatici più radicali,
detti Anabattisti (Ribattezzatori)
si impadroniscono con la forza della città di Münster,
e fondano il " Regno dei Giusti ",
la " Gerusalemme Celeste ".
Dopo la morte in battaglia dell'amico Jan Matthys,
il sarto e saltimbanco Jan di Leida
decide di travestirsi coi panni del Messia.
Adorato dalla gente per il suo talento di guitto,
esercita potere assoluto su Münster,
praticando la poligamia e dettando esecuzioni
capitali anche fra i suoi.
Ma è un regno che dura pochi anni,
quasi il tempo di un assedio; un regno affamato,
stremato, un regno di cadaveri, topi,
donne in delirio.
Il vescovo e i nobili protestanti
Riconquistano Münster, massacrandone gli abitanti.
L'Agnello cresce all'ombra del Macellaio,
ed anche il Macellaio ha il suo Angelo.
LA VERA STORIA DI JAN DI LEIDA
Aspettavano il Regno dei Giusti,
E ce n'era da aspettare.
Jan di Leida aveva amici robusti:
"Su ragazzi diamoci da fare".
Erano tempi contundenti, nascevano bambini a due teste
E c'era il diavolo in tutti i conventi, c'erano croci sulle finestre.
Sulla porta della bottega, Jan vide l'Angelo del Macellaio:
Lo riconobbe subito per via dello sguardo buio.
Gli parlava nel dialetto delle bestie da macello
E gli disse:"Fatti lupo, Jan, o quelli, quelli ti fanno agnello".
La morale di questa storia, la morale è un cavallo baio
Che galoppa dove vuole e porta l'Angelo del Macellaio.
Con la fede come spada, con la bibbia come scudo
Per il suo Regno dei Giusti, Jan di Leida girava nudo.
Per costruire il regno, Jan ci mise tanto poco:
L'Anticristo aveva mille facce
(E ognuna conosceva il fuoco).
Mise il buio sulle spalle, buio come un mantello;
Vide fuoco all'orizzonte (era il sangue dell'Agnello! )
Sposò diciotto donne e una fu regina.
Gli apostoli correvano a bandire la dottrina:
"Sulla forca i ricchi e i preti,
E' il momento della gloria,
Beni e donne son di tutti e sipario sulla storia! "
La morale di questa favola
È un vangelo, sì ma "buon peso":
Tutto sarà tolto al povero, anche quello che lui s'è ripreso.
Con la fede come spada, con la birra come scudo,
Tra profeti, topi e guitti, Jan di Leida regnava nudo.
Nell'assedio della fame, rivide l'Angelo del Macellaio;
Ma non si riconobbero: avevano lo sguardo buio.
Nella peste dell'aprile era un tremito di gole:
"Il tuo amico l'han beccato, il tuo regno è neve al sole! "
E cinsero d'assedio la sua bella Gerusalemme:
Sputarono sul trono e calpestarono le gemme.
Tutti i giorni alla tortura, con la folla che applaudiva
E le donne che seguivano un vangelo alla deriva.
E poi l'hanno messo in alto,
In una gabbia d'acciaio,
E restava per vegliarlo solo l'Angelo del Macellaio.
Tutti gli angeli di pietra non fiatarono per niente:
Forse avevano dei business con la polvere d'Oriente.
Con la fede come spada, con la bibbia come scudo,
per la sua Gerusalemme, Jan di Leida gira nudo..nudo.
489. TRIVIALE POURSUITE
Renaud
Question d'histoire d'abord :
Où est la Palestine ?
Sous quelle botte étoilée ?
Derrière quels barbelés ?
Sous quel champ de ruines ?
Question d'histoire encore :
Combien de victimes,
Combien de milliers d'enfants
Dans les décombres des camps
Deviendront combattants ?
J'en sais rien, j' donne ma langue au chagrin
Si tu sais, toi, souffle-moi
Question d' géographie :
Où est la Kanaky ?
Combien de flics, de soldats
Pour tenir Nouméa
Pour flinguer Eloi ?
Combien de petits blancs
De colons arrogants
Se partagent la terre ?
Et combien de misère
Pour le peuple kanak ?
Combien de coups de matraque ?
J'en sais rien, j' donne ma langue au chagrin
Si tu sais, toi, souffle-moi
Question de sport :
Qui détiendra le record
Et restera vivant
Libre et innocent
Derrière les barreaux ?
Vingt ans pour Otelo
Autant pour Mandela
Et combien de hors-la-loi
Chez ces p'tits juges en bois
Dont on fait les salauds
J'en sais rien, j' donne ma langue au chagrin
Si tu sais, toi, souffle-moi
Question science et nature :
Où balancer ces ordures ?
Allez, à la Vologne !
Ces chiens qui assassinent
Ces rats qui emprisonnent !
Question d' littérature :
Qui a écrit que les hommes
Naissaient libres, égaux ?
Libres mais dans le troupeau
Egaux devant les bourreaux ?
J'en sais rien, j' donne ma langue au chagrin
Si tu sais, toi, souffle-moi
Souffre-moi
Souffre-moi
*
TRIVIAL PURSUIT [*]
Versione italiana di Manuela Scelsi e Riccardo Venturi
Prima una domanda di storia:
Dov'è la Palestina?
Sotto quale volta celeste
Dietro quale filo spinato?
Sotto quale campo di rovine?
Ancora una domanda di storia:
Quante vittime,
Quante migliaia di bambini
Nelle macerie dei campi
Diventeranno combattenti?
Non ne so niente, mi spiace veramente
Se tu lo sai, suggeriscimelo.
Domanda di geografia:
Dov'è la Nuova Caledonia? [**]
Quanti poliziotti, soldati
Per tenere Nouméa [***],
Per sparare a Eloi?
Quanti piccoli bianchi
e coloni arroganti
Si dividono la terra?
E quanta miseria
Per il popolo kanako?
Quanti colpi di manganello?
Non ne so niente, mi spiace veramente
Se tu lo sai, suggeriscimelo.
Domanda di sport:
Chi deterrà il record
E resterà vivo
Libero e innocente
Dietro le sbarre?
Vent'anni per Otelo [*****]
Altrettanti per Mandela
E quanti fuorilegge
Da questi giudici cosi’ severi
Che ci considerano dei mascalzoni
Non ne so niente, mi spiace veramente
Se tu lo sai, suggeriscimelo.
Domanda di scienze naturali:
Dove gettare ‘sta spazzatura?
Dai, alla Vologne! [******]
Questi cani che assassinano
Questi ratti che imprigionano!
Domanda di letteratura:
Chi ha scritto che gli uomini
nascono liberi e uguali?
Liberi, ma nel gregge,
Uguali davanti ai boia?
Non ne so niente, mi spiace veramente
Se tu lo sai, suggeriscimelo.
E porta pazienza,
porta pazienza.
NOTE
[*] Gioco di parole intraducibile tra il nome del “Trivial Pursuit” (il noto gioco di società a base di domande e risposte di cultura generale) e “triviale poursuite” = ‘banale inchiesta’, ‘serie di domande cretine’. Si aggiunga a questo che, normalmente, in francese il nome del gioco di società (che è in inglese e significa alla lettera ‘ricerca nei campi dello scibile’ – trivial ha qui ancora il senso “classico” del termine) si pronuncia esattamente come “triviale poursuite”)
[**] La Nuova Caledonia, in Oceania, è un “TOM” (Territoire d’Outremer) facente parte della Francia ma che gode di una relativa autonomia. “Kanaky” (terra dei Kanaki) è il nome locale dell’isola. La Nuova Caledonia è da molti anni agitata da moti indipendentisti, che godono del favore della molta della popolazione. A tale riguardo va detto che la Francia ha sempre militarizzato l’isola e vi mantiene un notevole contingente.
[***] Il capoluogo della Nuova Caledonia
[****] Leader del Partito Indipendentista Kanako assassinato in circostanze misteriose alcuni anni fa.
[*****] Otelo Saraiva de Carvalho, leader di estrema sinistra della “Rivoluzione dei Garofani” portoghese poi rimasto implicato in un affare non chiaro che lo portò, circa alla metà degli anni ’80, ad una lunga condanna detentiva da molti ritenuta un buon sistema per “toglierselo di mezzo”. Ha comunque scontato solo pochi anni di carcere, tornando in libertà.
[******] La più grande discarica della banlieue parigina, presso Rungis.
490. OHIO
Crosby, Still, Nash & Young
[1970]
Tin soldiers and Nixon coming,
We're finally on our own.
This summer I hear the drumming,
Four dead in Ohio.
Gotta get down to it
Soldiers are gunning us down
Should have been done long ago.
What if you knew her
And found her dead on the ground
How can you run when you know?
Gotta get down to it
Soldiers are gunning us down
Should have been done long ago.
What if you knew her
And found her dead on the ground
How can you run when you know?
Tin soldiers and Nixon coming,
We're finally on our own.
This summer I hear the drumming,
Four dead in Ohio.
*
OHIO
Versione italiana di Riccardo Venturi
Soldatini di piombo e Nixon che arrivano,
finalmente siamo per conto nostro.
Quest’estate sento i tamburi che battono,
quattro morti in Ohio.
Dobbiamo occuparcene,
i soldati ci stanno abbattendo a fucilate,
bisognava farlo già da tempo.
Che diresti se tu la conoscessi
e la trovassi morta per terra,
come reagisci quando lo saprai?
Dobbiamo occuparcene,
i soldati ci stanno abbattendo a fucilate,
bisognava farlo già da tempo.
Che diresti se tu la conoscessi
e la trovassi morta per terra,
come reagisci quando lo saprai?
Soldatini di piombo e Nixon che arrivano,
finalmente siamo per conto nostro.
Quest’estate sento i tamburi che battono,
quattro morti in Ohio.
491. DRAFT DODGER RAG
Phil Ochs
I'm just a typical American boy from a typical American town
I believe in God and Senator Dodd and keeping old Castro down
And when it came my time to serve I knew better dead than red
But when I got to my old draft board, buddy, this is what I said:
Sarge, I'm only eighteen, I got a ruptured spleen
And I always carry a purse
I got eyes like a bat, my feet are flat, and my asthma's
getting worse
O think of my career, my sweetheart dear, and my poor old
invalid aunt
Besides, I ain't no fool, I'm a goin' to school, and I'm
working in a defense plant
I've got a dislocated disc and a racked up back
I'm allergic to flowers and bugs
And when the bombshell hits, I get epileptic fits
And I'm addicted to a thousand drugs
I got the weakness woes, and I can't touch my toes
I can hardly reach my knees
And if the enemy came close to me
I'd probably start to sneeze
(chorus)
I hate Chou En Lai, and I hope he dies,
but one thing you gotta see
That someone's gotta go over there
and that someone isn't me
So I wish you well, Sarge, give 'em Hell
Yeah, Kill me a thousand or so
And if you ever get a war without blood and gore
Well I'll be the first to go.
*
RAG DEL RENITENTE ALLA LEVA
Versione italiana di Riccardo Venturi
Sono solo un tipico ragazzo americano di una tipica città americana
credo in Dio nel senatore Dodd e nel tenere buono il vecchio Castro
e quando è venuta l’ora di andar sotto le armi sapevo bene meglio morti che rossi
ma quando sono andato al mio vecchio ufficio di leva, amico, questo è quel che ho detto:
Sergente, ho solo diciott’anni, ho una rottura alla milza
e porto sempre una borsa
ho gli occhi come un pipistrello, ho i piedi piatti e l’asma
mi sta peggiorando
pensi alla mia carriera, alla mia fidanzata e alla mia povera
vecchia zia
inoltre non sono uno scemo, vado a scuola e lavoro
in una fabbrica impegnata nella difesa
Ho un disco fuori posto e la scoliosi
sono allergico ai fiori e agli insetti
e quando scoppia la bomba mi vengon le crisi epilettiche
e sono dedito all’uso di un migliaio di stupefacenti
soffro di debolezza congenita e non ce la fo a piegarmi fino all’alluce
a malapena arrivo alle ginocchia
e se il nemico si avvicina
probabilmente mi metterei a starnutire
(coro)
Odio Ciu En Lai e spero che muoia
ma bisogna che Lei capisca
che qualcuno vada pur laggiù
e quel qualcuno non sono io
E allora tanti saluti, sergente, li mandi all’inferno
oh yeah, me ne ammazzi un migliaio buono
e se per caso ha una guerretta incruenta,
beh, allora sarò il primo a andarci.
492. SKY PILOT
The Animals
He blesses the boys, as they stand in line
The smell of gun grease and their bayonets they shine
He's there to help them all that he can
To make them feel wanted he's a good holy man
Sky Pilot
Sky Pilot
How high can you fly?
You'll never, never, never, reach the sky
He smiles at the young soldiers, tells them it's all right
He knows of their fear in the forthcoming fight
Soon there'll be blood and many will die
Mothers and fathers back home they will cry
Sky Pilot
Sky Pilot
How high can you fly?
You'll never, never, never, reach the sky
He mumbles a prayer and it ends with a smile
The order is given, they move down the line
But he'll stay behind, and he'll meditate
But it won't stop the bleeding, or ease the hate
As the young men move out into the battle zone
He feels good, with God you're never alone
He feels so tired as he lays on his bed
Hopes the men will find courage in the words that he said
Sky Pilot
Sky Pilot
How high can you fly?
