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Palabras de Paz – Palavras de Paz – Fridord

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Мировые слова – Думи на мир – Λόγια ειρήνης

Bake hitzak – Komzoù Peoc’h - Fríðorð – Paroloj de Paĉo”

Canzoni contro la guerra

Antiwar Songs

Chansons contre la guerre

Antikriegslieder

Canciones contra la guerra

Canções contra a guerra

Cântece împotrivă războiului

Avτιπoλεμικά τραγούδια

Anti-oorlog lieden

Sonioù a-enep d’ar brezel

Militkontraŭaj kantadoj

Volume 5

2003

Canzoni contro la guerra

Antiwar Songs

Chansons contre la guerre

Antikriegslieder

Canciones contra la guerra

Canções contra a guerra

Cântece împotrivă războiului

Avτιπoλεμικά τραγούδια

Anti-oorlog lieden

Sonioù a-enep d’ar brezel

Militkontraŭaj kantadoj

452. ANDREA

Fabrizio de André

Andrea s'è perso s'è perso e non sa tornare

Andrea s'è perso s'è perso e non sarà tornare

Andrea aveva un amore Riccioli neri

Andrea aveva un dolore Riccioli neri.

C'era scritto sul foglio ch'era morto sulla bandiera

C'era scritto e la firma era d'oro era firma di re

Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.

Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.

Occhi di bosco contadino del regno profilo francese

Occhi di bosco soldato del regno profilo francese

E Andrea l'ha perso ha perso l'amore la perla più rara

E Andrea ha in bocca un dolore la perla più scura.

Andrea raccoglieva violette ai bordi del pozzo

Andrea gettava Riccioli neri nel cerchio del pozzo

Il secchio gli disse - Signore il pozzo è profondo

più fondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto.

Lui disse - Mi basta mi basta che sia più profondo di me.

Lui disse - Mi basta mi basta che sia più profondo di me.

453. TOM TRAUBERT’S BLUES

Tom Waits

Ricordiamo questa allucinata canzone anche nell’interpretazione di Maggie Holland.

Wasted and wounded, it ain't what the moon did

I got what I paid for now

see ya tomorrow hey Frank can i borrow

a couple of bucks from you, to go

Waltzing Mathilda, waltzing Mathilda, you'll go waltzing

Mathilda with me

I'm an innocent victim of a blinded alley

and I'm tired of all these soldiers here

no one speaks English and everything is broken

and my Stacys are soaking wet

to go waltzing Mathilda, waltzing Mathilda, you'll go

waltzing Mathilda with me

now the dogs are barking

and the taxi cabs parking

a lot they can do for me

I begged you to stab me

you tore my shirt open

and I'm down on my knees tonight

Old Bushmills I staggered

you buried the dagger in

your siluette window light to go

Waltzing Mathilda, waltzing Mathilda, you'll go waltzing

Mathilda with me

now I've lost my St. Christopher

now that I've kissed her and the

one armed bandit know, and the

maverick Chinaman, and the cold blooded signs

and the girls down by the strip tease shows go

waltzing Mathilda, waltzing Mathilda, you'll go waltzing

Mathilda with me

No, I don't want your sympathy

the fugitives say that the streets aren't for dreaming now

manslaughter dragnets and the ghost that sell memories

they want a piece of the action anyhow go

waltzing Mathilda, waltzing Mathilda, you'll go waltzing

Mathilda with me

and you can ask any sailor

and the keys from the jailor

and the old men in wheelchairs know

that Mathilda's the defendant, she killed about a hundred

and she follows whatever you may go

waltzing Mathilda, waltzing Mathilda, you'll go waltzing

Mathilda with me

and it's a battered old suitcase

to a hotel someplace

and a wound that will never heal

no prima donna the perfume is on

an old shirt that’s stained

with blood and whiskey

and goodnight to the streets sweepers

the night watchman flame keepers

and goodnight Mathilda too.

*

IL BLUES DI TOM TRAUBERT

Versione italiana di Riccardo Venturi

Sconvolto e ferito, e non è certo un caso,

di certo ho avuto quel che ho pagato

a domani, ciao Frank, che mi presti

un par di dollari per andare

a ballare Waltzing Mathilda, Waltzing Mathilda, che ci vieni

a ballare Waltzing Mathilda insieme a me?

Sono vittima innocente di un vicolo cieco

e ne ho abbastanza di tutti ‘sti soldati qui

nessuno parla inglese e tutto quanto è distrutto

e i miei scarponi sono bagnati fradici

per ballare Waltzing Mathilda, Waltzing Mathilda, che ci vieni

a ballare Waltzing Mathilda insieme a me?

e ora i cani abbaiano

e i tassi’ che parcheggiano

posson fare tante cose per me

ti ho pregato di pugnalarmi

mi hai fatto uno strappo alla camicia

e stasera sono giù come una bestia

barcollavo in preda all’Old Bushmills [*]

e tu hai seppellito il pugnale

il tuo profilo alla finestra illuminata per andare

a ballare Waltzing Mathilda, Waltzing Mathilda, che ci vieni

a ballare Waltzing Mathilda insieme a me?

Ora ho perso il mio San Cristoforo

ora che l’ho baciata e che

il bandito monco sa,

e che il dissidente cinese, i segnali a sangue freddo

e quelle spogliarelliste laggiù vanno

a ballare Waltzing Mathilda, Waltzing Mathilda, che ci vieni

a ballare Waltzing Mathilda insieme a me?

No, non voglio la tua simpatia

i fuggitivi dicono che le strade non son fatte per i sogni ora

stragi retate di polizia e il fantasma che vende ricordi

tutti vogliono un pezzo d’azione e comunque vanno

a ballare Waltzing Mathilda, Waltzing Mathilda, che ci vieni

a ballare Waltzing Mathilda insieme a me?

e puoi chiedere a qualunque marinaio

e anche le chiavi al carceriere

e i vecchi in carrozzina sanno

che Mathilda è l’imputata, ne ha ammazzati un centinaio

e ti vien dietro ovunque vada

a ballare Waltzing Mathilda, Waltzing Mathilda, che ci vieni

a ballare Waltzing Mathilda insieme a me?

è come una vecchia valigia ammaccata

da qualche parte in un albergo

e una ferita che non guarirà mai

nessuna primadonna, il profumo

è su una vecchia camicia macchiata

di sangue e whiskey

e buonanotte agli spazzini

al metronotte ai guardafiamma

e buonanotte pure a Mathilda.

[*] marca di whisky (irlandese)

454. SPIRITS PAST

Gil Scott Heron

It's getting to be the time of the year

When people once spoke of love and good cheer

With peace on the earth and good will to all men

And we all believed that there'd come a day

When peace would be more than on its way

'Cause peace has been on its way since I don't know when

And the folks who decide what will be

Haven't confided in me

And I don't think that everybody can wait till then

It makes me sad that my kids won't see

Christmas the way it used to be

I was so excited though we didn't have a dime

But that seems like such a long time ago

And i am still a child i know

But it seems like we've lost much more than the time

And the folks who decide what will be

Haven't confided in me

And i don't think that everybody can wait till then.

*

SPIRITI DEL PASSATO

Versione italiana di Riccardo Venturi

Sta arrivando la stagione dell’anno

in cui, una volta, la gente parlava d’amore e d’allegria

con la pace sulla terra e e buona volontà per tutti

e tutti credevamo che sarebbe venuto un giorno

in cui la pace sarebbe stata più che in cammino

perché la pace è in cammino da non so quanto tempo

Ma quelli che decidono cosa accadrà

non hanno avuto fiducia in me

e non penso che ognuno possa aspettare fino a allora

Sono triste perché i miei figli non vedranno

Natale com’era una volta

ero cosi’ eccitato malgrado non avessimo un quattrino

ma questo sembra oramai tanto lontano

e io sono ancora un bambino, lo so,

ma mi sembra che abbiamo perso molto più che il tempo

E quelli che decidono cosa accadrà

non hanno avuto fiducia in me

e non penso che ognuno possa aspettare fino a allora.

455. IL SILURAMENTO DELLO “SGARALLINO”

“Mago Chiò”

(1943)

Il 12 settembre 1943, quattro giorni prima del rovinoso bombardamento che distrusse la città di Portoferraio, all’Isola d’Elba, assieme a tutte le sue installazioni industriali, un siluro tirato da una fregata inglese distrusse “per errore” (cosi’ affermò il capitano dell’unità militare) il postale “Andrea Sgarallino”, che assicurava ancora il servizio passeggeri tra Piombino e il capoluogo elbano. Si era soli quattro giorni dopo l’armistizio dell’otto settembre, e gli elbani, che crepavano letteralmente di fame, erano andati in massa in continente per cercare di trovare qualcosa da mangiare. Si tratta, insomma, di quello che oggi si definisce uno “spiacevole effetto collaterale”. Dei quasi mille passeggeri ammassati sul piroscafo, ne morirono 830; praticamente ogni famiglia elbana (compresa la mia) ebbe almeno un morto, quel giorno, sulla maledetta nave.

“Mago Chiò” era un popolare cantastorie e rimatore portoferraiese che fino alla sua morte continuò a comporre canzoni (senza strumenti, perché non conosceva la musica), strofe e stornelli popolari. In realtà era una figura talmente nota nell’Elba di quell’epoca, che ogni nuova canzone gli veniva automaticamente attribuita. Non è quindi certo che la seguente canzone sia stata da lui effettivamente scritta. Ringrazio mio cugino Renzo Dini di San Piero che me la ha fatta avere, conservata ancora in un vecchio quaderno di mia zia Sebastiana (" Bastiana la Titta”, morta nel 1995). A San Piero, tra l’altro, il caffé sulla Piazza della Chiesa (la stessa dove ogni anno, a fine agosto, si tiene una “Serata De André”) si chiama ancora proprio “Mago Chiò”.

Il dodici settembre

partiva da Piombino

ben carico di gente

l’ “Andrea Sgarallino”

Il dodici settembre

ben carico di gente

partiva da Piombino

ched’è sul continente

Erano tutt’a bordo, erano ben stipati

Erano quasi mille, non sono più tornati

Nel mezzo del canale

che c’era il sole in cielo

qualcun vede qualcosa

movendo l’acqua a pelo

Nel mezzo del canale

passate le tonnare

qualcun vede qualcosa,

non si poté sbagliare.

Erano tutt’a bordo, erano ben stipati

Erano quasi mille, non sono più tornati

Si sentono le grida

si sentono le urla

si chiama il capitano

e non è certo burla

Si sentono le grida

nessuno è più al sicuro:

“Buttarsi tutt’a mare,

Che sta a arrivà un siluro!”

Erano tutt’a bordo, erano ben stipati

Erano quasi mille, non sono più tornati

Ma non féciono in tempo,

nessun s’era buttato;

che ci fu l’esplosione

dell’ordigno scoppiato

Ma non féciono in tempo,

nessun s’era salvato;

per ottocentotrenta

il tempo s’è fermato

Erano tutt’a bordo, erano ben stipati

Erano quasi mille, non sono più tornati

Aspetta aspetta al molo

la gente ‘un vé arrivare

la nave di ritorno

e inizia a lagrimare

Aspetta aspetta al molo

la gente ode vociare

che l’Andrea Sgarallino

or giace in fondo al mare

Erano tutt’a bordo, erano ben stipati

Erano quasi mille, non sono più tornati

“Sia maladetto ‘l giorno

che son venuto in terra,

Sia maladetto l’omo

che vòrse (*) questa guerra”

“Sia maladetto l’omo,

sia maladetto Iddio,

ché a bordo c’era mamma

e pur l’amore mio”.

Erano a bordo, e non avran domani

Erano quasi mille, ed eran tutti elbani.

(*) volle

456. L’ECCIDIO DI ANCONA

Anonimo

(1914)

Il fatale sette giugno

proprio il dì dello Statuto,

degli onesti avean voluto

seriamente protestar

contro i capi e le feroci

compagnie di disciplina;

ma il prefetto alla mattina

Malatesta fé arrestà.

Il comizio fu inibito

ed allora a Villa Rossa

quella gente alquanto scossa

dal rifiuto, si adunò,

Tutti quanti gli oratori,

già d'accordo nel parlare

stabiliron di iniziare

una seria agitazion.

Nell'uscire i comizianti

dal local tranquilli e buoni,

fur purtroppo testimoni

di una scena di terror.

Spinti, oppressi e circondati,

assaliti qual canaglia,

dello stato la sbirraglia

contro il popolo sparò.

Fu per l'orrida tragedia,

che nel mondo non v'è uguali,

tre compagni 'a noi più cari

morti caddero nel suol.

Maledetta la sbirraglia

che ci ha immersi nel dolore!

Lì per li, colpita al cuore,

tutta Italia protestò.

Ma non basta la protesta,

non è nulla il nostro pianto,

per coloro che soffron tanto,

che hanno perso i lor figliol.

457. NAPOLEONE

Stornelli popolari toscani

(1814)

Guarda, o Napoleone, quel che fai:

la meglio gioventù tutta la vòi

che le ragazze te le friggerai.

Napoleone, fa' le cose giuste,

falla la coscrizion delle ragazze,

pigli le belle e lascia star le brutte.

Napoleone, te ne pentiraii,

la meglio gioventù tutta la vòi,

della vecchiaia che te ne farai?

Quando Napoleone mosse battaglia

fece tremar d'ogn'albero la foglia,

cannonate tirava di mìtraglia.

Napoleon, non ti stimar guerriero,

a Mosca lo trovasti l'osso duro,

all'isola dell'Elba prigioniero.

459. REGAZZINE VI PREGO ASCOLTARE

Canzone popolare romana

(1918)

Regazzine vi prego ascoltare

la mia storia con giusta ragion,

io la voglio davver raccontare,

che mi trovo ne li gran dolor.

Da quel dì dalla morte crudele

fianco mio l'amor mi rapì,

a pensar ch'ero tanto fedele,

trovo pace né notte e né di'.

Mi voleva per Pasqua sposarmi

ma il destino non volle così:

non avendo compiuto i vent 'anni

che sul Piave innocente morì.

Mi ricordo dei cari suoi baci

che mi dava stringendo al mio sen;

mi diceva: sei bella, mi piaci,

sulla terra sei nata per me.

Regazzine che fate all'amore,

capirete quant'è il mio soffrir:

non c'è al mondo più grande dolore

di vedere l'amante a morir.

Son rimasta nel mondo smarrita,

senza aver la mia gioia al sen;

prego Dio che mi tolga la vita

per andare a viver con sé.

Così disse con voce tremante,

per tre volte così replicò;

chiuse gli occhi dolenti all'istante

poi in cielo con lui se ne andò.

459. SON MARITATA GIOVANE

Anonimo

(1896)

Son maritata giovane,

son maritata giovane,

son maritata giovane,

l'età di quindici anni,

l'età di quindici anni,

l'età di quindici anni.

Mio marito è morto,

è morto militar.

E son rimasta vedova

con due figli al cuor.

Uno lo tengo in braccio

e l'altro per la man.

Uno si chiama Pietro

e l'altro Franceschin.

Tutte le ore che passano

mi sento di morir,

E de'o andare in 'Merica,

'Merica a lavorar.

'Merica, 'Merica, 'Merìca,

'Merica a lavorar.

460. LA BADOGLIEIDE

Nuto Revelli

[ Musica di L. Bianco ]

(1945)

O Badoglio, o Pietro Badoglio

ingrassato dal Fascio Littorio,

col tuo degno compare Vittorio

ci hai già rotto abbastanza i coglion.

T’ l’as mai dit parei,

t’ l’as mail dit parei,

t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait,

t’ l’as mai dit parei,

t’ l’as mai dilu: sì sì

t’ l’as falu: no no

tutto questo salvarti non può.

Ti ricordi quand’eri fascista

e facevi il saluto romano

ed al Duce stringevi la mano?

sei davvero un gran porcaccion.

Ti ricordi l’impresa d’Etiopia

e il ducato di Addis Abeba?

meritavi di prendere l’ameba

ed invece facevi i milion.

Ti ricordi la guerra di Francia

che l’Italia copriva d’infamia?

ma tu intanto prendevi la mancia

e col Duce facevi ispezion.

Ti ricordi la guerra di Grecia

e i soldati mandati al macello,

e tu allora per farti più bello

rassegnavi le tue dimission?

A Grazzano giocavi alle bocce

mentre in Russia crepavan gli alpini,

ma che importa ci sono i quattrini

e si aspetta la grande occasion.

L’occasione infine è arrivata,

è arrivata alla fine di luglio

ed allor, per domare il subbuglio,

ti mettevi a fare il dittator.

Gli squadristi li hai richiamati,

gli antifascisti li hai messi in galera,

la camicia non era più nera

ma il fascismo restava il padron.

Era tuo quell’Adami Rossi

che a Torino sparava ai borghesi;

se durava ancora due mesi

tutti quanti facevi ammazzar.

Mentre tu sull’amor di Petacci

t’affannavi a dar fiato alle trombe,

sull’Italia calavan le bombe

e Vittorio calava i calzon.

I calzoni li hai calati

anche tu nello stesso momento,

ti credevi di fare un portento

ed invece facevi pietà.

Ti ricordi la fuga ingloriosa

con il re, verso terre sicure?

Siete proprio due sporche figure

meritate la fucilazion.

Noi crepiamo sui monti d’Italia

mentre voi ve ne state tranquilli,

ma non crederci tanto imbecilli

di lasciarci di nuovo fregar.

No, per quante moine facciate

state certi, più non vi vogliamo,

dillo pure a quel gran ciarlatano

che sul trono vorrebbe restar.

Se Benito ci ha rotto le tasche

tu, Badoglio, ci hai rotto i coglioni;

pei fascisti e pei vecchi cialtroni

in Italia più posto non c’è.

T’ l’as mai dit parei,

t’ l’as mail dit parei,

t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait,

t’ l’as mai dit parei,

t’ l’as mai dilu: sì sì

t’ l’as falu: no no

tutto questo salvarti non può.

461. NON TI RICORDI IL 31 DICEMBRE

Canto partigiano piemontese

(1943)

Non ti ricordi il 31 dicembre,

quella colonna di camion per Boves

che trasportavano migliaia di tedeschi,

contro sol cento di noi partigian.

Che trasportavano migliaia di tedeschi,

contro sol cento di noi partigian.

E da San Giacomo e poi la Riboira

Castellare, Madonna dei Boschi

la s'infuriava la grande battaglia

contro i tedeschi, fascisti traditor.

La s'infuriava la grande battaglia

contro i tedeschi, fascisti traditor.

Dopo tre giorni di lotta accanita

tra vasti incendi e vittime borghesi

non son riusciti con la loro barbaria

noi partigiani poterci scacciar.

Non son riusciti con la loro barbaria

noi partigiani poterci scacciar.

Povere mamme che han perso i lor figli

povere spose che han perso i mariti

povera Boves ch'è tutta distrutta

sotto quei colpi del vile invasor.

Povera Boves ch'è tutta distrutta

sotto quei colpi del vile invasor.

462. SE IL CIELO BIANCO FOSSE DI CARTA

Ivan della Mea

(1965)

Se il cielo fosse bianco di carta

e tutti i mari neri d’inchiostro

non saprei dire a voi, miei cari,

quanta tristezza ho in fondo al cuore,

qual e il pianto, qual è il dolore

intorno a me.

Si sveglia l’alba nel livore

dì noi sparsi per la foresta,

a tagliar legna seminudi,

coi piedi torti e sanguinanti;

ci hanno preso scarpe e mantelli,

dormiamo in terra.

Quasi ogni notte, come un rito,

ci danno la sveglia a bastonate;

Franz ride e lanci una carota

e noi, come larve affamare,

ci si contende unghie e denti

l’ultima foglia.

Due ragazzi sono fuggiti:

ci hanno raccolti in un quadrato,

uno su cinque han fucilato,

ma anche se io non ero un quinto

non ha domani questo campo...

ed io non vivo..,

Questo è l’addio

a tutti voi, genitori cari,

fratelli e amici,

vi saluto e piango.

Chaìm.

463. PARA TODOS TODO

(No morirá la flor de la palabra)

por el subcomandante Marcos

No morirá la flor de la palabra. Podrá morir el rostro oculto de quien la

nombra hoy, pero la palabra que vino desde el fondo de la historia y de la

tierra ya no podrá ser arrancada por la soberbia del poder.

Nosotros nacimos de la noche. En ella vivimos. Moriremos en ella. Pero la

luz será mañana para los demás, para todos aquellos que hoy lloran la

noche.

Para quienes se niega el día. Para quienes es regalo la muerte. Para

quienes está prohibida la vida.

Para todos la luz. Para todos todo.

Para nosotros la alegre rebeldía. Para nosotros nada.

Nuestra lucha es por la vida y el mal gobierno oferta muerte como futuro.

Nuestra lucha es por la justicia y el mal gobierno se llena de criminales

y asesinos.

Nuestra lucha es por la historia y el mal gobierno propone olvido.

Nuestra lucha es por la paz y el mal gobierno anuncia muerte y destrucción.

Para todos la luz. Para todos todo.

Para nosotros la alegre rebeldía. Para nosotros nada.

Aquí estamos. Somos la dignidad rebelde. El corazón olvidado de la patria.

*

PER TUTTI, TUTTO

Versione italiana di Riccardo Venturi

Non morirà il fiore della parola. Potrà morire il viso nascosto di chi oggi la dice, ma la parola che è venuta dal profondo della storia e della terra non potrà essere strappata via dal potere e dalla sua superbia. Della notte noi siamo nati. In essa viviamo, in essa moriremo. Ma domani, per gli altri, vi sarà la luce, per tutti coloro che, oggi, piangono la notte.

Per coloro cui viene negato il giorno. Per coloro cui la morte è un regalo. Per coloro cui la vita è proibita.

Per tutti la luce. Per tutti tutto.

Per noi l’allegra ribellione. Per noi, niente.

La nostra lotta è per la vita, ed il malgoverno offre morte come futuro.

La nostra lotta è per la giustizia, e il malgoverno si riempie di criminali ed assassini.

La nostra lotta è per la storia, e il malgoverno propone dimenticanza.

La nostra lotta è per la pace, e il malgoverno annuncia morte e distruzione.

Per tutti la luce. Per tutti, tutto.

Per noi l’allegra ribellione. Per noi, niente.

Qui stiamo. Siamo la dignità ribelle. Il cuore dimenticato della patria.

*

FOR ALL THE PEOPLE, EVERYTHING

Versione inglese di Riccardo Venturi

The flower of the word will not die. Maybe, the hidden face of all those, who say it now, will die, but the word coming from the depths of history and of the earth cannot be uprooted by the arrogance of power. From the night we came. In the night we live, in the night we shall die. But, tomorrow, the ligh will shine for the others, for all those who are crying in the night, today.

For all those who are denied the daylight. For all those who see death as a welcome gift. For all those who are forbidden to live.

For all the people, the light. For all the people, everything.

For us, the gay rebellion. For us, nothing.

Our struggle is for life, and a bad government gives us death for the future.

Our struggle is for justice, and a bad government is filled with criminals and assassins.

Our struggle is for memory, and a bad government offers oblivion.

Our struggle is for peace, and a bad government announces death and destruction.

For all the people, the light. For all the people, everything.

For us, the gay rebellion. For us, nothing.

Here we are. We bear the dignity of rebellion. We are the the forgotten heart of our fatherland.

*

TOUT POUR TOUT LE MONDE

Versione francese di Riccardo Venturi

La fleur de la parole ne mourra pas. Ce qui peut mourir, c’est seulement la face cachée de ceux qui la disent aujourd’hui, mais la parole venue du profond de l’histoire et de la terre ne pourra pas être arrachée par le pouvoir et par son arrogance. Nous sommes nés de la nuit. Dans la nuit nous vivons, dans la nuit nous mourrons. Mais, demain, la lumière brillera pour tous ceux qui, aujourd’hui, pleurent la nuit.

Pour tous ceux à qui le jour est nié. Pour tous ceux qui voient la mort comme un beau cadeau. Pour tous ceux à qui la vie est interdite.

La lumière pour tout le monde. Tout pour tout le monde.

Pour nous, la joyeuse rébellion. Pour nous, rien.

Notre combat est pour la vie, et un gouvernement méchant nous offre la mort pour l’avenir.

Notre combat est pour la justice, et un gouvernement méchant se remplit de criminels et d’assassins.

Notre combat est pour l’histoire, et un gouvernement méchant nous propose l’oubli.

Notre combat est pour la paix, et un gouvernement méchant annonce la mort et la ruine.

La lumière pour tout le monde. Tout pour tout le monde.

