Primieramente è utile sia noto a chi legge che le origini ...



S O M M A R I O

PREMESSA, pag. 11

CAPITOLO I

LE ORIGINI:

La Carica di Maestro della Zecca, pag. 15 - L’Industria del- la seta, pag. 17 - Banchi e Banchieri, pag. 19 - Il Santuario di Montalto, pag. 21.

CAPITOLO I I

LA CONTEA DI CONDOJANNI:

Origini della Contea, pag. 25 - I Diplomi di Ferdinando il Cattolico, pag. 26 - Il Conte Don Giovanni, pag. 27 - Il Con- te Don Vincenzo e le sue vicende, pag. 28 - Il Conte Don Giovan Battista e la fine della linea primogenita, pag. 31 - Perchè i Carafa Principi di Roccella figurano intestatari del predicato di Condojanni, pag. 33.

CAPITOLO I I I

LA LINEA DI CONDAGUSTA E MOLA:

Origine di questo ramo, pag. 43 - Cesare Marullo Arcivesco- vo di Palermo, pag. 43 - Le Case Pinte, pag. 45 - Tommaso, Basilio e Francesco Marullo e Villadicani, pag. 47 - Ignazio Marullo Marchese di Condagusta, pag. 49.

CAPITOLO IV

I DUCHI DI GIOVAN PAOLO E LA POLITICA DELLA FRANCIA

IN SICILIA: I Giovan Paolo, pag. 53 - L’arrivo a Messina della flotta di Valbelle, pag. 55 - Quattro anni di lotte, di efimere gioie, di miserie, pag. 58 - L’arrivo del Duca di Vivonne, pag. 59 - La Francia abbandona Messina, pag. 61 - I Giovan Paolo esuli in Francia, pag. 65 - Qualche notizia su Paolo Sergi e la sua famiglia, pag. 71 - La Ducea di Belviso e la Viscon- tea di Francavilla, pag. 73.

CAPITOLO V

I DISCENDENTI DI DON PIETRO MARULLO SI STABILISCO- NO IN MILAZZO:

I figli di Don Pietro Marullo, pag. 77 - Don Giovanni sposa Betulla d’Amico, pag. 78 - I beni di Don Francesco Marullo in Milazzo e in Castroreale, pag. 80 - Situazione di Milazzo alla metà del ‘600, pag. 82 - Don Francesco Marullo e Parra, pag. 85 - Delle Mastre Nobili di Sicilia, pag. 86 - Perché Don Francesco Marullo e Parra divenne cittadino milazzese, pag. 89 - La Mastra Giuratoria di Milazzo del 1649, pag. 98 - La discendenza primogenita di Don Francesco Marullo e Parra, pag. 102 - La discendenza secondogenita di Don Francesco Marullo e Parra, pag. 107.

VOTI E SPERANZE, pag. 112.

APPENDICE

DOCUMENTI:

Atto notarile del 1435, pag. 117.

La concessione feudale del 1496, pag. 119.

La concessione feudale del 1504, pag. 121.

Estratto del diploma del 1507, pag. 122.

Tabella genealogica rilasciata dalla Consulta Araldica, pag. 127 .

TAVOLE GENEALOGICHE:

Tavola I -- Le prime quattro generazioni, pag. 129.

“ II -- Linea primogenita dei Conti di Condojanni,

pag. 133.

“ III -- Linea del Marchesi di Condagusta e Baroni d della Mola, pag. 137 .

“ IV -- Linea dei Duchi di Giovan Paolo e dei Baroni d del Tono di Milazzo, pag. 141 .

“ V -- Linea di Pietro Marullo, pag. 145.

“ VI -- Continuazione della linea di Pietro Marullo, p pag. 149.

“ VII -- Continuazione della linea di Pietro Marullo, p pag. 153.

“ VIII -- Continuazione della linea di Pietro Marullo, p pag. 157.

“ IX -- Linea dei Baroni di Santo Stefano e Quarto

Materno dei Cavalieri di Malta Frà Visconte e F Frà Andrea Cigala (1641-1651), pag. 161.

“ X -- Linea dei Baroni di Casalnuovo, pag. 165.

INDICE DEI NOMI, pag. 169.

FONTI ARCHIVISTICHE E BIBLIOGRAFICHE, pag. 173.

ILLUSTRAZIONI: pagg. 21, 27, 68.

P R E M E S S A

Seguendo l’esempio di molti genealogisti, che, dai più re- moti tempi ad oggi, hanno compilato e pubblicato dotte genea-logie, anche io ora, con le mie modeste possibilità di studioso in tale materia, mi cimento a dare alte stampe questo breve studio storico—genealogico sulla famiglia Marullo di Sicilia, alla quale ho l’onore di appartenere, confortato dal pensiero che la mia fatica possa riuscire interessante a coloro che portano lo stesso mio nome, ed a qualche cultore di patrie memorie.

Per circa trenta anni ho indefessamente cercato e rintrac-ciato in vari Archivi d’Italia i documenti che ho raccolto e su cui si basa questo lavoro.