You'll never, never, never, reach the sky
*
PILOTA NEL CIELO
Versione italiana di Riccardo Venturi
Benedice i ragazzi mentre stanno al fronte
l’odore del grasso, le baionette splendenti
è là per aiutarli e far tutto quel che può
per farli sentire voluti, è un vecchio e sant’uomo
Pilota nel cielo
pilota nel cielo
quanto alto puoi volare?
Non arriverai mai, mai, mai al cielo
Sorride ai soldatini, gli dice che tutto va bene
conosce le loro paure nella battaglia a venire
presto scorrerà il sangue e molti moriranno
madri e padri rimasti a casa piangeranno
Pilota nel cielo
pilota nel cielo
quanto alto puoi volare?
Non arriverai mai, mai, mai al cielo
Mormora una preghiera e finisce con un sorriso
l’ordine è dato, si muovono verso il fronte
ma lui rimarrà nelle retrovie a meditare
e non fermerà il massacro né placherà l’odio
Mentre i ragazzi si spingono alla zona di combattimento
lui si sente bene, con Dio non sei mai solo
si sente tanto stanco mentre se ne sta a letto
spera che gli uomini saranno incoraggiati dalle sue parole
Pilota nel cielo
pilota nel cielo
quanto alto puoi volare?
Non arriverai mai, mai, mai al cielo
493. STILL IN SAIGON
Dan Daley
Interpretazione della Charlie Daniels Band
(1981)
Got on a plane in 'Frisco
and got off in Vietnam
I walked into a different world,
the past forever gone
I could've gone to Canada
or I could have stayed in school
But I was brought up differently –
I couldn't break the rules
Thirteen months and fifteen days –
the last ones were the worst
One minute I kneel down and pray
and the next I stand and cure
No place to run to where
I did not feel that war
When I got home I stayed alone
and checked behind each door
'Cause I'm...
Still in Saigon,
Still in Saigon
I am still in Saigon In my mind
The ground at home was covered in snow
and I was covered with sweat
My younger brother calls me a killer
and my daddy calls me a vet
Everybody says I'm someone else,
that I'm sick and there's no cure
Damned if I know who I am –
there was only one place I was sure
When I was...
Still in Saigon,
Still in Saigon
I am still in Saigon In my mind
Every summer when it rains,
I smell the jungle, I hear the flames
I can't tell no one -- I feel ashamed
Afraid someday I'll go insane
It has been ten long years ago
and time has gone on by
But now and then I catch myself,
eyes searching through the sky
All the sounds from long ago
will be forever in my head
Mingled with the wounded cries
and the silence of the dead.
'Cause I'm...
Still in Saigon,
Still in Saigon
I am still in Saigon In my mind.
*
ANCORA A SAIGON
Versione italiana di Riccardo Venturi
Ho preso un aereo a San Francisco
e mi sono ritrovato in Vietnam
sono piombato in un mondo diverso,
il passato è finito per sempre
Potevo andare in Canada
o restare a scuola
ma sono stato tirato su in un altro modo
non potevo infrangere le regole
Tredici mesi e quindici giorni –
gli ultimi furono i peggiori
il minuto prima m’inginocchio e prego,
quello dopo sono in piedi e guarisco
E non poter scappare in nessun posto
dove non provavo quella guerra
quando tornai a casa me ne stavo da solo
e controllavo dietro ogni porta
perché…
Sono ancora a Saigon,
ancora a Saigon,
Sono ancora a Saigon nella mia mente
Il terreno di casa era coperto di neve
e io ero tutto coperto di sudore
mio fratello minore mi chiama assassino
e mio padre mi chiama reduce
Tutti dicono che sono un altro,
che sono malato e che non c’è nessuna cura
ma cazzo se lo so chi sono
c’era solo un posto dov’ero al sicuro
quando…
Quando ero ancora a Saigon,
ancora a Saigon,
sono ancora a Saigon nella mia mente
Ogni estate, quando piove
sento l’odore della giungla e le fiamme
non posso dirlo a nessuno, mi vergogno
ho paura che un giorno impazzirò
E’ stato dieci lunghi anni fa
e il tempo è passato via
ma di tanto in tanto mi nascondo
con gli occhi che scrutano il cielo
Tutti i suoni di tanto tempo fa
ce li avrò per sempre in testa
mischiati alle grida dei feriti
e al silenzio dei morti
perché…
Sono ancora a Saigon,
ancora a Saigon
Sono ancora a Saigon nella mia mente.
494. GOODNIGHT SAIGON
Billy Joel
We met as soul mates
On Parris Island
We left as inmates
From an asylum
And we were sharp
As sharp as knives
And we were so gung ho
To lay down our lives
We came in spastic
Like tameless horses
We left in plastic
As numbered corpses
And we learned fast
To travel light
Our arms were heavy
But our bellies were tight
We had no home front
We had no soft soap
They sent us Playboy
They gave us Bob Hope
We dug in deep
And shot on sight
And prayed to Jesus Christ
With all our might
We had no cameras
To shoot the landscape
We passed the hash pipe
And played our Doors tapes
And it was dark
So dark at night
And we held on to each other
Like brother to brother
We promised our mothers we'd write
And we would all go down together
We said we'd all go down together
Remember Charlie
Remember Baker
They left their childhood
On every acre
And who was wrong?
And who was right?
It didn't matter in the thick of the fight
We held the day
In the palm
Of our hand
They ruled the night
And the night
Seemed to last as long as six weeks
On Parris Island
We held the coastline
They held the highlands
And they were sharp
As sharp as knives
They heard the hum of our motors
They counted the rotors
And waited for us to arrive
And we would all go down together
We said we'd all go down together
Yes we would all go down together.
*
BUONANOTTE SAIGON
Versione italiana di Riccardo Venturi
Come anime gemelle
ci siamo incontrati
a Parris Island
ci lasciammo da internati
in un manicomio
ed eravamo acuti,
acuti come coltelli
eravamo cosi’ entusiasti
di sacrificare le nostre vite
siamo arrivati irrefrenabili
come cavalli indomabili
siamo ripartiti avvolti di plastica,
delle salme numerate.
E abbiamo imparato alla svelta
a portarci poca roba dietro
le armi erano pesanti
ma avevamo la pancia vuota
nessun fronte interno
niente sapone soffice
ci mandavano Playboy
ci davano Bob Hope
scavavamo profondo
e sparavamo a vista
pregavamo Gesù Cristo
con tutte le nostre forze
non avevamo macchine
per fotografare il paesaggio
ci passavamo il cilum
mettevamo su i nastri dei Doors
ed era buio
cosi’ buio la notte
ci stringevamo l’uno all’altro
come dei fratelli
promettevamo alle mamme di scrivere
e volevamo tutti crepare insieme
dicevamo tutti che saremmo crepati insieme
ricordi Charlie
ricordi Baker
hanno lasciato la loro infanzia
su ogni metro di terra
e chi aveva torto?
e chi aveva ragione?
Non importava quanto la mischia era fitta
di giorno li tenevamo
tutti in mano
ma di notte comandavano loro
e la notte
ci sembrava lunga più d’un mese
A Parris Island
tenevamo la fascia costiera
loro tenevano le alture
ed erano acuti
acuti come coltelli
sentivano il rumore dei nostri motori
contavano le pale degli elicotteri
ed aspettavano che arrivassimo
e volevamo tutti crepare insieme
dicevamo tutti che saremmo crepati insieme
si’ volevamo tutti crepare insieme.
495. GUERRA MUNDIAL
Joaquín Sabina
[testo di Manolo Tena]
Malas noticias en la radio
Ya viene dicen los diarios,
con sólo apretar un botón
el kiosco va a hacer explosión.
Cuidado ya está aquí la Tercera Guerra Mundial.
Muy pronto va a estallar la Tercera Guerra Mundial.
Los azules culpan a los negros,
los verdes a los amarillos.
Los rojos gritan: “¡ me defiendo!”
Los verdes dicen: “yo no he sido”.
Y mientras tanto tú, cambiando de champú.
Cuando va a estallar la Tercera Guerra Mundial.
Cuidado ya está aquí la Tercera Guerra Mundial.
Muy pronto va a estallar la Tercera Guerra Mundial.
Los políticos estrechan sus manos,
los generales brindan con champán,
y tú llorando porque tu amor te ha dejado,
o haciendo régimen para adelgazar.
¿Que ganas con ahorrar?
Si vamos a volar
Por los aires en la Tercera Guerra Mundial.
Muy pronto va a estallar la Tercera Guerra Mundial.
Cuidado ya está aquí la Tercera Guerra Mundial.
Muy pronto va a estallar la Tercera Guerra Mundial.
*
GUERRA MONDIALE
Versione italiana di Riccardo Venturi
Brutte notizie alla radio,
sta arrivando, dicono i giornali.
Pigiando solo un bottone
Tutta la baracca salta per l’aria.
Attenti, sta arrivando la Terza Guerra Mondiale.
Presto scoppierà la Terza Guerra Mondiale.
Gli azzurri danno la colpa ai neri,
i verdi la danno ai gialli.
I rossi urlano: “Mi difendo!”
I verdi dicono: “Io non sono stato”.
E nel frattempo tu stai a cambià’ lo sciampo.
Quando scoppierà la Terza Guerra Mondiale.
Attenti, sta arrivando la Terza Guerra Mondiale.
Presto scoppierà la Terza Guerra Mondiale.
I politici si fan strette di mano,
i generali brindano con lo champagne,
e tu che fai? Piangi perché il tuo amore t’ha lasciato
oppure fai una dieta per diventare più carina.
Che te ne fai di risparmiare,
se, tanto, salteremo
tutti in aria nella Terza Guerra Mondiale?
Presto scoppierà la Terza Guerra Mondiale.
Attenti, sta arrivando la Terza Guerra Mondiale.
Presto scoppierà la Terza Guerra Mondiale.
496. ASÍ EN LA GUERRA COMO EN LOS CELOS
Joan Manuel Serrat
Joan Manuel Serrat è considerato il più grande cantautore spagnolo e catalano. Inizia la sua carriera quasi quarant’anni fa, nel 1965, in pieno franchismo, aderendo (con tanto di tessera ufficiale n° 13) al collettivo di cantanti in lingua catalana Els Setze Jutges (“I sedici giudici”), che diverrà ispiratore e “spina dorsale” di un più vasto movimento di rinnovamento della canzone catalana, già attivo dai primi anni ’60, noto come Nova cançó catalana (“Nuova canzone catalana”). Movimento di rinnovamento e protesta nella “pace terrificante” della Spagna di allora; già l’uso di una lingua diversa dal castigliano era simbolo di non accettazione e di ribellione!
Nonostante tutto ciò, la “NCC” ottiene un successo clamoroso; nel 1966, Serrat piazza una sua canzone, Cançó de matinada (“Canzone di mattina”) nella hit parade nazionale, primo caso in assoluto per una canzone in lingua catalana.
Ben presto, Serrat diventa –assieme a Lluís Llach e ad altri- un simbolo di opposizione autentica al franchismo; e un simbolo niente affatto “teorico”, date le noie spesso di carattere poliziesco e intimidatorio che deve subire. Nel frattempo comincia ad essere conosciuto anche all’estero; sue canzoni sono tradotte un po’ ovunque e cantate, ad esempio, da David Broza in Israele, da Carlos do Carmo in Portogallo (nel ’74, dopo la Revolução dos cravos, Serrat vola in testa alle classifiche lusitane), da Mina in Italia e da Jaime Marques in Brasile.
Con la fine del franchismo, Serrat non cessa di scrivere e cantare le sue canzoni piene di bellezza, di libertà e di meraviglia del vivere; ne è prova l’ “aggiornamento” regolare di una sua vecchia canzone, Fa vint anys qu’havia vint anys (“Fan vent’anni che avevo vent’anni”), o le lacrime nello stadio di Santiago del Cile poco dopo la fine del regime fascista di Pinochet (1989), lo stesso stadio dove era stato ucciso Víctor Jara, mentre canta Volver a los diecisiete di Violeta Parra. Il suo ultimo lavoro sono giustappunto delle “rielaborazioni” di canzoni latinoamericane mediante il suo “alter ego” Tarrés, in un album intitolato Cansiones (2000).
Así en la guerra como en los celos
Sangre, sudor y lágrimas quedan
Al paso de los heraldos negros
Que nublan la verdad y la envenenan.
Rumbos perdidos a flor de tango.
Cuentas pendientas, rencores viejos.
Con vento, polvo; con lluvia, fango.
Así en la guerra como en los celos.
Un azote en el alma que te empuja a correr.
Un eclipse total de la razón.
Una venda en los ojos que no te deja ver.
Una mortaja negra en el corazón.
Así en la guerra como en los celos.
De los infiernos, fuego y ceniza.
A las tinieblas, ceniza y fuego.
Caricies vueltas papel de lija.
Así en la guerra como en los celos.
Exilio del que jamás se vuelve.
Cizaña que deja el vergel yermo.
A hierro mata y a hierro muere.
Así en la guerra como en los celos.
Un azote en el alma que te empuja a correr.
Un eclipse total de la razón.
Una venda en los ojos que no te deja ver.
Una mortaja negra en el corazón.
Así en la guerra como en los celos.
*
COSI’ IN GUERRA COME NELLE GELOSIE
Versione italiana di Riccardo Venturi
Cosi’ in guerra come nelle gelosie,
sangue, sudore e lacrime restano
al passo degli araldi neri
che offuscano la verità e l’avvelenano.
Strade smarrite a ritmo di tango.
Conti in sospeso, vecchi rancori.