Pour nous, la gaie rébellion. Pour nous, rien.

Nous sommes là. Nous sommes la dignité de la rébellion. Le cœur oublié de la patrie.

*

ALLES FÜR ALLE

Versione tedesca di Riccardo Venturi

Die Blume des Wortes wird nicht sterben.

Non morirà il fiore della parola. Potrà morire il viso nascosto di chi oggi la dice, ma la parola che è venuta dal profondo della storia e della terra non potrà essere strappata via dal potere e dalla sua superbia. Della notte noi siamo nati. In essa viviamo, in essa moriremo. Ma domani, per gli altri, vi sarà la luce, per tutti coloro che, oggi, piangono la notte.

Per coloro cui viene negato il giorno. Per coloro cui la morte è un regalo. Per coloro cui la vita è proibita.

Per tutti la luce. Per tutti tutto.

Per noi l’allegra ribellione. Per noi, niente.

La nostra lotta è per la vita, ed il malgoverno offre morte come futuro.

La nostra lotta è per la giustizia, e il malgoverno si riempie di criminali ed assassini.

La nostra lotta è per la storia, e il malgoverno propone dimenticanza.

La nostra lotta è per la pace, e il malgoverno annuncia morte e distruzione.

Per tutti la luce. Per tutti, tutto.

Per noi l’allegra ribellione. Per noi, niente.

Qui stiamo. Siamo la dignità ribelle. Il cuore dimenticato della patria.

*

ALLES VOOR ALLEMAAL

Versione olandese di Eliza Wouters-Dijksmuide

De bloem van het woord zal niet sterven. Wat kan sterven is het verborgen gezicht van wie vandaag het zegt, maar het woord, dat uit het diepst van de geschiedenis en van de aarde is gekomen, kan niet meer ontworteld worden door de verwaandheid van de macht. Uit de nacht komen we. In de nacht leven we, in de nacht zullen we sterven.

Maar morgen, voor de anderen zal er licht zijn, voor allen die vandaag in de nacht huilen.

Voor allen die van de daglicht worden beroofd. Voor allen, die de dood voor een geschenk houden. Voor allen, aan die het leven is verboden.

Licht voor allemaal. Alles voor allemaal.

Voor ons, een vrolijke opstand. Voor ons, niets.

Ons gevecht is voor het leven, en een boze regering geeft dood als toekomst.

Ons gevecht is voor het recht, en een boze regering vult zich met misdadigers en moordenaars.

Ons gevecht is voor het herinneren, en een boze regering biedt ons het vergeten aan.

Ons gevecht is voor de vrede, en een boze regering kondigt dood en verwoesting aan.

Licht voor allemaal. Alles voor allemaal.

Voor ons, een vrolijke opstand. Voor ons, niets.

Hier zijn we. Wij zijn de menselijke waardigheid, die staat op. Het vergeten hart van het vaderland.

*

KEMENT TRA EVIT AN HOLL

Versione bretone di Gwenaëlle Rempart

Ne varvo ket bleuñv ar gomz. Gallout a ray mervel bizaj kuzh ar re hiziv o lavar anezhi, met ne c’hall ket ken ur galloud rok diframmañ ar gomz deut eus donder an istor hag an douar.

Ganet e oamp bet eus an noz. Enni e bezomp, enni e varvimp. Met warc’hoazh e vo gouloù evit ar re all, evit ar re holl a ouel hiziv en noz.

Evit ar re a ziouer gouloù an heol. Evit ar re a dremen ar marv evel ur prof. Evit ar re a zo difennet ouzh bevañ.

Ar gouloù evit an holl. Kement tra evit an holl.

Evidomp, ar reveulzi laouen. Evidomp, netra.

Hon emgann a zo evit ar vuhez, hag ur gouarnamant drouk a ginnig deomp marv e-giz dazont.

Hon emgann a zo evit ar reizh, hag ur gouarnamant drouk a garg gant torfedouroù ha muntrerien.

Hon emgann a zo evit an istor, hag ur gouarnamant drouk a ginnig ankounac’h.

Hon emgann a zo evit ar peoc’h, hag ur gouarnamant drouk a gemenn marv ha dismantr.

Ar gouloù evit an holl. Kement tra evit an holl.

Evidomp, ar reveulzi laouen. Evidomp, netra.

Amañ omp. An dellezekelezh dispac’hel omp. Kalon disoñjet ar vammvro.

464. SINÀN CAPUDÀN PASCIA’

Fabrizio de André

Da Creuza de mä, ovviamente…

Teste fascië 'nscià galéa

ë sciabbre se zeugan a lûn-a

a mæ a l'è restà duv'a a l'éa

pe nu remenalu ä furtûn-a

intu mezu du mä

gh'è 'n pesciu tundu

che quandu u vedde ë brûtte

u va 'nsciù fundu

intu mezu du mä

gh'è 'n pesciu palla

che quandu u vedde ë belle

u vegne a galla (2)

E au postu d'i anni ch'ean dedexenueve

se sun piggiaë ë gambe e a mæ brasse neuve

d'allua a cansún l'à cantà u tambûu

e u lou s'è gangiou in travaggiu dûu

vuga t'è da vugâ prexuné

e spuncia spuncia u remu fin au pë

vuga t'è da vugâ turtaiéu (3)

e tia tia u remmu fin a u cheu

e questa a l'è a ma stöia

e t'ä veuggiu cuntâ

'n po' primma ch'à vegiàià

a me peste 'ntu murtä

e questa a l'è a memöia

a memöia du Cigä

ma 'nsci libbri de stöia

Sinán Capudán Pasciá

E suttu u timun du gran cäru

c'u muru 'nte 'n broddu de fàru

'na neutte ch'u freidu u te morde

u te giàscia u te spûa e u te remorde

e u Bey assettòu u pensa ä Mecca

e u vedde ë Urì 'nsce 'na secca

ghe giu u timùn a lebecciu

sarvàndughe a vitta e u sciabeccu

amü me bell'amü

a sfurtûn-a a l'è 'n grifun

ch'u gia 'ngiu ä testa du belinun

amü me bell'amü

a sfurtûn-a a l'è 'n belin

ch'ù xeua 'ngiu au cû ciû vixín

e questa a l'è a ma stöia

e t'ä veuggiu cuntâ

'n po' primma ch'à a vegiàià

a me peste 'ntu murtä

e questa a l'è a memöia

a memöia du Cigä

ma 'nsci libbri de stöia

Sinán Capudán Pasciá.

E digghe a chi me ciamma rénegôu

che a tûtte ë ricchesse a l'argentu e l'öu

Sinán gh'a lasciòu de luxî au sü

giastemmandu Mumä au postu du Segnü

intu mezu du mä

gh'è 'n pesciu tundu

che quandu u vedde ë brûtte

u va 'nsciù fundu

intu mezu du mä

gh'è 'n pesciu palla

che quandu u vedde ë belle

u vegne a galla

1) Nella seconda metà del XV secolo in uno scontro alle

isole Gerbe tra le flotte della repubblica di Genova e quella turca

insieme ad altri prigionieri venne catturato dai Mori un marinaio di nome Cicala

che divenne in seguito Gran Visir e Serraschiere del Sultano assumendo il

nome di Sinán Capudán Pasciá.

2) Ritornello popolare di alcune località rivierasche tirreniche.

3) Turtaieu: letteralmente "imbuto".

Termine indicante un individuo che mangia smodatamente.

*

SINÀN CAPUDÀN PASCIA’

Versione italiana ripresa dall’album

Teste fasciate sulla galea

le sciabole si giocano la luna

la mia è rimasta dov'era

per non stuzzicare la fortuna

in mezzo al mare c'è un pesce tondo

che quando vede le brutte va sul fondo

in mezzo al mare c'è un pesce palla

che quando vede le belle viene a galla

E al posto degli anni che erano diciannove

si sono presi le gambe e le mie braccia

da allora la canzone l'ha cantata il tamburo

e il lavoro è diventato fatica

voga devi vogare prigioniero

e spingi spingi il remo fino al piede

voga devi vogare imbuto

e tira tira il remo fino al cuore

e questa è la mia storia

e te la voglio raccontare

un po' prima che la vecchiaia

mi pesti nel mortaio

e questa è la memoria

la memoria del Cicala

ma sui libri di storia

Sinán Capudán Pasciá

e sotto il timone del gran carro

con la faccia in un brodo di farro

una notte che il freddo ti morde

ti mastica ti sputa e ti rimorde

e il Bey seduto pensa alla Mecca

e vede le Uri su una secca

gli giro il timone a libeccio

salvandogli la vita e lo sciabecco

amore mio bell'amore

la sfortuna è un avvoltoio

che gira intorno alla testa dell'imbecille

amore mio bell'amore

la sfortuna è un cazzo

che vola intorno al sedere più vicino

e questa è la mia storia

e te la voglio raccontare

un po' prima che la vecchiaia

mi pesti nel mortaio

e questa è la memoria

la memoria di Cicala

ma sui libri di storia

Sinán Capudán Pasciá

E digli a chi mi chiama rinnegato

che a tutte le ricchezze all'argento e all'oro

Sinán ha concesso di luccicare al sole

bestemmiando Maometto al posto del Signore

in mezzo al mare c'e' un pesce tondo

che quando vede le brutte va sul fondo

in mezzo al mare c'è un pesce palla

che quando vede le belle viene a galla.

465. THEY DANCE ALONE

Sting

Una celebre canzone dedicata ai desaparecidos cileni e argentini, soprattutto, alle loro coraggiose donne –madri, mogli, compagne, figlie- che non hanno mai cessato di reclamare notizie sulla loro sorte, anche a costo della loro vita e della loro libertà (si pensi solo alle madres de plaza de Mayo argentine). La canzone è sul ritmo di una cueca, una danza popolare cilena.

Why are these women here dancing on their own?

Why is there this sadness in their eyes?

Why are the soldiers here

Their faces fixed like stone?

I can't see what it is that they despise

They're dancing with the missing

They're dancing with the dead

They dance with the invisible ones

Their anguish is unsaid

They're dancing with their fathers

They're dancing with their sons

They're dancing with their husbands

They dance alone, they dance alone

It's the only form of protest they're allowed

I've seen their silent faces they scream so loud

If they were to speak these words they'd go missing too

Another woman on the torture table what else can they do

They're dancing with the missing

They're dancing with the dead

They dance with the invisible ones

Their anguish is unsaid

They're dancing with their fathers

They're dancing with their sons

They're dancing with their husbands

They dance alone, they dance alone

One day we'll dance on their graves

One day we'll sing our freedom

One day we'll laugh in our joy

And we'll dance

One day we'll dance on their graves

One day we'll sing our freedom

One day we'll laugh in our joy

And we'll dance

Ellas danzan con los desaparecidos

Ellas danzan con los muertos

Ellas danzan con amores invisibles

Ellas danzan con silenciosa angustia

Danzan con sus padres

Danzan con sus hijos

Danzan con sus esposos

Ellas danzan solas

Danzan solas

Hey Mr. Pinochet

You've sown a bitter crop

It's foreign money that supports you

One day the money's going to stop

No wages for your torturers

No budget for your guns

Can you think of your own mother

Dancin' with her invisible son

They're dancing with the missing

They're dancing with the dead

They dance with the invisible ones

Their anguish is unsaid

They're dancing with their fathers

They're dancing with their sons

They're dancing with their husbands

They dance alone, they dance alone.

*

BALLANO DA SOLE

Versione italiana di Riccardo Venturi

Perché queste donne stanno ballando da sole?

Perché hanno questa tristezza negli occhi?

Chi sono questi soldati

con la faccia immobile come pietra?

Non posso vedere quel che disprezzano,

stanno ballando con gli scomparsi

stanno ballando coi morti

ballano con gli invisibili

e il loro tormento è indicibile

Stanno ballando coi loro padri

stanno ballando coi loro figli

stanno ballando coi loro mariti

e ballano da sole, ballano da sole

E’ la sola forma di protesta loro permessa

ho visto i loro volti silenziosi gridare a voce altissima

se potessero dire queste parole, scomparirebbero anch’esse

un’altra donna sul banco di tortura, cos’altro possono fare?

Stanno ballando con gli scomparsi

stanno ballando coi morti

ballano con gli invisibili

e il loro tormento è indicibile

Stanno ballando coi loro padri

stanno ballando coi loro figli

stanno ballando coi loro mariti

e ballano da sole, ballano da sole

Un giorno balleremo sulle loro tombe

un giorno canteremo la nostra libertà

un giorno rideremo di gioia

e balleremo

un giorno balleremo sulle loro tombe

un giorno canteremo la nostra libertà

un giorno rideremo di gioia

e balleremo

Ellas danzan con los desaparecidos

Ellas danzan con los muertos

Ellas danzan con amores invisibles

Ellas danzan con silenciosa angustia

Danzan con sus padres

Danzan con sus hijos

Danzan con sus esposos

Ellas danzan solas

Danzan solas

Olà señor Pinochet

hai seminato un seme amaro

è il denaro straniero che sostiene

ma un giorno i soldi finiranno

niente più paghe per i tuoi aguzzini

niente più somme stanziate per le tue armi

e pensa a tua madre

che balla col suo figlio invisibile

Stanno ballando con gli scomparsi

stanno ballando coi morti

ballano con gli invisibili

e il loro tormento è indicibile

Stanno ballando coi loro padri

stanno ballando coi loro figli

stanno ballando coi loro mariti

e ballano da sole, ballano da sole.

466. SHED A LITTLE LIGHT

James Taylor

Let us turn our thoughts today

To Martin Luther King

And recognize that there are ties between us

All men and women

Living on the Earth

Ties of hope and love

Sister and brotherhood

That we are bound together

In our desire to see the world become

A place in which our children

Can grow free and strong

We are bound together

By the task that stands before us

And the road that lies ahead

We are bound and we are bound

There is a feeling like the clenching of a fist

There is a hunger in the center of the chest

There is a passage through the darkness and the mist

And though the body sleeps the heart will never rest

(Chorus)

Shed a little light, oh Lord

So that we can see

Just a little light, oh Lord

Wanna stand it on up

Stand it on up, oh Lord

Wanna walk it on down

Shed a little light, oh Lord

Can't get no light from the dollar bill

Don't give me no light from a TV screen

When I open my eyes

I wanna drink my fill

From the well on the hill

(Do you know what I mean?)

- Chorus -

There is a feeling like the clenching of a fist

There is a hunger in the center of the chest

There is a passage through the darkness and the mist

And though the body sleeps the heart will never rest

Oh, Let us turn our thoughts today

To Martin Luther King

And recognize that there are ties between us

All men and women

Living on the Earth

Ties of hope and love

Sister and brotherhood

*

SPANDI UN PO’ DI LUCE

Versione italiana di Riccardo Venturi

Rivolgiamo i nostri pensieri oggi

a Martin Luther King

e riconosciamo che ci sono dei legami tra di noi

fra tutti gli uomini e le donne

che vivono sulla Terra

Legami di speranza e d’amore

di fratellanza e sorellanza,

che siamo legati assieme

nel desiderio che il mondo divenga

un luogo dove i nostri figli

possano crescere liberi e forti.

Siamo legati assieme

dal compito che abbiamo davanti

e dalla strada che abbiamo dinanzi a noi;

siamo legati, si’, siamo legati.

C’è una sensazione come serrare un pugno

c’è una fame in mezzo al petto

c’è un passaggio tra le tenebre e la nebbia

e anche se il corpo dorme, il cuore non riposa mai

(Coro)

Spandi un po’ di luce, Signore,

per farci vedere

Oh, solo un po’ di luce, Signore,

voglio stare in piedi e alzarmi,

oh, stare in piedi e alzarmi, Signore

voglio camminare su e giù

spandi un po’ di luce, Signore

I dollari non mi danno alcuna luce,

non mi dare luce da un televisore

quando apro gli occhi

voglio bere a sazietà

dal pozzo sulla collina

(Sapete quel che voglio dire?)

(Coro)

C’è una sensazione come serrare un pugno

c’è una fame in mezzo al petto

c’è un passaggio tra le tenebre e la nebbia

e anche se il corpo dorme, il cuore non riposa mai

Rivolgiamo i nostri pensieri oggi

a Martin Luther King

e riconosciamo che ci sono dei legami tra di noi

fra tutti gli uomini e le donne

che vivono sulla Terra

Legami di speranza e d’amore

di fratellanza e sorellanza.

467. SUL CONFINE

Cristiano de André

Passerà questo tempo indeciso

Passerai anche tu

Motori già piu' veloci

Passeranno i tuoi occhi blu

Passeranno le stelle, le notti più scure, le paure

Passeremo anche noi

Passerà questo tempo infelice

Questo battere il piede per terra, la terra col piede

Passeranno canzoni sfinite

Che hanno già camminato nel vento

Non si reggono in piedi

Consumate dal tempo

Passeranno le piogge d'inverno

Dietro ai vetri appannati

E un passare di stelle cadenti

E desideri infiniti

Passeremo anche noi, passeremo anche noi

Si alla fine anche noi, passeremo anche noi

Passerà questa strana fortuna, questa mediocrità

Le invenzioni per pochi denari, questa normalità

Passerà l'occasione portata dal vento

E in un momento passerai anche tu

Passeranno i ricordi del cuore

E le strette di mano

Chi si lega ai ricordi si sa

Non può andare lontano

La squallida stanza di un uomo

Che vive da solo

Passeranno poi tutte le cose

Nel bene e nel male

Nel bene e nel male

Passeranno poi tutte le cose

Nel bene e nel male

Passerà questo tempo indeciso

Passerai anche tu

Passerà un leggero sorriso

Che mi sembrerai tu

Passeranno le emozioni, giornate

E infinite stagioni, passeremo anche noi

Passeremo anche noi

Passereranno canzoni ascoltate

Per un lungo momento

Che ci vivono accanto

A dispetto del tempo

Passeranno le pioggie d'inverno

Dietro ai vetri appannati

E un passare di stelle cadenti

E desideri infiniti

Passeranno i ricordi del cuore

E le strette di mano

Chi si lega ai ricordi si sa

Non può andare lontano

Gli amori cosi' all'improvviso

E di buona fortuna

Passeranno poi tutte le cose

Nel bene e nel male

Nel bene e nel male

468. AIDA

Rino Gaetano

Maledetto incidente stradale che ce lo ha portato via. Grazie, Rino.

Lei sfogliava i suoi ricordi le sue istantanee i suoi tabu'

le sue madonne i suoi rosari e mille mari e alalà

i suoi vestiti di lino e seta le calze a rete Marlene e Charlot

e dopo giugno il gran conflitto e poi l'Egitto e un'altra età

marce e svastiche e federali sotto i fanali l'oscurità

e poi il ritorno in un paese diviso più nero nel viso più rosso d'amore

Aida come sei bella

Aida le sue battaglie i compromessi la povertà

i salari bassi la fame bussa il terrore russo Cristo e Stalin

Aida la costituente la democrazia e chi ce l'ha

e poi trent'anni di safari tra antilopi e giaguari sciacalli e lapin

Aida come sei bella

469. DIE GEDANKEN SIND FREI

Trad.

La conosco cantata in inglese da Pete Seeger, è una vecchia canzone libertaria dell'area alpina di lingua tedesca (Baviera, Austria, Svizzera tedesca, Südtirol - l'avrà fischiettata anche Andreas Hofer contro Napoleone, boh?), avrà trecent'anni, poi s'è diffusa in tutto il mondo di lingua tedesca come emblema dell'anticonformismo e di libertà; i tiranni che la intendevano, non per caso, la bandivano, magari qualcuno è morto per lei, per quello che lei rappresenta. Per Pete Seeger rappresentò la voce di quei molti giusti che si opposero e si oppongono al Vietnam come a tutte le guerre... [Alex Agus dal ng it.fan.musica.de-andre]

In realtà il testo risale a circa il 1780 e fu per la prima volta diffuso su dei fogli volanti.

Die Gedanken sind frei, wer kann sie erraten.

sie fliehen vorbei wie nächtliche Schatten.

Kein Mensch kann sie wissen, kein Jäger sie schießen,

es bleibet dabei: die Gedanken sind frei!

Ich denke was ich will, und was mich beglücket,

doch alles in der Still, und wie es sich schicket.

Mein Wunsch und begehren kann niemand verwehren,

es bleibet dabei: die Gedanken sind frei!

Und sperrt man mich ein im finsteren Kerker,

daß alles sind rein vergebliche Werke.

Denn meine Gedanken zerreissen die Schranken

und Mauern entzwei; Die Gedanken sind frei!

Drum will ich auf immer den Sorgen entsagen,

und will mich nimmer mit Grillen mehr plagen.

Man kann ja im Herzen stets lachen und scherzen und

denken dabei: die Gedanken sind frei!

Ich liebe den Wein, mein Mädchen vor allem,

sie tut mir allein am besten gefallen.

Ich bin nicht alleine bei meinem Glas Weine:

mein Mädchen dabei, die Gedanken sind frei!

*

MY THOUGHTS ARE FREE

Pete Seeger

Versione inglese di Arthur Kevess

Die gedanken sind frei

My thoughts freely flower

Die gedanken sind frei

My thoughts give me power

No scholar can map them

No hunter can trap them

No man can deny

Die gedanken sind frei

I think as I please

And this gives me pleasure

My conscience decrees

This right I must treasure

My thoughts will not cater

To duke or dictator

No man can deny

Die gedanken sind frei

Tyrants can take me

And throw me in prison

My thoughts will burst forth

Like blossoms in season

Foundations may crumble

And structures may tumble

But free men shall cry

Die gedanken sind frei

*

I PENSIERI SONO LIBERI

Versione italiana (dalla versione inglese) di Alex Agus

I pensieri sono liberi,

i miei pensieri sbocciano liberi,

I pensieri sono liberi,

i miei pensieri mi danno forza,

nessun sapiente può tracciarne la linea,

nessun cacciatore li può catturare,

nessuno lo può negare,

i pensieri sono liberi!

Penso quel che mi va di pensare,

e questo mi piace,

è la mia coscienza che decreta

questo diritto di cui debbo far tesoro,

i miei pensieri non serviranno

duci o dittatori,

nessuno lo può negare,

i pensieri sono liberi!

I tiranni possono catturarmi

e gettarmi in galera,

i miei pensieri sbocceranno

come fiori in estate,

le fondamenta possono sbriciolarsi,

e le costruzioni crollare,

ma gli uomini liberi continueranno a gridare:

i pensieri sono liberi!

470. WHAT’S GOING ON

Marvin Gaye

[Marvin Gaye – Al Cleveland – Renaldo Benson]

Mother, mother

There's too many of you crying

Brother, brother, brother

There's far too many of you dying

You know we've got to find a way

To bring some lovin' here today - Ya

Father, father

We don't need to escalate

You see, war is not the answer

For only love can conquer hate

You know we've got to find a way

To bring some lovin' here today

Picket lines and picket signs

Don't punish me with brutality

Talk to me, so you can see

Oh, what's going on

What's going on

Ya, what's going on

Ah, what's going on

In the mean time

Right on, baby

Right on

Right on

Father, father, everybody thinks we're wrong

Oh, but who are they to judge us

Simply because our hair is long

Oh, you know we've got to find a way

To bring some understanding here today

Oh

Picket lines and picket signs

Don't punish me with brutality

Talk to me

So you can see

What's going on

Ya, what's going on

Tell me what's going on

I'll tell you what's going on - Uh

Right on baby

Right on baby

CHE COSA ACCADE

Versione italiana di Riccardo Venturi

Madre, madre

ci son troppi di voi che piangono

fratello, fratello, fratello

ci son troppi, troppi di voi che muoiono

sapete che dobbiamo trovare un modo

per portare un po’ d’amore qui, si’

Padre, padre

non abbiamo bisogno di escalation

vedi, la guerra non è una risposta

perché solo l’amore può vincere l’odio

sai che dobbiamo trovare un modo

per portare un po’ d’amore qui, si’

Picchettaggi e cartelli

non reprimetemi con brutalità

parlatemi, invece, cosi’ vedrete

oh, che cosa accade

che cosa accade,

si’, che cosa accade

ah, che cosa accade

Nel frattempo

forza, avanti, ragazzo

forza

avanti

Padre, padre, tutti pensano che abbiamo torto

oh, ma chi sono per giudicarci

solo perché abbiamo i capelli lunghi

oh, lo sai che dobbiamo trovare un modo

per portare un po’ di comprensione qui, oggi

oh

Picchettaggi e cartelli

non reprimetemi con brutalità

parlatemi, invece, cosi’ vedrete

oh, che cosa accade

che cosa accade,

si’, che cosa accade

ah, che cosa accade

471. BILLY DON’T BE A HERO

Paper Lace

The marching band came down along main street

the soldiers blue step in behind

I looked across and there I saw Billy

waiting to go and goin’ the line

and with her head upon his shoulder

his young and lovely fiancée

from where I stood I saw she was crying

and through a tear I heard her say:

"Billy don't be a hero,

don't be a fool with your life

Billy don't be a hero,

come back and make me your wife"

and as Billy started to go

she said "keep your pretty head low

Billy don't be a hero come back to me"

The soldiers blue were traped on a hill side

the battle raging all around

The seargent cried "we've got to hang on boys

we've got to hold this piece of land

I need a volunteer to ride up

and bring us back some extra men"

And Billy’s hand was up in a moment

Forgetting all the words she said.