Tale mia lunga ricerca è stata causata dal fatto che i ter-remoti del 1783 e del 1908, gli eventi bellici del 1848 ed i moti insurrezionali di quell’epoca, avevano distrutto interamente lo Archivio del Senato di Messina. Fu giocoforza quindi svolgere il lavoro d’indagine nello Archivio di Stato di Palermo, in quello di Napoli, e, successivamente, negli altri di Roma e di La Vallet- ta (Malta); ma spinto del vivo desiderio di onorare il nome dei miei avi, non ho esitato a sobbarcarmi, con lieto animo, per vari decenni, alta non indifferente fatica, ed alle spese ingenti che la raccolta di atti e di notizie hanno richiesto.

Mio unico obbiettivo nel compilare questo studio è stato quello di ricordare vicende familiari tristi e liete, di segnalare alla attenzione del Lettore i nomi di quelle persone che appar- tennero alla famiglia Marullo, dalle origini alla fine del secolo XVIII, sia di coloro che si resero illustri e benemeriti, come de- gli atti che non compirono nella loro esistenza azioni merite- voli di speciale menzione, ed ebbero la sola missione di traman-dare nobilmente il nome e non fare morire la stirpe.

Quasi tutti gli storici ed araldisti che si occuparono della famiglia Marullo di Sicilia, le assegnarono remotissime origini romane dell’età consolare e imperiale, facendola alcuni discen-dere da Lucio Cornelio Merula, console nel 194 a. C., altri da Marullo, consigliere dell’Imperatore Decio nel 260 di C., altri ancora considerandola linea superstite della casa imperiale dei Gordiani.

Certamente coloro che lasciarono nei loro scritti tali notizie, e furono storici chiari e genealogisti di valore come l’Aprile, l’Ansalone, il Villabianca, il Galluppi, il Candida Gonzaga ecc. ecc., dovettero avere gli elementi necessari a sostegno delle loro asserzioni, elementi che fino a me non sono giunti, e per questo sono dolente di non essere in grado di soffermarmi su questo punto.

Tuttavia le fonti cui mi è stato dato di attingere mi mettono in grado di affermare che la famiglia di cui trattasi apparve chiara fin dall’epoca normanna, e tra i principali personaggi di essa si ricordano: Guglielmo, Rettore di Taormina alla fine del regno di Ruggero; Martino, esiliato dall’Imperatore Arrigo Svevo nel 1194 perché partigiano dei Normanni; Pietro, Scudie- ro Maggiore di Federico II; Andrea, Regio Consigliere; Giacomo, Governatore della Sardegna.

Ma quantunque l’esistenza di questi personaggi sia stori-camente provata, non mi è stato possibile trovare la documen-tazione che provi la comunità di origini tra tali uomini insigni e la casata di cui mi occupo.

Tale carenza di atti mi obbliga a segnare come stipite di questa genealogia Giovanni Marullo, vissuto dalla seconda metà del ‘300 al 1434.

Primieramente è utile sia noto a chi legge che le origini di questa casata ed il suo progressivo ingrandimento non devonsi attribuire né al possesso di feudi, né a conquista straniera, bensì ai meriti personali di intelligenza, di sagacia, di opero- sità, di fedeltà, di coloro che la resero grande col pacifico la- voro, coi commerci, con le industrie, con l’attività bancaria, e col patriottismo.

I feudi e i titoli nobiliari, le cariche, le preminenze ven- nero poi, alla fine del ‘400 e primi del ‘500, allorquando la famiglia erasi saldamente affermata e posta su solidissime basi, e la risonanza del suo nome aveva varcato i limiti angu- sti delle mura cittadine e si era propagata un pò dappertutto in Italia. Le attività, che avevano consolidato la alta posizione sociale ed economica dei Marullo di Messina dal 1280 a tutto il ‘500 furono: 1° la carica di Maestro della Zecca, che può dirsi ereditaria perché durata dalla fine del ‘200 a tutto il secolo XVII, 2° l’industria della seta, 3° la navigazione, 4° la Banca.

La carica di Maestro della Zecca

Da un diploma del re Alfonso I d’Aragona in data 1444 con cui fu concessa a Giovanni Marullo la carica di Conser- vatore dei Conii della Regia Zecca di Messina per la morte del di lui fratello Simone che la occupava, si rileva che detto .

alto impiego, di carattere squisitamente fiduciario, era, fin dallo inizio della dominazione aragonese in Sicilia, quasi per ininter- rotta successione familiare assegnato ai Marullo di Messina. L’ultimo che lo occupò, di questa casata fu Don Mario, vissuto alla fine del ‘600 e primi del ‘700.

Egli abitava nello stesso palazzo della Zecca ubicato nella strada Cardines, poco lontano dalle Quattro Fontane. Era que- sto un edificio antichissimo con un ingresso monumentale. Sul frontespizio si vedeva apposta una lapide con Iscrizione in la- tino che indicava la data della costruzione e lo scopo cui era destinata.

Al pianterreno stavano le officine ed i depositi, al primo piano gli uffici e le abitazioni dei custodi, al secondo erano le dimore dei due Ufficiali Superiori: il Maestro di Prova ed il Maestro del Conii.

Il terremoto del 1783 apportò all’edificio gravissimi danni, e quasi lo distrusse, peraltro la funzione a cui era stato ini- zialmente destinato era finita da tempo perché la Regia Zecca aveva cessato di esistere in Messina fin dalla epoca della rea- zione spagnola ai moti insurrezionali del 1674-78.

Si riporta qui un brevissimo estratto del Diploma del 1444 di cui sopra si è detto:

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