Col vento, polvere; con la pioggia, fango.
Cosi’ in guerra come nelle gelosie.
Una frusta nell’anima che ti spinge a correre.
Un’eclisse totale della ragione.
Una benda sugli occhi che non ti fa vedere.
Un nero sudario nel cuore.
Cosi’ in guerra come nelle gelosie.
Dagli inferni, fuoco e cenere.
Nelle tenebre, cenere e fuoco.
Carezze volte in carta vetrata.
Cosi’ in guerra come nelle gelosie.
Esilio di chi non torna mai.
Loglio che manda l’orto alla malora.
Di spada ferisce e di spada perisce.
Cosi’ in guerra come nelle gelosie.
Una frusta nell’anima che ti spinge a correre.
Un’eclisse totale della ragione.
Una benda sugli occhi che non ti fa vedere.
Un nero sudario nel cuore.
Cosi’ in guerra come nelle gelosie.
497. TO AKOPNTEON
Μάνος Λόιζος / Manos Loïzos
Στην γειτονιά μου την παλιά είχα έναν φίλο
που ήξερε και έπαιζε ακορντεόν
όταν τραγούδαγε φτυστός ήταν ο ήλιος
φωτιές στα χέρια του άναβε το ακορντεόν
Μα ένα βράδυ σκοτεινό σαν όλα τα άλλα
κράταγε τσίλιες παίζοντας ακορντεόν
γερμανικά καμιόνια στάθηκαν στην μάντρα
και μια ριπή σταμάτησε το ακορντεόν
Τ’ αρχινισμένο σύνθημα πάντα μου μένει
οπότε ακούω από τότε ακορντεόν
και έχει σαν στάμπα την ζωή μου σημαδέψει
δεν θα περά δεν θα περάσει ο φασισμός
*
LA FISARMONICA
Versione italiana di Giuseppina di Lillo
Nel mio vecchio quartiere avevo un amico
che sapeva e suonava la fisarmonica
quando cantava era come il sole
gli metteva il fuoco alle mani la fisarmonica.
Ma una sera scura come le altre
faceva il palo suonando la fisarmonica
camion tedeschi si fermarono davanti alla mandra
ed una raffica fermò la fisarmonica
E come uno slogan mi rimane
ogni volta che sento una fisarmonica
e come un timbro ha segnato la mia vita
«non passerà, non passerà il fascismo».
498. O ΔPOMOΣ
Μάνος Λόιζος / Manos Loïzos
Ο δρόμος είχε την δική του ιστορία
κάποιος την έγραψε στον τοίχο με μπογιά
ήταν μια λέξη μοναχά ελευθερία
κι’ έπειτα είπαν πως την έγραψαν παιδιά
ύστερα κύλησε ο καιρός και η ιστορία
πέρασε εύκολα απ’ την μνήμη στην καρδιά
ο τοίχος έγραφε μοναδική ευκαιρία
εντός πωλούνται πάσης φύσεως υλικά
τις Κυριακές από νωρίς στα καφενεία
έπειτα γήπεδο στην χύμα τα καβγά
ο δρόμος είχε την δική του ιστορία
είπανε όμως πως την έγραψαν παιδιά
*
LA STRADA
Versione italiana di Giuseppina di Lillo
La strada aveva una storia tutta sua
qualcuno la scrisse sul muro con la vernice
era una parola sola «libertà»
e dopo dissero che l’avevano scritta dei bambini
poi il tempo passò e la storia
passò facilmente dalla memoria al cuore
il muro riportava le parole «occasione unica
all’interno si vendono merci di ogni genere»
e le domeniche passate al bar
poi allo stadio baruffe a volontà
la strada aveva una storia tutta sua
e dissero che l’avevano scritta dei bambini.
499. ΣTON ΠOΛEMO O TZO
Λαυρέντης Mαχαιρίτσας / Lavrendis Maheritsas
Στον πόλεμο ο Τζο περνάει καλά
τον έχουν όπα όπα
τον νέγρο, τον λοχία, τον παλικαρά
και που’ χει μαύρη πέτσα
κανένας δε νογά
κατώτεροι και ανώτεροι
τον λένε παλικαρά
και που’ χει μαύρη μάνα
κανένας δε νογά
κατώτεροι και ανώτεροι
τον λένε παλικαρά
τον μαύρο, τον λοχία, τον Τζο, τον φουκαρά
Στον πόλεμο ο Τζο περνάει καλά
ώσπου κακιά μια σφαίρα
και το δεξί πιο πέρα
το χέρι του πετά
και που’ χει μαύρη μάνα
κανένας δε νογά
κατώτεροι και ανώτεροι
τον λένε παλικαρά
και που’ χει μαύρη πέτσα
κανένας δε νογά
κατώτεροι και ανώτεροι
τον λένε παλικαρά
του δίνουν και βραβείο στον Τζο τον φουκαρά
Μονόχειρας ο Τζο ζητάει δουλειά
μα τι δουλειά να κάνει
που το δεξί έχει χάσει
πέρα στον Βιετνάμ
και που’ χει μαύρη μάνα
θυμήθηκαν ξανά
κατώτεροι και ανώτεροι
τον λένε αληταρά
και που’ χει μαύρη πέτσα
θυμήθηκαν ξανά
κατώτεροι και ανώτεροι
τον λένε αληταρά
τις πόρτες δεν ανοίγουν στον Τζο το φουκαρά
*
ALLA GUERRA, JOE
Versione italiana di Giuseppina di Lillo
Alla guerra Joe se la passa bene
se lo tengono caro caro
il negro, il sergente, il prode
e che abbia la pelle nera
a nessuno interessa
superiori e subalterni
lo chiamano prode
e che abbia la madre nera
a nessuno interessa
superiori e subalterni
lo chiamano prode
il negro, il sergente, Joe, il poveretto.
Alla guerra, Joe se la passa bene
finché una pallottola della malasorte
non gli butta dall’altra parte
il suo braccio destro
e che abbia la madre nera
a nessuno interessa
superiori e subalterni
lo chiamano prode
e che abbia la pelle nera
a nessuno interessa
superiori e subalterni
lo chiamano prode
e gli danno pure un premo a Joe il poveretto
Ormai monco, Joe cerca lavoro
ma che lavoro può fare
ora che ha perso il suo braccio destro
laggiù in Vietnam
e che ha la madre nera
tutti ora se ne ricordano
superiori e subalterni
lo chiamano mascalzone
e che ha la pelle nella
tutti ora se ne ricordano
superiori e subalterni
lo chiamano mascalzone
le porte non si aprono per Joe il poveretto.
500. PIASTRELLE
Antonio Teresano
(Redshadow)
La “CCG” n° 500 ha il titolo in rosso invece che nel blu consueto, e un autore cui ben si attaglia. Antonio Teresano, più noto come Red o Redshadow, vecchio frequentatore e filibustiere di questi lidi. Riportiamo, dal ng. it.fan.musica.guccini, la sua presentazione alla canzone:
“Ho qualche canzone in testa per quest'iniziativa...ma non ho la forza morale né fisica per leggermi un elenco di 500 brani onde evitare ripetizioni... quindi mando un pezzo mio (per favore...tenete a freno l'entusiasmo!) che con la guerra c'entra fino a un certo punto... cioe' c'entra ma come pretesto ma allo stesso tempo piu' di quanto sembri.
Insomma, visto che e' un po' che, parafrasando Celentano (che vette inaspettate raggiunge la mia dialettica!) leggo poco e scrivo ancora meno, volevo giustificare gli sforzi epici che ho fatto per pagare il fisso ad un telefono che non uso mai e deludere chi mi vuole male dimostrando che,
seppur con la pressione ai minimi storici, sono ancora vivo, anche se vista l'aria che tira fra sceriffi del mondo stelle&strisce e poliziotti di casa nostra travestiti da naziskins che scoltellano qua e la', non so quanto questo sia un vantaggio.....
Un saluto a chi se lo merita e....del sogno americano ne puoi fare a meno!”
Soldato cosa fai?
Io non ti ho fatto nulla
io non ho aperto bocca, cosa fai?
Ma come dove vai?
Io sono nato qua, all'ombra della luna
la stessa che tu guardi
e che io cerco di afferrare
No, non ho dormito
io non dormo mai la notte
primule di anime mi illudono
poi se ne vanno via
Poliziotto, cosa fai?
No, non li ho rubati
quei soldi sono miei
dollari a quintali, sogni esagonali
cosa fai?
Mi colpisci ancora e ridi
una caserma a modo
di quelle molto belle
chissa' quante piastrelle
la mia bile coprira'
La fidanzata a Rimini
domani rivedrai
io prego tutti i giorni
a volte anche allo specchio
ma Dio non si vede mai
Madre cosa fai?
Perche' urli su quel letto?
e' vero sta nascendo
tuo figlio dall'oblio
Che raccoglie vento
semina tempesta
dice che vuol partire invece resta
Soldato cosa fai?
Uccidi da lassu'
dove fumano gli angeli
cavalcano le rondini
tu butti mille bombe da lassu'
Tuo nonno ti teneva sui ginocchi
ti raccontava storie
aneddoti, memorie
perche' piangi, perche' vivi, dove vai?
Siamo carnefici e aggressori
o vittime indolori
dei mutui non pagati, dei dollari a motore
E c'e' sempre una canzone
che ci ricorda amore
o chiacchiere fra amici ad un bancone
Mi dici dove vai? O almeno come stai?
Almeno per un po' non saro' solo coi miei guai
tra bombe e temporali
e sorrisi sui giornali
un sole nero che non tramonta mai
un cielo sporco che non sorride mai.
501. ELS TRENS DE KOSOVO
Lluís Llach
(1999)
Assieme a Joan Manuel Serrat, Lluís Llach (si pronuncia gliuis gliàc) è il più noto rappresentante della Nova cançó catalana; ma, a differenza di Serrat, compone le sue canzoni esclusivamente in catalano. Il suo percorso inizia nel 1967 come membro de Els setze jutges; e già dai primi anni scrive autentici inni di lotta e resistenza antifascista che divengono ben presto notissimi in tutta la Spagna sebbene composti, come detto, esclusivamente in lingua catalana. E’ il caso di Cal que neixin flors a cada instant (“Bisogna che nascano fiori in ogni momento”), La gallineta (“La gallinella”) o L’estaca, forse la sua canzone più nota, tradotta in molte lingue e vero strumento di rivendicazione e lotta popolare. D’altro lato, Lluís Llach è forse il cantautore iberico con la più vasta e solida formazione musicale e che più ha sviluppato il proprio percorso artistico e politico. La sua versatilità di compositore è straordinaria, passando fra la tradizione catalana e le sonorità mediterranee (in questo molto simile al De André di Creuza de mä), tra cantate di sapore classico e ritmi decisamente pop e rock.
Tornen els trens, plens de la pobra gent, pobra,
ulls que miren enlloc perquè venen d’enlloc i enlloc veuen el seu destí.
Tornen els trens d’un món que tots pensàvem lluny
però ens desperta el traquetreig de rodes i de llops,
la negror d’un temps que és tan a prop
la tristesa per no haver sabut dir prou…
Ploren els trens, van buits de la pobra gent, pobra,
que no tenen un nom, ni una casa ni un foc on cremar tant de desesper.
Quan el dolor no té carnet, no té un nom,
esdevé el dolor de tots i tots en som partícips,
tots fem fila cap el vell exili,
si l’exili no el portem al cor.
Xisclen els trens,
quin és l’odi que els empeny,
quina la ràbia que emmetzina tant d’amor
Som nosaltres a l’andana tot veient com passen?
O hem pujat fa temps dalt de la màquina,
mentre anem contant els llargs vagons…
Corren els trens, la llum de la pobra gent, pobra,
fa senyal d’un camí basardós i tenaç d’una Europa en plena nit.
Tornen els trens d’un temps que tots pensàvem lluny
i ens desperta el traquetreig de rodes i de llops,
la negror d’un temps que és tan a prop,
la vergonya per no haver dit: prou.
*
I TRENI DEL KOSOVO
Versione italiana di Riccardo Venturi
Tornano i treni, pieni di povera gente, povera,
occhi che guardano altrove perché vengono da altrove e altrove vedono il proprio destino.
Tornano i treni da un mondo che tutti pensavamo lontano
ma ci risveglia lo sferragliare delle ruote sui binari,
l’oscurità d’un tempo che è cosi’ vicino,
la tristezza per non aver saputo dire basta…
Piangono i treni, vanno stipati di povera gente, povera,
che non ha un nome, né una casa o un focolare dove bruciare tanta disperazione.
Quando il dolore non ha documenti, non ha un nome,
diventa il dolore di tutti e tutti ne siamo partecipi,
tutti ci incamminiamo verso il vecchio esilio,
ammesso che l’esilio non lo portiamo in cuore.
Fischiano i treni,
qual è l’odio che li spinge,
quale la rabbia che distrugge tanto amore,
e forse stiamo alla finestra a guardarli passare?
Oh, è da tempo che spingiamo quella macchina
mentre andiamo contando i lunghi vagoni…
Corrono i treni, la luce della povera gente, povera,
è segno d’un cammino accidentato e tenace di un’Europa in piena notte.
Tornano i treni da un tempo che tutti pensavamo lontano
i ci risveglia lo sferragliare delle ruote sui binari,
l’oscurità d’un tempo che è cosi’ vicino,
la vergogna per non aver detto basta.