She said:

"Billy don't be a hero,

don't be a fool with your life

Billy don't be a hero,

come back and make me your wife"

and as Billy started to go

she said "keep your pretty head low

Billy don't be a hero come back to me"

I heard his fiancée got a letter

that told how Billy died that day

the letter said that he was a hero

she should be proud he died that way

I heard she threw the letter away.

"Billy don't be a hero,

don't be a fool with your life

Billy don't be a hero,

come back and make me your wife"

and as Billy started to go

she said "keep your pretty head low

Billy don't be a hero come back to me"

*

BILLY NON ESSERE UN EROE

Versione italiana di Riccardo Venturi

La banda percorreva a passo di marcia la strada principale

i soldati in blu venivano dietro

ho guardato in mezzo a loro e ho visto Billy

che aspettava di andare al fronte

e, con la testa sulle spalle

la sua giovane e graziosa fidanzata;

da dove stavo, ho visto che piangeva

e fra una lacrima, ho sentito che diceva:

"Billy, non essere un eroe,

non fare lo stupido con la tua vita

Billy non essere un eroe,

ritorna, e sposami”.

E quando Billy si mise in cammino

lei disse “tieni bassa la tua bella testa,

Billy, non essere un eroe e ritorna da me”

I soldati in blu furono messi in trappola su una collina

e la battaglia infuriava tutto attorno

il sergente urlò: “dobbiamo resistere, ragazzi,

dobbiamo tenere questo pezzo di terra.

Ho bisogno di un volontario che si metta a cavallo

per portarci qualche uomo in più”.

E dopo un momento Billy alzò la mano

dimenticando tutto ciò che lei aveva detto.

Aveva detto:

"Billy, non essere un eroe,

non fare lo stupido con la tua vita

Billy non essere un eroe,

ritorna, e sposami”.

E quando Billy si mise in cammino

lei disse “tieni bassa la tua bella testa,

Billy, non essere un eroe e ritorna da me”

Ho sentito che la sua fidanzata ha ricevuto una lettera

che diceva come Billy era morto quel giorno

la lettera diceva che era un eroe

e che lei doveva essere fiera che fosse morto in quel modo.

Ho sentito dire che lei gettò via la lettera.

"Billy, non essere un eroe,

non fare lo stupido con la tua vita

Billy non essere un eroe,

ritorna, e sposami”.

E quando Billy si mise in cammino

lei disse “tieni bassa la tua bella testa,

Billy, non essere un eroe e ritorna da me”

472. CAN’T FIND OSAMA, BOMB IRAQ

( )

Altogether now,

One... Two... One Two Three Four...

If you cannot find Osama, Bomb Iraq.

If the markets are a drama, Bomb Iraq.

If the terrorists are frisky,

Pakistan is looking shifty,

North Korea is far too risky, Bomb Iraq.

If we have no allies with us, Bomb Iraq.

If we're thinkin' someone's dissed us, Bomb Iraq.

So to hell with the inspections,

Let's look tough for the elections,

Close your mind and take directions, Bomb Iraq.

It's "pre-emptive non-aggression", Bomb Iraq.

Let's prevent this mass destruction, Bomb Iraq.

They've got weapons we can't see,

And that's good enough for me

'Cos it's all the proof I need, Bomb Iraq.

If you never were elected, Bomb Iraq.

If your mood is quite dejected, Bomb Iraq.

If you think Saddam's gone mad,

With the weapons that he had,

(And he tried to kill your dad), Bomb Iraq.

If your corporate fraud is growin', Bomb Iraq.

If your ties to it are showin', Bomb Iraq.

If your politics are sleazy,

And hiding that ain't easy,

And your manhood's getting queasy, Bomb Iraq.

Fall in line and follow orders, Bomb Iraq.

For our might knows not our borders, Bomb Iraq.

Disagree? We'll call it treason,

Let's make war not love this season,

Even if we have no reason, Bomb Iraq.

Hey! The Christian God's on our side, Bomb Iraq.

Bless the weapons, take the ride and Bomb Iraq.

Let the innocents be killed,

And lots of heathen blood be spilled,

To get our fuel tanks cheaply filled, let's BOMB IRAQ!

OSAMA NON SI TROVA, BOMBARDIAMO L’IRAQ

Versione italiana di Riccardo Venturi

Tutti insieme ora,

Uno…due…un due tre quattro…

Se Osama non si trova, bombardiamo l’Iraq.

Se i mercati sono un dramma, bombardiamo l’Iraq.

Se i terroristi sono ovunque,

Se il Pakistan sembra ambiguo,

Se la Corea del Nord è troppo rischiosa, bombardiamo l’Iraq.

Se non abbiamo nessun alleato, bombardiamo l’Iraq.

Se qualcuno non ci soddisfa, bombardiaùp l’Iraq.

E affanculo le ispezioni,

pensiamo piuttosto alle elezioni,

chiudere la mente e prendere istruzioni: bombardiamo l’Iraq.

E’ una “non-aggressione preventiva”, bombardiamo l’Iraq.

Impediamo questa distruzione di massa, bombardiamo l’Iraq.

Hanno armi che non possiamo vedere,

e questo è abbastanza per me

perché sono tutte le prove che mi servono: bombardiamo l’Iraq.

Se non sei mai stato eletto, bombarda l’Iraq.

Se sei un poco giù di corda, bombarda l’Iraq.

Se pensi che Saddam è impazzito

con tutte le armi che aveva

(e ha tentato di ammazzarti il babbo), bombarda l’Iraq.

Se la tua bancarotta cresce, bombarda l’Iraq.

Se vengono a galla i tuoi legami, bombarda l’Iraq.

Se i tuoi politici sono dei buoni a nulla

e nascondono che non sarà facile,

se la tua virilità sta facendo cilecca, bombarda l’Iraq.

State in riga e rispettate gli ordini, bombardate l’Iraq.

Perché la nostra potenza non conosce limiti, bombardate l’Iraq.

Non siete d’accordo? Lo chiameremo tradimento,

e stavolta facciamo la guerra e non l’amore

anche se non abbiamo ragione, bombardiamo l’Iraq.

Uau! Il Dio cristiano è dalla nostra parte, bombardiamo l’Iraq.

Benedite le armi, fate un salto laggiù e bombardate l’Iraq.

Che degli innocenti siano uccisi

e sgorghi un sacco di sangue pagano

perché i nostri serbatoi sian riempiti a poco prezzo: BOMBARDIAMO L’IRAQ!

473. BAMBINO

Banco del Mutuo Soccorso

(musica: V. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo)

Guarda, guarda bambino

come sono, sono alti gli aeroplani.

Guarda, guarda lontano

quante stelle cadono giù,

grappoli di rose, nel silenzio veloce.

Senti, senti bambino

questa storia che non sa di pane,

che ti arriva nel cuore,

così lieve non fa rumore,

sparano lontano, è una pioggia di stelle.

Come si fa, ma come fanno gli angeli

a volare in un cielo rosso.

Stringimi forte ora, che non mi sento di scappare

questa è una notte vera.

Tu, dimmelo ancora,

tu dimmelo ancora,

tu stringimi ancora,

tu, ancora, ancora.

Come si fa, ma come fanno gli angeli

a volare in un cielo rosso.

Stringimi forte ora, che non mi sento di scappare

questa è una notte vera.

Tu, dimmelo ancora,

tu, dimmelo ancora,

tu, stringimi ancora,

tu, ancora, ancora.

474. RESIST WAR

Chris Brown – Kate Fenner

La canzone si puo' scaricare da dove gli autori invitano a farlo e a diffonderla.

I will resist war

I will not be seduced by hate

I'll live in service

the only enemy is my own heart

should I decide too late

to challenge the very name

for what is war

but rich spending poor inside a game

It's not just the bullets

it's more than cannons in a field

it's the brutal fabric

sewn by every crooked deal

and the loose threads of justice

pulled for this contest we are in

for what is life

if it takes them to die for us to win

Are you listening?

there is a prophet in our midst

it is the corpse

a dead hand curled into a fist

will you ignore

the timeless story of the name

of what war is

and how it all turns out the same

oh truth--what's to be done?

they've made a liar of everyone

And every tyrant

is built a dollar at a time

so here's your Hitler--

standing on nickles and on dimes

oh the crimes

being done everyday

and nothing's changing

it's all perpetuating hate

One more lie

one more battle

one more grave

war without end

and if the willing and the brave

and the deaths of millions

has promised no relief

then I take my life

and place it on the side of peace.

*

RESISTERE ALLA GUERRA

Versione italiana di Riccardo Venturi

Resisterò alla guerra,

non sarò sedotto dall’odio.

Vivrò mobilitato

l’unico nemico è il mio cuore.

Se decidessi troppo tardi

di mettere in discussione il suo stesso nome,

per che cosa è la guerra,

se non un ricco che spende poveri in un gioco?

Non sono solo i proiettili,

è più che dei cannoni su un campo di battaglia

è la stoffa brutale

cucita con ogni losco affare

sono i fili allentati della giustizia

che sostengono questa lotta in cui siamo dentro,

e per cosa mai sarà la vita

se li porta a morire perché noi vinciamo?

State ascoltando?

C’è un profeta in mezzo a noi,

è il cadavere,

una mano morta avvolta in un pugno.

E ignorerete

la storia senza tempo del nome

di ciò che è guerra,

e di come si rivela sempre la stessa cosa?

Oh, la verità…che cosa si deve fare?

Hanno reso ciascuno di noi un bugiardo

E ogni tiranno

è costruito un dollaro alla volta;

eccovi il vostro Hitler

fondato sui quattrini

oh, i crimini

che vengono commessi ogni giorno

e niente cambia,

tutto sta perpetuando l’odio

Ancora una menzogna,

ancora una battaglia

ancora una tomba

guerra senza fine

e se i volonterosi e i coraggiosi

e la morte di milioni

non hanno promesso rinforzi

allora prenderò la mia vita

e la metterò dalla parte della pace.

475. BLA, BLA, BLA

Banco del Mutuo Soccorso

[ Musica e testo : V. Nocenzi ]

Bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla,

bla, bla, bla.

Buongiorno Duca-Sire bonne soire ma guardi buongiorno, sono appena le tre

si ma dopo mezzo dì... Bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla.

Duca stia attento per carità ho detto che e' giorno e giorno sarà...

Mi spiace perché insisto buonasera sire bla, bla, bla. Buonasera, bla, bla,

bla.

Ah, si ! Una pattuglia, dieci plotoni. Cinquanta pattuglie e sei

battaglioni.

Vedremo chi la spunterà...

Felloni a morte è il nostro motto e non ci fermeremo, si sentiranno

poi di averci offeso ma è troppo tardi e non si torna indietro...

No, no... vincerò, superbia.......con quei cannoni non ci fanno un baffo,

lanciamo un missile in tre secondi, fellone in aria salterà...

Bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla,

bla, bla, bla.

Dieci pattuglie, cento plotoni. Mille pattuglie e sei battaglioni.

Vedremo chi la spunterà...

Felloni a morte è il nostro grido e non ci fermeremo si sentiranno

poi d'averci offeso ma è troppo tardi e non si torna indietro. No, no...

476. BUONA NOTTE, SOGNI D’ORO

Banco del Mutuo Soccorso

[musica: V. Nocenzi, G. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi]

Ma cos'è che non va stasera

ma perché quella faccia scura e seria.

Tu magari non hai capito

qualcosa che ti è sfuggito.

C'è sempre chi ne parla male

ma da noi è tutto regolare.

Tutto bene qui in occidente

stai sicura che non succede niente.

Una bomba vorrai scherzare

che ti ammazza e nemmeno fa rumore.

Stai tranquilla non aver paura

questa è una notte sicura.

Buona notte e sogni d'oro

dormi che va bene così.

Buona notte e sogni d'oro

dormi, forse è meglio così.

Dammi retta non ci pensare

il giornale s'inventa tante storie.

Una bomba vorrai scherzare

che ti ammazza e nemmeno fa rumore.

Non guardarmi con gli occhi assenti

siamo sani, noi siamo intelligenti.

Stai tranquilla non aver paura

questa è una notte sicura.

Buona notte e sogni d'oro

dormi che va bene così.

Buona notte e sogni d'oro

dormi, forse è meglio così...

477. BUONE NOTIZIE

Banco del Mutuo Soccorso

[musica: V. Nocenzi, G. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi]

Buone notizie, è calma la città

il tempo è buono, la guerra non si fa

c'è chi ha capito, chi ancora non lo sa

chi vuol sapere che cosa succederà.

Il re ha lasciato stanotte la città

quelli informati hanno detto che non tornerà

c'è chi ci crede, chi dubita si sa

ma per la strada qualcuno ride già.

Buone notizie, la festa ci sarà

anche se è vero che a qualcuno non piacerà

c'è chi discute, chi non dice la verità

ma di sicuro, un accordo si troverà

e tutti quelli che hanno detto sempre no

oggi sono in pochi e si vergognano anche un po'.

Buone notizie che grande novità

solo per oggi, la guerra non si fa,

buone notizie è cosa certa ormai,

c'è sul giornale che sai non sbaglia mai,

qualcuno piange, per cosa per cosa non si sa,

buone notizie domani... se verrà.

478. LA BOMBA

I Nomadi

Nel cielo suona una tromba

o forse invece è una bomba

o forse è solo un temporale

che mi sorprende per le scale

ma cosa dico non ci sento

ora sta cambiando il vento.

Ascolto l'eco dei tuoni

e inseguo ancora i miei sogni

sogni rosa di un bambino

che guarda il mondo da vicino

e che non crede a chi dirà

che astenersi è santità.

Ecco che il vento è cambiato

e un altro tempo ha portato

il tempo della primavera

di un giorno in cui non è mai sera

ma questo giorno non mi dà

che un cielo grigio di realtà

E intanto gocciola il tempo

e sembra privo di senso

ma giù dal cielo una bomba cadrà

sulla terra evaporerà

il riso dei bimbi, il verde dei prati

i sogni d'amore mai giocati.

Ancora il vento è cambiato

e un gran silenzio ha lasciato

con giochi vuoti di parole

sciolte come nebbia al sole

in fondo a tutto resta già

un fatto che è violenza in verità.

Lo so non basta cantare

però io questo so fare

sentirsi un po' più innocente

rispetto al silenzio di tanta gente

portar sorriso quando si muore

quando sulla testa scoppierà un sole.

479. TAXI

Banco del Mutuo Soccorso

[musica: V. Nocenzi, G. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi]

Notte poco adulta sopra un taxi compiacente

taxista riservato, anzi indifferente

"Signore, dica pure, dove vuole andare?"

Dico - scegli tu, vai pure dove ti pare.

E' tutto assai normale

anche i lampioni hanno un respiro regolare.

Notte senza cuore, misteriosa come tante

la radio certe volte non è convincente

speciale notiziario ha invitato gli utenti

"dormite più tranquilli col coltello tra i denti"

è tutto assai normale

anche le stelle stanno ancora a guardare.

Anche se il Presidente con voce naturale

ha detto che domani c'è la guerra mondiale

anche se il Presidente tra un applauso e un evviva

ha detto che stavolta sarà definitiva.

Anche se il Presidente con voce naturale

ha detto che domani c'è la guerra mondiale

anche se il Presidente tra un applauso e un evviva

ha detto che stavolta sarà definitiva.

Notte primo amore, tu che muori domattina

il taxi girotonda in crisi di benzina

ho un libro di Bukowsky sull'eiaculazione

seguire le avvertenze con estrema attenzione

salute al Presidente e anche alla nazione.

E' tutto assai normale

sta a vedere forse avrò capito male.

Anche se il Presidente con voce naturale

ha detto che domani c'è la guerra mondiale

anche se il Presidente tra un applauso e un evviva

ha detto che stavolta sarà definitiva.

480. NOI PARTE DUE

Max Pezzali

So benissimo che la maggior parte delle persone di questo NG vomiterà al sol sentir nominare Max Pezzali.Purtroppo quest'autore, complici anche i singolacci pseudodance che fa uscire ogni anno, è poco considerato e molto molto vittima di luoghi comuni che lo identificano come cantante sfigato per ragazzini brufolosi. Vi devo dire che invece se si comprano i suoi dischi e si eliminano i singoli qualcosa di buono (veramente buono) c'è!

La canzone del subject è stata scritta a quattro mani da Max Pezzali e J.Ax (degli articolo 31); non parla direttamente della guerra (ecco il perchè del punto interrogativo nel subject) ma è piuttosto un inno di rabbia contro tutto quello che c'è di sbagliato, e contro i sogni con cui molti miei coetanei sono stati drogati. Sebbene non si parli di guerra penso possa essere comunque inserita in questo contesto. La parte finale in cui si invita a "scegliere se fare parte dell'ingranaggio o del piano di sabotaggio" è poi un chiaro invito a farsi sentire, un po' come stanno facendo milioni di pacifisti in tutto il mondo.

Rinnegati e illegittimi

figli di anni vuoti e inutili

quegli ottanta che dicono

causa di mali conosciuti e non

mai toccati dall'epoca

dei grandi temi di politica

sospettati di fingerci

o troppo vecchi o troppo giovani.

Addestrati a credere

che bastava crescere

dentro al meccanismo

per aver tutto a portata di mano

o diploma o laurea

carta canta e canterà

ma poi sul piu' bello

scusate tanto avevamo sbagliato.

(Noi) mentre il mondo va

(Noi) in velocità

(Noi) raggiungendoci

(Noi) stritolandoci.

Ci dicevano trovati

un posto fisso e poi sistemati

e da li' chi ti sposterà

poi e' arrivata la mobilità

e noi ultimi reduci

di scuole vecchie ed immutabili

fionde in mano a combattere

nemici con le bombe atomiche.

Con quell'ansia dentro che

non ti fa capire se

sei tu inadeguato

o tutto il mondo che hai intorno e' sbagliato

senso di precarietà

le responsabilità

che hanno un peso sempre

un po' troppo grande per uno già grande.

(Noi) ma non siamo qui

(Noi) per arrenderci

(Noi) mimetizzati

(Noi) poi colpiscili.

[Erano tempi di ansia noi si girava in banda

zero valori ma tele a colori tanta

doppi lavori ai genitori e a noi cartoni manga

promozioni e standa c'erano firme su occhiali

stivali e cambiali in banca.

Anni 80 basta panta zampa, pace, amore e yoga

una generazione alla moda prova i soldi come nuova droga

lavoro sicuro futuro pianificato

qualcuno capiva quanto quel gioco fosse sbagliato

e se non giocavi eri un outsider magari sognavi l'hip hop

e gli States, Michael J.Fox sullo skate era il tuo easy rider

senza una meta precisa o parvenza di etica

scuola obsoleta di decisa appartenenza politica

prepara alla carriera da schiavi puliti e ordinati

sfruttati e gabbati non tutti siamo stati zitti e bravi.

(Noi) nel mondo digitale severo dove sei uno o sei zero

saremo gli ultimi a ricordare la tele in bianco e nero.

E ora che e' finito il rodaggio ci vuole coraggio:

scegliere se fare parte dell'ingranaggio o del piano di sabotaggio

il sistema presenta errori di fondo: chiudiamo il conto

o saremo solo una virgola tra il vecchio e il nuovo mondo.]

(Noi) mentre il mondo va

[e' un'altra guerra per]

(Noi) in velocità

[trema la terra per]

(Noi) raggiungendoci

[ansia che sale per]

(Noi) stritolandoci

[può fare male ma]

(Noi) ma non siamo qui

[solo di passaggio]

(Noi) per arrenderci

[all'ingranaggio]

(Noi) mimetizzati

[giocala di intelligenza]

(Noi) poi colpiscili

[e fai la differenza.]

[Ah... il trentunesimo articolo]

mentre il mondo va

[ottoottotre "S.F."]

in velocità

[sotto il fuoco anche se non lo sai]

raggiungendoci

[e' per la nostra generazione]

stritolandoci

[ancora in piedi]

mentre il mondo va

[e sono fuori di qui]

in velocità

[J.Ax]

raggiungendoci, stritolandoci.

481. LE GRAND CHAMBARDEMENT

Guy Béart

Guy Béart (il cui vero cognome è Béhar) è nato al Cairo il 16 luglio 1930. Assieme a Brel e Brassens forma il cosiddetto trio dei « grandi B » della canzone d’autore francese, anche se Béart non è mai stato conosciuto all’estero quanto gli altri due. Ma, sicuramente, Guy Béart meriterebbe di essere meglio conosciuto anche fuori dalla Francia, anche per i suoi caratteri di assoluta originalità e per la varietà di « stili » (cosa in cui si avvicina ad un altro grande maestro della canzone francese, Serge Gainsbourg) presenti nelle sue canzoni. Figlio di un ingegnere e destinato lui stesso a studi di ingegneria, Guy Béart arriva in francia nel 1947. La morte del padre, nel 1952, lascia tutta la famiglia in ristrettezze economiche, ed il giovane Béart (il cui talento musicale ha già cominciato ad esprimersi) è costretto a sbarcare il lunario in un ufficio. Ma a partire dal 1954 si aprono per lui i cabaret della Rive Gauche ed il mitico teatro Bobino, quello in cui Brassens si è esibito fino alla morte. Juliette Gréco comincia ad ordinargli delle canzoni (tra le quali la spassosa Chandernagor, in cui i nomi dei vecchi « Comptoirs d’Inde » francesi dissimulano le parti del corpo femminile, e Qu’on est bien). Nel 1957 la carriera artistica di Béart prende lo slancio definitivo, quando il produttore Jacquest Canetti gli fa registrare il primo album a cui collabora Boris Vian. Il disco è un successo e gli vale, nel ’58, il Grand Prix de l’Académie du Disque Français. L’anno dopo, Bruno Coquatrix lo fa consacrare all’ Olympia, ed il primo recital resta famoso per le sue folli risate sul palcoscenico e per i suoi « buchi di memoria » durante l’interpretazione delle canzoni ; ma il pubblico, assai caloroso, glieli « copre » cantando a memoria le canzoni assieme a lui.

Analogamente alle canzoni di Georges Brassens, quelle di Béart hanno usualmente una melodia semplice all’ascolto, ma di scrittura complessa. Negli anni ’60, dopo gli inizi folgoranti, la carriera di Béart sembra marcare il passo e le case discografiche cominciano a disinteressarsi di lui, a tal punto che gli diviene difficile registrare dei dischi. E’ per questo che, nel 1963, fonda con l’aiuto di Jacques Canetti la sua propria casa, l’ APAM (Auto Production des Artistes du Micro). Nel frattempo, Béart inizia anche una carriera televisiva, e crea una trasmissione che diverrà assai popolare per tutti gli anni ’60, Bienvenue. Dal 1963 al 1970 sono ospiti della trasmissione i più grandi artisti internazionali, da Duke Ellington a Yves Montand ; va detto che Béart « si serve » della trasmissione anche per far conoscere le proprie canzoni. Nel 1965, la sua compagna Généviève Galéa dà alla luce una figlia : si tratta della nota (e bellissima) attrice Emmanuelle Béart, che fa il suo esordio, ventiduenne, nei due film di Claude Berri ispirati a Jean de Florette e Manon des Sources di Marcel Pagnol.

Come detto, Guy Béart ha « esplorato » un po ‘ tutti gli stili nelle sue canzoni (più di trecento in tutto). Dalle canzoni popolari francesi (Vive la rose, 1971) alla tradizione classica (Les chansons gaies des belles années, 1982), dal futurismo fantascientifico (Futur-fiction fantastique, 1977) all’attualità più cruda (Les nouvelles chansons, 1978). Nelle sue canzoni davvero tutto trova posto : politica, filosofia, amore, religione, scienza, architettura e via dicendo. Nel 1976 la sua poesia seduce una coppia di grandi attori francesi, Madeleine Renaud e Jean-Louis Barrault ; insieme decidono di incidere un album nel quale i due attori leggono una silloge di 31 testi.