502. MARLENE
Noir Désir
Oh Marlene
les cœurs saignent
et s'accrochent en haut
de tes bas
oh Marlene
dans tes veines
coule l'amour
des soldats
et quand ils meurent ou s'endorment
c'est la chaleur de ta voix
qui les apaise, et les traine
jusqu'en dehors des combats
oh Marlene, c'est la haine
qui nous a amenés là
mais Marlene, dans tes veines
coulait l'amour des soldats
eux quand ils meurent
ou s'endorment
c'est dans le creux de tes bras
qu'ils s'abandonnent
et qu'ils brûlent
comme un clope
entre tes doigts.
Hier und immer,
Da kennt man sie,
Kreuz unter Kreuzen
Marlene immer liebt.
(Ici et toujours
On la connait là
Croix parmi les croix
Marlene aime toujours.)
*
MARLENE
Versione italiana di Riccardo Venturi
Oh Marlene
i cuori sanguinano
e s’attaccano sopra
alle tue calze
oh Marlene
nelle tue vene
scorre l’amore
dei soldati
e quando muoiono o s’addormentano
è il calore della tua voce
che li calma, e li porta via
fuori dalle battaglie
oh Marlene, è l’odio
che ci ha portati là
ma, Marlene, nelle tue vene
scorreva l’amore dei soldati
loro, quando muoiono
o s’addormentano
è nel tuo abbraccio
che si abbandonano
e bruciano
come una sigaretta
tra le tue dita.
Hier und immer,
Da kennt man sie,
Kreuz unter Kreuzen
Marlene immer liebt.
(Qui, per sempre,
la si riconosce
croce tra le croci
Marlene sempre ama).
503. UTOPIA
Alanis Morrissette
Più che una canzone contro la guerra questa è una canzone a favore della pace, ma spero che vorrete accettarla ugualmente :-)
[Maurizio dal ng it.fan.musica.guccini]
we'd gather around all in a room fasten our belts engage in dialogue
we'd all slow down rest without guilt not lie without fear disagree sans
judgement
we would stay and respond and expand and include and allow and forgive and
enjoy and evolve and discern and inquire and accept and admit and divulge
and open and reach out and speak up
This is utopia this is my utopia
This is my ideal my end in sight
Utopia this is my utopia
This is my nirvana, my ultimate.
we'd open our arms we'd all jump in we'd all coast down into safety nets
we would share and listen and support and welcome be propelled by passion
not invest in outcomes we would breathe and be charmed and amused by
difference be gentle and make room for every emotion
we'd provide forums we'd all speak out we'd all be heard we'd all feel seen
we'd rise post-obstacle more defined more grateful we would heal be humbled
and be unstoppable we'd hold close and let go and know when to do which we'd
release and disarm and stand up and feel safe
this is utopia this is my utopia
this is my ideal my end in sight
utopia this is my utopia
this is my nirvana
my ultimate
*
UTOPIA
Versione italiana di Maurizio
Potremmo riunirci tutti in una stanza, allacciare le cinture, iniziare un
dialogo.
Potremmo calmarci tutti, riposarci senza colpa, essere sinceri senza paura,
essere in disaccordo senza essere giudicati.
Potremmo essere presenti e rispondere ed aprirci e comprendere, permettere e
perdonare e ed essere felici e crescere e capire e domandare ed approvare
ed accettare e divulgare ed aprirci e raggiungere e parlare liberamente.
Questa è utopia, questa è la mia utopia
Questo è il mio ideale, il mio obiettivo in vista.
Utopia, questa è la mia utopia
Questo è il mio Nirvana, il mio fondamento.
Potremmo aprire le braccia, spiccare tutti il salto, cadere tutti sulle reti
di sicurezza.
Potremmo partecipare ed ascoltare e incoraggiare ed accogliere,
essere spinti dalla passione, non investire nei risultati.
Potremmo respirare e ed essere affascinati e divertiti dalla differenza,
essere gentili e fare spazio ad ogni emozione.
Potremmo organizzare dibattiti, parlare tutti apertamente, essere tutti
ascoltati, sentirci tutti capiti.
Potremmo fissare obiettivi più precisi, più gratificanti, guarire, essere
umili ed inarrestabili.
Potremmo tenere stretto e lasciare andare e sapere quando fare una cosa o
l'altra.
Potremmo liberare e disarmare e opporci e sentirci sicuri.
Questa è utopia, questa è la mia utopia
Questo è il mio ideale, il mio obiettivo in vista.
Utopia, questa è la mia utopia
Questo è il mio Nirvana, il mio fondamento.
504. THE CALL
(War, war, war!)
Country Joe McDonald
Far and near, high and clear,
Hark to the call of War.
Over the gorse and the golden dells,
Ringing and swinging the clamorous bells,
Praying and saying of wild farewells:
War! War! War!
High and low, all must go:
Hark to the shout of War!
Leave to the women the harvest yield;
Gird ye, men, for the sinister field;
A sabre instead of a scythe to wield;
War! Red war!
Rich and poor, lord and boor,
Hark to the blast of War!
Tinker and tailor and millionaire,
Actor in triumph and priest in prayer,
Comrades now in the hell out there,
Sweep to the fire of War!
Prince and page, sot and sage,
Hark to the roar of War!
Poet, professor and circus clown,
Chimney-sweep and fop of the town,
Into the pot and be melted down:
Into the pot of War!
Women all, hear the call
The pitiless call of War!
Look your last on your dearest ones,
Brothers and husbands, fathers, sons:
Swift they go to the ravenous guns,
The gluttonous guns of War.
Everywhere thrill the air
The maniac bells of War.
There will be little of sleeping to-night;
There will be wailing and weeping to-night;
Death's red sickle is reaping to-night:
War! War! War!
War! War! War!
War! War! War! War!
War! War! War! War!
War! War! War! War!
IL RICHIAMO
(Guerra, guerra, guerra!)
Versione italiana di Riccardo Venturi
Vicino e lontano, alto e forte
ascoltate il richiamo della Guerra.
Sulle ginestre, sulle rapide splendenti,
le campane rumorose che suonano a distesa
pregando e promettendo tremendi addii:
Guerra! Guerra! Guerra!
Alti e bassi, tutti devono andare:
ascoltate il grido della Guerra!
Lasciate alle donne il raccolto;
cingetevi, uomini, per il sinistro campo;
una spada da usare invece della falce;
Guerra! Sanguinosa guerra!
Ricchi e poveri, signori e villani,
ascoltate lo scoppio della Guerra!
Sarto, calderaio e milionario,
attore in trionfo o prete in preghiera,
compagni che ora siete chissà dove,
disperdetevi al fuoco della Guerra!
Principe e paggio, stupidi e sapienti,
ascoltate il ruggito della Guerra!
Poeta, professore e clown del circo,
spazzacamino e damerino di città,
giù nel paiolo e siate ben mescolati:
nel paiolo della Guerra!
O donne tutte, ascoltate il richiamo,
lo spietato richiamo della Guerra!
Date l’ultimo sguardo ai vostri cari,
fratelli, mariti, padri e figli:
veloci corrono alle armi fameliche,
le armi ingorde della Guerra.
E, dovunque, l’aria trasale
alle campane impazzite della Guerra.
Non si dormirà molto questa notte;
ci saran lamenti e pianti questa notte.
la rossa falce della morte sta mietendo stanotte:
Guerra! Guerra! Guerra!
Guerra! Guerra! Guerra!
Guerra! Guerra! Guerra! Guerra!
Guerra! Guerra! Guerra! Guerra!
Guerra! Guerra! Guerra! Guerra!
505. THE BUTCHER’S TALE
(Western Front 1914)
The Zombies
A butcher yes that was my trade
But the king's shilling is now my fee
A butcher I may as well have stayed
For the slaughter that I see...
And the preacher in his pulpit
Sermons: "Go and fight, do what is right"
But he don't have to hear these guns
And I'll bet he sleeps at night...
And I...
And I can't stop shaking
My hands won't stop shaking
My arms won't stop shaking
My mind won't stop shaking
I want to go home
Please let me go home
Go home...
And I have seen a friend of mine
Hang on the wire
Like some rag toy
Then in the heat the flies come down
And cover up the boy
And the flies come down in the battlefields
If the preacher he could see those flies
Wouldn't preach for the sound of guns...
And I...
And I can't stop shaking
My hands won't stop shaking
My arms won't stop shaking
My mind won't stop shaking
I want to go home
Please let me go home
Go home...
*
IL RACCONTO DEL MACELLAIO
(Fronte occidentale 1914)
Versione italiana di Riccardo Venturi
Macellaio, si’, macellaio era il mio mestiere
ma ora son pagato col soldo del re;
e avrei potuto restarmene a fare il macellaio
visto il macello che vedo…
E il cappellano militare, dal pulpito,
predica: “Andate a combattere, fate ciò che è giusto”
ma lui non deve sentire questi cannoni
e scommetto che la notte dorme…
E io…
Io non ce la fo a smetter di tremare
le mie mani non voglion smettere di tremare
le mie braccia non voglion smettere di tremare
la mia mente non vuole smettere di tremare
voglio andare a casa
per favore fatemi andare a casa
a casa…
Ho visto un mio compagno
infilzato e appeso al filo spinato
come un giocattolo di stracci
e poi, col caldo, scendono le mosche
e ricoprono il ragazzo
e le mosche scendono sui campi di battaglia
Se il cappellano militare vedesse quelle mosche
non farebbe più sermoni per il rumore dei cannoni…
E io…
Io non ce la fo a smetter di tremare
le mie mani non voglion smettere di tremare
le mie braccia non voglion smettere di tremare
la mia mente non vuole smettere di tremare
voglio andare a casa
per favore fatemi andare a casa
a casa…
506. THE SUN IS BURNING
Christy Moore
Christy Moore è un gigante della musica irlandese, grande artefice del primo folk revival degli anni anni 70. Iniziò con il gruppo dei Planxty di cui fu coofondatore. Vanta una produzione sterminata tutta di ottimo livello e pur spaziando e contaminandosi con vari generi musicali resta
sempre fedele alla musica della sua isola verde. Insomma musica popolare che si trasforma ridiventa viva .
The sun is burning in the sky
Strands of clouds go slowly drifting by
In the park the dreamy bees are droning in the flowers among the trees
And the sun burns in the sky.
Now the sun is in the west,
Little babes lie down to take their rest,
And the couples in the park are holding hands and waiting for the dark
And the sun is in the west.
Now the sun is sinking low,
Children playing know it's time to go.
High above a spot appears, a little blossom blooms and then draws near
And the sun is sinking low.
Now the sun has come to earth
Shrouded in a mushroom cloud of death.
Death comes in a blinding flash of hellish heat and leaves a smear of ash
And the sun has come to earth.
Now the sun has disappeared
All that's left is darkness, pain and fear.
Twisted sightless wrecks of men go crawling on their knees and cry in pain
And the sun has disappeared.
*
IL SOLE STA BRUCIANDO
Versione italiana di Riccardo Venturi
Il sole sta bruciando nel cielo
fili di nubi vanno lentamente alla deriva
nel parco ronzano le api sognanti nei fiori, tra gli alberi
e il sole brucia nel cielo.
Ora il sole è all’occidente,
dei bambini si sdraiano per riposarsi,
e le coppiette nel parco si tengono per mano aspettando il buio,
e il sole è all’occidente.
Ora il sole sta calando,
i bambini che giocano sanno che è ora d’andar via.
Appare un punto, lassù in alto, un piccolo boccio spunta e si avvicina,
ed il sole sta calando.
Ora il sole è venuto sulla terra,
ammantato in una nuvola di morte a forma di fungo.
La morte viene in un lampo accecante di calore infernale e lascia una macchia di cenere
e il sole è venuto sulla terra.
Ora il sole è scomparso
e tutto quel che ha lasciato è buio, dolore e paura.
Relitti umani contorti e ciechi si trascinano sulle ginocchia e gridano di dolore
e il sole è scomparso.
507. WHY?
Tracy Chapman
Why do the babies starve
When there's enough food to feed the world
Why when there're so many of us
Are the people still alone
Why are the missiles called peace keepers
When they're aimed to kill
Why is a woman still not safe
When she's in her home
Love is hate
War is peace
No is yes
And we're all free
But somebody's gonna have to answer
The time is coming soon
Amidst all these questions and contradictions
There's some who seek the truth
But somebody's gonna have to answer
The time is coming soon
When the blind remove their blinders
And the speechless speak the truth
*
PERCHE’?
Versione italiana di Manuela Scelsi
Perché i bambini muoiono di fame
Quando c'è abbastanza cibo per sfamare il mondo
Perché se siamo così tanti
Ci sono ancora persone sole
Perché i missili sono "guardiani della pace"
Quando sono pronti ad uccidere
Perché una donna non è sicura
Nemmeno nella sua casa
Amore è odio
Guerra è pace
No è sì
E noi siamo tutti liberi
Ma qualcuno dovrà rispondere
L'ora arriverà presto
Tra tutte queste domande e contraddizioni
C'è qualcuno che cerca la verità
Ma qualcuno dovrà rispondere
L'ora verrà presto
Quando i ciechi si toglieranno i paraocchi
E i muti diranno la verità.
508. STOP WAR
Isola Posse All Star
"Posse?"
"Eh?"
"È allarme rosso! Siamo in guerra..."
"Ci siamo sempre stati in guerra noi..."
"Ci sono anche gli italiani... su gli italiani!?"
"No sei fuori è una storia pesa... ci sono i blindati in piazza, hanno
attaccato coi missili..."