Pur soggetto a frequenti « cali » nei favori del pubblico, dovuti senz’altro alla sua estrema complessità ed imprevedibilità, Guy Béart è tuttora attivissimo.

La terre perd la boule

Et fait sauter ses foules

Voici finalement

Le grand le grand

Voici finalement

Le grand chambardement

Un grain de sable explose

Un grain c'est peu de choses

Mais deux mais dix mais cent

Ça c'est intéressant

Voyez messieurs mesdames

Dans l'univers en flammes

Entre les hommes-troncs

La danse des neutrons

C'est l'atome en goguette

Le ping-pong des planètes

La lune fait joujou

Et met la terre en joue

C'est la grande escalade

Les monts en marmelade

Sous le rayonnement

Du grand du grand

Sous le rayonnement

Du grand chambardement

Place pour le quadrille

Des fusées des torpilles

Ce soir c'est le grand bal

La "der des der" globale

Oyez les belles phrases

La Chine table rase

Se crêpant le chignon

A coups de champignons

Sur les montagnes russes

Passées au bleu de Prusse

Les bons gars du Far-West

Ont bien tombé la veste

Regardez qui décide

Ce joyeux génocide

Qui dirige vraiment

Le grand chambardement

Ciel ! Ce sont les machines

Les machines divines

Qui nous crient en avant

En langue de savant

Que les calculatrices

Sur le feu d'artifice

Alignent leurs zéros

Comme des généraux

Elles ont fait merveille

Bravo pour ces abeilles !

Qu'on décore à cette heure

Le grand ordinateur !

Nous finirons la guerre

Avec des lance-pierres

Si nous vivons demain

Nous en viendrons aux mains

Si nous vivons demain

Nous en viendrons aux mains

*

IL GRANDE PARAPIGLIA

Versione italiana di Riccardo Venturi

La terra perde la testa

e fa saltare in aria le folle

ed ecco finalmente

il grande il grande il grande

ed ecco finalmente

il grande parapiglia

Un grano di sabbia esplode

un granello è poca cosa

ma due ma dieci ma cento

diventa interessante

Vedete signore e signori

nell’universo in fiamme

in mezzo ai mutilati

la danza dei neutroni

E’ l’atomo impazzito

il ping-pong dei pianeti

la luna fa cucu’

e punta diretta alla terra

E’ la grande scalata,

i monti di marmellata

sotto l’imperversare

del grande grande grande

sotto l’imperversare

del grande parapiglia

Avanti per la quadriglia

dei missili e dei siluri

stasera c’è il gran ballo,

il gran finale globale

Udite le belle frasi,

la Cina tabula rasa

che fa, che fa a cazzotti

a colpi di funghi atomici

Sulle montagne russe

ripassate al blu di prussia

i ragazzi del Far West

si son già levati la giacca

Guardate chi decide

questo allegro genocidio,

chi dirige veramente

il grande parapiglia

Oh, cielo! Sono le macchine,

le macchine divine

che ci urlano in faccia

con linguaggio da sapienti

Ché i calcolatori

sotto i fuochi d’artificio

allineano gli zeri

come dei generali

Han fatto meraviglie,

che brave queste api!

E che si decori adesso

Il gran Computer!

Finiremo la guerra

con solo delle fionde,

se sopravviveremo

riverremo alle mani

Se sopravviveremo

riverremo alle mani.

482. THOUSANDS OF FEET BELOW YOU

Alice Walker

Thousands of feet

Below you

There is a small

Boy

Running from

Your bombs.

If he were

To show up

At your

mother's

House

On a green

Sea island

Off the coast

Of Georgia

He'd be invited in

For dinner.

Now, driven,

You have shattered

His bones.

He lies steaming

In the desert

In fifty or sixty

Or maybe one hundred

Oily,

slimy

Bits.

If you survive

& return

To your

island

Home

& your

mother's

Gracious

Table

Where the cup

Of

loving kindness

Overflows

The

brim

(&

From which

No one

In memory

Was

ever

Turned)

Gather yourself.

Set a place

For him.

*

QUALCHE MIGLIAIO DI METRI SOTTO DI VOI

Versione italiana di Riccardo Venturi

Qualche migliaio

di metri sotto di voi

c’è un

ragazzino

che sta scappando

dalle vostre bombe.

Se per caso

arrivasse

a casa

di vostra

madre

su una verde

isola

al largo

della Georgia

sarebbe invitato

a pranzo.

Ora, spazzato via,

avete disintegrato

le sue ossa.

Giace in vapore

nel deserto

in cinquanta, sessanta

o forse cento

pezzi

sporchi di petrolio.

Se sopravviverete

e ritornerete

alla vostra

isola

a casa

e la bella tavola

di vostra

madre

dove il calice

dell’amabilità

e della gentilezza

trabocca

dall’orlo

(e

dalla quale

nessuno,

che ci si ricordi,

è mai

stato

mandato via)

Stringetevi.

Fategli

un po’ di posto.

483. WALLFLOWER

Peter Gabriel

6 x 6 - from wall to wall

Shutters on the windows, no light at all

Damp on the floor, you got damp in the bed

They're trying to get you crazy - get you out of your head

And they feed you scraps and they feed you lies

To lower your defences - no compromise

Nothing you can do, the day can be long

Your mind is working overtime, your body's not too strong

Hold on, hold on, hold on, hold on, hold on, hold on

They put you in a box so you can't get heard

Let your spirit stay unbroken, may you not be deterred

Hold on

You have gambled with your own life

And you face the night alone

While the builders of the cages

Sleep with bullets, bars and stone

They do not see your road to freedom

That you build with flesh and bone

They take you out and the light burns your eyes

To the talking room - it's no surprise

Loaded questions from clean white coats

Their eyes are all as hidden as their Hippocratic Oath

They tell you - how to behave, behave as their guest

You want to resist them, you do your best

They take you to your limits, they take you beyond

For all that they are doing there's no way to respond

Hold on, hold on

They put you in a box so you can't get heard

Let your spirit stay unbroken, may you not be deterred

Hold on

You have gambled with your own life

And you face the night alone

While the builders of the cages

Sleep with bullets, bars and stone

They do not see your road to freedom

That you build with flesh and bone

Though you may disappear, you're not forgotten here

And I will say to you, I will do what I can do

You may disappear, you're not forgotten here

And I will say to you, I will do what I can do

And I will do what I can do

And I will do what I can do

*

TAPPEZZERIA

Versione italiana di Riccardo Venturi

1 m x 1m da parete a parete

scuri alle finestre, niente luce

pavimento umido, letto umido

tentano di farti impazzire, di farti andare fuori di testa

E ti danno in pasto porcherie e bugie

per abbassare le tue difese – nessun compromesso,

niente che tu possa fare, e il giorno può essere lungo

la tua mente fa gli straordinari, il tuo corpo non è troppo robusto

resisti, resisti, resisti, resisti

ti mettono in una specie di scatola in modo che non ti sentano

ma fai che la tua mente non si spezzi e che non ti dissuadano

Resisti

hai giocato d’azzardo con la tua vita

e affronti la notte da solo

mentre i costruttori di gabbie

dormono con pallottole, spranghe e pietre

non vedono il tuo cammino verso la libertà

che costruisci col sangue e con le ossa

Ti portano fuori e la luce ti brucia gli occhi

alla stanza dell’interrogatorio – non c’è da stupirsi

domande su domande da parte di camici bianchi puliti

i loro occhi nascosti come il loro giuramento di Ippocrate

ti dicono come comportarti, comportarti da loro ospite

tu vuoi resistergli, fai del tuo meglio

ti portano al limite, ti portano oltre il limite

perché a quello che fanno non c’è modo di rispondere

resisti, resisti

ti mettono in una specie di scatola in modo che non ti sentano

ma fa che la tua mente non si spezzi e che non ti dissuadano

Resisti

hai giocato d’azzardo con la tua vita

e affronti la notte da solo

mentre i costruttori di gabbie

dormono con pallottole, spranghe e pietre

non vedono il tuo cammino verso la libertà

che costruisci col sangue e con le ossa

Anche se puoi scomparire, qui non sei dimenticato

e io ti dico che farò quello che posso

Potrai scomparire, ma qui non sarai dimenticato

e io ti dico che farò quello che posso

che farò quello che posso

che farò quello che posso.

484. SCOLPISCI GUERRA

Marco Parente

Armi di tutto il mondo

Fermatevi a pensare

Se la bellezza è un coltello

Scolpisce la violenza

Che hai in mano

Se la pace ha una pistola

L’obiettivo cambia bersaglio

Quante più cose salverò

Quanto più senso avrò

Quando mi vincerò

Armi di tutto il mondo

Fermatevi a pensare

Se la bellezza è un coltello

Scolpisce un nuovo bersaglio

Quante più cose salverò

Quanto più senso avrò

Quando mi vincerò

Quanto più senso avrò

Quando mi vincerò

Quando mi vincerò

Quando mi vincerò

Quando mi vincerò

Quando mi vincerò

Quando mi vincerò

Quanto più senso avrò

485. PLANEDENN

Gilles Servat

[ Yann-Ber Piriou – Gilles Servat ]

(1975)

Pa rankas dilezel ar ger

Ha mont d'ar brezel da bellvro

Ar c'hleier-galv a vralle taer

Ne zuas ket he gwaz en dro

Pa'c'h eo aet kuit da seitek vloaz

E oa koant' vel ur rozenn wenn

Lizher avat n'he deus bet biskoazh

He merc'h zo kollet da viken

Ha pa laoskas he mab barkoù

Da vont da vervel' vel an tad

An drez a greskas ene brajoù

Gant ar balan hag al linad

Bugale all zo aet da Baris

Bevan aman ne oa ket aes

Bugale all zo aet da Baris

Skeud an Ankou zo war ar maez

He zi bet gwechall leun a vuhez

A zo digor d'an avel foll

A piv a gredo tamall neuze

M'he deus gwinardant war an daol?

Kredit ac'hanon kompagnunez

Evit dastun o fezhioù aour

Un toullad mat eus an aotronez

A oar ober teil gant ar paour

Arc' hoazh e vo kaset d'an ospis

Hec'h-unan gant he c'halon yen

He bugale zo aet da Baris

Pe da lec'h all n'ouzon ket ken

*

[ Versione francese fornita da Paolo Sollier, senza titolo ]

Quand il dut quitter la maison

Et partir à la guerre en pays lointain

L'appel du clocher sonnait violemment

Son homme ne revint jamais

Quand elle est partie à 17 ans

Elle était jolie comme une rose blanche

Aucune lettre elle ne reçut jamais

Sa fille est perdue pour toujours

Quand son fils laissa ses prés

Pour aller mourir comme le père

La ronce poussa dans les champs

Avec le genêt et l'ortie

Les autres enfants sont allés à Paris

Vivre ici n'était pas facile

Les autres enfants sont allés à Paris

L'ombre de la mort est sur la campagne

Sa maison autrefois pleine de vie

Est ouverte au vent fou

Et qui trouvera quelque chose à dir

Si elle a de l'eau-de- vie sur la table

Croyez-moi compagnons

pour amasser leur pièces d'or

Un bon tas de messieurs

Sait faire du fumier avec le pauvre

Demain elle sera mise à l'hospice

Seule avec son coeur froid

Ses enfants sont allés à Paris

Ou ailleurs je ne sais plus

*

DESTINO

Versione italiana [dalla traduzione francese] di Paolo Sollier

Quando dovette lasciare la casa

E partire per la guerra in un paese lontano

Il richiamo del campanile suonava violento

Il suo uomo non tornò mai

Quand'è partita,a 17 anni

Era graziosa come una rosa bianca

Non ricevette mai alcuna lettera,

Sua figlia è perduta per sempre

Quando suo figlio lasciò i suoi prati

Per andare a morire come il padre

I rovi crebbero nei campi

Insieme alla ginestra e all'ortica

Gli altri ragazzi sono andati a Parigi

Vivere qui non era facile

Gli altri ragazzi sono andati a Parigi

L'ombra della morte domina la campagna

La sua casa un tempo piena di vita

E' aperta al vento impazzito

E chi troverà da dire

Se ha dell'acquavite sul tavolo?

Credetemi,compagni

Per accumulare monete d'oro

Un mucchio di signori

Del povero sa fare concime

Domani sarà messa all'ospizio

Sola col suo cuore desolato

I suoi ragazzi sono andati a Parigi

O altrove, non lo so più.

486. CAMBIA IL VENTO

Gang

[Massimo Bubola – Sandro Severini]

(1993)

Come pioggia che laverà queste strade

Come lampo che brillerà sopra il mare

Tieni il tuo spirito più in alto

Che i nostri occhi vedano bene

Questi anni scuri di cobalto

Questi anni lunghi come catene

Non lo senti che cambia il vento

Dai deserti sulle città

Questo fuoco che abbiamo dentro

Fino al cielo si innalzerà

Come neve che scenderà sulla guerra

Come grano che coprirà questa terra

Tieni il tuo cuore ancora sveglio

Che intorna al campo vanno le jene

Le vecchie torri di comando

Stanno crollando sullo scacchiere

Non lo senti che cambia il vento

Dai deserti sulle città

Questo fuoco che abbiamo dentro

Fino al cielo si innalzerà

Tieni il tuo spirito più in alto

Che i nostri occhi vedano bene

Questi anni scuri di cobalto

Questi anni lunghi come catene

Non lo senti che cambia il vento

Dai deserti sulle città

Questo fuoco che abbiamo dentro

Fino al cielo si innalzerà.

487. SE NON CI AMMAZZA I CRUCCHI

I Gufi

Dicono le note del disco che questo testo fu raccolto da Dario Fo da un amico partigiano nell'autunno del '43,in un'osteria di Porto Val Travaglia, presso Varese.

[Paolo Sollier dalla mailing list “Bielle]

Se non ci ammazza i crucchi,

Se non ci ammazza i bricchi,

I bricchi ed i crepacci

E il vento di Marenca,

Se non ci ammazza i crucchi,

Se non ci ammazza i bricchi,

Quando saremo vecchi

Ne avrem da raccontar

Quando saremo vecchi

Ne avrem da raccontar

La mia mamma la mi diceva

Non andare sulle montagne

Mangerai sol polenta e castagne

Ti verrà l'acidità

Mangerai sol polenta e castagne

Ti verrà l'acidità

La mia morosa la mi diceva

Non andare con i ribelli

Non avrai più i miei lunghi capelli

Sul cuscino a riposar

Non avrai più i miei lunghi capellì

sul cuscino a riposar

Se non ci ammazza i crucchi,

Se non ci ammazza i bricchi,

I bricchi ed i crepacci

E il vento di Marenca

Se non ci ammazza i crucchi,

Se non ci ammazza i bricchi,

Quando saremo vecchi

Ne avrem da raccontar

Quando saremo vecchi

Ne avrem da raccontar

Questa notte mi sono insognato

Ch'ero sceso giù ibn città,

C'era mia mamma vestita di rosso

Che ballava col mio papà

C'era mia mamma vestita di rosso

Che ballava col mio papà

C'era i tedeschi buttati in ginocchio

Che chiamavano pietà

C'era i tedeschi buttati in ginocchio

Che chiamavano pietà

C'era i fascisti vestiti da prete

Che scappavan di qua e di là

C'era i fascisti vestiti da prete

Che scappavan di qua e di là

Se non ci ammazza i crucchi,

Se non ci ammazza i bricchi,

I bricchi ed i crepacci

E il vento di Marenca

Se non ci ammazza i crucchi,

Se non ci ammazza i bricchi,

Quando saremo vecchi

Ne avrem da raccontar

Quando saremo vecchi

Ne avrem da raccontar.

488. LA VERA STORIA DI JAN DI LEIDA

Max Manfredi

Prologo

Germania del 1500 : i segni della fine sembrano vicini

La riforma protestante di Lutero va diffondendosi ;

ma un gruppo di fanatici più radicali,

detti Anabattisti (Ribattezzatori)

si impadroniscono con la forza della città di Münster,

e fondano il " Regno dei Giusti ",

la " Gerusalemme Celeste ".

Dopo la morte in battaglia dell'amico Jan Matthys,

il sarto e saltimbanco Jan di Leida

decide di travestirsi coi panni del Messia.

Adorato dalla gente per il suo talento di guitto,

esercita potere assoluto su Münster,

praticando la poligamia e dettando esecuzioni

capitali anche fra i suoi.

Ma è un regno che dura pochi anni,

quasi il tempo di un assedio; un regno affamato,

stremato, un regno di cadaveri, topi,

donne in delirio.

Il vescovo e i nobili protestanti

Riconquistano Münster, massacrandone gli abitanti.

L'Agnello cresce all'ombra del Macellaio,

ed anche il Macellaio ha il suo Angelo.

LA VERA STORIA DI JAN DI LEIDA

Aspettavano il Regno dei Giusti,

E ce n'era da aspettare.

Jan di Leida aveva amici robusti:

"Su ragazzi diamoci da fare".

Erano tempi contundenti, nascevano bambini a due teste

E c'era il diavolo in tutti i conventi, c'erano croci sulle finestre.

Sulla porta della bottega, Jan vide l'Angelo del Macellaio:

Lo riconobbe subito per via dello sguardo buio.

Gli parlava nel dialetto delle bestie da macello

E gli disse:"Fatti lupo, Jan, o quelli, quelli ti fanno agnello".

La morale di questa storia, la morale è un cavallo baio

Che galoppa dove vuole e porta l'Angelo del Macellaio.

Con la fede come spada, con la bibbia come scudo

Per il suo Regno dei Giusti, Jan di Leida girava nudo.

Per costruire il regno, Jan ci mise tanto poco:

L'Anticristo aveva mille facce

(E ognuna conosceva il fuoco).

Mise il buio sulle spalle, buio come un mantello;

Vide fuoco all'orizzonte (era il sangue dell'Agnello! )

Sposò diciotto donne e una fu regina.

Gli apostoli correvano a bandire la dottrina:

"Sulla forca i ricchi e i preti,

E' il momento della gloria,

Beni e donne son di tutti e sipario sulla storia! "

La morale di questa favola

È un vangelo, sì ma "buon peso":

Tutto sarà tolto al povero, anche quello che lui s'è ripreso.

Con la fede come spada, con la birra come scudo,

Tra profeti, topi e guitti, Jan di Leida regnava nudo.

Nell'assedio della fame, rivide l'Angelo del Macellaio;

Ma non si riconobbero: avevano lo sguardo buio.

Nella peste dell'aprile era un tremito di gole:

"Il tuo amico l'han beccato, il tuo regno è neve al sole! "

E cinsero d'assedio la sua bella Gerusalemme:

Sputarono sul trono e calpestarono le gemme.

Tutti i giorni alla tortura, con la folla che applaudiva

E le donne che seguivano un vangelo alla deriva.

E poi l'hanno messo in alto,

In una gabbia d'acciaio,

E restava per vegliarlo solo l'Angelo del Macellaio.

Tutti gli angeli di pietra non fiatarono per niente:

Forse avevano dei business con la polvere d'Oriente.

Con la fede come spada, con la bibbia come scudo,

per la sua Gerusalemme, Jan di Leida gira nudo..nudo.

489. TRIVIALE POURSUITE

Renaud

Question d'histoire d'abord :

Où est la Palestine ?

Sous quelle botte étoilée ?

Derrière quels barbelés ?

Sous quel champ de ruines ?

Question d'histoire encore :

Combien de victimes,

Combien de milliers d'enfants

Dans les décombres des camps

Deviendront combattants ?

J'en sais rien, j' donne ma langue au chagrin

Si tu sais, toi, souffle-moi

Question d' géographie :

Où est la Kanaky ?

Combien de flics, de soldats

Pour tenir Nouméa

Pour flinguer Eloi ?

Combien de petits blancs

De colons arrogants

Se partagent la terre ?

Et combien de misère

Pour le peuple kanak ?

Combien de coups de matraque ?

J'en sais rien, j' donne ma langue au chagrin

Si tu sais, toi, souffle-moi

Question de sport :

Qui détiendra le record

Et restera vivant

Libre et innocent

Derrière les barreaux ?

Vingt ans pour Otelo

Autant pour Mandela

Et combien de hors-la-loi

Chez ces p'tits juges en bois

Dont on fait les salauds

J'en sais rien, j' donne ma langue au chagrin

Si tu sais, toi, souffle-moi

Question science et nature :

Où balancer ces ordures ?

Allez, à la Vologne !

Ces chiens qui assassinent

Ces rats qui emprisonnent !

Question d' littérature :

Qui a écrit que les hommes

Naissaient libres, égaux ?

Libres mais dans le troupeau

Egaux devant les bourreaux ?

J'en sais rien, j' donne ma langue au chagrin

Si tu sais, toi, souffle-moi

Souffre-moi

Souffre-moi

*

TRIVIAL PURSUIT [*]

Versione italiana di Manuela Scelsi e Riccardo Venturi

Prima una domanda di storia:

Dov'è la Palestina?

Sotto quale volta celeste

Dietro quale filo spinato?

Sotto quale campo di rovine?

Ancora una domanda di storia:

Quante vittime,

Quante migliaia di bambini

Nelle macerie dei campi

Diventeranno combattenti?

Non ne so niente, mi spiace veramente

Se tu lo sai, suggeriscimelo.

Domanda di geografia:

Dov'è la Nuova Caledonia? [**]

Quanti poliziotti, soldati

Per tenere Nouméa [***],

Per sparare a Eloi?

Quanti piccoli bianchi

e coloni arroganti

Si dividono la terra?

E quanta miseria

Per il popolo kanako?

Quanti colpi di manganello?

Non ne so niente, mi spiace veramente

Se tu lo sai, suggeriscimelo.

Domanda di sport:

Chi deterrà il record

E resterà vivo

Libero e innocente

Dietro le sbarre?

Vent'anni per Otelo [*****]

Altrettanti per Mandela

E quanti fuorilegge

Da questi giudici cosi’ severi

Che ci considerano dei mascalzoni  

Non ne so niente, mi spiace veramente

Se tu lo sai, suggeriscimelo.

Domanda di scienze naturali:

Dove gettare ‘sta spazzatura?

Dai, alla Vologne! [******]

Questi cani che assassinano

Questi ratti che imprigionano!

Domanda di letteratura:

Chi ha scritto che gli uomini

nascono liberi e uguali?

Liberi, ma nel gregge,

Uguali davanti ai boia?

Non ne so niente, mi spiace veramente

Se tu lo sai, suggeriscimelo.

E porta pazienza,

porta pazienza.

NOTE

[*] Gioco di parole intraducibile tra il nome del “Trivial Pursuit” (il noto gioco di società a base di domande e risposte di cultura generale) e “triviale poursuite” = ‘banale inchiesta’, ‘serie di domande cretine’. Si aggiunga a questo che, normalmente, in francese il nome del gioco di società (che è in inglese e significa alla lettera ‘ricerca nei campi dello scibile’ – trivial ha qui ancora il senso “classico” del termine) si pronuncia esattamente come “triviale poursuite”)

[**] La Nuova Caledonia, in Oceania, è un “TOM” (Territoire d’Outremer) facente parte della Francia ma che gode di una relativa autonomia. “Kanaky” (terra dei Kanaki) è il nome locale dell’isola. La Nuova Caledonia è da molti anni agitata da moti indipendentisti, che godono del favore della molta della popolazione. A tale riguardo va detto che la Francia ha sempre militarizzato l’isola e vi mantiene un notevole contingente.

[***] Il capoluogo della Nuova Caledonia

[****] Leader del Partito Indipendentista Kanako assassinato in circostanze misteriose alcuni anni fa.

[*****] Otelo Saraiva de Carvalho, leader di estrema sinistra della “Rivoluzione dei Garofani” portoghese poi rimasto implicato in un affare non chiaro che lo portò, circa alla metà degli anni ’80, ad una lunga condanna detentiva da molti ritenuta un buon sistema per “toglierselo di mezzo”. Ha comunque scontato solo pochi anni di carcere, tornando in libertà.

[******] La più grande discarica della banlieue parigina, presso Rungis.

490. OHIO

Crosby, Still, Nash & Young

[1970]

Tin soldiers and Nixon coming,

We're finally on our own.

This summer I hear the drumming,

Four dead in Ohio.

Gotta get down to it

Soldiers are gunning us down

Should have been done long ago.

What if you knew her

And found her dead on the ground

How can you run when you know?

Gotta get down to it

Soldiers are gunning us down

Should have been done long ago.

What if you knew her

And found her dead on the ground

How can you run when you know?

Tin soldiers and Nixon coming,

We're finally on our own.

This summer I hear the drumming,

Four dead in Ohio.

*

OHIO

Versione italiana di Riccardo Venturi

Soldatini di piombo e Nixon che arrivano,

finalmente siamo per conto nostro.

Quest’estate sento i tamburi che battono,

quattro morti in Ohio.

Dobbiamo occuparcene,

i soldati ci stanno abbattendo a fucilate,

bisognava farlo già da tempo.

Che diresti se tu la conoscessi

e la trovassi morta per terra,

come reagisci quando lo saprai?

Dobbiamo occuparcene,

i soldati ci stanno abbattendo a fucilate,

bisognava farlo già da tempo.

Che diresti se tu la conoscessi

e la trovassi morta per terra,

come reagisci quando lo saprai?

Soldatini di piombo e Nixon che arrivano,

finalmente siamo per conto nostro.

Quest’estate sento i tamburi che battono,

quattro morti in Ohio.

491. DRAFT DODGER RAG

Phil Ochs

I'm just a typical American boy from a typical American town

I believe in God and Senator Dodd and keeping old Castro down

And when it came my time to serve I knew better dead than red

But when I got to my old draft board, buddy, this is what I said:

Sarge, I'm only eighteen, I got a ruptured spleen

And I always carry a purse

I got eyes like a bat, my feet are flat, and my asthma's

getting worse

O think of my career, my sweetheart dear, and my poor old

invalid aunt

Besides, I ain't no fool, I'm a goin' to school, and I'm

working in a defense plant

I've got a dislocated disc and a racked up back

I'm allergic to flowers and bugs

And when the bombshell hits, I get epileptic fits

And I'm addicted to a thousand drugs

I got the weakness woes, and I can't touch my toes

I can hardly reach my knees

And if the enemy came close to me

I'd probably start to sneeze

(chorus)

I hate Chou En Lai, and I hope he dies,

but one thing you gotta see

That someone's gotta go over there

and that someone isn't me

So I wish you well, Sarge, give 'em Hell

Yeah, Kill me a thousand or so

And if you ever get a war without blood and gore

Well I'll be the first to go.

*

RAG DEL RENITENTE ALLA LEVA

Versione italiana di Riccardo Venturi

Sono solo un tipico ragazzo americano di una tipica città americana

credo in Dio nel senatore Dodd e nel tenere buono il vecchio Castro

e quando è venuta l’ora di andar sotto le armi sapevo bene meglio morti che rossi

ma quando sono andato al mio vecchio ufficio di leva, amico, questo è quel che ho detto:

Sergente, ho solo diciott’anni, ho una rottura alla milza

e porto sempre una borsa

ho gli occhi come un pipistrello, ho i piedi piatti e l’asma

mi sta peggiorando

pensi alla mia carriera, alla mia fidanzata e alla mia povera

vecchia zia

inoltre non sono uno scemo, vado a scuola e lavoro

in una fabbrica impegnata nella difesa

Ho un disco fuori posto e la scoliosi

sono allergico ai fiori e agli insetti

e quando scoppia la bomba mi vengon le crisi epilettiche

e sono dedito all’uso di un migliaio di stupefacenti

soffro di debolezza congenita e non ce la fo a piegarmi fino all’alluce

a malapena arrivo alle ginocchia

e se il nemico si avvicina

probabilmente mi metterei a starnutire

(coro)

Odio Ciu En Lai e spero che muoia

ma bisogna che Lei capisca

che qualcuno vada pur laggiù

e quel qualcuno non sono io

E allora tanti saluti, sergente, li mandi all’inferno

oh yeah, me ne ammazzi un migliaio buono

e se per caso ha una guerretta incruenta,

beh, allora sarò il primo a andarci.

492. SKY PILOT

The Animals

He blesses the boys, as they stand in line

The smell of gun grease and their bayonets they shine

He's there to help them all that he can

To make them feel wanted he's a good holy man

Sky Pilot

Sky Pilot

How high can you fly?

You'll never, never, never, reach the sky

He smiles at the young soldiers, tells them it's all right

He knows of their fear in the forthcoming fight

Soon there'll be blood and many will die

Mothers and fathers back home they will cry

Sky Pilot

Sky Pilot

How high can you fly?

You'll never, never, never, reach the sky

He mumbles a prayer and it ends with a smile

The order is given, they move down the line

But he'll stay behind, and he'll meditate

But it won't stop the bleeding, or ease the hate

As the young men move out into the battle zone

He feels good, with God you're never alone

He feels so tired as he lays on his bed

Hopes the men will find courage in the words that he said

Sky Pilot

Sky Pilot

How high can you fly?

You'll never, never, never, reach the sky

*

PILOTA NEL CIELO

Versione italiana di Riccardo Venturi

Benedice i ragazzi mentre stanno al fronte

l’odore del grasso, le baionette splendenti

è là per aiutarli e far tutto quel che può

per farli sentire voluti, è un vecchio e sant’uomo

Pilota nel cielo

pilota nel cielo

quanto alto puoi volare?

Non arriverai mai, mai, mai al cielo

Sorride ai soldatini, gli dice che tutto va bene

conosce le loro paure nella battaglia a venire

presto scorrerà il sangue e molti moriranno

madri e padri rimasti a casa piangeranno

Pilota nel cielo

pilota nel cielo

quanto alto puoi volare?

Non arriverai mai, mai, mai al cielo

Mormora una preghiera e finisce con un sorriso

l’ordine è dato, si muovono verso il fronte

ma lui rimarrà nelle retrovie a meditare

e non fermerà il massacro né placherà l’odio

Mentre i ragazzi si spingono alla zona di combattimento

lui si sente bene, con Dio non sei mai solo

si sente tanto stanco mentre se ne sta a letto

spera che gli uomini saranno incoraggiati dalle sue parole

Pilota nel cielo

pilota nel cielo

quanto alto puoi volare?

Non arriverai mai, mai, mai al cielo

493. STILL IN SAIGON

Dan Daley

Interpretazione della Charlie Daniels Band

(1981)

Got on a plane in 'Frisco

and got off in Vietnam

I walked into a different world,

the past forever gone

I could've gone to Canada

or I could have stayed in school

But I was brought up differently –

I couldn't break the rules

Thirteen months and fifteen days –

the last ones were the worst

One minute I kneel down and pray

and the next I stand and cure

No place to run to where

I did not feel that war

When I got home I stayed alone

and checked behind each door

'Cause I'm...

Still in Saigon,

Still in Saigon

I am still in Saigon In my mind

The ground at home was covered in snow

and I was covered with sweat

My younger brother calls me a killer

and my daddy calls me a vet

Everybody says I'm someone else,

that I'm sick and there's no cure

Damned if I know who I am –

there was only one place I was sure

When I was...

Still in Saigon,

Still in Saigon

I am still in Saigon In my mind

Every summer when it rains,

I smell the jungle, I hear the flames

I can't tell no one -- I feel ashamed

Afraid someday I'll go insane

It has been ten long years ago

and time has gone on by

But now and then I catch myself,

eyes searching through the sky

All the sounds from long ago

will be forever in my head

Mingled with the wounded cries

and the silence of the dead.

'Cause I'm...

Still in Saigon,

Still in Saigon

I am still in Saigon In my mind.

*

ANCORA A SAIGON

Versione italiana di Riccardo Venturi

Ho preso un aereo a San Francisco

e mi sono ritrovato in Vietnam

sono piombato in un mondo diverso,

il passato è finito per sempre

Potevo andare in Canada

o restare a scuola

ma sono stato tirato su in un altro modo

non potevo infrangere le regole

Tredici mesi e quindici giorni –

gli ultimi furono i peggiori

il minuto prima m’inginocchio e prego,

quello dopo sono in piedi e guarisco

E non poter scappare in nessun posto

dove non provavo quella guerra

quando tornai a casa me ne stavo da solo

e controllavo dietro ogni porta

perché…

Sono ancora a Saigon,

ancora a Saigon,

Sono ancora a Saigon nella mia mente

Il terreno di casa era coperto di neve

e io ero tutto coperto di sudore

mio fratello minore mi chiama assassino

e mio padre mi chiama reduce

Tutti dicono che sono un altro,

che sono malato e che non c’è nessuna cura

ma cazzo se lo so chi sono

c’era solo un posto dov’ero al sicuro

quando…

Quando ero ancora a Saigon,

ancora a Saigon,

sono ancora a Saigon nella mia mente

Ogni estate, quando piove

sento l’odore della giungla e le fiamme

non posso dirlo a nessuno, mi vergogno

ho paura che un giorno impazzirò

E’ stato dieci lunghi anni fa

e il tempo è passato via

ma di tanto in tanto mi nascondo

con gli occhi che scrutano il cielo

Tutti i suoni di tanto tempo fa

ce li avrò per sempre in testa

mischiati alle grida dei feriti

e al silenzio dei morti

perché…

Sono ancora a Saigon,

ancora a Saigon

Sono ancora a Saigon nella mia mente.

494. GOODNIGHT SAIGON

Billy Joel

We met as soul mates

On Parris Island

We left as inmates

From an asylum

And we were sharp

As sharp as knives

And we were so gung ho

To lay down our lives

We came in spastic

Like tameless horses

We left in plastic

As numbered corpses

And we learned fast

To travel light

Our arms were heavy

But our bellies were tight

We had no home front

We had no soft soap

They sent us Playboy

They gave us Bob Hope

We dug in deep

And shot on sight

And prayed to Jesus Christ

With all our might

We had no cameras

To shoot the landscape

We passed the hash pipe

And played our Doors tapes

And it was dark

So dark at night

And we held on to each other

Like brother to brother

We promised our mothers we'd write

And we would all go down together

We said we'd all go down together

Remember Charlie

Remember Baker

They left their childhood

On every acre

And who was wrong?

And who was right?

It didn't matter in the thick of the fight

We held the day

In the palm

Of our hand

They ruled the night

And the night

Seemed to last as long as six weeks

On Parris Island

We held the coastline

They held the highlands

And they were sharp

As sharp as knives

They heard the hum of our motors

They counted the rotors

And waited for us to arrive

And we would all go down together

We said we'd all go down together

Yes we would all go down together.

*

BUONANOTTE SAIGON

Versione italiana di Riccardo Venturi

Come anime gemelle

ci siamo incontrati

a Parris Island

ci lasciammo da internati

in un manicomio

ed eravamo acuti,

acuti come coltelli

eravamo cosi’ entusiasti

di sacrificare le nostre vite

siamo arrivati irrefrenabili

come cavalli indomabili

siamo ripartiti avvolti di plastica,

delle salme numerate.

E abbiamo imparato alla svelta

a portarci poca roba dietro

le armi erano pesanti

ma avevamo la pancia vuota

nessun fronte interno

niente sapone soffice

ci mandavano Playboy

ci davano Bob Hope

scavavamo profondo

e sparavamo a vista

pregavamo Gesù Cristo

con tutte le nostre forze

non avevamo macchine

per fotografare il paesaggio

ci passavamo il cilum

mettevamo su i nastri dei Doors

ed era buio

cosi’ buio la notte

ci stringevamo l’uno all’altro

come dei fratelli

promettevamo alle mamme di scrivere

e volevamo tutti crepare insieme

dicevamo tutti che saremmo crepati insieme

ricordi Charlie

ricordi Baker

hanno lasciato la loro infanzia

su ogni metro di terra

e chi aveva torto?

e chi aveva ragione?

Non importava quanto la mischia era fitta

di giorno li tenevamo

tutti in mano

ma di notte comandavano loro

e la notte

ci sembrava lunga più d’un mese

A Parris Island

tenevamo la fascia costiera

loro tenevano le alture

ed erano acuti

acuti come coltelli

sentivano il rumore dei nostri motori

contavano le pale degli elicotteri

ed aspettavano che arrivassimo

e volevamo tutti crepare insieme

dicevamo tutti che saremmo crepati insieme

si’ volevamo tutti crepare insieme.

495. GUERRA MUNDIAL

Joaquín Sabina

[testo di Manolo Tena]

Malas noticias en la radio

Ya viene dicen los diarios,

con sólo apretar un botón

el kiosco va a hacer explosión.

Cuidado ya está aquí la Tercera Guerra Mundial.

Muy pronto va a estallar la Tercera Guerra Mundial.

Los azules culpan a los negros,

los verdes a los amarillos.

Los rojos gritan: “¡ me defiendo!”

Los verdes dicen: “yo no he sido”.

Y mientras tanto tú, cambiando de champú.

Cuando va a estallar la Tercera Guerra Mundial.

Cuidado ya está aquí la Tercera Guerra Mundial.

Muy pronto va a estallar la Tercera Guerra Mundial.

Los políticos estrechan sus manos,

los generales brindan con champán,

y tú llorando porque tu amor te ha dejado,

o haciendo régimen para adelgazar.

¿Que ganas con ahorrar?

Si vamos a volar

Por los aires en la Tercera Guerra Mundial.

Muy pronto va a estallar la Tercera Guerra Mundial.

Cuidado ya está aquí la Tercera Guerra Mundial.

Muy pronto va a estallar la Tercera Guerra Mundial.

*

GUERRA MONDIALE

Versione italiana di Riccardo Venturi

Brutte notizie alla radio,

sta arrivando, dicono i giornali.

Pigiando solo un bottone

Tutta la baracca salta per l’aria.

Attenti, sta arrivando la Terza Guerra Mondiale.

Presto scoppierà la Terza Guerra Mondiale.

Gli azzurri danno la colpa ai neri,

i verdi la danno ai gialli.

I rossi urlano: “Mi difendo!”

I verdi dicono: “Io non sono stato”.

E nel frattempo tu stai a cambià’ lo sciampo.

Quando scoppierà la Terza Guerra Mondiale.

Attenti, sta arrivando la Terza Guerra Mondiale.

Presto scoppierà la Terza Guerra Mondiale.

I politici si fan strette di mano,

i generali brindano con lo champagne,

e tu che fai? Piangi perché il tuo amore t’ha lasciato

oppure fai una dieta per diventare più carina.

Che te ne fai di risparmiare,

se, tanto, salteremo

tutti in aria nella Terza Guerra Mondiale?

Presto scoppierà la Terza Guerra Mondiale.

Attenti, sta arrivando la Terza Guerra Mondiale.

Presto scoppierà la Terza Guerra Mondiale.

496. ASÍ EN LA GUERRA COMO EN LOS CELOS

Joan Manuel Serrat

Joan Manuel Serrat è considerato il più grande cantautore spagnolo e catalano. Inizia la sua carriera quasi quarant’anni fa, nel 1965, in pieno franchismo, aderendo (con tanto di tessera ufficiale n° 13) al collettivo di cantanti in lingua catalana Els Setze Jutges (“I sedici giudici”), che diverrà ispiratore e “spina dorsale” di un più vasto movimento di rinnovamento della canzone catalana, già attivo dai primi anni ’60, noto come Nova cançó catalana (“Nuova canzone catalana”). Movimento di rinnovamento e protesta nella “pace terrificante” della Spagna di allora; già l’uso di una lingua diversa dal castigliano era simbolo di non accettazione e di ribellione!

Nonostante tutto ciò, la “NCC” ottiene un successo clamoroso; nel 1966, Serrat piazza una sua canzone, Cançó de matinada (“Canzone di mattina”) nella hit parade nazionale, primo caso in assoluto per una canzone in lingua catalana.

Ben presto, Serrat diventa –assieme a Lluís Llach e ad altri- un simbolo di opposizione autentica al franchismo; e un simbolo niente affatto “teorico”, date le noie spesso di carattere poliziesco e intimidatorio che deve subire. Nel frattempo comincia ad essere conosciuto anche all’estero; sue canzoni sono tradotte un po’ ovunque e cantate, ad esempio, da David Broza in Israele, da Carlos do Carmo in Portogallo (nel ’74, dopo la Revolução dos cravos, Serrat vola in testa alle classifiche lusitane), da Mina in Italia e da Jaime Marques in Brasile.

Con la fine del franchismo, Serrat non cessa di scrivere e cantare le sue canzoni piene di bellezza, di libertà e di meraviglia del vivere; ne è prova l’ “aggiornamento” regolare di una sua vecchia canzone, Fa vint anys qu’havia vint anys (“Fan vent’anni che avevo vent’anni”), o le lacrime nello stadio di Santiago del Cile poco dopo la fine del regime fascista di Pinochet (1989), lo stesso stadio dove era stato ucciso Víctor Jara, mentre canta Volver a los diecisiete di Violeta Parra. Il suo ultimo lavoro sono giustappunto delle “rielaborazioni” di canzoni latinoamericane mediante il suo “alter ego” Tarrés, in un album intitolato Cansiones (2000).

Así en la guerra como en los celos

Sangre, sudor y lágrimas quedan

Al paso de los heraldos negros

Que nublan la verdad y la envenenan.

Rumbos perdidos a flor de tango.

Cuentas pendientas, rencores viejos.

Con vento, polvo; con lluvia, fango.

Así en la guerra como en los celos.

Un azote en el alma que te empuja a correr.

Un eclipse total de la razón.

Una venda en los ojos que no te deja ver.

Una mortaja negra en el corazón.

Así en la guerra como en los celos.

De los infiernos, fuego y ceniza.

A las tinieblas, ceniza y fuego.

Caricies vueltas papel de lija.

Así en la guerra como en los celos.

Exilio del que jamás se vuelve.

Cizaña que deja el vergel yermo.

A hierro mata y a hierro muere.

Así en la guerra como en los celos.

Un azote en el alma que te empuja a correr.

Un eclipse total de la razón.

Una venda en los ojos que no te deja ver.

Una mortaja negra en el corazón.

Así en la guerra como en los celos.

*

COSI’ IN GUERRA COME NELLE GELOSIE

Versione italiana di Riccardo Venturi

Cosi’ in guerra come nelle gelosie,

sangue, sudore e lacrime restano

al passo degli araldi neri

che offuscano la verità e l’avvelenano.

Strade smarrite a ritmo di tango.

Conti in sospeso, vecchi rancori.

Col vento, polvere; con la pioggia, fango.

Cosi’ in guerra come nelle gelosie.

Una frusta nell’anima che ti spinge a correre.

Un’eclisse totale della ragione.

Una benda sugli occhi che non ti fa vedere.

Un nero sudario nel cuore.

Cosi’ in guerra come nelle gelosie.

Dagli inferni, fuoco e cenere.

Nelle tenebre, cenere e fuoco.

Carezze volte in carta vetrata.

Cosi’ in guerra come nelle gelosie.

Esilio di chi non torna mai.

Loglio che manda l’orto alla malora.

Di spada ferisce e di spada perisce.

Cosi’ in guerra come nelle gelosie.

Una frusta nell’anima che ti spinge a correre.

Un’eclisse totale della ragione.

Una benda sugli occhi che non ti fa vedere.

Un nero sudario nel cuore.

Cosi’ in guerra come nelle gelosie.

497. TO AKOPNTEON

Μάνος Λόιζος / Manos Loïzos

Στην γειτονιά μου την παλιά είχα έναν φίλο

που ήξερε και έπαιζε ακορντεόν

όταν τραγούδαγε φτυστός ήταν ο ήλιος

φωτιές στα χέρια του άναβε το ακορντεόν

Μα ένα βράδυ σκοτεινό σαν όλα τα άλλα

κράταγε τσίλιες παίζοντας ακορντεόν

γερμανικά καμιόνια στάθηκαν στην μάντρα

και μια ριπή σταμάτησε το ακορντεόν

Τ’ αρχινισμένο σύνθημα πάντα μου μένει

οπότε ακούω από τότε ακορντεόν

και έχει σαν στάμπα την ζωή μου σημαδέψει

δεν θα περά δεν θα περάσει ο φασισμός

*

LA FISARMONICA

Versione italiana di Giuseppina di Lillo

Nel mio vecchio quartiere avevo un amico

che sapeva e suonava la fisarmonica

quando cantava era come il sole

gli metteva il fuoco alle mani la fisarmonica.

Ma una sera scura come le altre

faceva il palo suonando la fisarmonica

camion tedeschi si fermarono davanti alla mandra

ed una raffica fermò la fisarmonica

E come uno slogan mi rimane

ogni volta che sento una fisarmonica

e come un timbro ha segnato la mia vita

«non passerà, non passerà il fascismo».

498. O ΔPOMOΣ

Μάνος Λόιζος / Manos Loïzos

Ο δρόμος είχε την δική του ιστορία

κάποιος την έγραψε στον τοίχο με μπογιά

ήταν μια λέξη μοναχά ελευθερία

κι’ έπειτα είπαν πως την έγραψαν παιδιά

ύστερα κύλησε ο καιρός και η ιστορία

πέρασε εύκολα απ’ την μνήμη στην καρδιά

ο τοίχος έγραφε μοναδική ευκαιρία

εντός πωλούνται πάσης φύσεως υλικά

τις Κυριακές από νωρίς στα καφενεία

έπειτα γήπεδο στην χύμα τα καβγά

ο δρόμος είχε την δική του ιστορία

είπανε όμως πως την έγραψαν παιδιά

*

LA STRADA

Versione italiana di Giuseppina di Lillo

La strada aveva una storia tutta sua

qualcuno la scrisse sul muro con la vernice

era una parola sola «libertà»

e dopo dissero che l’avevano scritta dei bambini

poi il tempo passò e la storia

passò facilmente dalla memoria al cuore

il muro riportava le parole «occasione unica

all’interno si vendono merci di ogni genere»

e le domeniche passate al bar

poi allo stadio baruffe a volontà

la strada aveva una storia tutta sua

e dissero che l’avevano scritta dei bambini.

499. ΣTON ΠOΛEMO O TZO

Λαυρέντης Mαχαιρίτσας / Lavrendis Maheritsas

Στον πόλεμο ο Τζο περνάει καλά

τον έχουν όπα όπα

τον νέγρο, τον λοχία, τον παλικαρά

και που’ χει μαύρη πέτσα

κανένας δε νογά

κατώτεροι και ανώτεροι

τον λένε παλικαρά

και που’ χει μαύρη μάνα

κανένας δε νογά

κατώτεροι και ανώτεροι

τον λένε παλικαρά

τον μαύρο, τον λοχία, τον Τζο, τον φουκαρά

Στον πόλεμο ο Τζο περνάει καλά

ώσπου κακιά μια σφαίρα

και το δεξί πιο πέρα

το χέρι του πετά

και που’ χει μαύρη μάνα

κανένας δε νογά

κατώτεροι και ανώτεροι

τον λένε παλικαρά

και που’ χει μαύρη πέτσα

κανένας δε νογά

κατώτεροι και ανώτεροι

τον λένε παλικαρά

του δίνουν και βραβείο στον Τζο τον φουκαρά

Μονόχειρας ο Τζο ζητάει δουλειά

μα τι δουλειά να κάνει

που το δεξί έχει χάσει

πέρα στον Βιετνάμ

και που’ χει μαύρη μάνα

θυμήθηκαν ξανά

κατώτεροι και ανώτεροι

τον λένε αληταρά

και που’ χει μαύρη πέτσα

θυμήθηκαν ξανά

κατώτεροι και ανώτεροι

τον λένε αληταρά

τις πόρτες δεν ανοίγουν στον Τζο το φουκαρά

*

ALLA GUERRA, JOE

Versione italiana di Giuseppina di Lillo

Alla guerra Joe se la passa bene

se lo tengono caro caro

il negro, il sergente, il prode

e che abbia la pelle nera

a nessuno interessa

superiori e subalterni

lo chiamano prode

e che abbia la madre nera

a nessuno interessa

superiori e subalterni

lo chiamano prode

il negro, il sergente, Joe, il poveretto.

Alla guerra, Joe se la passa bene

finché una pallottola della malasorte

non gli butta dall’altra parte

il suo braccio destro

e che abbia la madre nera

a nessuno interessa

superiori e subalterni

lo chiamano prode

e che abbia la pelle nera

a nessuno interessa

superiori e subalterni

lo chiamano prode

e gli danno pure un premo a Joe il poveretto

Ormai monco, Joe cerca lavoro

ma che lavoro può fare

ora che ha perso il suo braccio destro

laggiù in Vietnam

e che ha la madre nera

tutti ora se ne ricordano

superiori e subalterni

lo chiamano mascalzone

e che ha la pelle nella

tutti ora se ne ricordano

superiori e subalterni

lo chiamano mascalzone

le porte non si aprono per Joe il poveretto.