"Eh?"
"Panico totale! Non passa!!!"
Deda MC
Niente pace, niente giustizia
ne ho sentite anche troppe di cazzate, vomita-sentenze
di una bocca che scrive parole di fuoco su un gioco...
con un buono e un cattivo, un Occidente indignato
nulla ha dichiarato e accanto un positivismo violento.
Attento! Non confondo Saddam con Che Guevara:
a Panama è la Casa Bianca che spara.
Nessuno ti ha per questo mai informato...
Nessuno! che si sia mai preoccupato... Nessuno!
Ma la posta in gioco questa volta è più alta:
"La questione del petrolio va risolta."
E allora lo studio si apre ed armato di retoriche di guerra:
"Il dolore va premiato!"... una campagna se vuoi un pò troppo efficace
finchè non c'è giustizia, no! nessuna pace!
Gopher D
Dico, menti marce regolano il gioco
ipotesi e parole contano poco
non è poi così assurdo capire
che chi paga è anche chi non ci crede
e salta in aria come fosse niente
sotto le rovine nelle strade deserte...
Non hai il diritto di sentirti sicuro
con le mani tra le gambe dì l'addio al suo culo
aspettando solo che giunga l'ora
all'angolo della strada, all'angolo della strada
all'angolo della strada, all'angolo della strada
Stop war! Qual è il tuo conflitto?
Stop al panico o sei giù sconfitto!
"Visto? Era una questione di soldi!
Ehi, Dee Mò... fai tu lo speaker dacci i dati!"
Speaker Dee Mò
Chi vive da schiavo, chi incassa è soltanto uno schema
se vuoi un posto amplificato
ma dai un'idea del sistema applicato nel mondo:
la divisione è mega!
Azioni in catene, azioni aguzzine...
sistemi economici, politiche assassine
tra nord e sud, sud e nord del pianeta
non sono comunista, nemmeno un profeta,
ma uno speaker! Dee Mò
Speaker d'informazione indipendente
Saddam faceva la spesa in Occidente
strategicamente un buon cliente:
chi nasconde i fatti mente!
Saddam è uno dei tanti e poi è stato stipendiato
questione di feeling, di feeling con la Nato,
che conta soldi, soldi su macerie
come la parte e business, cose serie.
E fucilate sui ragazzi in Palestina,
berretti verdi in America Latina:
perché su queste vergogne, ehi, tutto tace?
Deda è giustizia questa? No, nessuna pace!
Perché non è l'Islam che muove Saddam
e conta più una banca della Casa Bianca!!!
È solo il business che comanda!
È una piazza d'armi e d'affari
i giochi son loschi, Treble? E non son chiari!!!
Metà del mondo vive per scommessee paga con la vita
il panico di questa guerra è quotato a Wall Street...
Mone, mone, mone, mone? None, none, none, none!
Treble
None none! Non voglio vivere questa guerra:
non è un gioco, questo Risiko tragico...
None none! Non voglio vivere questa guerra!
Intanto il generale bombarda bam! bam!
sta lanciando Scud su Israele bam! bam!
B-52 su Baghdad bam! bam!
L'Islam minaccia l'Occidente... SANGUE...
il terrorismo dilagherà!!!
Notizie tagliate e ricucite come un capo comanda
sparate nelle orecchie da una brutta b-b-banda
lu Maciaro insegna [...]
che qui la strage regna
e un radio-titolo importante che venda
tanto di morte il panico di sicuro si guadagna
dal tempo dell'altra guerra: "Questa è l'ultima!"
e allora va dell'era il giornale bombarda!!!
Vai Treble il tuo discorso è stato chiaro... anche questa è andata a segno!
Stop war! Qual è il tuo conflitto?
Stop al panico o sei già sconfitto!
509. INFANT DE BEIRUT
Lluís Llach
Una canzone davvero “sorella” di Sidùn di Fabrizio de André. Coincidenza o…?
No sé bé si era tristesa
o el dolor antic d’uns ulls d’infant.
Però, per un moment, del món va ser el retrat
aquella imatge d’un infant de Beirut.
El fràgil braç, tendra tragèdia,
brandant fusell; mort i bandera.
El cos menut i bru perdent-se en la ciutat,
un nínxol anònim per l’infant de Beirut.
Al cel hi té el Deus del napalm,
i el tro infernal d’ocells de plata,
en l’horitzó, només, l’exili sempre amarg,
bressol i tomba per un infant de Beirut.
Morir a Beirut, morir a Mauthausen,
el mateix foc en temps distants,
mirall glaçat d’un món on ja ningú no respon
als ulls immòbils d’un infant de Beirut.
*
BAMBINO DI BEIRUT
Versione italiana di Riccardo Venturi
Non so bene se era tristezza
o il dolore antico d’occhi di bambino.
Però, per un momento, del mondo fu il ritratto
quell’immagine d’un bambino di Beirut.
Il braccio fragile, tenera tragedia,
che brandiva un fucile; morte e bandiera.
Il corpo minuto e magro che si perdeva nella città,
un lenzuolo anonimo per il bambino di Beirut.
In cielo ci sono il Dio del napalm
e il ronzio infernale d’uccelli d’argento,
all’orizzonte solo l’esilio sempre amato,
culla e tomba per un bambino di Beirut.
Morire a Beirut, morire a Mauthausen,
lo stesso fuoco in tempi distanti,
specchio gelato d’un mondo dove nessuno risponde
agli occhi immobili d’un bambino di Beirut.
510. FILLS D’HIROSHIMA
Lluís Llach
Digueu els noms, fills d’Hiroshima,
els noms complets i a poc a poc.
Feu-vos presents a tot arreu,
i ompliu l’espai de l’univers.
Envaïu l’aire que respirem,
el sexe, els ulls, el nostre alè.
Burxeu la nàusea, al nostre instint,
i trasbalseu la nostra quietut.
Reagan, mal actor. Andròpov, policia.
Mals actors, mal teatre, mal públic, teló.
Feu-vos valents, fills d’Hiroshima,
des del temor del vostre infern,
per una humana convivència
pel somni ingenu de la pau.
Per una pau sense terror,
ja no és posible l’ambigüitat
contra els voltors, vells i carronyers,
obrim trinxeres, queda poc temps.
Reagan, policia. Andròpov, mal actor.
Mals actors, mal teatre, mal públic, teló.
Digueu els noms, fills d’Hiroshima,
ompliu l’espai que respirem.
Feu-nos valents, fills d’Hiroshima,
per una pau sense terror.
*
FIGLI DI HIROSHIMA
Versione italiana di Riccardo Venturi
Dite i vostri nomi, figli di Hiroshima,
i nomi completi, e a poco a poco.
Presentatevi a tutti quanti
e riempite lo spazio dell’universo.
Invadete l’aria che respiriamo,
il sesso, gli occhi, il nostro respiro.
Fate crescere la nausea nel nostro istinto
e rovesciate la nostra quiete.
Reagan, un guitto. Andropov, un poliziotto.
Guitti, teatraccio, pubblico schifoso, sipario.
Fatevi coraggio, figli di Hiroshima,
dalla paura del vostro inferno,
per una umana convivenza,
per il sogno ingenuo della pace.
Per una pace senza terrore
non è più possibile l’ambiguità.
Contro gli avvoltoi, vecchie iene,
apriamo trincee, resta poco tempo.
Reagan, un poliziotto. Andropov, un guitto.
Guitti, teatraccio, pubblico schifoso, sipario.
Dite i vostri nomi, figli d’Hiroshima,
riempite lo spazio che respiriamo.
Fateci coraggio, figli di Hiroshima,
per una pace senza terrore.
511. LES CHAROGNARDS
Renaud
(1975)
Questa non è una “canzone contro la guerra”; o forse non lo è direttamente. Ma è una delle più cupe e terribili canzoni di Renaud incazzato sul serio, del Renaud che non faceva sconti ed era ancora ben lontano dall’ “istituzionalizzazione” cui è stato sottoposto. Una canzone che ci parla di tanta di quella “brava gente” (verrebbe da dire, con Claudio Lolli, di quella “vecchia piccola borghesia che gode quando un ladro muore”) che magari, adesso, è tutta dietro a’ prodi guerrieri impegnati in qualche “liberazione”. Una canzone che è anche una risposta a tante stupide frasi fatte che tutti noi sentiamo ogni giorno.
Il y a beaucoup de monde sur la rue Pierre Charron
Il est deux heures du mat', le braquage a foiré,
J'ai une balle dans le ventre une autre dans le poumon,
J'ai vécu à Sarcelles, j'crève aux Champs-Élysées.
Je vois la France entière du fond de mes ténèbres,
les charognards sont l'à, la mort ne vient pas seul.
J'ai la connerie humaine, comme oraison funèbre,
le regard des curieux comme unique linceul.
C'est bien fait pour ta gueule, tu n'est qu'un p'tit salaud,
on port'ra pas le deuil, c'est bien fait pour ta peau.
Le boulanger du coin a quitté ses fourneaux
pour s'en venir cracher sur mon corps déjà froid.
Il dit:"J'suis pas raciste,mais quand même les bicots,
chaque fois qui a un sale coup,ben y faut qu'il en soient".
"Moi monsieur j'vous signale, que j'ai fais l'Indochine".
Dit un ancien para à quelques arrivistes.
"Ces mec c'est d'la racaille, c'est pire que des viêt-minh.
Faut les descendre d'abord et discuter ensuite".
C'est bien fait pour ta gueule, tu n'est qu'un p'tit salaud,
on port'ra pas le deuil, c'est bien fait pour ta peau.
Les zonards qui sont là vont s'faire lyncher sûr’ment,
s'ils continuent à dire que les flics assassinent,
qu'on est un être humain même si on est truand
et que ma mise à mort n'a rien de légitime.
"Et s'il prenait ta mère, comme otage, ou ton frère?"
Dit un père, béret Basque, à un jeune blouson d'cuir.
"Et si c'était ton fils qui était couché par terre
Le nez dans sa misère? "Répond l'jeune pour finir.
C'est bien fait pour ta gueule, tu n'est qu'un p'tit salaud,
on port'ra pas le deuil, c'est bien fait pour ta peau.
Mais monsieur blanc cassis continue son délire.
Convaincu que déjà, mon âme est chez le diable,
que ma mort fut trop douce, que je méritais pire.
J'espère bien qu'en enfer, je r'trouvai ces minables.
Je n'suis pas un héros, j'ai eu c'que j'méritais.
Je ne suis pas à plaindre, j'ai presque de la chance.
Quand je pense à mon pote qui lui n'est que blessé,
il va finir ses jours à l'ombre d'une potence.
Elle n'a pas dix-sept ans cette fille qui pleure,
en pensant qu'à ses pieds,il y a un homme mort.
Qu'il soit flic ou truand, elle s'en fout d'sa pudeur.
Comme ces quelques larmes me réchauffent le corps.
C'est bien fait pour ta gueule, tu n'est qu'un p'tit salaud,
on port'ra pas le deuil, c'est bien fait pour ta peau.
Il y a beaucoup de monde sur la rue Pierre Charron.
Il est deux heures du mat`, mon sang coule au ruisseau.
C'est le sang d'un voyou qui rêvait de millions,
j'ai des millions d'étoiles au fond de mon caveau.
J'ai des millions d'étoiles au fond de mon caveau.
*
GLI AVVOLTOI
Versione italiana di Riccardo Venturi
C’è un sacco di gente nella rue Pierre Charron,
le due del mattino, la rapina è andata a puttane
ho una pallottola in pancia e un’altra in un polmone.
Ho vissuto a Sarcelles [*], crepo sugli Champs-Élysées.
Vedo tutta la Francia dal fondo delle mie tenebre,
gli avvoltoi sono là, la morte non viene da sola.
Ho la stronzaggine umana come orazione funebre,
lo sguardo dei curiosi come mio solo sudario.
Ben ti sta, brutto stronzo, non sei che un delinquentello,
non si porterà il lutto, han fatto bene a farti la pelle.
Il fornaio dell’angolo a lasciato i suoi forni
per venire a sputare sul mio corpo già freddo.
Dice: “Non sono razzista, ma comunque ‘sti marocchini
ogni volta che ne fanno una, è bene ci restino secchi”.
“Io, signore, le dico che ho fatto la guerra d’Indocina”,
dice un vecchio parà a qualche arrivista.
“Questo qui è una canaglia, è peggio dei viet-minh.
Meglio stenderli prima, e poi discutere”.
Ben ti sta, brutto stronzo, non sei che un delinquentello,
non si porterà il lutto, han fatto bene a farti la pelle.
Quegli straccioni di periferia che son là si faranno di certo linciare
se continuano a dire che gli sbirri sono degli assassini,
che uno è un essere umano anche se è un malvivente
e che la sua condanna a morte non è per niente legittima.
“E se prendesse tua madre in ostaggio, o tuo fratello?”,
dice un vecchio col basco a un ragazzo in giaccone in pelle.
“E se fosse tuo figlio, quello li’ steso per terra,
col naso dentro la sua sventura?”, risponde il ragazzo per finirla li’.
Ben ti sta, brutto stronzo, non sei che un delinquentello,
non si porterà il lutto, han fatto bene a farti la pelle.
Ma quel brav’uomo [**] continua il suo delirio.
Convinto che la mia anima sia già all’inferno,
che son morto troppo bene, che meritavo di peggio.
Spero tanto che all’inferno ritroverò questi idioti.
Non sono un eroe, ho avuto quel che meritavo.
Non sono da compatire, ho avuto quasi fortuna.
Quando penso al mio compagno che, lui, è solo ferito,
e che finirà i suoi giorni all’ombra della forca. [***]
Non deve avere neanche diciassett’anni, ‘sta ragazzina che piange
pensando che, ai suoi piedi, c’è un uomo morto.
Che sia uno sbirro o un delinquente, se ne sbatte del pudore.
E quelle poche lacrime mi scaldano tanto addosso.
Ben ti sta, brutto stronzo, non sei che un delinquentello,
non si porterà il lutto, han fatto bene a farti la pelle.
C’è un sacco di gente nella rue Pierre Charron.
Le due del mattino, il sangue mi cola nel rigagnolo.
E’ il sangue di una canaglia che sognava i milioni,
ho milioni di stelle in fondo alla mia tomba,
ho milioni di stelle in fondo alla mia tomba.
NOTE
[*] Città dormitorio della banlieue parigina.
[**] Arrendendomi per una traduzione che renda minimamente l’idea, dico solo che “monsieur blanc cassis” è un’espressione che vuole indicare un tipico vecchietto francese “benpensante” che la domenica, al caffé, va a bersi un “blanc cassis” (un tipico aperitivo, detto anche “kir”, a base di vino bianco e succo di ribes). Potremmo dire il classico “signor Rossi” che fa il regalino ai nipotini, dice che non c’è più religione, guarda “Domenica In” e vota Fronte Nazionale perché ci vuole ordine e disciplina.
[***] All’epoca in cui è stata scritta la canzone in Francia era ancora in vigore la pena di morte.
512. LA BALLATA DELL’ARDIZZONE
Ivan della Mea
(1962)
M'han dit che incö la pulisia
a l'ha cupà un giuvin ne la via;
sarà stà, m'han dit, vers i sett ur
a cumisi dei lauradur.
Giovanni Ardizzone l'era el so nom,
de mesté südent üniversitari,
comunista, amis dei proletari:
a l'han cupà visin al noster Domm.
E i giurnai de tüta la téra
diseven: Castro, Kennedy e Krusciòv;
a lü 'l vusava: " Si alla pace e no alla guerra!"
e cun la pace in buca a l'è mort.
In via Grossi i pulé cui manganell,
vegnü da Padova, specialisà in dimustrasiun,
han tacà cunt i gipp un carusel
e cunt i röd han schiscià l'Ardissun.
A la gent ch'è andà inséma la vista,
per la mort del giuvin stüdent
e pien de rabia: "Pulé fascista –
vusaven - mascalsun e delinquent".
E i giurnai de l'ultima edisiun
a disen tücc: " Un giovane studente,
e incö una gran dimustrasiun,
è morto per fatale incidente,
è morto per fatale incidente,
è morto per fatale incidente".
*
[Versione italiana]
M'hanno detto che oggi la polizia
ha ammazzato un giovane per la via;
sarà stato, m'han detto, verso le sette,
a un comizio di lavoratori.
Giovanni Ardizzone, era il suo nome,
di mestiere studente universitario,
comunista, amico dei proletari,
L'hanno ammazzato vicino al nostro Duomo.
E i giornali di tutta la terra dicevano:
Castro, Kennedy e Kruscev;
e lui gridava: Si alla pace e no alla guerra;
e con la pace in bocca è morto.
In via Grossi i poliziotti coi manganelli,
venuti da Padova specializzati in dimostrazioni,
hanno attaccato, con le jeep, un carosello
e con le ruote han sciacciato l'Ardizzone.
La gente ha cominciato a non vederci più dalla rabbia
per la morte del giovane studente
e, rabbiosa: Polizia Fascista –
gridava Mascalzoni, delinquenti!
I giornali dell'ultima edizione dicono tutti:
" Un giovane studente, oggi,
durante una grande manifestazione,
è morto per un fatale incidente".
513. IL FIGLIO DEL POLIZIOTTO
Paolo Pietrangeli
(1965)
"Vedi sono più importante:
ho tre maglie e tu una sola;
vedi sono più importante:
ho il papà con la pistola;
e combatte contro tutti
assassini, farabutti;
e la sera torna a casa
con la sua divisa blù,
e si siede sul mio letto
mi racconta quel che ha fatto
fino a che non m'addormento
e son contento":
"Quando il nostro commissario
con la fascia tricolor
lui mi ha detto di sparare
non se ne poteva più.
Eran mille scalmanati,
noi duecento baschi blù:
son bastati due o tre morti
non si son sentiti più.
Tira un colpo o due per aria
poi ti vedo quel barnon:
gli ho sparato in mezzo agli occhi
e non se ne parli più":
"Vedi sono il bambino
più importante della scuola:
ho il papà con la divisa
ho il papà con la pistola:
e m'ha detto che ha sparato
contro certi esseri strani
che gridavan per le piazze
che gridavan come cani;
e m'ha detto ch'eran brutti
e cattivi e sporchi e storti
e che non se ne stan buoni
fino a che non sono morti".
"Quando il nostro commissario
con la fascia tricolor
lui mi ha detto di sparare
non se ne poteva più.
Eran mille scalmanati
noi duecento baschi blù:
son bastati due o tre morti
non si son sentiti più".
514. KIMIAD AR SOUDARD YAOUANK
Tradizionale bretone
L’addio del giovane che parte per andare a fare il militare; e nella Francia di allora, il servizio durava sette anni, quasi sempre con qualche guerra nel mezzo. Era la sorte di tanti bretoni, nel XIX secolo, che non parlavano una parola di francese e si ritrovavano nelle guarnigioni dell’est, con la prospettiva, in molti casi, di non tornare più.
Con questa mia seconda traduzione dal bretone, colgo l’occasione, dopo le diverse traduzioni in che ha fatto per le “CCG”, per presentare a tutti Gwenaëlle Rempart. E’ una giovanissima poetessa e studiosa nativa dell’isola di Ouessant con cui sono entrato in contatto durante i miei strampalati studi di bretone; ma tra isolani pazzi ci si capisce fregandose della latitudine. E cosi’ io ho cominciato a tradurre in italiano le canzoni della sua terra, e lei in bretone Guccini e De André!
Ma c'halon a zo frailhet, dre nerzh ma enkrezioù
Ma daoulagad entanet n'o deus mui a zaeloù
Deut eo, siwazh ! an devezh ma rankan dilezel
Lec'h kaer ma bugaleaj, ma bro gaer Breiz-Izel !
Keno dit, ma zi balan, kuzhet barzh an draoñienn,
Tachenn c'hlaz war behini, bugel, e c'hoarien ;
Gwez ivin ker bodennek, e disheol a bere
E-pad tommder an hañvoù e kousken da greisteiz
Keno ! keno mamm ha tad, bremañ n'esperit mui
E chomfe ho mab karet da harpañ ho kozhni
Evit gounit deoc'h bara, 'vel m'hoc'h eus graet dezhañ
Al lezenn zo didruez, ho kuitaat a renkan.
Nag a wech, ma mamm dener, e renkfet-hu leñvañ
Pa zeui ma c'hi ankeniet en-dro deoc'h da ruzañ
Pa welfot, war an oaled, ma skabellig c'houllo
Hag ar c'hevnid o steuiñ war ma fenn-bazh derv
Keno ! bered ar barrez, douaroù binniget,
Pere a guzh ma c'herent gant ar Zalver galvet ;
Da ouel an Anaon klemmus, n'in mui war ho pezioù
Da skuilhañ dour binniget mesket gant ma daeloù
Keno ! ma muiañ-karet, ma dousig koant Mari
Ur blanedenn digar a zeu d'hon glac'hariñ
Eürusted ha levenez skedus zo tremenet
'Vel en oabl ar goumoulenn gant an avel kaset
Na welin mui da lagad ker lemm ha ker laouen
O virviñ gant plijadur, e ti pa erruen,
Da zornig gwenn ken mibin o treiñ ar c'harr e dro
Da vouezh flour mui na glevin o kanañ va gwerzoù
Pa oamp er c'hatekismoù, hon-daou c'hoazh bugale,
Hor c'halonoù diskiant, e kuzh en em gleve
Dirak Gwerc'hez ar c'hroaz-hent, nag a wech he touejomp
Na erruje birviken disparti etrezomp
Yaouank ha dibreder, siwazh ! ne ouiemp ket
Nag ha bet c'hwerventez ar vuhez zo hadet
Evidomp ne oa, neuze, Lezennoù na Roue,
N'anve'emp med ul lezenn, hini ar garantez
Keno ! ma nez-amezeg, Yannig, ma gwir vignon
Kamarad ma c'hoarioù, ma breur dre ar galon
Piv a gemero bremañ lod e-barzh ma foanioù ?
Piv a gomzo ganin-me deus ar gêr hag ar vro ?
Hepdon te yelo bremañ d'ar parrezioù tostañ
Da bigosaat al leurioù 'barzh el lajoù-dornañ
Hepdon te yel da c'hounid maout ar c'hourennadeg
Da chasañ war rubannoù e-barzh er varradeg
Keno ! ma c'hazeg velen, skañv evel un heizez
Mistr evel ul logodenn, jentil vel un oanez
N'ez santin ken, dindanon, gant an hast o tripal
Ma daouarn mui ne stagint ar seizenn war da dal
Keno ! ma c'hi keazh, Mindu, ma leal kamarad,
N'efomp ken, dre ar c'hlizhenn, da glask roudoù ar c'had
Ne glevin ken, er menez, da chilpadenn skiltrus,
War ma dorn mui ne santin da deod garantezus
A-benn un nebeud amzer, kalz a vignoned yen
Barzh er soudard divroet, hep mar, ne soñjfont ket
Mes da galon-te, Mindu, n'eo ket ankouezus
Pell e ri c'hoazh va c'hañvoù, gant da yezhoù klemmus
Keno 'ta plijadurioù, leurioù-nevez, prejoù,
Nezadegoù, nozvezhoù, foarioù ha pardonioù,
Ebatoù ker birvidik, binioù zar dha sklentin,
Na drido mui va c'halon gant da sonioù lirzhin
Keno kement a garan, keno da virviken !
Pell ouzh a Vreizh me varvo, mantret gant an anken
Vel ur blantenn gizidik, evit ar vro krouet
A renk gweñviñ ha mervel, kerkent m'eo divroet .
*
L’ADDIO DEL GIOVANE SOLDATO
Versione italiana di Riccardo Venturi
Ho il cuore spezzato dalla durezza delle mie pene,
i miei occhi entusiasti non hanno più da dir niente
è arrivato, ohimé, il giorno in cui devo abbandonare
il bel luogo della mia infanzia, la mia bella Bretagna!
Addio, casa tra le ginestre, nascosta nella valle,
verde campo dove giocavo da bambino;
cari alberi di tasso alla cui ombra
durante la calura estiva dormivo a mezzogiorno
Addio! Addio, mamma e babbo, adesso non sperate più
che il vostro figlio amato resti ad aiutarvi nella vecchiaia
per guadagnarvi il pane, come voi avete fatto;
la legge è spietata, vi devo lasciare.
Quante volte, mia tenera mamma, dovrai piangere
quando il mio cane in pena si trascinerà dietro a voi
e quando vedrai, sul focolare, il mio sgabello vuoto
e le ragnatele allinearsi sul mio bastone di quercia
Addio, cimitero della parrocchia, terra benedetta
dove riposano i miei parenti chiamati dal Salvatore;
piangano le anime dei morti, non andrò più sulle vostre tombe
a versare acqua benedetta mescolata alle mie lacrime
Addio, o colei che più amo, mia dolce e gentile Mari’,
un destino crudele è venuto ad affliggerci
la gioia e la radiosa allegria sono passate
come la nube nel cielo è portata via dal vento
Non vedrò più i tuoi cari occhi vivaci e pieni d’allegria
brillare di piacere quando arrivavo a casa,
la tua manina bianca condurre lesta il carro,
né più la tua dolce voce sentirò cantare le mie canzoni
Quando eravamo al catechismo, ancora da ragazzi,
con il cuore incosciente ci incontravamo di nascosto
al tabernacolo del crocevia, e quante volte abbiam giurato
di non separarci mai tra di noi
Giovani e spensierati, ahimé, non sapevamo
quanta amarezza la vita ha seminato;
per noi non c’erano allora né leggi né re,
non c’era che una sola legge, quella dell’amore
Addio, o mio vicino, Yannig, mio vero amico,
compagno dei miei giochi, mio fratello di cuore;
a chi farò parte adesso delle mie pene,
e chi mi parlerà di casa e del paese?
Senza di me andrai adesso alle parrocchie [*] più vicine
a sgobbare tra le zolle in mezzo agli attrezzi
senza di me andrai a cercar di vincere alle gare di lotta
e a caccia sulle colline in mezzo alle staccionate
Addio, miei biondi cavalli, leggeri come una cerbiatta,
eleganti come un topolino [**], gentili come un agnellino
non vi sentirò più, sotto di me, galoppare in fretta,
le mie mani più non stringeranno le redini sulla vostra fronte
Addio, mio cane fedele, Mindu [***], mio leale compagno
non andremo più, nella bruma, a cercare le tracce della lepre
non sentirò più, sui monti, il tuo guaito stridente
non sentirò più sulle mani la tua lingua affettuosa
In capo a poco tempo molti amici dovranno
partire in mezzo ai soldati e, senza dubbio, non ci penseranno
ma il tuo cuore, Mindu, non si dimenticherà;
da lontano renderai ancora sopportabili le mie pene con la tua lingua
Addio o miei piaceri, campi appena arati, prati,
corse pazze, serate di festa, fiere e sagre paesane,
gioie care e splendenti, cornamuse dal suono chiaro,
il mio cuore più non gioirà alle vostre allegre canzoni
Addio a tutto ciò che amo, addio, addio per sempre!