500. PIASTRELLE

Antonio Teresano

(Redshadow)

La “CCG” n° 500 ha il titolo in rosso invece che nel blu consueto, e un autore cui ben si attaglia. Antonio Teresano, più noto come Red o Redshadow, vecchio frequentatore e filibustiere di questi lidi. Riportiamo, dal ng. it.fan.musica.guccini, la sua presentazione alla canzone:

“Ho qualche canzone in testa per quest'iniziativa...ma non ho la forza morale né fisica per leggermi un elenco di 500 brani onde evitare ripetizioni... quindi mando un pezzo mio (per favore...tenete a freno l'entusiasmo!) che con la guerra c'entra fino a un certo punto... cioe' c'entra ma come pretesto ma allo stesso tempo piu' di quanto sembri.

Insomma, visto che e' un po' che, parafrasando Celentano (che vette inaspettate raggiunge la mia dialettica!) leggo poco e scrivo ancora meno, volevo giustificare gli sforzi epici che ho fatto per pagare il fisso ad un telefono che non uso mai e deludere chi mi vuole male dimostrando che,

seppur con la pressione ai minimi storici, sono ancora vivo, anche se vista l'aria che tira fra sceriffi del mondo stelle&strisce e poliziotti di casa nostra travestiti da naziskins che scoltellano qua e la', non so quanto questo sia un vantaggio.....

Un saluto a chi se lo merita e....del sogno americano ne puoi fare a meno!”

Soldato cosa fai?

Io non ti ho fatto nulla

io non ho aperto bocca, cosa fai?

Ma come dove vai?

Io sono nato qua, all'ombra della luna

la stessa che tu guardi

e che io cerco di afferrare

No, non ho dormito

io non dormo mai la notte

primule di anime mi illudono

poi se ne vanno via

Poliziotto, cosa fai?

No, non li ho rubati

quei soldi sono miei

dollari a quintali, sogni esagonali

cosa fai?

Mi colpisci ancora e ridi

una caserma a modo

di quelle molto belle

chissa' quante piastrelle

la mia bile coprira'

La fidanzata a Rimini

domani rivedrai

io prego tutti i giorni

a volte anche allo specchio

ma Dio non si vede mai

Madre cosa fai?

Perche' urli su quel letto?

e' vero sta nascendo

tuo figlio dall'oblio

Che raccoglie vento

semina tempesta

dice che vuol partire invece resta

Soldato cosa fai?

Uccidi da lassu'

dove fumano gli angeli

cavalcano le rondini

tu butti mille bombe da lassu'

Tuo nonno ti teneva sui ginocchi

ti raccontava storie

aneddoti, memorie

perche' piangi, perche' vivi, dove vai?

Siamo carnefici e aggressori

o vittime indolori

dei mutui non pagati, dei dollari a motore

E c'e' sempre una canzone

che ci ricorda amore

o chiacchiere fra amici ad un bancone

Mi dici dove vai? O almeno come stai?

Almeno per un po' non saro' solo coi miei guai

tra bombe e temporali

e sorrisi sui giornali

un sole nero che non tramonta mai

un cielo sporco che non sorride mai.

501. ELS TRENS DE KOSOVO

Lluís Llach

(1999)

Assieme a Joan Manuel Serrat, Lluís Llach (si pronuncia gliuis gliàc) è il più noto rappresentante della Nova cançó catalana; ma, a differenza di Serrat, compone le sue canzoni esclusivamente in catalano. Il suo percorso inizia nel 1967 come membro de Els setze jutges; e già dai primi anni scrive autentici inni di lotta e resistenza antifascista che divengono ben presto notissimi in tutta la Spagna sebbene composti, come detto, esclusivamente in lingua catalana. E’ il caso di Cal que neixin flors a cada instant (“Bisogna che nascano fiori in ogni momento”), La gallineta (“La gallinella”) o L’estaca, forse la sua canzone più nota, tradotta in molte lingue e vero strumento di rivendicazione e lotta popolare. D’altro lato, Lluís Llach è forse il cantautore iberico con la più vasta e solida formazione musicale e che più ha sviluppato il proprio percorso artistico e politico. La sua versatilità di compositore è straordinaria, passando fra la tradizione catalana e le sonorità mediterranee (in questo molto simile al De André di Creuza de mä), tra cantate di sapore classico e ritmi decisamente pop e rock.

Tornen els trens, plens de la pobra gent, pobra,

ulls que miren enlloc perquè venen d’enlloc i enlloc veuen el seu destí.

Tornen els trens d’un món que tots pensàvem lluny

però ens desperta el traquetreig de rodes i de llops,

la negror d’un temps que és tan a prop

la tristesa per no haver sabut dir prou…

Ploren els trens, van buits de la pobra gent, pobra,

que no tenen un nom, ni una casa ni un foc on cremar tant de desesper.

Quan el dolor no té carnet, no té un nom,

esdevé el dolor de tots i tots en som partícips,

tots fem fila cap el vell exili,

si l’exili no el portem al cor.

Xisclen els trens,

quin és l’odi que els empeny,

quina la ràbia que emmetzina tant d’amor

Som nosaltres a l’andana tot veient com passen?

O hem pujat fa temps dalt de la màquina,

mentre anem contant els llargs vagons…

Corren els trens, la llum de la pobra gent, pobra,

fa senyal d’un camí basardós i tenaç d’una Europa en plena nit.

Tornen els trens d’un temps que tots pensàvem lluny

i ens desperta el traquetreig de rodes i de llops,

la negror d’un temps que és tan a prop,

la vergonya per no haver dit: prou.

*

I TRENI DEL KOSOVO

Versione italiana di Riccardo Venturi

Tornano i treni, pieni di povera gente, povera,

occhi che guardano altrove perché vengono da altrove e altrove vedono il proprio destino.

Tornano i treni da un mondo che tutti pensavamo lontano

ma ci risveglia lo sferragliare delle ruote sui binari,

l’oscurità d’un tempo che è cosi’ vicino,

la tristezza per non aver saputo dire basta…

Piangono i treni, vanno stipati di povera gente, povera,

che non ha un nome, né una casa o un focolare dove bruciare tanta disperazione.

Quando il dolore non ha documenti, non ha un nome,

diventa il dolore di tutti e tutti ne siamo partecipi,

tutti ci incamminiamo verso il vecchio esilio,

ammesso che l’esilio non lo portiamo in cuore.

Fischiano i treni,

qual è l’odio che li spinge,

quale la rabbia che distrugge tanto amore,

e forse stiamo alla finestra a guardarli passare?

Oh, è da tempo che spingiamo quella macchina

mentre andiamo contando i lunghi vagoni…

Corrono i treni, la luce della povera gente, povera,

è segno d’un cammino accidentato e tenace di un’Europa in piena notte.

Tornano i treni da un tempo che tutti pensavamo lontano

i ci risveglia lo sferragliare delle ruote sui binari,

l’oscurità d’un tempo che è cosi’ vicino,

la vergogna per non aver detto basta.

502. MARLENE

Noir Désir

Oh Marlene

les cœurs saignent

et s'accrochent en haut

de tes bas

oh Marlene

dans tes veines

coule l'amour

des soldats

et quand ils meurent ou s'endorment

c'est la chaleur de ta voix

qui les apaise, et les traine

jusqu'en dehors des combats

oh Marlene, c'est la haine

qui nous a amenés là

mais Marlene, dans tes veines

coulait l'amour des soldats

eux quand ils meurent

ou s'endorment

c'est dans le creux de tes bras

qu'ils s'abandonnent

et qu'ils brûlent

comme un clope

entre tes doigts.

Hier und immer,

Da kennt man sie,

Kreuz unter Kreuzen

Marlene immer liebt.

(Ici et toujours

On la connait là

Croix parmi les croix

Marlene aime toujours.)

*

MARLENE

Versione italiana di Riccardo Venturi

Oh Marlene

i cuori sanguinano

e s’attaccano sopra

alle tue calze

oh Marlene

nelle tue vene

scorre l’amore

dei soldati

e quando muoiono o s’addormentano

è il calore della tua voce

che li calma, e li porta via

fuori dalle battaglie

oh Marlene, è l’odio

che ci ha portati là

ma, Marlene, nelle tue vene

scorreva l’amore dei soldati

loro, quando muoiono

o s’addormentano

è nel tuo abbraccio

che si abbandonano

e bruciano

come una sigaretta

tra le tue dita.

Hier und immer,

Da kennt man sie,

Kreuz unter Kreuzen

Marlene immer liebt.

(Qui, per sempre,

la si riconosce

croce tra le croci

Marlene sempre ama).

503. UTOPIA

Alanis Morrissette

Più che una canzone contro la guerra questa è una canzone a favore della pace, ma spero che vorrete accettarla ugualmente :-)

[Maurizio dal ng it.fan.musica.guccini]

we'd gather around all in a room fasten our belts engage in dialogue

we'd all slow down rest without guilt not lie without fear disagree sans

judgement

we would stay and respond and expand and include and allow and forgive and

enjoy and evolve and discern and inquire and accept and admit and divulge

and open and reach out and speak up

This is utopia this is my utopia

This is my ideal my end in sight

Utopia this is my utopia

This is my nirvana, my ultimate.

we'd open our arms we'd all jump in we'd all coast down into safety nets

we would share and listen and support and welcome be propelled by passion

not invest in outcomes we would breathe and be charmed and amused by

difference be gentle and make room for every emotion

we'd provide forums we'd all speak out we'd all be heard we'd all feel seen

we'd rise post-obstacle more defined more grateful we would heal be humbled

and be unstoppable we'd hold close and let go and know when to do which we'd

release and disarm and stand up and feel safe

this is utopia this is my utopia

this is my ideal my end in sight

utopia this is my utopia

this is my nirvana

my ultimate

*

UTOPIA

Versione italiana di Maurizio

Potremmo riunirci tutti in una stanza, allacciare le cinture, iniziare un

dialogo.

Potremmo calmarci tutti, riposarci senza colpa, essere sinceri senza paura,

essere in disaccordo senza essere giudicati.

Potremmo essere presenti e rispondere ed aprirci e comprendere, permettere e

perdonare e ed essere felici e crescere e capire e domandare ed approvare

ed accettare e divulgare ed aprirci e raggiungere e parlare liberamente.

Questa è utopia, questa è la mia utopia

Questo è il mio ideale, il mio obiettivo in vista.

Utopia, questa è la mia utopia

Questo è il mio Nirvana, il mio fondamento.

Potremmo aprire le braccia, spiccare tutti il salto, cadere tutti sulle reti

di sicurezza.

Potremmo partecipare ed ascoltare e incoraggiare ed accogliere,

essere spinti dalla passione, non investire nei risultati.

Potremmo respirare e ed essere affascinati e divertiti dalla differenza,

essere gentili e fare spazio ad ogni emozione.

Potremmo organizzare dibattiti, parlare tutti apertamente, essere tutti

ascoltati, sentirci tutti capiti.

Potremmo fissare obiettivi più precisi, più gratificanti, guarire, essere

umili ed inarrestabili.

Potremmo tenere stretto e lasciare andare e sapere quando fare una cosa o

l'altra.

Potremmo liberare e disarmare e opporci e sentirci sicuri.

Questa è utopia, questa è la mia utopia

Questo è il mio ideale, il mio obiettivo in vista.

Utopia, questa è la mia utopia

Questo è il mio Nirvana, il mio fondamento.

504. THE CALL

(War, war, war!)

Country Joe McDonald

Far and near, high and clear,

Hark to the call of War.

Over the gorse and the golden dells,

Ringing and swinging the clamorous bells,

Praying and saying of wild farewells:

War! War! War!

High and low, all must go:

Hark to the shout of War!

Leave to the women the harvest yield;

Gird ye, men, for the sinister field;

A sabre instead of a scythe to wield;

War! Red war!

Rich and poor, lord and boor,

Hark to the blast of War!

Tinker and tailor and millionaire,

Actor in triumph and priest in prayer,

Comrades now in the hell out there,

Sweep to the fire of War!

Prince and page, sot and sage,

Hark to the roar of War!

Poet, professor and circus clown,

Chimney-sweep and fop of the town,

Into the pot and be melted down:

Into the pot of War!

Women all, hear the call

The pitiless call of War!

Look your last on your dearest ones,

Brothers and husbands, fathers, sons:

Swift they go to the ravenous guns,

The gluttonous guns of War.

Everywhere thrill the air

The maniac bells of War.

There will be little of sleeping to-night;

There will be wailing and weeping to-night;

Death's red sickle is reaping to-night:

War! War! War!

War! War! War!

War! War! War! War!

War! War! War! War!

War! War! War! War!

IL RICHIAMO

(Guerra, guerra, guerra!)

Versione italiana di Riccardo Venturi

Vicino e lontano, alto e forte

ascoltate il richiamo della Guerra.

Sulle ginestre, sulle rapide splendenti,

le campane rumorose che suonano a distesa

pregando e promettendo tremendi addii:

Guerra! Guerra! Guerra!

Alti e bassi, tutti devono andare:

ascoltate il grido della Guerra!

Lasciate alle donne il raccolto;

cingetevi, uomini, per il sinistro campo;

una spada da usare invece della falce;

Guerra! Sanguinosa guerra!

Ricchi e poveri, signori e villani,

ascoltate lo scoppio della Guerra!

Sarto, calderaio e milionario,

attore in trionfo o prete in preghiera,

compagni che ora siete chissà dove,

disperdetevi al fuoco della Guerra!

Principe e paggio, stupidi e sapienti,

ascoltate il ruggito della Guerra!

Poeta, professore e clown del circo,

spazzacamino e damerino di città,

giù nel paiolo e siate ben mescolati:

nel paiolo della Guerra!

O donne tutte, ascoltate il richiamo,

lo spietato richiamo della Guerra!

Date l’ultimo sguardo ai vostri cari,

fratelli, mariti, padri e figli:

veloci corrono alle armi fameliche,

le armi ingorde della Guerra.

E, dovunque, l’aria trasale

alle campane impazzite della Guerra.

Non si dormirà molto questa notte;

ci saran lamenti e pianti questa notte.

la rossa falce della morte sta mietendo stanotte:

Guerra! Guerra! Guerra!

Guerra! Guerra! Guerra!

Guerra! Guerra! Guerra! Guerra!

Guerra! Guerra! Guerra! Guerra!

Guerra! Guerra! Guerra! Guerra!

505. THE BUTCHER’S TALE

(Western Front 1914)

The Zombies

A butcher yes that was my trade

But the king's shilling is now my fee

A butcher I may as well have stayed

For the slaughter that I see...

And the preacher in his pulpit

Sermons: "Go and fight, do what is right"

But he don't have to hear these guns

And I'll bet he sleeps at night...

And I...

And I can't stop shaking

My hands won't stop shaking

My arms won't stop shaking

My mind won't stop shaking

I want to go home

Please let me go home

Go home...

And I have seen a friend of mine

Hang on the wire

Like some rag toy

Then in the heat the flies come down

And cover up the boy

And the flies come down in the battlefields

If the preacher he could see those flies

Wouldn't preach for the sound of guns...

And I...

And I can't stop shaking

My hands won't stop shaking

My arms won't stop shaking

My mind won't stop shaking

I want to go home

Please let me go home

Go home...

*

IL RACCONTO DEL MACELLAIO

(Fronte occidentale 1914)

Versione italiana di Riccardo Venturi

Macellaio, si’, macellaio era il mio mestiere

ma ora son pagato col soldo del re;

e avrei potuto restarmene a fare il macellaio

visto il macello che vedo…

E il cappellano militare, dal pulpito,

predica: “Andate a combattere, fate ciò che è giusto”

ma lui non deve sentire questi cannoni

e scommetto che la notte dorme…

E io…

Io non ce la fo a smetter di tremare

le mie mani non voglion smettere di tremare

le mie braccia non voglion smettere di tremare

la mia mente non vuole smettere di tremare

voglio andare a casa

per favore fatemi andare a casa

a casa…

Ho visto un mio compagno

infilzato e appeso al filo spinato

come un giocattolo di stracci

e poi, col caldo, scendono le mosche

e ricoprono il ragazzo

e le mosche scendono sui campi di battaglia

Se il cappellano militare vedesse quelle mosche

non farebbe più sermoni per il rumore dei cannoni…

E io…

Io non ce la fo a smetter di tremare

le mie mani non voglion smettere di tremare

le mie braccia non voglion smettere di tremare

la mia mente non vuole smettere di tremare

voglio andare a casa

per favore fatemi andare a casa

a casa…

506. THE SUN IS BURNING

Christy Moore

Christy Moore è un gigante della musica irlandese, grande artefice del primo folk revival degli anni anni 70. Iniziò con il gruppo dei Planxty di cui fu coofondatore. Vanta una produzione sterminata tutta di ottimo livello e pur spaziando e contaminandosi con vari generi musicali resta

sempre fedele alla musica della sua isola verde. Insomma musica popolare che si trasforma ridiventa viva .

The sun is burning in the sky

Strands of clouds go slowly drifting by

In the park the dreamy bees are droning in the flowers among the trees

And the sun burns in the sky.

Now the sun is in the west,

Little babes lie down to take their rest,

And the couples in the park are holding hands and waiting for the dark

And the sun is in the west.

Now the sun is sinking low,

Children playing know it's time to go.

High above a spot appears, a little blossom blooms and then draws near

And the sun is sinking low.

Now the sun has come to earth

Shrouded in a mushroom cloud of death.

Death comes in a blinding flash of hellish heat and leaves a smear of ash

And the sun has come to earth.

Now the sun has disappeared

All that's left is darkness, pain and fear.

Twisted sightless wrecks of men go crawling on their knees and cry in pain

And the sun has disappeared.

*

IL SOLE STA BRUCIANDO

Versione italiana di Riccardo Venturi

Il sole sta bruciando nel cielo

fili di nubi vanno lentamente alla deriva

nel parco ronzano le api sognanti nei fiori, tra gli alberi

e il sole brucia nel cielo.

Ora il sole è all’occidente,

dei bambini si sdraiano per riposarsi,

e le coppiette nel parco si tengono per mano aspettando il buio,

e il sole è all’occidente.

Ora il sole sta calando,

i bambini che giocano sanno che è ora d’andar via.

Appare un punto, lassù in alto, un piccolo boccio spunta e si avvicina,

ed il sole sta calando.

Ora il sole è venuto sulla terra,

ammantato in una nuvola di morte a forma di fungo.

La morte viene in un lampo accecante di calore infernale e lascia una macchia di cenere

e il sole è venuto sulla terra.

Ora il sole è scomparso

e tutto quel che ha lasciato è buio, dolore e paura.

Relitti umani contorti e ciechi si trascinano sulle ginocchia e gridano di dolore

e il sole è scomparso.

507. WHY?

Tracy Chapman

Why do the babies starve

When there's enough food to feed the world

Why when there're so many of us

Are the people still alone

Why are the missiles called peace keepers

When they're aimed to kill

Why is a woman still not safe

When she's in her home

Love is hate

War is peace

No is yes

And we're all free

But somebody's gonna have to answer

The time is coming soon

Amidst all these questions and contradictions

There's some who seek the truth

But somebody's gonna have to answer

The time is coming soon

When the blind remove their blinders

And the speechless speak the truth

*

PERCHE’?

Versione italiana di Manuela Scelsi

Perché i bambini muoiono di fame

Quando c'è abbastanza cibo per sfamare il mondo

Perché se siamo così tanti

Ci sono ancora persone sole

Perché i missili sono "guardiani della pace"

Quando sono pronti ad uccidere

Perché una donna non è sicura

Nemmeno nella sua casa

Amore è odio

Guerra è pace

No è sì

E noi siamo tutti liberi

Ma qualcuno dovrà rispondere

L'ora arriverà presto

Tra tutte queste domande e contraddizioni

C'è qualcuno che cerca la verità

Ma qualcuno dovrà rispondere

L'ora verrà presto

Quando i ciechi si toglieranno i paraocchi

E i muti diranno la verità.

508. STOP WAR

Isola Posse All Star

"Posse?"

"Eh?"

"È allarme rosso! Siamo in guerra..."

"Ci siamo sempre stati in guerra noi..."

"Ci sono anche gli italiani... su gli italiani!?"

"No sei fuori è una storia pesa... ci sono i blindati in piazza, hanno

attaccato coi missili..."

"Eh?"

"Panico totale! Non passa!!!"

Deda MC

Niente pace, niente giustizia

ne ho sentite anche troppe di cazzate, vomita-sentenze

di una bocca che scrive parole di fuoco su un gioco...

con un buono e un cattivo, un Occidente indignato

nulla ha dichiarato e accanto un positivismo violento.

Attento! Non confondo Saddam con Che Guevara:

a Panama è la Casa Bianca che spara.

Nessuno ti ha per questo mai informato...

Nessuno! che si sia mai preoccupato... Nessuno!

Ma la posta in gioco questa volta è più alta:

"La questione del petrolio va risolta."

E allora lo studio si apre ed armato di retoriche di guerra:

"Il dolore va premiato!"... una campagna se vuoi un pò troppo efficace

finchè non c'è giustizia, no! nessuna pace!

Gopher D

Dico, menti marce regolano il gioco

ipotesi e parole contano poco

non è poi così assurdo capire

che chi paga è anche chi non ci crede

e salta in aria come fosse niente

sotto le rovine nelle strade deserte...

Non hai il diritto di sentirti sicuro

con le mani tra le gambe dì l'addio al suo culo

aspettando solo che giunga l'ora

all'angolo della strada, all'angolo della strada

all'angolo della strada, all'angolo della strada

Stop war! Qual è il tuo conflitto?

Stop al panico o sei giù sconfitto!

"Visto? Era una questione di soldi!

Ehi, Dee Mò... fai tu lo speaker dacci i dati!"

Speaker Dee Mò

Chi vive da schiavo, chi incassa è soltanto uno schema

se vuoi un posto amplificato

ma dai un'idea del sistema applicato nel mondo:

la divisione è mega!

Azioni in catene, azioni aguzzine...

sistemi economici, politiche assassine

tra nord e sud, sud e nord del pianeta

non sono comunista, nemmeno un profeta,

ma uno speaker! Dee Mò

Speaker d'informazione indipendente

Saddam faceva la spesa in Occidente

strategicamente un buon cliente:

chi nasconde i fatti mente!

Saddam è uno dei tanti e poi è stato stipendiato

questione di feeling, di feeling con la Nato,

che conta soldi, soldi su macerie

come la parte e business, cose serie.

E fucilate sui ragazzi in Palestina,

berretti verdi in America Latina:

perché su queste vergogne, ehi, tutto tace?

Deda è giustizia questa? No, nessuna pace!

Perché non è l'Islam che muove Saddam

e conta più una banca della Casa Bianca!!!

È solo il business che comanda!

È una piazza d'armi e d'affari

i giochi son loschi, Treble? E non son chiari!!!

Metà del mondo vive per scommessee paga con la vita

il panico di questa guerra è quotato a Wall Street...

Mone, mone, mone, mone? None, none, none, none!

Treble

None none! Non voglio vivere questa guerra:

non è un gioco, questo Risiko tragico...

None none! Non voglio vivere questa guerra!

Intanto il generale bombarda bam! bam!

sta lanciando Scud su Israele bam! bam!

B-52 su Baghdad bam! bam!

L'Islam minaccia l'Occidente... SANGUE...

il terrorismo dilagherà!!!

Notizie tagliate e ricucite come un capo comanda

sparate nelle orecchie da una brutta b-b-banda

lu Maciaro insegna [...]

che qui la strage regna

e un radio-titolo importante che venda

tanto di morte il panico di sicuro si guadagna

dal tempo dell'altra guerra: "Questa è l'ultima!"

e allora va dell'era il giornale bombarda!!!

Vai Treble il tuo discorso è stato chiaro... anche questa è andata a segno!

Stop war! Qual è il tuo conflitto?

Stop al panico o sei già sconfitto!

509. INFANT DE BEIRUT

Lluís Llach

Una canzone davvero “sorella” di Sidùn di Fabrizio de André. Coincidenza o…?

No sé bé si era tristesa

o el dolor antic d’uns ulls d’infant.

Però, per un moment, del món va ser el retrat

aquella imatge d’un infant de Beirut.

El fràgil braç, tendra tragèdia,

brandant fusell; mort i bandera.

El cos menut i bru perdent-se en la ciutat,

un nínxol anònim per l’infant de Beirut.

Al cel hi té el Deus del napalm,

i el tro infernal d’ocells de plata,

en l’horitzó, només, l’exili sempre amarg,

bressol i tomba per un infant de Beirut.

Morir a Beirut, morir a Mauthausen,

el mateix foc en temps distants,

mirall glaçat d’un món on ja ningú no respon

als ulls immòbils d’un infant de Beirut.

*

BAMBINO DI BEIRUT

Versione italiana di Riccardo Venturi

Non so bene se era tristezza

o il dolore antico d’occhi di bambino.

Però, per un momento, del mondo fu il ritratto

quell’immagine d’un bambino di Beirut.

Il braccio fragile, tenera tragedia,

che brandiva un fucile; morte e bandiera.

Il corpo minuto e magro che si perdeva nella città,

un lenzuolo anonimo per il bambino di Beirut.

In cielo ci sono il Dio del napalm

e il ronzio infernale d’uccelli d’argento,

all’orizzonte solo l’esilio sempre amato,

culla e tomba per un bambino di Beirut.

Morire a Beirut, morire a Mauthausen,

lo stesso fuoco in tempi distanti,

specchio gelato d’un mondo dove nessuno risponde

agli occhi immobili d’un bambino di Beirut.

510. FILLS D’HIROSHIMA

Lluís Llach

Digueu els noms, fills d’Hiroshima,

els noms complets i a poc a poc.

Feu-vos presents a tot arreu,

i ompliu l’espai de l’univers.

Envaïu l’aire que respirem,

el sexe, els ulls, el nostre alè.

Burxeu la nàusea, al nostre instint,

i trasbalseu la nostra quietut.

Reagan, mal actor. Andròpov, policia.

Mals actors, mal teatre, mal públic, teló.

Feu-vos valents, fills d’Hiroshima,

des del temor del vostre infern,

per una humana convivència

pel somni ingenu de la pau.

Per una pau sense terror,

ja no és posible l’ambigüitat

contra els voltors, vells i carronyers,

obrim trinxeres, queda poc temps.

Reagan, policia. Andròpov, mal actor.

Mals actors, mal teatre, mal públic, teló.

Digueu els noms, fills d’Hiroshima,

ompliu l’espai que respirem.

Feu-nos valents, fills d’Hiroshima,

per una pau sense terror.

*

FIGLI DI HIROSHIMA

Versione italiana di Riccardo Venturi

Dite i vostri nomi, figli di Hiroshima,

i nomi completi, e a poco a poco.

Presentatevi a tutti quanti

e riempite lo spazio dell’universo.

Invadete l’aria che respiriamo,

il sesso, gli occhi, il nostro respiro.

Fate crescere la nausea nel nostro istinto

e rovesciate la nostra quiete.

Reagan, un guitto. Andropov, un poliziotto.

Guitti, teatraccio, pubblico schifoso, sipario.

Fatevi coraggio, figli di Hiroshima,

dalla paura del vostro inferno,

per una umana convivenza,

per il sogno ingenuo della pace.

Per una pace senza terrore

non è più possibile l’ambiguità.

Contro gli avvoltoi, vecchie iene,

apriamo trincee, resta poco tempo.

Reagan, un poliziotto. Andropov, un guitto.

Guitti, teatraccio, pubblico schifoso, sipario.

Dite i vostri nomi, figli d’Hiroshima,

riempite lo spazio che respiriamo.

Fateci coraggio, figli di Hiroshima,

per una pace senza terrore.

511. LES CHAROGNARDS

Renaud

(1975)

Questa non è una “canzone contro la guerra”; o forse non lo è direttamente. Ma è una delle più cupe e terribili canzoni di Renaud incazzato sul serio, del Renaud che non faceva sconti ed era ancora ben lontano dall’ “istituzionalizzazione” cui è stato sottoposto. Una canzone che ci parla di tanta di quella “brava gente” (verrebbe da dire, con Claudio Lolli, di quella “vecchia piccola borghesia che gode quando un ladro muore”) che magari, adesso, è tutta dietro a’ prodi guerrieri impegnati in qualche “liberazione”. Una canzone che è anche una risposta a tante stupide frasi fatte che tutti noi sentiamo ogni giorno.

Il y a beaucoup de monde sur la rue Pierre Charron

Il est deux heures du mat', le braquage a foiré,

J'ai une balle dans le ventre une autre dans le poumon,

J'ai vécu à Sarcelles, j'crève aux Champs-Élysées.

Je vois la France entière du fond de mes ténèbres,

les charognards sont l'à, la mort ne vient pas seul.

J'ai la connerie humaine, comme oraison funèbre,

le regard des curieux comme unique linceul.

C'est bien fait pour ta gueule, tu n'est qu'un p'tit salaud,

on port'ra pas le deuil, c'est bien fait pour ta peau.

Le boulanger du coin a quitté ses fourneaux

pour s'en venir cracher sur mon corps déjà froid.

Il dit:"J'suis pas raciste,mais quand même les bicots,

chaque fois qui a un sale coup,ben y faut qu'il en soient".

"Moi monsieur j'vous signale, que j'ai fais l'Indochine".

Dit un ancien para à quelques arrivistes.

"Ces mec c'est d'la racaille, c'est pire que des viêt-minh.

Faut les descendre d'abord et discuter ensuite".

C'est bien fait pour ta gueule, tu n'est qu'un p'tit salaud,

on port'ra pas le deuil, c'est bien fait pour ta peau.

Les zonards qui sont là vont s'faire lyncher sûr’ment,

s'ils continuent à dire que les flics assassinent,

qu'on est un être humain même si on est truand

et que ma mise à mort n'a rien de légitime.

"Et s'il prenait ta mère, comme otage, ou ton frère?"

Dit un père, béret Basque, à un jeune blouson d'cuir.

"Et si c'était ton fils qui était couché par terre

Le nez dans sa misère? "Répond l'jeune pour finir.

C'est bien fait pour ta gueule, tu n'est qu'un p'tit salaud,

on port'ra pas le deuil, c'est bien fait pour ta peau.

Mais monsieur blanc cassis continue son délire.

Convaincu que déjà, mon âme est chez le diable,

que ma mort fut trop douce, que je méritais pire.

J'espère bien qu'en enfer, je r'trouvai ces minables.

Je n'suis pas un héros, j'ai eu c'que j'méritais.

Je ne suis pas à plaindre, j'ai presque de la chance.

Quand je pense à mon pote qui lui n'est que blessé,

il va finir ses jours à l'ombre d'une potence.

Elle n'a pas dix-sept ans cette fille qui pleure,

en pensant qu'à ses pieds,il y a un homme mort.

Qu'il soit flic ou truand, elle s'en fout d'sa pudeur.

Comme ces quelques larmes me réchauffent le corps.

C'est bien fait pour ta gueule, tu n'est qu'un p'tit salaud,

on port'ra pas le deuil, c'est bien fait pour ta peau.

Il y a beaucoup de monde sur la rue Pierre Charron.

Il est deux heures du mat`, mon sang coule au ruisseau.

C'est le sang d'un voyou qui rêvait de millions,

j'ai des millions d'étoiles au fond de mon caveau.

J'ai des millions d'étoiles au fond de mon caveau.

*

GLI AVVOLTOI

Versione italiana di Riccardo Venturi

C’è un sacco di gente nella rue Pierre Charron,

le due del mattino, la rapina è andata a puttane

ho una pallottola in pancia e un’altra in un polmone.

Ho vissuto a Sarcelles [*], crepo sugli Champs-Élysées.

Vedo tutta la Francia dal fondo delle mie tenebre,

gli avvoltoi sono là, la morte non viene da sola.

Ho la stronzaggine umana come orazione funebre,

lo sguardo dei curiosi come mio solo sudario.

Ben ti sta, brutto stronzo, non sei che un delinquentello,

non si porterà il lutto, han fatto bene a farti la pelle.

Il fornaio dell’angolo a lasciato i suoi forni

per venire a sputare sul mio corpo già freddo.

Dice: “Non sono razzista, ma comunque ‘sti marocchini

ogni volta che ne fanno una, è bene ci restino secchi”.

“Io, signore, le dico che ho fatto la guerra d’Indocina”,

dice un vecchio parà a qualche arrivista.

“Questo qui è una canaglia, è peggio dei viet-minh.

Meglio stenderli prima, e poi discutere”.

Ben ti sta, brutto stronzo, non sei che un delinquentello,

non si porterà il lutto, han fatto bene a farti la pelle.

Quegli straccioni di periferia che son là si faranno di certo linciare

se continuano a dire che gli sbirri sono degli assassini,

che uno è un essere umano anche se è un malvivente

e che la sua condanna a morte non è per niente legittima.

“E se prendesse tua madre in ostaggio, o tuo fratello?”,

dice un vecchio col basco a un ragazzo in giaccone in pelle.

“E se fosse tuo figlio, quello li’ steso per terra,

col naso dentro la sua sventura?”, risponde il ragazzo per finirla li’.

Ben ti sta, brutto stronzo, non sei che un delinquentello,

non si porterà il lutto, han fatto bene a farti la pelle.

Ma quel brav’uomo [**] continua il suo delirio.

Convinto che la mia anima sia già all’inferno,

che son morto troppo bene, che meritavo di peggio.

Spero tanto che all’inferno ritroverò questi idioti.

Non sono un eroe, ho avuto quel che meritavo.

Non sono da compatire, ho avuto quasi fortuna.

Quando penso al mio compagno che, lui, è solo ferito,

e che finirà i suoi giorni all’ombra della forca. [***]

Non deve avere neanche diciassett’anni, ‘sta ragazzina che piange

pensando che, ai suoi piedi, c’è un uomo morto.

Che sia uno sbirro o un delinquente, se ne sbatte del pudore.

E quelle poche lacrime mi scaldano tanto addosso.

Ben ti sta, brutto stronzo, non sei che un delinquentello,

non si porterà il lutto, han fatto bene a farti la pelle.

C’è un sacco di gente nella rue Pierre Charron.

Le due del mattino, il sangue mi cola nel rigagnolo.

E’ il sangue di una canaglia che sognava i milioni,

ho milioni di stelle in fondo alla mia tomba,

ho milioni di stelle in fondo alla mia tomba.

NOTE

[*] Città dormitorio della banlieue parigina.

[**] Arrendendomi per una traduzione che renda minimamente l’idea, dico solo che “monsieur blanc cassis” è un’espressione che vuole indicare un tipico vecchietto francese “benpensante” che la domenica, al caffé, va a bersi un “blanc cassis” (un tipico aperitivo, detto anche “kir”, a base di vino bianco e succo di ribes). Potremmo dire il classico “signor Rossi” che fa il regalino ai nipotini, dice che non c’è più religione, guarda “Domenica In” e vota Fronte Nazionale perché ci vuole ordine e disciplina.

[***] All’epoca in cui è stata scritta la canzone in Francia era ancora in vigore la pena di morte.

512. LA BALLATA DELL’ARDIZZONE

Ivan della Mea

(1962)

M'han dit che incö la pulisia

a l'ha cupà un giuvin ne la via;

sarà stà, m'han dit, vers i sett ur

a cumisi dei lauradur.

Giovanni Ardizzone l'era el so nom,

de mesté südent üniversitari,

comunista, amis dei proletari:

a l'han cupà visin al noster Domm.

E i giurnai de tüta la téra

diseven: Castro, Kennedy e Krusciòv;

a lü 'l vusava: " Si alla pace e no alla guerra!"

e cun la pace in buca a l'è mort.

In via Grossi i pulé cui manganell,

vegnü da Padova, specialisà in dimustrasiun,

han tacà cunt i gipp un carusel

e cunt i röd han schiscià l'Ardissun.

A la gent ch'è andà inséma la vista,

per la mort del giuvin stüdent

e pien de rabia: "Pulé fascista –

vusaven - mascalsun e delinquent".

E i giurnai de l'ultima edisiun

a disen tücc: " Un giovane studente,

e incö una gran dimustrasiun,

è morto per fatale incidente,

è morto per fatale incidente,

è morto per fatale incidente".

*

[Versione italiana]

M'hanno detto che oggi la polizia

ha ammazzato un giovane per la via;

sarà stato, m'han detto, verso le sette,

a un comizio di lavoratori.

Giovanni Ardizzone, era il suo nome,

di mestiere studente universitario,

comunista, amico dei proletari,

L'hanno ammazzato vicino al nostro Duomo.

E i giornali di tutta la terra dicevano:

Castro, Kennedy e Kruscev;

e lui gridava: Si alla pace e no alla guerra;

e con la pace in bocca è morto.

In via Grossi i poliziotti coi manganelli,

venuti da Padova specializzati in dimostrazioni,

hanno attaccato, con le jeep, un carosello

e con le ruote han sciacciato l'Ardizzone.

La gente ha cominciato a non vederci più dalla rabbia

per la morte del giovane studente

e, rabbiosa: Polizia Fascista –

gridava Mascalzoni, delinquenti!

I giornali dell'ultima edizione dicono tutti:

" Un giovane studente, oggi,

durante una grande manifestazione,

è morto per un fatale incidente".

513. IL FIGLIO DEL POLIZIOTTO

Paolo Pietrangeli

(1965)

"Vedi sono più importante:

ho tre maglie e tu una sola;

vedi sono più importante:

ho il papà con la pistola;

e combatte contro tutti

assassini, farabutti;

e la sera torna a casa

con la sua divisa blù,

e si siede sul mio letto

mi racconta quel che ha fatto

fino a che non m'addormento

e son contento":

"Quando il nostro commissario

con la fascia tricolor

lui mi ha detto di sparare

non se ne poteva più.

Eran mille scalmanati,

noi duecento baschi blù:

son bastati due o tre morti

non si son sentiti più.

Tira un colpo o due per aria

poi ti vedo quel barnon:

gli ho sparato in mezzo agli occhi

e non se ne parli più":

"Vedi sono il bambino

più importante della scuola:

ho il papà con la divisa

ho il papà con la pistola:

e m'ha detto che ha sparato

contro certi esseri strani

che gridavan per le piazze

che gridavan come cani;

e m'ha detto ch'eran brutti

e cattivi e sporchi e storti

e che non se ne stan buoni

fino a che non sono morti".

"Quando il nostro commissario

con la fascia tricolor

lui mi ha detto di sparare

non se ne poteva più.

Eran mille scalmanati

noi duecento baschi blù:

son bastati due o tre morti

non si son sentiti più".

514. KIMIAD AR SOUDARD YAOUANK

Tradizionale bretone

L’addio del giovane che parte per andare a fare il militare; e nella Francia di allora, il servizio durava sette anni, quasi sempre con qualche guerra nel mezzo. Era la sorte di tanti bretoni, nel XIX secolo, che non parlavano una parola di francese e si ritrovavano nelle guarnigioni dell’est, con la prospettiva, in molti casi, di non tornare più.

Con questa mia seconda traduzione dal bretone, colgo l’occasione, dopo le diverse traduzioni in che ha fatto per le “CCG”, per presentare a tutti Gwenaëlle Rempart. E’ una giovanissima poetessa e studiosa nativa dell’isola di Ouessant con cui sono entrato in contatto durante i miei strampalati studi di bretone; ma tra isolani pazzi ci si capisce fregandose della latitudine. E cosi’ io ho cominciato a tradurre in italiano le canzoni della sua terra, e lei in bretone Guccini e De André!

Ma c'halon a zo frailhet, dre nerzh ma enkrezioù

Ma daoulagad entanet n'o deus mui a zaeloù

Deut eo, siwazh ! an devezh ma rankan dilezel

Lec'h kaer ma bugaleaj, ma bro gaer Breiz-Izel !

Keno dit, ma zi balan, kuzhet barzh an draoñienn,

Tachenn c'hlaz war behini, bugel, e c'hoarien ;

Gwez ivin ker bodennek, e disheol a bere

E-pad tommder an hañvoù e kousken da greisteiz

Keno ! keno mamm ha tad, bremañ n'esperit mui

E chomfe ho mab karet da harpañ ho kozhni

Evit gounit deoc'h bara, 'vel m'hoc'h eus graet dezhañ

Al lezenn zo didruez, ho kuitaat a renkan.

Nag a wech, ma mamm dener, e renkfet-hu leñvañ

Pa zeui ma c'hi ankeniet en-dro deoc'h da ruzañ

Pa welfot, war an oaled, ma skabellig c'houllo

Hag ar c'hevnid o steuiñ war ma fenn-bazh derv

Keno ! bered ar barrez, douaroù binniget,

Pere a guzh ma c'herent gant ar Zalver galvet ;

Da ouel an Anaon klemmus, n'in mui war ho pezioù

Da skuilhañ dour binniget mesket gant ma daeloù

Keno ! ma muiañ-karet, ma dousig koant Mari

Ur blanedenn digar a zeu d'hon glac'hariñ

Eürusted ha levenez skedus zo tremenet

'Vel en oabl ar goumoulenn gant an avel kaset

Na welin mui da lagad ker lemm ha ker laouen

O virviñ gant plijadur, e ti pa erruen,

Da zornig gwenn ken mibin o treiñ ar c'harr e dro

Da vouezh flour mui na glevin o kanañ va gwerzoù

Pa oamp er c'hatekismoù, hon-daou c'hoazh bugale,

Hor c'halonoù diskiant, e kuzh en em gleve

Dirak Gwerc'hez ar c'hroaz-hent, nag a wech he touejomp

Na erruje birviken disparti etrezomp

Yaouank ha dibreder, siwazh ! ne ouiemp ket

Nag ha bet c'hwerventez ar vuhez zo hadet

Evidomp ne oa, neuze, Lezennoù na Roue,

N'anve'emp med ul lezenn, hini ar garantez

Keno ! ma nez-amezeg, Yannig, ma gwir vignon

Kamarad ma c'hoarioù, ma breur dre ar galon

Piv a gemero bremañ lod e-barzh ma foanioù ?

Piv a gomzo ganin-me deus ar gêr hag ar vro ?

Hepdon te yelo bremañ d'ar parrezioù tostañ

Da bigosaat al leurioù 'barzh el lajoù-dornañ

Hepdon te yel da c'hounid maout ar c'hourennadeg

Da chasañ war rubannoù e-barzh er varradeg

Keno ! ma c'hazeg velen, skañv evel un heizez

Mistr evel ul logodenn, jentil vel un oanez

N'ez santin ken, dindanon, gant an hast o tripal

Ma daouarn mui ne stagint ar seizenn war da dal

Keno ! ma c'hi keazh, Mindu, ma leal kamarad,

N'efomp ken, dre ar c'hlizhenn, da glask roudoù ar c'had

Ne glevin ken, er menez, da chilpadenn skiltrus,

War ma dorn mui ne santin da deod garantezus

A-benn un nebeud amzer, kalz a vignoned yen

Barzh er soudard divroet, hep mar, ne soñjfont ket

Mes da galon-te, Mindu, n'eo ket ankouezus

Pell e ri c'hoazh va c'hañvoù, gant da yezhoù klemmus

Keno 'ta plijadurioù, leurioù-nevez, prejoù,

Nezadegoù, nozvezhoù, foarioù ha pardonioù,

Ebatoù ker birvidik, binioù zar dha sklentin,

Na drido mui va c'halon gant da sonioù lirzhin

Keno kement a garan, keno da virviken !

Pell ouzh a Vreizh me varvo, mantret gant an anken

Vel ur blantenn gizidik, evit ar vro krouet

A renk gweñviñ ha mervel, kerkent m'eo divroet .

*

L’ADDIO DEL GIOVANE SOLDATO

Versione italiana di Riccardo Venturi

Ho il cuore spezzato dalla durezza delle mie pene,

i miei occhi entusiasti non hanno più da dir niente

è arrivato, ohimé, il giorno in cui devo abbandonare

il bel luogo della mia infanzia, la mia bella Bretagna!

Addio, casa tra le ginestre, nascosta nella valle,

verde campo dove giocavo da bambino;

cari alberi di tasso alla cui ombra

durante la calura estiva dormivo a mezzogiorno

Addio! Addio, mamma e babbo, adesso non sperate più

che il vostro figlio amato resti ad aiutarvi nella vecchiaia

per guadagnarvi il pane, come voi avete fatto;

la legge è spietata, vi devo lasciare.

Quante volte, mia tenera mamma, dovrai piangere

quando il mio cane in pena si trascinerà dietro a voi

e quando vedrai, sul focolare, il mio sgabello vuoto

e le ragnatele allinearsi sul mio bastone di quercia

Addio, cimitero della parrocchia, terra benedetta

dove riposano i miei parenti chiamati dal Salvatore;

piangano le anime dei morti, non andrò più sulle vostre tombe

a versare acqua benedetta mescolata alle mie lacrime

Addio, o colei che più amo, mia dolce e gentile Mari’,

un destino crudele è venuto ad affliggerci

la gioia e la radiosa allegria sono passate

come la nube nel cielo è portata via dal vento

Non vedrò più i tuoi cari occhi vivaci e pieni d’allegria

brillare di piacere quando arrivavo a casa,

la tua manina bianca condurre lesta il carro,

né più la tua dolce voce sentirò cantare le mie canzoni

Quando eravamo al catechismo, ancora da ragazzi,

con il cuore incosciente ci incontravamo di nascosto

al tabernacolo del crocevia, e quante volte abbiam giurato

di non separarci mai tra di noi

Giovani e spensierati, ahimé, non sapevamo

quanta amarezza la vita ha seminato;

per noi non c’erano allora né leggi né re,

non c’era che una sola legge, quella dell’amore

Addio, o mio vicino, Yannig, mio vero amico,

compagno dei miei giochi, mio fratello di cuore;

a chi farò parte adesso delle mie pene,

e chi mi parlerà di casa e del paese?

Senza di me andrai adesso alle parrocchie [*] più vicine

a sgobbare tra le zolle in mezzo agli attrezzi

senza di me andrai a cercar di vincere alle gare di lotta

e a caccia sulle colline in mezzo alle staccionate

Addio, miei biondi cavalli, leggeri come una cerbiatta,

eleganti come un topolino [**], gentili come un agnellino

non vi sentirò più, sotto di me, galoppare in fretta,

le mie mani più non stringeranno le redini sulla vostra fronte

Addio, mio cane fedele, Mindu [***], mio leale compagno

non andremo più, nella bruma, a cercare le tracce della lepre

non sentirò più, sui monti, il tuo guaito stridente

non sentirò più sulle mani la tua lingua affettuosa

In capo a poco tempo molti amici dovranno

partire in mezzo ai soldati e, senza dubbio, non ci penseranno

ma il tuo cuore, Mindu, non si dimenticherà;

da lontano renderai ancora sopportabili le mie pene con la tua lingua

Addio o miei piaceri, campi appena arati, prati,

corse pazze, serate di festa, fiere e sagre paesane,

gioie care e splendenti, cornamuse dal suono chiaro,

il mio cuore più non gioirà alle vostre allegre canzoni

Addio a tutto ciò che amo, addio, addio per sempre!

Lontano dalla Bretagna morirò in preda all’angoscia;

come una pianta fragile, per la madrepatria,

devo appassire e morire non appena sarò partito.

[*] S’intenda “paesi, villaggi”. Nella Bretagna tradizionale le comunità rurali venivano (e vengono tuttora) denominate parrez “parrocchia”.

[**] sic.

[***] Cioè “Musonero”.

515. E PARREZ LANGONNED

Alan Stivell

(trad.)

Una delle più note canzoni tradizionali bretoni, interpretata da Alan Stivell nell’album “quasi” omonimo, E Langonned. E’ incentrata sulla lunghezza e sulla durezza del servizio militare, al termine del quale –oltretutto- ci potevano essere delle…brutte sorprese (sempre che si fosse sopravvissuti).

Kenavo ma zad, ma mamm

Kenavo mignoned

Kenavo deoc'h tud yaouank

Eus parrez Langonned

Ne oa ket roet din ar choaz

Dav oa din partiel

Kaset oan war ar mor bras

Kuitaet ma Breizh-Izel

Me oa-me gwall glac'haret

'Vont d'ober ma servij

Lesket 'moa e Langonned

Fleurenn ma yaouankiz

Lesket 'moa e ti he mamm

Ma mestrezig karet

Kaset oan d'an Oriant

Ha du-se oan gwisket

Berv e oa ma daoulagad

An ael oa uhel

Barzh an neñv e oa stered

Daole din sklerijenn

Ma vijen bet e skolioù

'M bije skrivet ul lizher

'Vit kontañ ma holl boanioù

Ha ma brasañ mizer

Fin oa bet ar beajoù

Erru oan me amzer

Digoue'et oan en-dro er vro

Echu oa ma c'hoñje

An eostig save d'al lein

Ha gane melodi

Kavet din ma Breizh-Izel

Erru oan 'barzh ma zi

Kentañ hin' am boa kavet

Oa 'vatezhig vihan

Ha ganti 'm boa goulennet

E-menn 'mañ 'r plac'h yaouank

'Mañ-hi du-se 'barzh ar sal vras

E-touez ar yaouankiz

Sonerien ouzh he gortoz

'Vit monet d'an iliz

En ur glevet kement-all

Me oa chomet souezhet

'C'haloupat da benn kêr all

Du-se em boa gwelet

Klevet 'peus, kamaraded

Setu aze 'n avis

Ma fell deoc'h bezañ touellet

Kit d'ober ho servij

Ha bezet gourc'hemennet

C'hwi holl merc'hed yaouank

'Mañ doganet ar baotred

'Vont da servij Bro-Frañs.