Lontano dalla Bretagna morirò in preda all’angoscia;
come una pianta fragile, per la madrepatria,
devo appassire e morire non appena sarò partito.
[*] S’intenda “paesi, villaggi”. Nella Bretagna tradizionale le comunità rurali venivano (e vengono tuttora) denominate parrez “parrocchia”.
[**] sic.
[***] Cioè “Musonero”.
515. E PARREZ LANGONNED
Alan Stivell
(trad.)
Una delle più note canzoni tradizionali bretoni, interpretata da Alan Stivell nell’album “quasi” omonimo, E Langonned. E’ incentrata sulla lunghezza e sulla durezza del servizio militare, al termine del quale –oltretutto- ci potevano essere delle…brutte sorprese (sempre che si fosse sopravvissuti).
Kenavo ma zad, ma mamm
Kenavo mignoned
Kenavo deoc'h tud yaouank
Eus parrez Langonned
Ne oa ket roet din ar choaz
Dav oa din partiel
Kaset oan war ar mor bras
Kuitaet ma Breizh-Izel
Me oa-me gwall glac'haret
'Vont d'ober ma servij
Lesket 'moa e Langonned
Fleurenn ma yaouankiz
Lesket 'moa e ti he mamm
Ma mestrezig karet
Kaset oan d'an Oriant
Ha du-se oan gwisket
Berv e oa ma daoulagad
An ael oa uhel
Barzh an neñv e oa stered
Daole din sklerijenn
Ma vijen bet e skolioù
'M bije skrivet ul lizher
'Vit kontañ ma holl boanioù
Ha ma brasañ mizer
Fin oa bet ar beajoù
Erru oan me amzer
Digoue'et oan en-dro er vro
Echu oa ma c'hoñje
An eostig save d'al lein
Ha gane melodi
Kavet din ma Breizh-Izel
Erru oan 'barzh ma zi
Kentañ hin' am boa kavet
Oa 'vatezhig vihan
Ha ganti 'm boa goulennet
E-menn 'mañ 'r plac'h yaouank
'Mañ-hi du-se 'barzh ar sal vras
E-touez ar yaouankiz
Sonerien ouzh he gortoz
'Vit monet d'an iliz
En ur glevet kement-all
Me oa chomet souezhet
'C'haloupat da benn kêr all
Du-se em boa gwelet
Klevet 'peus, kamaraded
Setu aze 'n avis
Ma fell deoc'h bezañ touellet
Kit d'ober ho servij
Ha bezet gourc'hemennet
C'hwi holl merc'hed yaouank
'Mañ doganet ar baotred
'Vont da servij Bro-Frañs.
*
NELLA PARROCCHIA DI LANGONNET
Versione italiana di Riccardo Venturi
Arrivederci, babbo e mamma,
arrivederci, amici
e arrivederci a voi, ragazzi
della parrocchia di Langonnet.
Non mi è stata data scelta,
sono dovuto partire.
Mi hanno mandato per l’oceano
una volta lasciata la mia Bretagna.
Avevo molta pena
andando a fare il militare,
avevo lasciato a Langonnet
il fiore della mia giovinezza
Avevo lasciato da sua madre
la mia amata fidanzata,
mi hanno mandato a Lorient
e li’ mi hanno messo la divisa
I miei occhi ardevano,
l’angelo stava lassù in alto,
nel cielo c’erano delle stelle
che mi gettavano il loro chiarore
Se fossi andato a scuola
avrei scritto una lettera
per raccontare tutte le mie pene
e la mia più grande miseria
I viaggi hanno avuto fine,
il mio tempo era terminato
e sono tornato al paese
dopo finito il servizio
L’usignolo si levava
e cantava una melodia,
ritrovata la Bretagna
ero arrivato a casa.
La prima che ho visto
era la servetta,
e le ho domandato
di avvertire la mia ragazza
“E’ la nella grande sala
con tutta la gioventù,
dei suonatori la aspettano
per andare in chiesa.”
Quando ho sentito questo
sono rimasto stupefatto,
son corso all’altro capo del paese
e là l’ho vista
Avete capito, compagni
e vi do un avvertimento:
se volete essere traditi
andate a fare il militare
E vi faccio i complimenti
a tutte voi, ragazze
che fate cornuti i ragazzi
che vanno a servire la Francia.
516. SOLDIER OF PLENTY
Jackson Browne
God is great, God is good
He guards you neighborhood
Though it's generally understood
Not quite the way you would
You try to take the slack
Stay awake and watch his back
But something happens every now and then
And someone breaks into the promised land
Ah boy boy
This world is not your toy
This world is long on hunger
This world is short on joy
A-E-I-O
You speak as if you know
What's good for everyone
What's good in what you've done?
What's good about a world in which
War rages at a fever pitch
And people die for the little things
A little corn, a little beans
Ah boy boy
This world is not your toy
This world is, this world is
Long on hunger
Short on joy
How much longer
You gonna keep the world hungry boy?
You measure peace with guns
Progress in mega-tons
Who's left when the war is won?
Soldier of misfortune--
Soldier of an angry call
Soldier on foreign soil
I'm not here to fight your war
I know what you're fighting for
Ah boy boy
This world is not your toy
This world is, this world is
Long on hunger
Short on joy
How much longer
You gonna keep the world hungry boy?
*
SOLDATO DELL’ABBONDANZA
Versione italiana di Riccardo Venturi
Dio è grande, Dio è buono
vigila su tutto il vicinato
anche se tutti quanti capiscono
che non è nel modo che vorrebbero.
Tenti di stargli alle calcagna,
stai all’erta e lo sorvegli
ma qualcosa accade di tanto in tanto
e qualcuno irrompe nella terra promessa
oh ragazzo, ragazzo
questo mondo non è un balocco
questo mondo ha tanta fame
questo mondo ha poca gioia
A-E-I-O
parli come se tu sapessi
quel che è bene per tutti
e che c’è di buono in quel che hai fatto?
Che c’è di buono in un mondo
dove la guerra infuria come una febbre
e dove si muore per le cose da nulla
un po’ di grano, un po’ di fagioli
Oh ragazzo, ragazzo
questo mondo non è un balocco
questo mondo ha, questo mondo ha
tanta fame
e poca gioia
e per quanto ancora
terrai il mondo affamato, ragazzo?
Misuri la pace in cannoni
e il progresso in megatoni,
chi rimarrà quando la guerrà sarà finita?
Soldato di sventura,
soldato richiamato di rabbia
soldato su un suolo straniero
non sono qui per fare la tua guerra
io non so per cosa stai combattendo
Oh ragazzo, ragazzo
questo mondo non è un balocco
questo mondo ha, questo mondo ha
tanta fame
e poca gioia
e per quanto ancora
terrai il mondo affamato, ragazzo?
517. RUMOURS OF WAR
Billy Bragg
There are soldiers marching on the common today
They were there again this evening
They paced up and down like sea birds on the ground
Before the storm clouds gathering
I must buy whatever tinned food is left on the shelves
They are testing the air raid sirens
They've filled up the blood banks and emptied the beds
At the hospital and the asylum
I saw a man build a shelter in his garden today
And we stood there idly chatting
He said: "No, no I don't think war will come"
Yet still he carried on digging
Everything in my life that I love
Could be swept away without warning
Yet the birds still sing and the church bells ring
And the sun came up this morning
Life goes on as it did before
As the country drifts slowly to war.
*
RUMORI DI GUERRA
Versione italiana di Riccardo Venturi
Dei soldati marciano sul suolo pubblico, oggi
ed erano là anche stasera
andavano su e giù come uccelli marini a terra
prima che si raccolgano le nubi di burrasca
Devo comprare tutto lo scatolame rimasto sugli scaffali
stanno provando le sirene di allarme aereo
hanno rifornito le banche del sangue e liberato i letti
all’ospedale e al manicomio
Oggi ho visto uno che si costruiva un rifugio nel giardino
e siamo stati là un po’ a far due chiacchiere
ha detto, “No, non credo che ci sarà la guerra”
eppure continuava a scavare
Tutto quel che amo nella mia vita
potrebbe essere spazzato via senza avvisaglia
ma gli uccelli cantano ancora e le campane suonano
e il sole è sorto, stamattina
La vita va avanti come prima
e il paese scivola lento nella guerra.
518. OLIVER’S ARMY
Elvis Costello
Don't start me talking
I could talk all night
My mind goes sleepwalking
While I'm putting the world to right
Called careers information
Have you got yourself an occupation?
Oliver's army is here to stay
Oliver's army are on their way
And I would rather be anywhere else
But here today
There was a checkpoint Charlie
He didn't crack a smile
But it's no laughing party
When you've been on the murder mile
Only takes one itchy trigger
One more widow, one less white nigger
(Chorus)
Hong Kong is up for grabs
London is full of Arabs
We could be in Palestine
Overrun by a Chinese line
With the boys from the Mersey and the Thames and the Tyne
But there's no danger
It's a professional career
Though it could be arranged
With just a word in Mr. Churchill's ear
If you're out of luck or out of work
We could send you to Johannesburg
(Chorus)
*
L’ESERCITO BRITANNICO
Versione italiana di Riccardo Venturi
Don't start me talking
I could talk all night
My mind goes sleepwalking
While I'm putting the world to right
Called careers information
Have you got yourself an occupation?
Oliver's army is here to stay
Oliver's army are on their way
And I would rather be anywhere else
But here today
There was a checkpoint Charlie
He didn't crack a smile
But it's no laughing party
When you've been on the murder mile
Only takes one itchy trigger
One more widow, one less white nigger
(Chorus)
Hong Kong is up for grabs
London is full of Arabs
We could be in Palestine
Overrun by a Chinese line
With the boys from the Mersey and the Thames and the Tyne
But there's no danger
It's a professional career
Though it could be arranged
With just a word in Mr. Churchill's ear
If you're out of luck or out of work
We could send you to Johannesburg
(Chorus)
519. ROCKETS
Cat Power
Where do the dreams of babies go
'cause you know they're all so good
and they're also gone so fast
keep all your guns at home
help keep your momma safe
cause you know she's pretty good too
Where is the night so warm and so strange
that no one is afraid of themselves
pick, pick up, dig, dig out those weeds
out of your happy-go-lucky fields
of such polluted thinking
Where do the rockets find planets
Where do the rockets find planets
Where do the rockets find planets
Where are the dreams of the babies going
'cause you know they're all going fast
take, take as much as you can
'cause you know it's going so fast
you know it's so good.
where are the many mountains so brave
that they do not explode over everyone
pick, pick up, dig, dig out those weeds
out of your happy-go-lucky field
of such polluted thinking
Where do the rockets find planets
Where do the rockets find planets
keep your guns at home
keep your guns at home
help keep your momma safe
you know she's all good
she's pretty good
Where are the dreams of babies going
'cause you know they're all good
520. NO BLOOD FOR OIL
Jim Lesses
You burn the truth at midnight; The flames light up the sky.
You stand around and warm your hands, and watch our freedoms die.
You start your wars for Mammon; For capital and greed;
Start your wars for land and oil, and watch our children bleed...
CHORUS
No blood for oil! No oil for your 'freedom',
Your freedom is worthless; When you pay with our lives.
No blood for oil! No oil for your 'freedom',
Your freedom is worthless; When you pay with our lives.
You shackle us with terror; You blind us all with fear.
And all the while you tear away, at all that we hold dear.
Turn neighbour against neighbour; Breed hate beneath the sun.
Smash our doors; start your wars, with a bible and a gun...
CHORUS
BRIDGE
And all around the world, the calls for peace crash in like waves,
But you ignore our very cries, and send us to our graves....
CODA: I said, No blood for oil!
521. LIKE SOLDIERS DO
Billy Bragg
Blues eyes fighting the grey eyes fighting the tears
Armed to the teeth for a war of words
Reaching all the years
I advanced across a poppy field
I saw the gleam as you raised your shield
And love screamed down
With the sun behind its back
Our Fathers were all soldiers,
Shall we be soldiers too
Fighting and falling like soldiers do
Nothing is clear in this tactical unclear war
I can't be bothered to find out
What we are fighting for
No one can win this war of the senses
I see no reason to drop my defences
So stand fast my emotions,
Rally round my shaking heart
Our Fathers were all soldiers,
Shall we be soldiers too
Fighting and falling like soldiers do
Blue eyes fighting the grey eyes fighting the tears
Armed to the teeth for a war of words
Reaching all the years
I advanced across a poppy field
I saw the gleam as you raised your shield
And love screamed down
With the sun behind its back
I knew once again I was under attack
So stand fast my emotions,
Rally round my shaking heart
Our Fathers were all soldiers,
Shall we be soldiers too
Fighting and falling like soldiers
Fighting and falling like soldiers
Fighting and falling like soldiers do.
522. MONEY IS YOUR BLOOD
Torben Franck
You think you're so clever
that's just your perception
you're murdering this world
with weapons of mass deception
I cannot see your face for lies
they swarm around like hungry flies
you bomb, you murder, your endless toil
for nothing more than bloody oil
The time has come for sentence
for you there's no redemption
this war is so pretentious
because money is your blood
For several hundred years
the source of oppression
you prey on human fears
'til your dirty work is done
And when the next war passes by
you'll shoot the stars of the sky
but now i hear the turning tide
it's time to stop 'cause you can't hide.
523. KHORAKHANÉ
Fabrizio de André
(1996)
Il cuore rallenta la testa cammina
in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento
porto il nome di tutti i battesimi
ogni nome il sigillo di un lasciapassare
per un guado una terra una nuvola un canto
un diamante nascosto nel pane
per un solo dolcissimo umore del sangue
per la stessa ragione del viaggio viaggiare
Il cuore rallenta e la testa cammina
in un buio di giostre in disuso
qualche rom si è fermato italiano
come un rame a imbrunire su un muro
saper leggere il libro del mondo
con parole cangianti e nessuna scrittura
nei sentieri costretti in un palmo di mano
i segreti che fanno paura
finchè un uomo ti incontra e non si riconosce
e ogni terra si accende e si arrende la pace
i figli cadevano dal calendario
Jugoslavia Polonia Ungheria
i soldati prendevano tutti
e tutti buttavano via
e poi Mirka a San Giorgio di maggio [*]
tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
e dagli occhi cadere
ora alzatevi spose bambine
che è venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare
e se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e sfortuna
allo specchio di questa kampina [**]
ai miei occhi limpidi come un addio
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio.
Cvava sero po tute
i kerava
jek sano ot mori
i taha jek jak kon kasta
vasu ti baro nebo
avi ker
kon ovla so mutavia
kon ovla .
Ovla kon ascovi
me gava palan ladi
me gava
palan bura ot croiuti. [***]
*
NOTE
Khorakhané: tribù Rom serbo-montenegrina di religione musulmana. Il termine
“Khorakhané” significa “Amanti del Corano” il lingua romanes.
[*] La principale festa Rom, il 6 maggio.
[**] Tenda mobile
[***] In lingua romanes-khorakhané:
Poserò la testa sulla tua spalla
e farò
un sogno di mare
e domani un fuoco di legna
perché l'aria azzurra
diventi casa
chi sarà a raccontare
chi sarà
sarà chi rimane
io seguirò questo migrare
seguirò
questa corrente di ali.
*
C’HORAC’HANE
Versione bretone di Gwenaëlle Rempart
Evit frankiz ar pobloù a-enep d’ar brezel hag ar feulster
Pour la liberté des peuples, contre la guerre et la violence
Ar galon a c’horreka hag ar penn a gerzh
e puñs-se staot ha simant
d’ar park-se diframmet gant an avel
dre forzh bezañ avel
Me am eus an holl anvoù-badez
ha pep anv a zo siell ur paseporzh
evit un roudouz ur vro ur koabrenn ur c’han
evit un diamant kuzhet er bara
evit ur gwall imor ar gwad hepken,
evit memes abeg ar veaj, beajiñ.
Ar galon a c’horreka hag ar penn a gerzh
e teñvalijenn manejoù dilezet
ur Rom bennak en deus chomet italian
evel kouevr o tuiñ war ur voger,
gouzout lenn levr ar bed
gant gerioù o cheñch ha hep skritur
war hentoù gwasket e boz an daouarn
kevrinoù spontus, betek ma
en em gav unan ganit hag en em anav
hag enaou pep bro ha pleg ar peoc’h
ar baotred a gouezhe eus ar deiziadur
Yugoslavia Polonia Hungaria
ar soudarded a gemere holl
ha holl a skoe kuit
ha da fest Sant Jorj e miz Mae e oa Mirka
o c’hoarzin hag oc’h evan etre flamm ar bleuñv,
hag o kargañ an daoulagad e oa daeroù divec’h,
hag eus an daoulagad e gouezhent
bremañ savit merch’ed nevez
poent eo bremañ da vont
gant gwazhied glas-oabl an daouarzorn
hiziv ivez ez eer da glask aluzen
ha mar talvez an dra-se laerezh
un tamm bara etre mizer ha chañs,
da velezour ar kampina-mañ
da va daoulagad boull evel ur c’himiad
e c’hell lavaret hepken an hini a oar dastum en e c’henoù
savboent Doue.
Cvava sero po tute
i kerava
jek sano ot mori
i taha jek jak kon kasta
vasu ti baro nebo
avi ker
kon ovla so mutavia
kon ovla .
Ovla kon ascovi
me gava palan ladi
me gava
palan bura ot croiuti.
[ Ma fenn a bozin war za zivskoaz
hag a rin
hunvre mor
ha warc’hoazh tan keuneud
evit ma teu an aer c’hlas
da di
ha piv a gonto
piv a vo
an hini a chom a vo
me a heulio ar vigrazhon-mañ
me a heulio
red eskell. ]
524. ITACA
Lucio Dalla (1971)
Dallo storico album "Storie di casa mia".
Capitano che hai negli occhi
il tuo nobile destino
pensi mai al marinaio
a cui manca pane e vino?
Capitano che hai trovato
principesse in ogni porto
pensi mai al rematore
che sua moglie crede morto.
Itaca Itaca Itaca
la mia casa ce l’ho solo là,
Itaca Itaca Itaca
a casa io voglio tornare
dal mare dal mare dal mare…
Capitano le tue colpe
pago anch’io coi giorni miei
mentre il mio più gran peccato
fa sorridere gli dei
e se muori, è un re che muore
la tua casa avrà un erede
quando io non torno a casa
entran dentro fame e sete.
Itaca Itaca Itaca
la mia casa ce l’ho solo là,
Itaca Itaca Itaca
a casa io voglio tornare
dal mare dal mare dal mare…
Capitano che risolvi
con l’astuzia ogni avventura
ti ricordi di un soldato
che ogni volta ha più paura?
Ma anche la paura in fondo
mi dà sempre un gusto strano...
Se ci fosse ancora mondo
sono pronto, dove andiamo?… [*]
Itaca Itaca Itaca
la mia casa ce l’ho solo là,
Itaca Itaca Itaca
a casa io voglio tornare
dal mare dal mare dal mare…
[*] Variante dal vivo degli ultimi due versi:
Ma se non mi porti a casa
capitano, io ti sbrano
[*] Segnalata da Hooke (Andrea Lisi), che ringrazio
525. PER DUE INNAMORATI
Lucio Dalla
(1971)
Son due innamorati
che morte prese insieme
mano pietosa li mise accanto
sposo e sposa in bianco
sposo e sposa in bianco
e vittime innocenti
dell'odio e della guerra
faranno un letto matrimoniale
nel cuore della terra
Disse Dio
se donna prenderai
sarà tua
non la lasciare mai
mai
Crudele fu il divorzio
dell'anima dal corpo
nel solo amplesso eterno adesso
lieve sarà l'affanno
Uccelli senza estate
cui sorte spegne il canto
nel nuovo grembo dimenticate
della violenza il pianto
Disse Dio
se donna prenderai
sarà tua
veglia sopra di lei, di lei
La notte di tempesta
che offende la campagna
lascerà il posto ad una festa,
ad un'eterna fiamma,
ad un'eterna fiamma,
ad un'eterna fiamma.
Di questi innamorati
che morte vinti tiene
i casti corpi dimenticati
potranno sposarsi assieme.
Disse Dio
da donna vita avrai
figlio mio
e a donna ti unirai
ti unirai
Son due innamorati
che morte vinti tiene,
la fossa è un letto,
dal loro seme
frutti matureranno.
Nel giorno del Signore,
nemico della guerra
ha messo un fiore il loro amore
e non è un fiore di serra,
ha messo un fiore il loro amore
ha messo un fiore il loro amore
è non è un fiore di serra,
ha messo un fiore il loro amore…
526. YAWANKIZ MA BRO
Gilles Servat
Le ciel a une vilaine couleur
De chiure de dictateur
Tâches d'huile et d'goudron quadrillées
Sur l'parking du paradis
Les roues des vieux caddies rouillés
Grincent sous l'poids du crédit
A l'horizon une clarté vagabonde
Comme l'espérance du monde
Le métronome de la FM
Balance des requiems
Les mots s'écoulent de la radio
Comme un jus d'incompréhension
Quatre boums encore des coups de marteau
Pour démolir les émotions
A l'horizon une clarté irradie
Comme une belle mélodie
O Yawankiz ma bro
Diwan a zo ennout
O Yawankiz ma bro
A skubo ar c'haoc'h war an douar
O Yawankiz ma bro
An da-zont en da imbroud
O Yawankiz ma bro
A livo livrin dremm ar bed goular
On prends le mort pour le vivant
On n'embrasse que du vent
La voix qui sort du magnéto
La mise en scène de la télé
Et l'encre qui trame les photos
Sont plus pour la réalité
A l'horizon une clarté palpitante
Comme une musique vibrante
A l'ombre des oiseaux blessés
Passent des amours pressés
Sur les murs des culs et des seins
Soutiennent les mensonges des marchands
Et l'image des politiciens
Vendue avec les mêmes slogans
A l'horizon une clarté d'déchirure
Comme une rivière d'eau pure
O Yawankiz ma bro
Diwan a zo ennout
O Yawankiz ma bro
A skubo ar c'haoc'h war an douar
O Yawankiz ma bro
An da-zont en da imbroud
O Yawankiz ma bro
A livo livrin dremm ar bed goular
Sur les ruines et sur les débris
Des idéaux trahis
Sur les morceaux des barbelés
Sur le béton brisé des murs
Blanc jaune rouge noir ou zébré
L'enfant s'invente le futur
A l'horizon une clarté vagabonde
Comme l'espérance du monde
*
GIOVENTU’ DEL MIO PAESE
Versione italiana di Riccardo Venturi
Il cielo ha un brutto colore
da cacata di dittatore
macchie d’olio e di catrame quadrettate
sul parcheggio del paradiso
le rotelle di vecchi carrelli del supermercato arrugginiti
cigolano sotto il peso del credito
all’orizzonte un chiarore vagabondo
come la speranza del mondo
Il metronomo della radio in MF
sputa fuori dei requiem
le parole defluiscono dalla radio
come un succo d’incomprensione
ancora quattro tonfi, delle martellate
per demolire le emozioni
all’orizzione s’irradia un chiarore
come una bella melodia
O gioventù del mio paese,
il germe è in te
o gioventù del mio paese
che spazzerà via la merda sulla terra
o gioventù del mio paese
del futuro e del presente
o gioventù del mio paese
che colorerà la faccia del mondo squallido
Si scambia il morto per il vivo,
non si bacia che il vento
la voce che sorte dallo stereo
la messa in scena della TV
e l’inchiostro che ordisce le foto
non sono più per la realtà
all’orizzonte un chiarore palpitante
come una musica vibrante
All’ombra degli uccelli feriti
passano amori frettolosi
sui muri, culi e tette
sostengono le bugie dei mercanti
e l’immagine dei politici
venduta con gli stessi slogan
all’orizzonte un chiarore lacerante
come un ruscello d’acqua pura
O gioventù del mio paese,
il germe è in te
o gioventù del mio paese
che spazzerà via la merda sulla terra
o gioventù del mio paese
del futuro e del presente
o gioventù del mio paese
che colorerà la faccia del mondo squallido
Sulle rovine e sulle macerie
degli ideali traditi
sui pezzi di filo spinato
sul cemento screpolato dei muri
bianco giallo rosso nero o a strisce
il bambino s’inventa il futuro
all’orizzonte un chiarore vagabondo
come la speranza del mondo.
527. BALL OF CONFUSION
The Temptations
[ Barrett Strong/Norman Whitfield ]
Dall’album “Motown Hitsville, USA”, Volume 1, disco 4.
People moving out,
People moving in.
why, because of the color of their skin
run, run, run but you sho' can't hide
An eye for an eye,tooth for a tooth,
vote for me and I'll set you free
rap on, brother, rap on
The only person talking about love thy brother is the preacher
and it seems
nobody's interested in learning
but the teacher
segregation, determination, demonstration, intergration,
Aggravation, humiliation, obligation to our nation
Ball of confusion, oh yeah
That's what the world is today, hey
The sale of pills are at an all time high
young folks walking round with their heads in the sky
the cities ablaze in the summertime, and oh
the beat goes on
evolution, revolution, gun control, sound of soul
shooting rockets to the moon
kids growing up too soon
politicians say more taxes, will solve everything
and the band played on
So, round and around and around we go
where the world's headed, nobody knows
Oh, Great Googamooga, can't you hear me talking to you
just a ball of confusion, oh yeah
that's what the world is today, hey
Fear in the air, tension everywhere
unemployment rising fast, the Beatles new record's a gas
and the only safe place to live, is on an indian reservation
and the band played on
Eve of destruction, tax deduction
city inspectors, bill collectors
mod clothes in demand,
population out of hand,
suicide, too many bills
hippies moving to the hills
people all over the world are shouting end the war
and the band played on
Oh, Great Googamooga, can't you hear me talking to you
just a ball of confusion,
that's what the world is today, hey
(Adlib and close)
528. MARCH OF DEATH
Zack de la Rocha – DJ Shadow
Tra gli ultimi a cantare online contro la guerra, il duo formato da Zack de la Rocha (ex cantante dei Rage Against The Machine) e da DJ Shadow (uno dei maggiori esponenti del "trip-hop"), che da un paio di giorni hanno messo sul web un altro brano contro il conflitto in Iraq, dal titolo "March of death". (fonte: corriere.it) [k.d. dal NG it.fan.musica.guccini]
Introduzione degli autori:
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