*

NELLA PARROCCHIA DI LANGONNET

Versione italiana di Riccardo Venturi

Arrivederci, babbo e mamma,

arrivederci, amici

e arrivederci a voi, ragazzi

della parrocchia di Langonnet.

Non mi è stata data scelta,

sono dovuto partire.

Mi hanno mandato per l’oceano

una volta lasciata la mia Bretagna.

Avevo molta pena

andando a fare il militare,

avevo lasciato a Langonnet

il fiore della mia giovinezza

Avevo lasciato da sua madre

la mia amata fidanzata,

mi hanno mandato a Lorient

e li’ mi hanno messo la divisa

I miei occhi ardevano,

l’angelo stava lassù in alto,

nel cielo c’erano delle stelle

che mi gettavano il loro chiarore

Se fossi andato a scuola

avrei scritto una lettera

per raccontare tutte le mie pene

e la mia più grande miseria

I viaggi hanno avuto fine,

il mio tempo era terminato

e sono tornato al paese

dopo finito il servizio

L’usignolo si levava

e cantava una melodia,

ritrovata la Bretagna

ero arrivato a casa.

La prima che ho visto

era la servetta,

e le ho domandato

di avvertire la mia ragazza

“E’ la nella grande sala

con tutta la gioventù,

dei suonatori la aspettano

per andare in chiesa.”

Quando ho sentito questo

sono rimasto stupefatto,

son corso all’altro capo del paese

e là l’ho vista

Avete capito, compagni

e vi do un avvertimento:

se volete essere traditi

andate a fare il militare

E vi faccio i complimenti

a tutte voi, ragazze

che fate cornuti i ragazzi

che vanno a servire la Francia.

516. SOLDIER OF PLENTY

Jackson Browne

God is great, God is good

He guards you neighborhood

Though it's generally understood

Not quite the way you would

You try to take the slack

Stay awake and watch his back

But something happens every now and then

And someone breaks into the promised land

Ah boy boy

This world is not your toy

This world is long on hunger

This world is short on joy

A-E-I-O

You speak as if you know

What's good for everyone

What's good in what you've done?

What's good about a world in which

War rages at a fever pitch

And people die for the little things

A little corn, a little beans

Ah boy boy

This world is not your toy

This world is, this world is

Long on hunger

Short on joy

How much longer

You gonna keep the world hungry boy?

You measure peace with guns

Progress in mega-tons

Who's left when the war is won?

Soldier of misfortune--

Soldier of an angry call

Soldier on foreign soil

I'm not here to fight your war

I know what you're fighting for

Ah boy boy

This world is not your toy

This world is, this world is

Long on hunger

Short on joy

How much longer

You gonna keep the world hungry boy?

*

SOLDATO DELL’ABBONDANZA

Versione italiana di Riccardo Venturi

Dio è grande, Dio è buono

vigila su tutto il vicinato

anche se tutti quanti capiscono

che non è nel modo che vorrebbero.

Tenti di stargli alle calcagna,

stai all’erta e lo sorvegli

ma qualcosa accade di tanto in tanto

e qualcuno irrompe nella terra promessa

oh ragazzo, ragazzo

questo mondo non è un balocco

questo mondo ha tanta fame

questo mondo ha poca gioia

A-E-I-O

parli come se tu sapessi

quel che è bene per tutti

e che c’è di buono in quel che hai fatto?

Che c’è di buono in un mondo

dove la guerra infuria come una febbre

e dove si muore per le cose da nulla

un po’ di grano, un po’ di fagioli

Oh ragazzo, ragazzo

questo mondo non è un balocco

questo mondo ha, questo mondo ha

tanta fame

e poca gioia

e per quanto ancora

terrai il mondo affamato, ragazzo?

Misuri la pace in cannoni

e il progresso in megatoni,

chi rimarrà quando la guerrà sarà finita?

Soldato di sventura,

soldato richiamato di rabbia

soldato su un suolo straniero

non sono qui per fare la tua guerra

io non so per cosa stai combattendo

Oh ragazzo, ragazzo

questo mondo non è un balocco

questo mondo ha, questo mondo ha

tanta fame

e poca gioia

e per quanto ancora

terrai il mondo affamato, ragazzo?

517. RUMOURS OF WAR

Billy Bragg

There are soldiers marching on the common today

They were there again this evening

They paced up and down like sea birds on the ground

Before the storm clouds gathering

I must buy whatever tinned food is left on the shelves

They are testing the air raid sirens

They've filled up the blood banks and emptied the beds

At the hospital and the asylum

I saw a man build a shelter in his garden today

And we stood there idly chatting

He said: "No, no I don't think war will come"

Yet still he carried on digging

Everything in my life that I love

Could be swept away without warning

Yet the birds still sing and the church bells ring

And the sun came up this morning

Life goes on as it did before

As the country drifts slowly to war.

*

RUMORI DI GUERRA

Versione italiana di Riccardo Venturi

Dei soldati marciano sul suolo pubblico, oggi

ed erano là anche stasera

andavano su e giù come uccelli marini a terra

prima che si raccolgano le nubi di burrasca

Devo comprare tutto lo scatolame rimasto sugli scaffali

stanno provando le sirene di allarme aereo

hanno rifornito le banche del sangue e liberato i letti

all’ospedale e al manicomio

Oggi ho visto uno che si costruiva un rifugio nel giardino

e siamo stati là un po’ a far due chiacchiere

ha detto, “No, non credo che ci sarà la guerra”

eppure continuava a scavare

Tutto quel che amo nella mia vita

potrebbe essere spazzato via senza avvisaglia

ma gli uccelli cantano ancora e le campane suonano

e il sole è sorto, stamattina

La vita va avanti come prima

e il paese scivola lento nella guerra.

518. OLIVER’S ARMY

Elvis Costello

Don't start me talking

I could talk all night

My mind goes sleepwalking

While I'm putting the world to right

Called careers information

Have you got yourself an occupation?

Oliver's army is here to stay

Oliver's army are on their way

And I would rather be anywhere else

But here today

There was a checkpoint Charlie

He didn't crack a smile

But it's no laughing party

When you've been on the murder mile

Only takes one itchy trigger

One more widow, one less white nigger

(Chorus)

Hong Kong is up for grabs

London is full of Arabs

We could be in Palestine

Overrun by a Chinese line

With the boys from the Mersey and the Thames and the Tyne

But there's no danger

It's a professional career

Though it could be arranged

With just a word in Mr. Churchill's ear

If you're out of luck or out of work

We could send you to Johannesburg

(Chorus)

*

L’ESERCITO BRITANNICO

Versione italiana di Riccardo Venturi

Don't start me talking

I could talk all night

My mind goes sleepwalking

While I'm putting the world to right

Called careers information

Have you got yourself an occupation?

Oliver's army is here to stay

Oliver's army are on their way

And I would rather be anywhere else

But here today

There was a checkpoint Charlie

He didn't crack a smile

But it's no laughing party

When you've been on the murder mile

Only takes one itchy trigger

One more widow, one less white nigger

(Chorus)

Hong Kong is up for grabs

London is full of Arabs

We could be in Palestine

Overrun by a Chinese line

With the boys from the Mersey and the Thames and the Tyne

But there's no danger

It's a professional career

Though it could be arranged

With just a word in Mr. Churchill's ear

If you're out of luck or out of work

We could send you to Johannesburg

(Chorus)

519. ROCKETS

Cat Power

Where do the dreams of babies go

'cause you know they're all so good

and they're also gone so fast

keep all your guns at home

help keep your momma safe

cause you know she's pretty good too

Where is the night so warm and so strange

that no one is afraid of themselves

pick, pick up, dig, dig out those weeds

out of your happy-go-lucky fields

of such polluted thinking

Where do the rockets find planets

Where do the rockets find planets

Where do the rockets find planets

Where are the dreams of the babies going

'cause you know they're all going fast

take, take as much as you can

'cause you know it's going so fast

you know it's so good.

where are the many mountains so brave

that they do not explode over everyone

pick, pick up, dig, dig out those weeds

out of your happy-go-lucky field

of such polluted thinking

Where do the rockets find planets

Where do the rockets find planets

keep your guns at home

keep your guns at home

help keep your momma safe

you know she's all good

she's pretty good

Where are the dreams of babies going

'cause you know they're all good

520. NO BLOOD FOR OIL

Jim Lesses

You burn the truth at midnight; The flames light up the sky.

You stand around and warm your hands, and watch our freedoms die.

You start your wars for Mammon; For capital and greed;

Start your wars for land and oil, and watch our children bleed...

CHORUS

No blood for oil! No oil for your 'freedom',

Your freedom is worthless; When you pay with our lives.

No blood for oil! No oil for your 'freedom',

Your freedom is worthless; When you pay with our lives.

You shackle us with terror; You blind us all with fear.

And all the while you tear away, at all that we hold dear.

Turn neighbour against neighbour; Breed hate beneath the sun.

Smash our doors; start your wars, with a bible and a gun...

CHORUS

BRIDGE

And all around the world, the calls for peace crash in like waves,

But you ignore our very cries, and send us to our graves....

CODA: I said, No blood for oil!

521. LIKE SOLDIERS DO

Billy Bragg

Blues eyes fighting the grey eyes fighting the tears

Armed to the teeth for a war of words

Reaching all the years

I advanced across a poppy field

I saw the gleam as you raised your shield

And love screamed down

With the sun behind its back

Our Fathers were all soldiers,

Shall we be soldiers too

Fighting and falling like soldiers do

Nothing is clear in this tactical unclear war

I can't be bothered to find out

What we are fighting for

No one can win this war of the senses

I see no reason to drop my defences

So stand fast my emotions,

Rally round my shaking heart

Our Fathers were all soldiers,

Shall we be soldiers too

Fighting and falling like soldiers do

Blue eyes fighting the grey eyes fighting the tears

Armed to the teeth for a war of words

Reaching all the years

I advanced across a poppy field

I saw the gleam as you raised your shield

And love screamed down

With the sun behind its back

I knew once again I was under attack

So stand fast my emotions,

Rally round my shaking heart

Our Fathers were all soldiers,

Shall we be soldiers too

Fighting and falling like soldiers

Fighting and falling like soldiers

Fighting and falling like soldiers do.

522. MONEY IS YOUR BLOOD

Torben Franck

You think you're so clever

that's just your perception

you're murdering this world

with weapons of mass deception

I cannot see your face for lies

they swarm around like hungry flies

you bomb, you murder, your endless toil

for nothing more than bloody oil

The time has come for sentence

for you there's no redemption

this war is so pretentious

because money is your blood

For several hundred years

the source of oppression

you prey on human fears

'til your dirty work is done

And when the next war passes by

you'll shoot the stars of the sky

but now i hear the turning tide

it's time to stop 'cause you can't hide.

523. KHORAKHANÉ

Fabrizio de André

(1996)

Il cuore rallenta la testa cammina

in quel pozzo di piscio e cemento

a quel campo strappato dal vento

a forza di essere vento

porto il nome di tutti i battesimi

ogni nome il sigillo di un lasciapassare

per un guado una terra una nuvola un canto

un diamante nascosto nel pane

per un solo dolcissimo umore del sangue

per la stessa ragione del viaggio viaggiare

Il cuore rallenta e la testa cammina

in un buio di giostre in disuso

qualche rom si è fermato italiano

come un rame a imbrunire su un muro

saper leggere il libro del mondo

con parole cangianti e nessuna scrittura

nei sentieri costretti in un palmo di mano

i segreti che fanno paura

finchè un uomo ti incontra e non si riconosce

e ogni terra si accende e si arrende la pace

i figli cadevano dal calendario

Jugoslavia Polonia Ungheria

i soldati prendevano tutti

e tutti buttavano via

e poi Mirka a San Giorgio di maggio [*]

tra le fiamme dei fiori a ridere a bere

e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi

e dagli occhi cadere

ora alzatevi spose bambine

che è venuto il tempo di andare

con le vene celesti dei polsi

anche oggi si va a caritare

e se questo vuol dire rubare

questo filo di pane tra miseria e sfortuna

allo specchio di questa kampina [**]

ai miei occhi limpidi come un addio

lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca

il punto di vista di Dio.

Cvava sero po tute

i kerava

jek sano ot mori

i taha jek jak kon kasta

vasu ti baro nebo

avi ker

kon ovla so mutavia

kon ovla .

Ovla kon ascovi

me gava palan ladi

me gava

palan bura ot croiuti. [***]

*

NOTE

Khorakhané: tribù Rom serbo-montenegrina di religione musulmana. Il termine

“Khorakhané” significa “Amanti del Corano” il lingua romanes.

[*] La principale festa Rom, il 6 maggio.

[**] Tenda mobile

[***] In lingua romanes-khorakhané:

Poserò la testa sulla tua spalla

e farò

un sogno di mare

e domani un fuoco di legna

perché l'aria azzurra

diventi casa

chi sarà a raccontare

chi sarà

sarà chi rimane

io seguirò questo migrare

seguirò

questa corrente di ali.

*

C’HORAC’HANE

Versione bretone di Gwenaëlle Rempart

Evit frankiz ar pobloù a-enep d’ar brezel hag ar feulster

Pour la liberté des peuples, contre la guerre et la violence

Ar galon a c’horreka hag ar penn a gerzh

e puñs-se staot ha simant

d’ar park-se diframmet gant an avel

dre forzh bezañ avel

Me am eus an holl anvoù-badez

ha pep anv a zo siell ur paseporzh

evit un roudouz ur vro ur koabrenn ur c’han

evit un diamant kuzhet er bara

evit ur gwall imor ar gwad hepken,

evit memes abeg ar veaj, beajiñ.

Ar galon a c’horreka hag ar penn a gerzh

e teñvalijenn manejoù dilezet

ur Rom bennak en deus chomet italian

evel kouevr o tuiñ war ur voger,

gouzout lenn levr ar bed

gant gerioù o cheñch ha hep skritur

war hentoù gwasket e boz an daouarn

kevrinoù spontus, betek ma

en em gav unan ganit hag en em anav

hag enaou pep bro ha pleg ar peoc’h

ar baotred a gouezhe eus ar deiziadur

Yugoslavia Polonia Hungaria

ar soudarded a gemere holl

ha holl a skoe kuit

ha da fest Sant Jorj e miz Mae e oa Mirka

o c’hoarzin hag oc’h evan etre flamm ar bleuñv,

hag o kargañ an daoulagad e oa daeroù divec’h,

hag eus an daoulagad e gouezhent

bremañ savit merch’ed nevez

poent eo bremañ da vont

gant gwazhied glas-oabl an daouarzorn

hiziv ivez ez eer da glask aluzen

ha mar talvez an dra-se laerezh

un tamm bara etre mizer ha chañs,

da velezour ar kampina-mañ

da va daoulagad boull evel ur c’himiad

e c’hell lavaret hepken an hini a oar dastum en e c’henoù

savboent Doue.

Cvava sero po tute

i kerava

jek sano ot mori

i taha jek jak kon kasta

vasu ti baro nebo

avi ker

kon ovla so mutavia

kon ovla .

Ovla kon ascovi

me gava palan ladi

me gava

palan bura ot croiuti.

[ Ma fenn a bozin war za zivskoaz

hag a rin

hunvre mor

ha warc’hoazh tan keuneud

evit ma teu an aer c’hlas

da di

ha piv a gonto

piv a vo

an hini a chom a vo

me a heulio ar vigrazhon-mañ

me a heulio

red eskell. ]

524. ITACA

Lucio Dalla (1971)

Dallo storico album "Storie di casa mia".

Capitano che hai negli occhi

il tuo nobile destino

pensi mai al marinaio

a cui manca pane e vino?

Capitano che hai trovato

principesse in ogni porto

pensi mai al rematore

che sua moglie crede morto.

Itaca Itaca Itaca

la mia casa ce l’ho solo là,

Itaca Itaca Itaca

a casa io voglio tornare

dal mare dal mare dal mare…

Capitano le tue colpe

pago anch’io coi giorni miei

mentre il mio più gran peccato

fa sorridere gli dei

e se muori, è un re che muore

la tua casa avrà un erede

quando io non torno a casa

entran dentro fame e sete.

Itaca Itaca Itaca

la mia casa ce l’ho solo là,

Itaca Itaca Itaca

a casa io voglio tornare

dal mare dal mare dal mare…

Capitano che risolvi

con l’astuzia ogni avventura

ti ricordi di un soldato

che ogni volta ha più paura?

Ma anche la paura in fondo

mi dà sempre un gusto strano...

Se ci fosse ancora mondo

sono pronto, dove andiamo?… [*]

Itaca Itaca Itaca

la mia casa ce l’ho solo là,

Itaca Itaca Itaca

a casa io voglio tornare

dal mare dal mare dal mare…

[*] Variante dal vivo degli ultimi due versi:

Ma se non mi porti a casa

capitano, io ti sbrano

[*] Segnalata da Hooke (Andrea Lisi), che ringrazio

525. PER DUE INNAMORATI

Lucio Dalla

(1971)

Son due innamorati

che morte prese insieme

mano pietosa li mise accanto

sposo e sposa in bianco

sposo e sposa in bianco

e vittime innocenti

dell'odio e della guerra

faranno un letto matrimoniale

nel cuore della terra

Disse Dio

se donna prenderai

sarà tua

non la lasciare mai

mai

Crudele fu il divorzio

dell'anima dal corpo

nel solo amplesso eterno adesso

lieve sarà l'affanno

Uccelli senza estate

cui sorte spegne il canto

nel nuovo grembo dimenticate

della violenza il pianto

Disse Dio

se donna prenderai

sarà tua

veglia sopra di lei, di lei

La notte di tempesta

che offende la campagna

lascerà il posto ad una festa,

ad un'eterna fiamma,

ad un'eterna fiamma,

ad un'eterna fiamma.

Di questi innamorati

che morte vinti tiene

i casti corpi dimenticati

potranno sposarsi assieme.

Disse Dio

da donna vita avrai

figlio mio

e a donna ti unirai

ti unirai

Son due innamorati

che morte vinti tiene,

la fossa è un letto,

dal loro seme

frutti matureranno.

Nel giorno del Signore,

nemico della guerra

ha messo un fiore il loro amore

e non è un fiore di serra,

ha messo un fiore il loro amore

ha messo un fiore il loro amore

è non è un fiore di serra,

ha messo un fiore il loro amore…

526. YAWANKIZ MA BRO

Gilles Servat

Le ciel a une vilaine couleur

De chiure de dictateur

Tâches d'huile et d'goudron quadrillées

Sur l'parking du paradis

Les roues des vieux caddies rouillés

Grincent sous l'poids du crédit

A l'horizon une clarté vagabonde

Comme l'espérance du monde

Le métronome de la FM

Balance des requiems

Les mots s'écoulent de la radio

Comme un jus d'incompréhension

Quatre boums encore des coups de marteau

Pour démolir les émotions

A l'horizon une clarté irradie

Comme une belle mélodie

O Yawankiz ma bro

Diwan a zo ennout

O Yawankiz ma bro

A skubo ar c'haoc'h war an douar

O Yawankiz ma bro

An da-zont en da imbroud

O Yawankiz ma bro

A livo livrin dremm ar bed goular

On prends le mort pour le vivant

On n'embrasse que du vent

La voix qui sort du magnéto

La mise en scène de la télé

Et l'encre qui trame les photos

Sont plus pour la réalité

A l'horizon une clarté palpitante

Comme une musique vibrante

A l'ombre des oiseaux blessés

Passent des amours pressés

Sur les murs des culs et des seins

Soutiennent les mensonges des marchands

Et l'image des politiciens

Vendue avec les mêmes slogans

A l'horizon une clarté d'déchirure

Comme une rivière d'eau pure

O Yawankiz ma bro

Diwan a zo ennout

O Yawankiz ma bro

A skubo ar c'haoc'h war an douar

O Yawankiz ma bro

An da-zont en da imbroud

O Yawankiz ma bro

A livo livrin dremm ar bed goular

Sur les ruines et sur les débris

Des idéaux trahis

Sur les morceaux des barbelés

Sur le béton brisé des murs

Blanc jaune rouge noir ou zébré

L'enfant s'invente le futur

A l'horizon une clarté vagabonde

Comme l'espérance du monde

*

GIOVENTU’ DEL MIO PAESE

Versione italiana di Riccardo Venturi

Il cielo ha un brutto colore

da cacata di dittatore

macchie d’olio e di catrame quadrettate

sul parcheggio del paradiso

le rotelle di vecchi carrelli del supermercato arrugginiti

cigolano sotto il peso del credito

all’orizzonte un chiarore vagabondo

come la speranza del mondo

Il metronomo della radio in MF

sputa fuori dei requiem

le parole defluiscono dalla radio

come un succo d’incomprensione

ancora quattro tonfi, delle martellate

per demolire le emozioni

all’orizzione s’irradia un chiarore

come una bella melodia

O gioventù del mio paese,

il germe è in te

o gioventù del mio paese

che spazzerà via la merda sulla terra

o gioventù del mio paese

del futuro e del presente

o gioventù del mio paese

che colorerà la faccia del mondo squallido

Si scambia il morto per il vivo,

non si bacia che il vento

la voce che sorte dallo stereo

la messa in scena della TV

e l’inchiostro che ordisce le foto

non sono più per la realtà

all’orizzonte un chiarore palpitante

come una musica vibrante

All’ombra degli uccelli feriti

passano amori frettolosi

sui muri, culi e tette

sostengono le bugie dei mercanti

e l’immagine dei politici

venduta con gli stessi slogan

all’orizzonte un chiarore lacerante

come un ruscello d’acqua pura

O gioventù del mio paese,

il germe è in te

o gioventù del mio paese

che spazzerà via la merda sulla terra

o gioventù del mio paese

del futuro e del presente

o gioventù del mio paese

che colorerà la faccia del mondo squallido

Sulle rovine e sulle macerie

degli ideali traditi

sui pezzi di filo spinato

sul cemento screpolato dei muri

bianco giallo rosso nero o a strisce

il bambino s’inventa il futuro

all’orizzonte un chiarore vagabondo

come la speranza del mondo.

527. BALL OF CONFUSION

The Temptations

[ Barrett Strong/Norman Whitfield ]

Dall’album “Motown Hitsville, USA”, Volume 1, disco 4.

People moving out,

People moving in.

why, because of the color of their skin

run, run, run but you sho' can't hide

An eye for an eye,tooth for a tooth,

vote for me and I'll set you free

rap on, brother, rap on

The only person talking about love thy brother is the preacher

and it seems

nobody's interested in learning

but the teacher

segregation, determination, demonstration, intergration,

Aggravation, humiliation, obligation to our nation

Ball of confusion, oh yeah

That's what the world is today, hey

The sale of pills are at an all time high

young folks walking round with their heads in the sky

the cities ablaze in the summertime, and oh

the beat goes on

evolution, revolution, gun control, sound of soul

shooting rockets to the moon

kids growing up too soon

politicians say more taxes, will solve everything

and the band played on

So, round and around and around we go

where the world's headed, nobody knows

Oh, Great Googamooga, can't you hear me talking to you

just a ball of confusion, oh yeah

that's what the world is today, hey

Fear in the air, tension everywhere

unemployment rising fast, the Beatles new record's a gas

and the only safe place to live, is on an indian reservation

and the band played on

Eve of destruction, tax deduction

city inspectors, bill collectors

mod clothes in demand,

population out of hand,

suicide, too many bills

hippies moving to the hills

people all over the world are shouting end the war

and the band played on

Oh, Great Googamooga, can't you hear me talking to you

just a ball of confusion,

that's what the world is today, hey

(Adlib and close)

528. MARCH OF DEATH

Zack de la Rocha – DJ Shadow

Tra gli ultimi a cantare online contro la guerra, il duo formato da Zack de la Rocha (ex cantante dei Rage Against The Machine) e da DJ Shadow (uno dei maggiori esponenti del "trip-hop"), che da un paio di giorni hanno messo sul web un altro brano contro il conflitto in Iraq, dal titolo "March of death". (fonte: corriere.it) [k.d. dal NG it.fan.musica.guccini]

Introduzione degli autori:

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